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Autore: Faffina    09/03/2013    12 recensioni
C'è Daniel che è sempre stato etero.
Scott è gay ma non lo sa nessuno.
Gabriel, bello e ricco, è deciso a vedere il mondo da solo.
Ely, dalle ciglia lunghe e dai lineamenti delicati rischia di sembrare ciò che non è.
Kyle è scappato da casa all'età di 15 anni e non sa nemmeno più da cosa sta fuggendo.
Cinque ragazzi che vogliono iniziare una nuova vita a New York. Quattro di loro nascondono un segreto.
Scappano spinti dal bisogno di stare soli, senza sapere che è proprio la cosa da cui fuggono.
Impareranno a conoscere sé stessi, la paura, l'odio, l'amore e il sesso, che a volte si nascondono dietro l'amicizia.
Quando Dan alzò lo sguardo, Scott aveva le lacrime agli occhi. Abbassò il viso sulla sua pizza per nasconderle. Un posto in cui sentirsi a casa. Non era ciò che cercavano tutti?
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 3

Cambiamenti

 


Yes, 'n' how many years can some people exist
Before they're allowed to be free?
Yes, 'n' how many times can a man turn his head,
Pretending he just doesn't see?

       Blowin' in the Wind - Bob Dylan

 

Ely volle sapere subito delle condizioni di Gabriel e tirò un sospiro di sollievo quando seppe che si sarebbe ripreso, poi si voltò a spiegare in due parole la storia a Kyle.
Dan lo studiò con curiosità ed un pizzico di fastidio che non riuscì a spiegarsi, chi era quel ragazzo che sembrava aver monopolizzato l'attenzione di Ely? «Come vi siete conosciuti?» Chiese.
Ely rise e indicò la chitarra «E' stato merito della sua musica, stava suonando una canzone ed mi sono seduto ad ascoltarlo.»
«Ed è rimasto lì tutta la mattina.» Aggiunse Kyle tirando fuori la chitarra ed arpeggiando alcune note.
«How many roads must a man walk down, before you call him a man?» cantò con una voce calda e profonda, che mal si accordava al suo viso da ragazzo. Ely si appoggiò allo schienale e chiuse gli occhi sorridendo, mentre le prime gocce di pioggia cadevano a bagnargli i capelli neri. Sembrava più che mai un angelo, un angelo senza sesso e senza età. Dan non era ancora riuscito ad abituarsi all'idea del suo errore ed il suo stomaco neppure, visto che continuava a sobbalzare tutte le volte che si ritrovava i suoi occhi azzurri addosso. La cosa che l'aveva colpito di più di Ely era come apparisse a suo agio con sé stesso e in ogni cosa facesse, aveva una sorta di delicatezza che ricordava le movenze di un gatto. Ricordò il suo progetto di iscriversi alla scuola d'arte e non faticò ad immaginarselo come un artista. Del resto «Tra artisti ci si intende.» disse con un tono più brusco di quanto volesse che sorprese lui per primo. Gli altri si interruppero per voltarsi a guardarlo e Kyle si protese incuriosito verso Ely «Sei un artista anche tu?»
Ely arrossì leggermente ed annuì «Ci provo, io però disegno. Posso farti vedere. Mi piacerebbe ritrarti con uno schizzo veloce, se per te va bene.» Chiese, mentre già tirava fuori dalla tracolla un blocco a spirale ed una matita. Dan osservò con ammirazione la sua mano tracciare segni eleganti e decisi sul foglio, delineando il volto, la forma degli occhi, la chitarra. In pochi tratti riuscì a catturare la luce nello sguardo di Kyle, la tensione nervosa delle sue dita, i capelli che gli ombreggiavano la fronte. Era davvero bravo, pensò Dan fissando ipnotizzato la matita che scorreva sul foglio aggiungendo tratti e sfumature per dare profondità al disegno. Ely lo studiò per un attimo con aria critica e voltò il blocco verso Kyle che si illuminò nel riconoscersi. «Wow! E' proprio somigliante. Anzi no, è molto più bello di me.» Poi ripose la chitarra e si alzò, proprio mentre arrivavano le ordinazioni di Dan e Scott.
«E' stato bello parlare con voi, ma devo rimettermi a suonare se voglio mangiare qualcosa per cena.» Disse in tono leggero. Ely sembrò rabbuiarsi, poi si frugò in tasca e gli allungò una banconota, dispiaciuto del tempo che gli aveva fatto perdere. Kyle la prese dopo un attimo di esitazione, ci scrisse sopra qualcosa con la matita di Ely ed appoggiò tutto sul tavolino.
Dan sbirciò, ben sapendo cosa avrebbe visto. Sul bordo della banconota c'era il suo numero di telefono. «Non conosco quasi nessuno in città, se una sera volete uscire a prendere una birra chiamatemi.» Disse Kyle congedandosi. Ely gli sorrise e lo salutò con la mano, un gesto che sarebbe stato carino, se non fosse stato rivolto a Kyle. Dan non sapeva nemmeno da cosa derivasse l'immediata antipatia che aveva provato nei confronti di quel ragazzo, ma non gli piaceva. I tipi come quello nascondevano sempre qualcosa.

Scott alzò lo sguardo dal suo toast per fissarlo su Dan, aveva assistito in silenzio all’incontro, ancora scosso per la visita in ospedale, intuiva il cambiamento d'umore dell’amico, ma non riusciva a spiegarselo. Anche lui del resto non si sentiva in vena di conversazione, il peso sul petto non l'aveva ancora abbandonato. Se chiudeva gli occhi rivedeva le mani di Gabriel segnate dall'incidente e strette sul lenzuolo fino a farsi sbiancare le nocche. Nonostante il tono leggero che aveva usato con loro, il suo corpo non mentiva ed era chiaro che stesse soffrendo. La tensione nel suo corpo e il velo di sudore sulla fronte non gli erano sfuggiti, Scott era sempre stato bravo a riconoscere il dolore. Quando ci convivi per tanto tempo impari a capirlo, non puoi lasciare che prenda il sopravvento. Ci sono molti modi per renderlo sopportabile, per evitare che traspaia da ogni gesto. Conosceva i momenti in cui bisognava mostrarsi forti, anche quando l'unica cosa che vorresti fare sarebbe piangere o gridare.
Era contento che Gabriel avesse a disposizione le flebo di morfina. Gli piaceva quel ragazzo che non aveva paura di niente. Non voleva che soffrisse.

 

* * *

 

Erano passati solo sei giorni dal loro arrivo a New York, ma già si era instaurata una piccola routine: Ely usciva al mattino presto per andare a fare il primo turno in un bar e non ritornava fino al pomeriggio inoltrato. Dan sospettava che si vedesse con Kyle tutti i giorni, ma per un tacito accordo non era più stato nominato. Scott e Daniel andavano a trovare Gabriel in ospedale ogni pomeriggio, o meglio, Scott ci andava volentieri, Dan ci andava perché si sarebbe sentito insensibile e meschino a non farlo. Gabriel si riprendeva rapidamente e Gill annunciò che in due o tre giorni sarebbe stato dimesso, con la promessa di restare immobile per una settimana.
«Non si preoccupi, per questa settimana rimanderò tutti i viaggi intercontinentali che avevo intenzione di fare.» disse sorridendo. Il suo volto stava tornando normale, lo zigomo si era sgonfiato e i lividi stavano sbiadendo, somigliava sempre di più al ragazzo delle foto. Dan avvertì una stretta allo stomaco, il ritorno di Gabriel avrebbe significato dover cacciare Ely. Sapeva che sarebbe successo, tuttavia si era talmente abituato alla sua presenza che gli dispiaceva doverlo salutare. Era bello tornare dall'ospedale e trovarlo accoccolato sul divano sotto la finestra con un blocco in grembo, intento a disegnare mondi che nessun altro vedeva, mentre la cena che aveva preparato cuoceva piano sui fornelli. Si era rivelato anche un ottimo cuoco, oltre che un artista.
Mentre uscivano dall'ospedale, Scott si voltò verso di lui «Non mi sembra asociale come pensavamo, credo sia un tipo in gamba.» Non aggiunse altro, ma dalla sua espressione era chiaro che aspettava la conferma di Dan.
«Ah, sì, penso di sì, vedremo.» rispose evasivo. Avrebbero dovuto fargli da infermieri per un mese, era il minimo che mostrasse un po' di collaborazione.

Quella sera sarebbe stato compito di Dan avvisare Ely che doveva cercarsi un'altra sistemazione. Dopo cena Scott si chiuse come sempre nella sua stanza, mentre Dan ed Ely si sedettero sul letto di quest'ultimo. «Ely, mi dispiace davvero, ma tra un paio di giorni Gabriel tornerà a casa.» lo disse senza girarci troppo intorno, in fondo sapevano entrambi che era una cosa provvisoria. Non capiva perché gli dispiacesse così tanto. Avrebbero potuto uscire lo stesso tutti insieme, qualche volta. La gola gli si chiuse impercettibilmente e quando alzò lo sguardo su Ely si stupì di vederlo sorridere. «E' tutto a posto, ho già trovato un posto in cui andare, devo solo dare la conferma. Siete stati davvero gentili ad ospitarmi.» Disse. Era un sorriso dolce, che svelava una fossetta sulla guancia sinistra di cui non si era mai accorto.
Ely si alzò e tornò poco dopo con l'album da disegno. «Vorrei farti un ritratto.» Mormorò sfogliando le pagine in cerca di un foglio pulito. Dan intravide paesaggi e visi, bocche, occhi e mani, soprattutto mani. Virili e forti, segnate da cicatrici, strette a pugno, mani nervose.

Dan sorrise guardandolo, lusingato dalla richiesta e leggermente in imbarazzo. «Come mi devo mettere? Non sono mai stato ritratto.»
Ely fece un passo avanti, alzando leggermente la testa per guardarlo negli occhi. «Spogliati» gli ordinò. Non c'era malizia nel suo sguardo, ma un'emozione che non seppe riconoscere. Dan si bloccò, mentre il cuore batteva un po' più forte ed una strana timidezza lo privò di ogni possibile risposta brillante. Lentamente, sostenendo lo sguardo di Ely, slacciò i jeans ed abbassò la cerniera della felpa. Non poteva credere che lo stesse facendo davvero. Gli occhi del ragazzo fissi su di lui non erano per niente imbarazzati, curiosi anzi, e lo seguivano in ogni suo movimento. Quando fu completamente nudo si sentì sopraffare dall'imbarazzo. Cosa stava facendo? Il sorriso di Ely si fece più ampio, mentre prendeva il blocco e la matita e si accomodava sulla scrivania. «Sdraiati.» Gli disse con la sua voce morbida, accennando al letto. Obbedì, spinto da chissà quale impulso, percependo il calore dei suoi occhi addosso, e si sentì autorizzato ad osservarlo come stava facendo con lui, riuscendo per la prima volta a cogliere dei dettagli che gli erano sfuggiti. Mentre Ely disegnava, con tratti veloci ma leggeri, i capelli scuri continuavano a finirgli davanti agli occhi. Dan ebbe una fugace visione di sé stesso che passava una mano tra quei capelli fini per allontanarli dal viso, ma scacciò quell'immagine scioccato e imbarazzato, pregando che Ely non si fosse accorto di nulla. Fortunatamente era ancora preso dal suo disegno, con il labbro inferiore stretto tra i denti e gli occhi socchiusi per la concentrazione. Quando rivolse di nuovo la sua attenzione su di lui, Dan si sentì arrossire, poteva percepire il suo sguardo percorrerlo lentamente come una carezza, indugiando sul suo corpo nudo prima di passare al viso. Era una situazione talmente intima che sembrava quasi lo stesse sfiorando. Si passò la lingua sulle labbra secche e si accorse che anche Ely era arrossito: non disegnava più, sorrideva e basta, spostando gli occhi dal foglio al corpo che gli stava di fronte. Dan si appoggiò su un gomito e sorrise, fingendo una sicurezza che non aveva, e chiese «Se hai finito posso vederlo?»
Ely annuì, scendendo dalla scrivania per mostrargli lo schizzo finito. Era lui, nonostante il disegno fosse appena accennato, forse un po' più muscoloso e scolpito, ma somigliante. Ormai si accorse di saper riconoscere il suo tratto e sperò che quel disegno non finisse mai sotto gli occhi di Scott o avrebbe avuto molte spiegazioni da dare.
Quando si alzò in piedi, ancora completamente nudo, venne colpito dall'odore di pulito di Ely e si stupì di come tutto in quel ragazzo gli fosse familiare dopo appena una settimana di convivenza. Se avesse saputo dipingere avrebbe potuto ritrarlo senza bisogno di vederlo, persino scegliere la giusta tonalità di azzurro per i suoi occhi, più scuri ai lati e più chiari al centro. Occhi che lo fissavano spalancati, da molto vicino. Dan arretrò, sorpreso e confuso da quella vicinanza improvvisa. Abbassò lo sguardo e Merda. Il suo corpo traditore mostrava di gradire quella situazione. Si affrettò a coprirsi, voltandosi verso il muro, troppo in imbarazzo per riuscire ad incrociare lo sguardo malizioso di Ely. Come aveva potuto eccitarsi per una cosa simile? Recuperò i vestiti in silenzio, pregando che il calore che sentiva sulle guance non fosse visibile all'esterno e che Ely se ne andasse in fretta, con le sue strane idee e il suo blocco da disegno. Ma quando rialzò gli occhi, con i jeans e la felpa stretti tra le mani, era ancora lì. Sembrava aspettasse qualcosa. Quando gli sfiorò la pelle nuda della schiena con le dita, Daniel sussultò. Avrebbe voluto dirgli di andarsene, avrebbe dovuto dirgli di andarsene, ma sembrava non trovare le parole giuste ed un attimo dopo le sue labbra furono troppo impegnate per riuscire a parlare.
Si stavano baciando e questa volta fu diverso. Daniel spalancò gli occhi ed i vestiti caddero di nuovo sul pavimento.
Le labbra morbide e delicate erano le stesse che aveva desiderato dal primo giorno, ma avevano un significato differente. Durò troppo poco perché potesse farsi un'idea di ciò che stava succedendo o pensare a ribellarsi, in un attimo Ely si staccò e recuperò il blocco dalla scrivania. «Buonanotte» gli sussurrò dalla porta, con un'ultima occhiata di trionfo al suo corpo nudo che non mentiva.

 

Il mattino seguente Ely fece i bagagli, aveva lasciato il suo numero di cellulare scritto su un foglietto attaccato al frigo, si sarebbero visti spesso, non c'era motivo per rattristarsi. E allora che cos’era quel senso di vuoto che lo accompagnava da ore?
Il bacio della notte precedente lo aveva lasciato scosso e confuso, nonostante cercasse di non darlo a vedere. Quando pensava di non aver più possibilità con Daniel, era successo. Aveva significato qualcosa? In qualche modo credeva di sì, o forse lo sperava solo così intensamente che ormai gli sembrava vero.
Mise al sicuro in tasca il foglietto con l’indirizzo di Kyle e si avviò verso le camere per salutare Dan e Scott. Kyle si era offerto di ospitarlo finché non avesse guadagnato abbastanza per permettersi un monolocale. Era stato fortunato a conoscere ragazzi come loro appena arrivato a New York. Se doveva dire la verità aveva passato parecchie notti in bianco per la tensione, prima di trasferirsi in città. La possibilità di iscriversi alla scuola di arte era stato l'unico pensiero rassicurante di quel viaggio, disegnare era sempre stato il suo salvagente, un modo per esorcizzare la paura.
«Dan, Scott, io sto andando, non venite a salutarmi?» li chiamò dal corridoio. Non sapevano che sarebbe partito quella mattina, in effetti lo aveva deciso quella notte stessa, ma Kyle gli aveva detto che poteva andare quando voleva e la risposta al suo sms era arrivata nel giro di pochi secondi nonostante fossero le quattro del mattino. Il divano letto era a sua disposizione anche da subito, se voleva.
Si conoscevano solo da una settimana, ma avevano passato molte ore insieme e sentiva un'affinità con Kyle che non avrebbe saputo spiegare. Era scappato da casa all'età di quindici anni e da allora viveva della sua musica. Era bello sedersi poco lontano da dove lui suonava e disegnare cullato dalle note arpeggiate e dalla sua voce profonda. Non c'era nulla di sessuale in questo. Non come nei confronti di Daniel, l'elettricità tra loro gli aveva fatto formicolare le dita dal primo momento in cu si erano incontrati.
«Sveglia!» Bussò contemporaneamente ad entrambe le stanze, da cui ancora non provenivano cenni di vita. Il primo ad aprire fu Scott, con i capelli neri arruffati e una maglietta sbiadita che non si abbinava ai pantaloni. «Che succede?» Chiese socchiudendo gli occhi per la luce.
«Sto partendo, ho trovato un altro posto in cui stare. Volevo salutarvi e ringraziarvi.» Rispose Ely. In quel momento fece la sua comparsa anche Dan, ancora a piedi nudi dalla sera prima e con addosso solo i pantaloni del pigiama. Quando vide Ely balbettò, arrossì e sembrò ricordarsi solo in quel momento degli avvenimenti della notte appena trascorsa. «Co-cosa? Te ne vai?»
«Sì, te l’avevo detto ieri sera che avevo trovato un posto. Non ti ricordi?» Chiese Ely sollevando le sopracciglia.
«Uh, no. Cioè sì. E dov’è che vai?» Rispose Dan evitando di incrociare il suo sguardo.
Ely sorrise. «Kyle è stato gentilissimo, mi ha offerto un posto in casa sua.»
L’espressione che gli rivolse Dan fu più chiara di mille parole.

 

 


_______________________


* Angolo dell'Autrice *

Ehilàààà! Nonostante la settimana movimentata sono riuscita a postare anche questa volta, l’ispirazione non manca. Ho iniziato anche altri progetti, ma per ora appunto sono solo progetti!
Che ne pensate di questo bacio tra Dan ed Ely? Io trovo che siano dolci, ma che prima che Dan apra gli occhi ci vuole ancora un po’. Nel prossimo capitolo tornerà finalmente Gabriel (ho grandi progetti per lui, già mi ci sono affezionata ^^ Tra l’altro è diventato il mio personaggio ufficiale quando gioco a The Sims 3… Sono una patita di The Sims ^^) e probabilmente si conosceranno tutti e cinque. Non vedo l’ora, non so ancora come reagiranno, ma voglio scoprirlo!
Ancora grazie 1000 a chi mi segue e a chi legge, siete sempre più numerose e questo mi dà la carica per continuare.
Un GRAZIE particolare va ovviamente alle dolcissime ragazze che mi hanno lasciato una recensione. Lo sapete che senza di voi avrei fatto molta più fatica a pubblicare? Le recensioni sono qualcosa di meraviglioso *.* Continuate così, vi prego ^^ Ho bisogno che qualcuno creda in me quando non lo faccio io!
Come sempre se volete mi trovate su Facebook: Faffina Efp 

Angolo delle news: Se volete cimentarvi in un contest, ne ho indetto uno da pochissimo, lo trovate sul forum di EFP a questo link: --> Contest Il miglior personaggio maschile.

Visto che in questo periodo l’ispirazione non manca, è probabile che avrete il capitolo tra una settima o anche prima, è già in fase di scrittura.

Baci

Faf

   
 
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