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Autore: Duchannes    08/03/2013    1 recensioni
"Era come una lotta interiore, tra la mia testa e il mio cuore, gridavano cose diverse, pensieri diversi e io non riuscivo a stare più al passo, perché tutto questo mi faceva male, perché avevo bisogno di lui, ma non potevo per il suo bene… era contraddittorio eppure era un ragionamento adulto, ed era quello che dovevo fare.
L’istinto va seguito, ma non sempre, perché non è razionale, può portarci a sbagliare e io non potevo sbagliare, non nei confronti di quella persona che amavo.
Sì, perché io lo adoravo, lo adoravo con tutta me stessa, era il mio sorriso, la mia felicità, il mio sole personale, era come se il sole si fosse spento, più nessuna traccia di lui e tutto intorno restava freddo …e vuoto…come il ghiaccio."
Ian Somerhalder/Nina Dobrev/Joseph Morgan.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Ian Somerhalder, Nina Dobrev
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Love is forever.


Giravo per quei corridoi in cerca della porta giusta, mi ero proposto per questo telefilm senza neanche sapere di cosa trattasse, l’avevo capito solo leggendo il copione e il ruolo del cattivo mi piaceva, volevo quel posto ormai e non l’avrei lasciato andare.
Arrivai ad una porta blu con su scritto “Provini-Original.”
Era quello giusto, bussai educatamente prima di entrare e ritrovarmi di fronte una sala piena di persone, tutti gli occhi furono puntati su di me e sorrisi dicendo “Sono qui per il provino di Klaus.”
Un ragazzo moro con degli occhi azzurri mi osservò prima di aprirsi in un sorriso e porgermi la mano “Piacere Ian, i direttori sono scesi un attimo in caffetteria, sei in un leggero anticipo.”
Guardai l’orologio appeso al muro, bè sì, ero in anticipo di un quarto d’ora, era solo che non mi piaceva essere considerato ritardatario e finivo sempre di arrivare prima del tempo.
Sorrisi mentre sentii una risata melodiosa che catturò la mia attenzione, mi voltai verso la direzione di cui proveniva, era una bella ragazza giovane e mora, aveva dei lineamenti molto semplici, ma il suo sorriso era meraviglioso.
Mi avvicinai attratto da lei, in risposta mi sorrise porgendomi la mano “Io sono Nina.”
Mi piacque all’istante e conoscendomi, avrei fatto di tutto pur di averla con me.
 
 
Faceva freddo, troppo freddo, uno di quei freddi che ti entra nelle ossa, ero seduto fuori con una sigaretta tra le dita, ero ora uno degli attori ufficiale del cast del telefilm, ero contento di essere capitato in questa nuova grande ‘famiglia’ erano tutti fin troppo gentili, tutti allegri e non c’era mai spazio per un po’ di solitudine.
Da un lato questo mi disturbava, ero un solitario, amavo stare da solo, ma dall’altro amavo fin troppo la loro compagnia  e non riuscivo a distaccarmene.
E poi c’era lei, quella ragazza dalla risata melodiosa, avevo avuto modo di conoscerla e mi ero reso conto che non mi ero sbagliato sul suo conto, era altruista, gentile, dolce, allegra e anche una bravissima attrice.
Avevamo già stretto un buon rapporto, ma in qualche modo mi spaventava starle accanto, mi ero sempre ripromesso di non cascarci, di non perdermi più, di non legare più così tanto con qualcuno, ma con lei le cose andavano veloci, mi sfuggivano di mano e davvero non sapevo più che fare.
Sentii una porta sbattere dietro di me e dei passi avvicinarsi, mi voltai incontrando i suoi occhi marroni e il suo sorriso mozzafiato, si sedette di fianco a me dicendo “Me la presteresti una sigaretta?”
Sorrisi annuendo e porgendogliene una, come ogni volta che volevo provare a rifugiarmi da lei, mi trovava e mi costringeva a scivolare in quell’abisso che erano i suoi occhi.
 
Mi voltai intorno cercandola con lo sguardo, mi aveva scritto che era già giù, ma non riuscivo a vederla, così uscii fuori trovandola seduta al nostro solito muretto, indossava un vestito nero a forma di cuore, che era elegante, ma contrastato con una giacca di pelle, anch’essa nera, era davvero bellissima, come sempre.
Si portò la sigaretta alla bocca aspirando, prima di accorgersi della mia presenza, le sorrisi avvicinandomi “Fumi senza di me?”
Lei sorrise facendo spallucce “Tanto tu partirai lasciandomi qui tutta sola.” Disse rabbuiandosi e riportando la sigaretta alle labbra.
Mi posizionai di fronte a lei con un sorriso stampato sulle labbra “Non starò via a lungo Nina, devo farlo, non posso lasciare le mie questioni in sospeso lì.”
Lei sospirò gettando con violenza la sigaretta a terra “E’ solo che non capisco perché tu debba partire solo per andare da lei e consolarla per la perdita, dopo tutto quello che ti ha fatto, davvero, non capisco Jos.”
Poggiai un dito sotto il suo mento, facendo incontrare i nostri occhi “Perché è stata una parte importante della mia vita Nina e io posso starle accanto ora, voglio e devo starle accanto.”
Lei sbuffò mettendo quasi il broncio, adoravo il suo broncio, la rendeva ai miei occhi così piccola e mi tentava, di restare lì con lei “Ma tanto tornerò e poi non dovrò più andare via.”
Lei fece spallucce “Ma se non sai neanche quando tornerai.”
Alzai gli occhi al cielo “Ti ricordo che qui ho un contratto e un telefilm che non abbandonerò.”
Lei puntò i suoi occhi nei miei “Tornerai sicuramente solo per il telefilm?”
Sorrisi di rimando avvicinandomi a lei, tornando subito serio “Anche per te.” Dissi secco.
Lei mi guardò seria, prima che mi avvicinassi alle sue labbra e le catturassi, per la prima volta.
 
“Tocca a te.” Sussurrò Nina ansiosa di sentirmi parlare, non avevo ancora spiccicato parola.
Afferrai quel piccolo cerchietto d’ora accostandolo alla sua mano “Io Joseph Morgan sono qui davanti a Dio a giurare di amarti e di onorarti, in salute e in malattia, finché morte non ci separi.”
Mi sorrise felice, mentre tremando gli infilavo l’anello, il prete sorrise battendo le mani “Potete baciarvi.”
La attirai a me e catturai le sue labbra, avevo paura e lei lo sapevo, ma non dovevo più averne, non ora che lei sarebbe stata sempre accanto a me, anche dopo la morte, era l’unica cosa di cui ero sicuro.

Erano più di tre ore che aspettavo, non riuscivo più ad essere paziente, avevo sentito delle grida disumane e dovevo vedere Nina come stava, nell’ospedale c’era una confusione assurda, c’era stato un grave incidente e c’erano feriti ovunque.
La porta principale si aprì lasciando passare il dottore che mi venne incontro, mi avvicinai impaziente e lui serio come non mai mi disse “Mi segua.”
Mi avvicinai titubante seguendolo, senza spiccicare parola, arrivammo alla sua stanza, sentivo un pianto, mi rincuorò.
Aprii la porta ritrovandomi di fronte Nina che sorrideva felice, mentre tra le sue braccia era stretto un fagottino “Ti presento nostra figlia.” Disse e io non potetti fare altro che sorridere, felice.
 
Ero stanco morto, ero appena tornato da lavoro, mi ero sdraiato sul letto ancora vestito e aspettavo che Nina tornasse, sentii la porta sbattere e la piccola Juliet gridare “Papà!” mentre correva in camera da letto.
Mi tirai a sedere guardandola con un sorriso, aveva i capelli biondi raccolti in uno chignon e mi guardò felice saltando sulle mie gambe “Ho capito cosa sarò da grande!”
Le sorrisi spostandole una ciocca di capelli che era sfuggita “E cosa amore mio?”
Lei sorrise battendo le sue piccole mani “Sarò una grande ballerina e poi potrai venire a guardare tutti gli spettacoli che vuoi gratis!”
Sorrisi mentre vedevo Nina in piedi sulla porta, bella come sempre, che mi sorrideva complice.
 
Ancora non ci potevo credere, ero seduto in seconda fila di un grande teatro, sentimmo una melodia risuonare e poi Juliet entrare, era lei davanti a milioni di spettatori che si esibiva al gran teatro di New York, lei che aveva coltivato la sua passione, lei che volteggiava sulle punte, lei che ci aveva messo tutta se stessa, ora era la grande ballerina Juliet Morgan.
Nina mi strinse la mano e io le sorrisi, eravamo noi due insieme, che ci tenevamo la mano, mentre la nostra piccola Juliet dava spettacolo delle sue grandi capacità.
Eravamo noi due che ancora dopo tanti anni eravamo più affiatati di prima, noi due che ci amavamo ancora come il primo giorno, noi due che aspettavamo il nostro piccolo bambino che cresceva sano e forte, noi due lì, insieme, come una volta, come ora, come sempre. 


THE END.


SCUSATE.
 Lo so, neanche merito di essere scusata, vi ho fatto aspettare così tanto, ma non riuscivo proprio a trovare la forza di scrivere la fine di questa storia, un po' per la scuola, un po' per gli impegni, un po' perché con i finali non sono brava, ma non ci riuscivo, poi oggi mi sono detta che dovevo finirla, che dovevo chiuderla, perché meritava una chiusura.
Mi dispiace lasciarla andare, come mi dispiace con ogni storia che comincio, non so, mi affezziono troppo cwc 
Questo finale mi piace, perché non vi ho mai mostrato il punto di vista di Joseph, ve l'ho descritto sempre un po' freddo, ma lui non era così e volevo mostrarvi le emozioni che provava. 
Ho voluto scrivere della loro figlia perché mi sembrava una cosa molto carina farla vedere con un lavoro diverso dalla madre e dal padre, far vedere che si era impegnata in tutt'altro e non aveva seguito la via più facile.
Mi sembra che abbia avuto un finale dignitoso e bè sono fiere di me rehiuershgiurhiuerhiehr
Ora non mi resta che scrivere i ringraziamenti.
Ringrazio chiunque abbia subito questo schifo di storia, perché davvero non ne sono così contenta.
Ringrazio chiunque abbia recensito.
Ringrazio chi l'ha messa tra le preferite, seguite o ricordate.
Ringrazio chi ha letto in silenzio.
Ringrazio chi l'ha seguita fino alla fine, ma anche chi poi l'ha lasciata perdere.
Ringrazio chiunque arriverà fino a qui.
Vi ringrazio tutti, davvero grazie mille!
Ah buona festa della donna a tutte noi erigfeiurgfeigfeirgfeiueug VI AMO.
Anche se nessuno leggerà questo schifo, nè i ringraziamenti, volevo solo dirvi che è stato un piacere scrivere per chiunque abbia seguito.
Che probabilmente tornerò a scrivere su questo sito, ma nella categoria dei oned, ho già cominciato a scrivere, se vi andrà di leggere ancora di me, ne sarò più che felice :)
Ah se avete twitter e volete seguirmi io sono @stylesjfrhedu :) 
ADIOSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSS.
   
 
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