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Autore: red_1924    08/03/2013    6 recensioni
Era come se ad un tratto lui mi avesse salvata, ero in un baratro, e quanto toccai il fondo lui mi prese per mano, e mi aiutò a risalire. Lo sentivo dentro di me. Lo sentivo parte di me. Lui era sangue. Lui mi scorreva nelle vene, lui mi faceva vivere. Ed era strano, perché non sapevo che questo significasse amare qualcuno.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Allora, premetto che ero indecisa su quale protagonista inserire nella fan fiction, alla fine ho scelto Demi, anche se in questa fan fiction la vedrete un po’ in panni diversi.
Joseph? No non è Joe Jonas ma è molto simile a lui.
Poi mh che dire? Per ora nulla, mi piacerebbe ricevere tante recensioni, sia positive, sia negative, voglio che questa fan fiction esca nel migliore dei modi e se c’è qualcosa da modificare sarò ben accetta alle vostre proposte.
Bene buona lettura gente.



“Dai passamela” risi, ammiccando verso Steve che teneva la canna tra le labbra.
Mi sporsi in avanti per afferrarla, la posizionai sul labbro inferiore per poi stringerla e aspirare.
Era una serata come le altre, io e i miei amici seduti per terra o sugli scalini di un vicolo, a scherzare, fumare e bere.
“Demi basta cosi, stasera hai esagerato.”
Steve mi fece un mezzo sorriso togliendomi l’involucro di sostanze tossiche dalle labbra e gettandolo per terra.
Mi alzai di malavoglia, sbuffando e sbattendo i piedi per terra.
“Steve lasciami fare quello che cazzo voglio” sentenziai prima di afferrare il mio cappotto e andarmene via.

Mi strinsi nella giacca, era una serata particolarmente fredda.
A passo svelto camminavo verso casa; mia madre lavorava fino a tardi ed io ero sola, mio padre invece era chissà in quale posto esotico, insieme alla sua nuova compagna.
Continuai a camminare quando mi accorsi che il pacchetto di sigarette scivolò dalla mia tasca. Mi chinai per afferrarlo, quando due abbaglianti mi si puntarono contro. Mi spostai velocemente il più possibile vicino al margine del marciapiede.
La macchina frenò bruscamente e sentii la portiera aprirsi e chiudersi di colpo.

“Tutto bene?” una voce preoccupata si fece eco nel silenzio di quel postaccio.
“Magari la prossima volta, quando guidi, fai attenzione. Hai preso la patente all’autoscontro?” mormorai acidamente.
Sentii un ghigno abbastanza divertito, poi il ragazzo si avvicinò a me abbassandosi al mio livello e porgendomi la mano.
“Qualcosa di rotto?” sorrise in modo maledettamente dolce, tanto dolce da volergli spaccare il muso.
“No. Credo sia tutto apposto.”
Ignorai il suo aiuto e mi sollevai da terra; sentii una risata di sottofondo, subito dopo lui fece lo stesso.
Era quasi terrificante come la sua altezza torreggiasse su di me.
Lo osservai con nonchalance, esaminando ogni dettaglio. Era.. mozzafiato. Cavolo.
Ad un tratto una fragorosa risata mi risvegliò da quello stato di trance.
“Stai osservandomi bene, in modo tale da denunciare alla polizia anche la marca dei miei vestiti?”
Arrossii leggermente, ma ringraziai che in quel momento ci illuminava solo la luce soffusa della luna.
“N-no ma che dici. E’ che sto cercando di capire se sei una specie di maniaco.” Non credevo nemmeno io alle mie parole, figuriamoci lui.
“Vuoi un passaggio? E’ il minimo per averti quasi ucciso.”
“Sono ubriaca fradicia e non sono cosciente delle mie azioni. Forse domattina nemmeno mi ricorderò di questo. Quindi ok.”
Lo spinsi un po’ di lato e mi feci spazio sulla strada per poi entrare in auto.
“Fa come se fosse tua” mugolò il ragazzo alle mie spalle.
Mi raggiunse e mise in moto.
Mi chiese dove abitavo, e all’inizio pensai volesse pedinarmi, ma poi mi accorsi che ero in macchina sua e lui mi stava dando un passaggio, cosi risposi un po’ incerta.
Ci fu lungo momento di silenzio. Lentamente mi addormentai in quel silenzio cosi piacevole, osservando la strada che si muoveva veloce davanti ai miei occhi.


*****
 
Sentii una mano premere sulla mia spalla e sussultai, per poi toccarmi la testa e premere sulle tempie.
Il post sbronza faceva tanto male.
“Ehi tu sei?” mormorai al tipo che mi stava di fianco.
“Sono il ragazzo che stava per metterti sotto mezz’ora fa”
Cosa? Mi stavano mettendo sotto? Avevo accettato un passaggio da questo ragazzo?
Quando cazzo avevo bevuto?
“C-cosa?” lo guardai spaventata, tirandomi indietro sul sedile.
Se non ricordavo che avrei potuto morire, figuriamoci se potevo ricordarmi cosa avevo o non avevo fatto con lui.
“Cavolo eri strafatta” mormorò tra se e se, per poi allungare delicatamente una mano verso di me. “ehi tranquilla, non ti ho nemmeno sfiorato, giuro.”
Sbarrai gli occhi, toccandomi addosso. I vestiti stavano la.
“Chi me lo assicura? Chi sei? Cosa vuoi da me? Che è successo?”
Guardai l’orologio dell’auto. Segnava le tre del mattino. Merda.
“Tranquilla ok? non ci siamo sfiorati, nulla..stavo per metterti sotto con l’auto e ti ho offerto un passaggio, visto che era il minimo che potessi fare. Davvero.”
Afferrò la mia mano delicatamente e sentii un brivido percorrermi la schiena.
Avevo paura, lo ammetto, ma nel suo sguardo c’era qualcosa che mi diceva che era la verità.
Annuii lentamente e ritrassi la mano.
“S-siamo a casa… mia?”
Abbassò lo sguardo verso le nostre mani unite e si morse nervosamente il labbro inferiore.
Cos’aveva?
“Ehi, cosa succede?”
Continuai a domandare.
“Nulla.” Affermò, per poi continuare a parlare più tranquillamente. “Si, questa è casa tua no?”
Mi sporsi ad osservare la strada e vidi casa mia, tornai a guardarlo e annui.
“Grazie..” Lo incitai a presentarsi.
“Joseph..piacere. Joe per gli amici.” Mi sorrise, quasi fiero del suo nome, credo.
Risi leggermente e gli afferrai la mano. “Demetria Devonne.. per gli amici Demi.”
Imitai goffamente la sua smorfia precedente e scoppiammo a ridere.
“E’ tardi..grazie del passaggio Joseph.”
Aprii lo sportello e gli sorrisi una seconda volta, prima di scendere dall’auto.
Purtroppo il post sbronza, provocava anche tanta debolezza, e non feci in tempo a scendere, che mi accasciai per terra.
Joseph mi venne vicino velocemente e mi prese in braccio.
“Ehi ti porto dentro, prometto che vado via, ma in queste condizioni non puoi stare sola.”
“N-no davvero, non voglio recarti problemi.”
Rise e mi guardò.
“Problemi? Stai parlando con il tizio che a momenti ti spediva in ospedale.”
Non volle discussioni, mi accompagnò fino alla porta di casa.
Aprii la porta, ancora in braccio a lui, e lo feci entrare, mi fece stendere sul divano e mi mise una coperta addosso.
“Vuoi qualcosa? Un bicchiere d’acqua? Cose di questo tipo?”
Gli occhi si appesantivano secondo dopo secondo.
Mugolai un “No, sto bene” e sentii una risatina di sottofondo, dei passi farsi sempre più lievi e infine una porta chiudersi delicatamente.
Lentamente sospirai regolando il respiro e mi persi fra le braccia di Morfeo.


Bene, come primo capitolo sembra nulla.
Ma secondo voi? Cosa succederà nel prossimo capitolo?
Diciamo che sta a voi scoprirlo..quindi recensite e soprattutto datemi consigli su come poterla migliorare.
Baci.

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
  
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