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Autore: Frallosa    09/03/2013    2 recensioni
Sono innamorata della Old Generation, e mi sono sempre chiesta come è stata la loro infanzia, come hanno ricevuto la propria lettera d'ammissione ad Hogwarts e cosa questo arrivo ha scatenato in loro. Perciò ecco qui una piccola "multi-shot" che parla dei nostri Malandrini :)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alice Paciock, I Malandrini, Lily Evans, Marlene McKinnon, Mary MacDonald
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Buon pomeriggio :)
Chi vi parla è una povera autrice uccisa dal raffreddore, a cui fischiano le orecchie e gira la testa ç_ç Chiedo scusa per il ritardo, e spero di farmi personare con questo capitolo, che, come promesso, parla di James e Alice. In molte delle storie sulla Old Generation che ho letto, ho notato che si tende a sottolineare la parentela di Alice con i fratelli Prewett, perciò ho seguito anch'io la stessa linea. Inoltre, per i fini di questa raccolta, ho immaginato una secolare amicizia tra le famiglie Prewett e Potter.
Detto ciò, spero di sentirvi presto (suuu, abbiate pietà di una povera donna ammalata, fate un'opera di bene *ç*), buona lettura :)




“James, sveglia! Oggi non c’è tempo per dormire, abbiamo ospiti a pranzo!”

Le urla di Dorea Black si diffusero per tutta casa Potter. Charlus lo diceva sempre che, sotto strati di dolcezza, la moglie nascondeva la grinta di una tigre siberiana. Più volte, i poveri James e Charlus avevano testato la resistenza del proprio udito, nonché l’estensione vocale della rispettiva madre e moglie.

James si alzò di malavoglia, sbuffò, strizzò un paio di volte gli occhi e poi, con un gesto quasi automatico, afferrò gli occhiali che erano posati sul comodino alla sua destra. Li inforcò, e la realtà divenne improvvisamente molto più chiara e nitida. Si vestì, mentre lo stomaco senza fondo iniziava a gorgogliare.  

‘Spero che mamma mi faccia mettere le mani su qualcuna delle leccornie che ha sicuramente preparato per pranzo!’ pensò.

Scese al piano di sotto, e si diresse con passo felpato verso la cucina, da cui proveniva un assortimento di odori che gli fecero venire l’acquolina in bocca. Stava giusto mettendo le mani su delle mozzarelline impanate che avevano l’aria di essere molto appetitose, quando un urlo lo raggelò.

“James Potter! Cosa credi di fare disgraziato? Quelle lì sono per gli ospiti, non certo per soddisfare il pozzo senza fondo che ti ritrovi per stomaco!”

“Ma mamma! E’ da ieri che non tocco cibo! Non vorrai far patire la fame al tuo unico figliolo!” James mise su la sua aria da cucciolo bastonato, che gli riusciva piuttosto bene quando spalancava gli occhioni color nocciola e sporgeva il labbro inferiore.

“Non sia mai! James, ma ti senti? Con che coraggio, dopo ieri sera! Hai mangiato così tanto che credevo di doverti portare d’urgenza al San Mungo per indigestione!” Sospirò la donna. Suo figlio era davvero un incredibile undicenne. A volte credeva di averlo un po’ viziato, essendo il suo unico figlio, ma poi si diceva che non l’avrebbe cambiato per nulla al mondo. Il suo Jamie era perfetto così com’era.

James sorrise sornione alle parole della madre. Il giorno prima era stato particolarmente felice per lui. Era finalmente arrivata la sua lettera d’ammissione alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. James l’attendeva dal 27 Marzo, giorno in cui aveva compiuto undici anni, e finalmente, dopo mesi di attesa, un benedetto gufo si era presentato alla sua finestra.
Era stato orgoglioso di tenere quella lettera tra le mani, come se fosse un trofeo dal valore inestimabile. Non vedeva l’ora di frequentare Hogwarts, soprattutto perché sarebbe entrato in una vera squadra di Quidditch. James amava il Quidditch, probabilmente da quando aveva cominciato a camminare. E naturalmente sarebbe stato un Grifondoro, proprio come suo padre e tutti i Potter a cui fosse possibile risalire. Oltre alle coccole materne e alle lezioni di Quidditch impartitegli dal padre, l’infanzia di James era stata costellata di racconti sugli aneddoti migliori che il soggiorno dei suoi genitori e dei suoi parenti stretti ad Hogwarts avesse potuto offrire. Probabilmente, aveva sentito le stesse storie talmente tante volte che avrebbe quasi potuto raccontarle meglio lui, ma James non si stancava mai di ascoltarle, e infatti, subito dopo l’arrivo della lettera, aveva costretto il padre a un’altra seduta di racconti di gioventù.
James era stato felicissimo di sentire i suoi genitori esprimere gioia e fierezza per la sua ammissione ad Hogwarts. Era riuscito a renderli fieri del suo successo. Il primo di tanti.

“E sistemati quei capelli, i Prewett saranno qui a momenti!” Urlò ancora Dorea. James pensò che organizzare pranzi rendesse la madre incredibilmente nervosa, prima di rendersi realmente conto di quello che la genitrice aveva detto.

“Cosa? I Prewett? Alice, Fabian, Gideon e Molly vengono qui? E che aspettavi a dirlo?” Strillò James contento.

Era sempre bello quando i Prewett erano loro ospiti. Fabian e Gideon erano gemelli, due fieri Grifondoro che a Settembre avrebbero cominciato il settimo anno. Molly era la loro sorella minore, anche lei Grifondoro, prossima al quarto anno. Infine c’era Alice, che era una minuta bambina dai grandi occhi color cioccolato e dai capelli neri che amava portare corti alla maschietta. Alice aveva la stessa età di James, erano praticamente cresciuti insieme, e si volevano un gran bene. James sperava che anche lei finisse a Grifondoro. Oltretutto, sia Alice che Fabian e Gideon erano dei bravissimi compagni di Quidditch, mentre Molly, quando giocavano, preferiva stare a guardare, o preparar loro dei biscotti.

James scappò in bagno, dove suo padre stava cercando di radersi alla maniera Babbana. James non capiva questo interesse paterno per gli oggetti Babbani, ma evidentemente per lui avevano un qualche fascino che James non riusciva a cogliere. James bagnò un pettine e cercò di appiattirsi i capelli, ma quelli non volevano saperne di seguire le sue indicazioni. Sbuffò e abbandonò l’impresa, mentre il padre sorrideva, ricordando di quando, all’età del figlio, anche i suoi folti capelli si comportavano alla stessa maniera.

 
 
Diverse ore più tardi, gli adulti erano intenti a chiacchierare davanti a una fumante tazza di tè, mentre i ragazzi avevano da poco finito una partita di Quidditch, in cui i gemelli Prewett avevano sfidato James e Alice. Molly aveva fatto da arbitro.

“Davvero Jamie, hai talento per il Quidditch!” Stava dicendo Fabian, e subito Gideon lo sostenne: “Quasi mi dispiace che non potremo giocare insieme ad Hogwarts!”

I gemelli erano i Battitori di Grifondoro, e quello era il loro ultimo anno, mentre James, per quanto bravo, avrebbe potuto partecipare alle selezioni solo a partire dal secondo anno. Per quanto dispiaciuto, James era sicuro di voler realizzare i suoi sogni, il più grande dei quali lo mostrava nelle vesti di uno dei più grandi Cercatori della storia del Quidditch.

“Oh, beh, quando voi andrete via, io e James potremmo prendere i vostri posti in squadra, anche se effettivamente, non ce lo vedo Jamie come Battitore...” Mormorò Alice sovrappensiero.
“Che gentile cuginetta, non vedi proprio l’ora di cacciarci da Hogwarts, eh?” Fece Gideon con un ghigno, mentre afferrava Alice per farle il solletico.

“Quasi quasi mi faccio bocciare, magari mi riammettono un’altra volta al settimo anno!” Esclamò Fabian, mentre Gideon, gli tirava uno schiaffo sulla nuca e domandava: “Sì, e la nostra carriera da Auror dove la metti, genio?”

Fabian mugugnò qualcosa sul fatto che Hogwarts gli sarebbe mancata più di qualsiasi altro posto, e poi il discorso cadde, in favore dell’entusiasmo di James ed Alice, che a turno raccontavano i particolari dell’arrivo della propria lettera.

Anche Alice, come James, era fermamente convinta di finire a Grifondoro, anche se più di una volta si era detta che neanche Corvonero sarebbe stato male. Fabian e Gideon iniziarono a descrivergli alcuni studenti e professori. Fabian mugugnò qualcosa su alcuni Serpeverde di nome Malfoy e Travers che a quanto pareva erano poco raccomandabili.

“...quel Malfoy poi, rasenta il ridicolo, con quei capelli da femmina!” disse Fabian. “Non so cosa sia saltato in mente a Silente di nominarlo Prefetto. Non che in quella Casa ci siano molti soggetti migliori...” aggiunse Gideon.

“Ah, e ricordatevi, ragazzi: mai, e dico mai, far arrabbiare Minerva McGranitt. Può diventare una belva, l’abbiamo provato sulla nostra pelle!” Li raccomandò Fabian.

Molly parlava molto poco...sembrava avere i pensieri da tutt’altra parte.

“Che c’è Mollicina, ti manca il caro Arthur?” Le disse Gideon sbattendo le ciglia come una ragazzina innamorata. Arthur Weasley era un Grifondoro dello stesso anno di Molly, per cui quest’ultima sembrava mostrare un certo interesse, che non era certo sfuggito ai suoi fratelli.

“Potrei chiederti la stessa cosa, fratellone. Non mi dirai che Dorcas non ti manca neanche un po’?” Rispose ironica Molly, mentre Gideon si azzittiva e tirava una gomitata nello stomaco a Fabian che aveva mormorato un ‘beccato!’

James e Alice ridevano come pazzi. Il pensiero di potere assistere presto, con molta più frequenza, a scene di quel tipo, faceva desiderar loro che il 1° Settembre arrivasse il più velocemente possibile. Entrambi non vedevano l’ora di fare nuove amicizie, perché, nonostante le loro famiglie fossero amiche di molti altri maghi, nessuno di essi aveva figli della loro età.

“Quantomeno ci sarai tu con me, così non sarò sola!” Esclamò Alice, guardando James negli occhi color nocciola.

“Ci puoi giurare piccola Ali, saremo amici per sempre!” Confermò James, profondamente convinto della veridicità delle sue parole.
  
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