Apro
lentamente gli occhi.
Mi
guardo intorno.. Sono sul divano consumato del mio squallido
appartamento, con addosso una tuta verde schifo sgualcita e le
pantofole. Sbarro gli occhi.
"CHE
ORE SONOO?!" urlo come se qualcuno potesse rispondermi.
Ma
non ho tempo di pensare all'inutilità della mia triste vita,
devo
prepararmi.
Getto
un'occhiata all'orologio appeso sopra il tavolo della cucina e vedo
che sono le 7 e dieci. Sono in ritardissimo. Per le 7:30 dovrei
uscire di casa altrimenti trovo molto traffico, e di solito a
quest'ora sono già pronta o quasi. Inizio a correre come una
pazza
per afferrare un vestito decente, mi vesto
mentre
metto su il caffè ma poi mi rendo conto che è
tardi e allora spengo
il fornello, mi lavo i denti mentre mi trucco e alla fine sono una
Serena disordinata come al solito. Afferro il cellulare e lo ficco in
borsa, chiudo la porta a chiave e scendo le scale del condominio.
Salgo in macchina e velocemente metto in moto per dirigermi al
lavoro. Guardando l'ora sul display dello stereo, sono le 7:46.
Cazzo.
-Justin-
"Qua
dentro si muore!"
Mi
sventolo teatralmente agitando le braccia e apro la finestra.
"Justin,
se hai caldo togliti la felpa."
"No,
prof. Mi spettino i capelli."
"O
peggio, ti si stropiccia la maglietta, uuhh." mi sussurra il mio
compagno di banco.
"Non
pigliare per il culo, Wills. Altrimenti te lo faccio io il
culo."
"Sei
patetico, Bieber."
"Wills!
Bieber! Smettetela di bisbigliare e attenti alla lezione!"
Giro
la faccia verso la finestra mormorando: "Cogliona."
Che
palle sta scuola di merda, ma all'alba dei 19 anni devo ancora
frequentarla? Tzè.
Non
mi serve una preparazione da medico per fare ciò che faccio
io. Sono
l'unico della gang che va ancora a scuola, gli altri stanno tutto il
giorno nel nostro 'covo' a fare progetti da mostrarmi la sera, o a
fare schizzi per i murales.
Sto ammirando la mia Range Rover
elegantemente posteggiata nel parcheggio, quando vedo la botta sul
fanale destro e mi viene in mente Serena.
La ragazza che ho urtato
ieri mattina. Non ha voluto lasciarmi il numero.. ma io le ho dato il
mio. Chissà se mi chiamerà. Spero proprio di
sì, perchè dobbiamo
verificare tutti i danni alla mia bellissima macchina, e se
è il
caso, chiederò un risarcimento.
Ma che cazzo dici, Bieber?
Uno
che ruba automobili e poi le rivende non può certo
presentarsi con
una denuncia alla polizia. Ma che cosa ti salta in mente? Bah.
Ho
voglia di fumarmi una sigaretta, quindi chiedo alla cogliona il
permesso che ovviamente mi concede, sotto il mio sguardo
intimidatorio.
Vado nel mio posto segreto, in cui si arriva
passando per due corridoi molto lunghi, per poi arrivare alla stanza
del bidello. Entro e prendo la scala appoggiata alla parete, salgo
lentamente un piolo alla volta; apro la botola di metallo e mi infilo
in un condotto dell'aria. Lo percorro strisciando, facendo vari
zig-zag e infine arrivo a un'altra botola, che porta alla vecchia
aula di scienze. E' sempre semibuia e piena di cianfrusaglie, non so
a cosa serva, però a me va bene così.
Non ci viene mai nessuno
e così ci sto io. E' bello stare un po' da soli a
volte.
Praticamente ho speso un quarto d'ora ad arrivare qui, ma
non me ne frega niente. Credo che salterò biologia, o il
coglione
che c'è dopo.
Aspiro lentamente dalla sigaretta e trattengo il
respiro per pochi istanti, dopodiché butto fuori il fumo. E'
rilassante. Apro la finestra e mi affaccio. Carino, si vedono i
grattacieli altissimi e le colline spente dietro, come lo sfondo di
un computer.
La sigaretta è ormai ridotta a un mozzicone, così
decido di tornare in classe.
Ho già causato abbastanza danni,
meglio che quest'ora non la salto del tutto.
Torno al mio
percorso metallico, il ripostiglio del bidello, i corridoi, ed ecco
la porta della mia classe.
“Scusi il ritardo prof..” Mi gratto
la nuca e abbasso la testa tornando al banco, sotto lo sguardo severo
del professore. Cavolo, non pensavo ci fosse chimica.
Purtroppo
la nostra scuola di merda non pensa che logicamente chimica, fisica,
biologia fanno parte della materia SCIENZE. No, ti pare. Mettiamo tre
professori diversi per confondere i ragazzi. E quindi questo
è il
prof più severo che ho, un rompicoglioni infinito, ma ho un
po'
paura di lui. Mi ricorda
qualcuno.
A interrompere i miei pensieri
arriva una musica da discoteca, il mio pezzo preferito. E' il mio
cellulare. In classe si forma un brusio di voci mentre tiro fuori il
cellulare dalla tasca, e vedo il numero sul display.
Serena.
“SILENZIO
TUTTI!” urlo. Devo assolutamente
rispondere.
Scappo fuori dall'aula e mi dirigo all'entrata
principale. “Pronto..” rispondo tra uno scalino e
l'altro,
correndo.
“Ehm.. Justin?”
SBEEEEEEEEEEEEEEEEEEM.
i'm back again bitchez!
Scusate
il ritardo ç_ç
Avrei voluto aggiornare giovedì ma poi ho scoperto
l'esistenza dei compiti di grammatica, mentre ieri sono uscita con i
miei teneri amiconi. c:
Anyway, scusate se è corto ed è una merda. Sto
già scrivendo il terzo e spero di poterlo mettere oggi o
domani.
Ah, se avete letto l'ultimo capitolo dell'altra mia storia, sui oned,
ci sono scritte le motivazioni per cui non la aggiorno più.
e poi vi ricordo che il pc potrei usarlo solo nel weekend quindi in
settimana dovrò aggiornare di nascosto se avrò
tempo. lol
MI
DILEGUO, MUCH LOVE.
me la lasciate
una recensioncina piccola piccola? *occhi da cucciolo*
-giadatuttapervoi.