Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: heiscodelario    08/03/2013    1 recensioni
Ci sono tante storie d'amore, di ogni genere, corte, lunghe, appassionanti, in cui i protagonisti sono una star e una ragazza normali, o due ragazze, o due ragazzi, ma se questa volta i protagonisti fossero i ricordi?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic


Capitolo venti.

Sdraiata comodamente sul divano cercavo qualcosa da guardare in Tv che non comprendesse film romantici o cartoni. Dopo aver scartato numerosi canali, attirata dalla top hits, mi fermai su MTV.
‘Pefect’ dei Simple Plan spezzò il silenzio che in quella mattina dominava casa mia. Mia madre era a lavoro e io avevo deciso di regalarmi un giorno di vacanza non andando a scuola.
Servirono, però, due canzoni che amavo e una coperta a farmi addormentare.

La suoneria del mio telefono interruppe il mio sogno profondo. Ancora con il viso schiacciato nel cuscino feci vagare la mano alla ricerca del cellulare.
-Pronto?- risposi dopo aver trovato il telefono incastrato tra i cuscini del divano.
-Ehi addormentata- mi salutò Harry forse notando il mio tono assonnato.
-Harry- esclamai mentre mi alzavo dalla mia comoda posizione per sedermi a schiena eretta.
Di colpo ebbi l’impressione che la sua voce fosse diventata più dura -Ho bisogno di parlarti, sei a casa?- domandò.
-Si, vieni pure, ma è successo qualcosa?-
-Ti spiego appena sono là- disse e senza darmi il tempo di rispondere attaccò.
Fissai lo schermo segnalare la chiamata terminata e poi oscurarsi chiedendomi se fosse successo qualcosa di cui preoccuparsi. Decisa a non pensare al peggio mi alzai per dirigermi in camera e cambiarmi. Sfilai un jeans e una camicia e li indossai e pettinai i capelli con movimenti distratti e veloci.
Il suono del campanello mi portò a precipitarmi giù dalle scale. Ci aveva messo troppo poco tempo , non era da lui, c’era davvero qualcosa che non andava.
-Harry- lo salutai aprendo la porta.
-Amy- un sorriso debole caratterizzava il viso.
-Beh dimmi- balbettai invitandolo, con un gesto della mano, a sedersi sul divano.
La rigidità era ben evidente, il suo viso si oscurò e mentre giocava con le mani cercava di evitare il mio sguardo.
-Harry- sussurrai intimorita da ciò che mi avrebbe potuto dirmi.
I suoi occhi vagarono per qualche minuto nel vuoto e poi velocemente scattarono per incastrarsi ai miei. –Finisce qui Amy- sputò amaramente –finiscono i nostri incontri, il nostro rapporto, tutto.-
Riuscii debolmente a reggere il suo sguardo duro mentre parlava. Ogni parola si infilzò dentro di me, in ogni parte del mio corpo, ma per quanto ne sentissi il fastidio non ero cosciente del dolore. Non capivo il perché di quel comportamento improvviso.
-Perché?- riuscii a dire con un filo di voce.
Harry sembrava insofferente e sicuro di ciò che stava dicendo -E’ una cosa folle, facciamo del male a noi stessi e a persone a cui vogliamo bene.-
Non so con quale forza ma riuscii ad alzarmi e ad avvicinarmi a lui. –Ti prego- sussurrai poggiando le mani sul suo petto.
Lui accolse il suo sguardo per qualche secondo. Ero sempre riuscita a capire Harry dai suoi occhi ma in quel momento sembrava che lui e i suoi occhi fossero ben protetti da una porta sigillata e l’unica cosa che vedevo era il buio.
Indietreggiò dal mio tocco spostando lo sguardo su un punto a caso.  –Non peggiorare, ti prego- in quel momento il tono sembrò quasi disperato ma tornò, poi, duro. –Vado via, è meglio.-
-No ti prego Harry parliamo almeno- la mia voce uscì avvilita e implorante mentre lo seguivo verso porta.
Si fermo sull’uscio e mi guardò per l’ultima volta. –Stammi bene Amy- disse prima di correre sotto la pioggia e raggiungere la sua macchina, lasciando me a guardarlo scappare con la mia felicità.

Niall’s Pov.

Appena avevo sentito la porta aprirsi e le voci di Amy e Harry avvicinarsi mi ero nascosto nel cespuglio stando attento a non farmi vedere. Osservai Harry scappare e Amy urlare qualcosa che non riuscii a comprendere e quando fui sicuro che non ci fosse più nessuno nei paraggi e che Amy fosse rientrata in casa uscii dal mio nascondiglio pungente e mi accasciai contro il muro. Se quella mattina non mi fossi deciso a fare una sorpresa a Amy e non li avessi visti insieme dalla finestra non avrei mai scoperto la verità: per tre mesi di relazione  lei li aveva passati con uno dei miei migliori amici. Pensai a tutti i momenti in cui Amy era mi era sembrata strana, in cui era scappata senza alcuna spiegazione o non aveva risposto al telefono per ore, tutto ora era chiaro.
Sentii una scarica di odio scacciare la tristezza che inizialmente si era impossessato di me, mi diressi verso la porta e iniziai a bussare rumorosamente fin che lei non venne ad aprirmi.
-Niall- esclamò con un sorriso appena mi vide. Un sorriso, non si poteva nemmeno chiamare così. Era lo stesso che aveva sfoderato per tre mesi ogni volta che eravamo stati insieme. Beffardo, ingannevole, falso.
-Come hai potuto?- urlai superandola ed entrando in casa.
Lei chiuse la porta e si girò a guardarmi con un’espressione interrogativa in volto. –Di cosa stai parlando?- farfugliò.
-Lo sai benissimo Amy, non fare la finta tonta con me, non attacca, non più.- la rabbia si stava ormai impossessata di me e il mio tono di voce era aumentato notevolmente.
-Niall, io…ascolta- aveva capito di cosa stessi parlando, il viso le si era colorato di un bianco cadaverico e lo sguardo aveva incontrato un punto a caso per non guardarmi.
-Ascolta un cazzo Amy, ti sei scopata il mio migliore amico per tre mesi fingendo di essere felice e contenta con me- le parole uscivano senza controllo guidate dalla rabbia, in quel momento avrei potuto dire qualsiasi cosa.
Amy sembrò quasi spaventata da me, si poggiò contro il muro guardandomi con occhi pieni di lacrime. –Mi dispiace- sussurrò debolmente.
La guardai con disprezzo e odio e per un attimo tutti i momenti passati con lei non ebbero alcun senso. –Non servono le scuse, mi fate schifo.- le parole uscirono con un tono di voce più basso ma rigide e taglienti prima che spalancassi la porta e uscissi di corsa sentendo il suo pianto iniziare.
 

Spazio autrice.

Inizio scusandomi per alcune parole non molto belle, ho provato a metterne altre ma non c’era, poi, la stessa enfasi. Non sto qua a dirmi le solite cose, spero solo vi piaccia e mi scuso per l’immenso ritardo, la scuola mi uccide davvero. Lasciatemi qualche recensione, voglio sapere davvero cosa ne pensate.
Un bacio a tutte.

-Francesca
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: heiscodelario