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Autore: 17BLACKHarry    09/03/2013    1 recensioni
Due ragazze italiane vengono spedite in punizione in famiglia in Inghilterra, ma non sanno che questo stravolgerà le loro vite.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era domenica e, come ogni domenica, stavamo andando a messa. 
Erano passati altri otto anni dalla nascita di Hope: Nath andava al liceo, insieme all’unica figlia di El e Tommo, Jennifer. 
Erano migliori amici fin da bambini e, l’anno scorso, decisero di frequentarsi. Liam e Danielle ebbero due gemelle della stessa età di Emma.
Perrie e Zayn avevano avuto tre figli: una femmina, dell’età di Hope ed Emma, e due gemelli maschi dell’età di Austin.
Andammo a messa, con gli Horan e i Tomlinson. I piccoli erano nelle panche avanti, mentre Jennifer e Nath erano leggermente più indietro che si tenevano per mano. 
Notai che dopo il Padre Nostro, Niall prese la mano di Marta e ne baciò il dorso per poi stringerla a sé. Era una scena così romantica e mi commossi.
Finita, i bambini andarono a giocare in oratorio, mentre Nath iniziò a giocare a calcio con i suoi e Jennifer a chiacchierare con le amiche. 
Lì ci raggiunsero i Payne e i Malik, i cui bambini andarono a giocare con gli altri. Dopo una mezz’ora andammo a casa nostra.
Era una delle nostre tipiche domeniche: tutti a casa di qualcuno a mangiare e giocare insieme.
Arrivammo e i bambini iniziarono a correre in sala e ad accendere le console. Jennifer e Nath andarono al piano di sopra per poi riscendere con una chitarra e andare in giardino. 
Noi andammo in cucina, per preparare da mangiare.
H: Allora… TUTTI FUORI DALLA MIA CUCINA!-Disse con una voce autoritaria, ma scherzosa, sottolineando per bene la parola “mia”.-Solo le ragazze, se vogliono, possono entrare!
N: Perché loro sì e noi no?-Chiese un po’ dispiaciuto.
H: Allora… Te no, perché mangi il tutto. Louis e Zayn combinerebbero un disastro e Liam… beh… Non lo so!-Iniziò a ridere. Probabilmente si era fumato qualcosa.
Poi prese un grembiule e se lo legò addosso, prese un cucchiaio di legno e iniziò a bacchettarlo in giro, segno che voleva che andassimo fuori. 
Uscirono tutti e lo stavo facendo anche io, ma la sua mano me lo impedì. Mi prese per il polso per farmi girare, mentre con l’altra chiuse la porta. 
Eravamo vicinissimi. 
Appoggiai le braccia dietro al cuo collo, mentre lui avvicinava il mio corpo al suo. Ci guardavamo fissi negli occhi, con i nasi che si toccavano.
H: Beh… Hai capito perché volevo mandarli via, no?-Disse ammiccando.
IO: Sai che saranno pure passati 22 anni, ma mi provochi le stesse emozioni di quando ne avevo 16.-In quel momento gli spuntò un sorriso sul volto incorniciato dalle sue fossette. 
Gliele toccai, come ero solita fare, e lui abbassò lo sguardo, quasi timido. Quando faceva così era perché provava brividi, oramai lo conoscevo.
Rimanemmo lì a guardarci un altro po’: sapevo che piaceva a lui rubarmi i baci. Lo incitai con lo sguardo, ma niente. 
Decisi allora di iniziare a dargli dei piccoli bacetti sulla guancia, delineandogli, poi, la mascella. Sapevo che era il suo punto debole e forse avrebbe ceduto.
Mi prese il mento con due dita e lo girò, in modo tale da lasciarmi buona parte del collo scoperto. Si avvicinò dolcemente, prima di posare le sue soffici labbra sulla mia pelle nuda. 
Pian piano, si avvinò alle labbra, lasciando una scia di caldi baci. Esitò un momento, per poi inizare a baciarmi appassionatamente. Sentii la sua lingua farsi spazio, così lo lasciai fare. 
Si staccò, spostandomi dalla faccia una ciocca di capelli su un orecchio. 
H: Ti amo.-Così disse, mi prese per il polso e mi trascinò dall’altra pare per cucinare. Gli alzai le braccia, per mettermi sotto e stringerlo in un abbraccio, appoggiandomi al suo petto. 
Era il mio modo per digli che ricambiavo lo stesso sentimento e lui lo sapeva.

(Marta)
Eravamo tutti ammassati sul divano enorme dei Styles. Stavamo giocando a Mario Kart divisi in due squadre da sei. Io, Liam, Lou, Austin, la figlia e una dei gemelli di Perrie nella squadra rossa. 
In quella blu, Niall con Hope in braccio, Zayn, Eleanor, Gabe e l’altro gemello. Perrie e Danielle erano con le gemelle ed Emma a giocare con le bambole. 
Ridevamo come pazzi facendoci scherzi a vicenda in modo da farci sbagliare strada o da farci cadere nei burroni.
N: Piccolina… Che succede?- Disse facendo girare Hope verso di sé. 
Ho: È che non è giusto…-Disse con un filo di tristezza.
N: Cosa? Sai che puoi dire tutto a papà!-Disse per incitarla ad andare avanti.
Ho: È che voi siete tutti più bravi ed io arrivo sempre ultima…
In quel momento, fu colto alla sprovvista. 
Ci guardammo tutti e capimmo di essere d’accordo. Facemmo l’ultima gara e noi andavamo pianissimo per riuscire a farla arrivare prima. 
Continuavamo a ridere e vedere Hope felice mi faceva stare bene. A fatica, finimmo la gara e lei vinse. Le si illuminarono gli occhi e Niall la alzò, scuotendola e facendola ridere.
M: È pronto! A tavola!-Urlò dalla sala da pranzo.-Chiamate Jennifer e Nath!
Li chiamammo e velocemente e ci fiondammo nell’altra stanza.
H: Allora… Abbiamo preparato “Anatra all’arancia con Fois Gras”!-Fece con aria aristocratica. 
Ci guardammo per un secondo  per poi scoppiare in una fragorosa risata.
H: Vabbè dai… Abbiamo cucinato “Pasta al sugo con polpette e bricioline di carne con patatine”.
E lì ci fu un grosso boato da parte di tutti. Mangiammo tutti in allegra, parlando del più e del meno, scherzando a dicendo cavolate a manetta.
Andammo tutti sul retro: era una bella giornata di luglio e il sole splendeva come non mai. Il loro giardino era enorme: c’erano un campo da pallavolo, da calcio e una piscina. 
Poi, costruirono una specie di piccolo parco giochi e un’enorme casetta sull’albero. Era il paradiso per i bambini.
Zayn e Perrie si sdraiarono su un’amaca e lo stesso fecero Liam e Danielle su un’altra. Noi altri ci sdraiammo sul prato e iniziammo a chiacchierare, facendo un po’ di gossip. 
A un certo punto, la figlia di Zayn gli andò in contro: lei faceva Karate, e in quel momento il papà stava dormendo. Perrie si alzò e la lasciò fare, sedendosi a fianco a me. 
La piccolina si arrampicò sull’amaca cercando di non farsi sentire, ma Zayn si era svegliato e faceva finta di dormire. Lei si avvicinò e in quel momento il papà si alzò di scatto, facendola spaventare. 
La prese in braccio e la fece sdraiare a terra per farle il solletico. Poi, la piccola riuscì a staccarsi e si mise in posizione di difesa, ovviamente con un’espressione divertita. 
Zayn la imitò e lei fece un grido di battaglia correndogli in contro. Quest’ultimo, facendo il finto spaventato, si mise a correre in direzione opposta, urlando come un pazzo. 
Eravamo troppo divertiti da quella scena. 
Mi girai verso Niall e mi appoggiai a lui.
N: Vuoi le coccole?-Chiese teneramente.
Annuii, strusciando il mio viso contro il suo petto. Ci sdraiammo e lui iniziò ad accarezzarmi le braccia, mentre con gli occhi mi fissava beatamente. 
Quegli occhi azzurri mi facevano tremare ogni volta, come se fosse la prima. Mi strinse a sé e mi diede un bacio sulla fronte. Ci staccammo e lui si avvicinò per darmi un bacio.
Ho: Mamma, papà! AIUTOOO!!
La sentimmo urlare rovinando il nostro momento tenero: ci alzammo di scatto e c’era Hope che correva in contro a noi e dietro Austin con una pistola ad acqua, intento a bagnarla.
A: Dai Hope! È estate!-Disse con una risata, fermandosi ai nostri piedi.
La piccola si era trovata rifugio fra di noi: era abbracciata a Niall e quasi non voleva vedere il fratello.
Ho: Questo sì! Ma mi sono ammalata e poi… mi hai spaventato!
IO: Ha ragione! È stata male fino a settimana scorsa… non la bagnare dai!-Dissi cercando di farlo riflettere.
Austin abbandonò la pistola allungando una mano verso Hope, segno che voleva fare pace. 
Lei la strinse e si alzò, tornando a giocare con gli altri.
Niall mi fece girare verso di sé e ci sdraiò.
N: Dove eravamo rimasti…?-Disse ammiccando, con una voce molto suadente.
Si avvicinò e mi diede uno dei tanti baci che ci eravamo dati, unici di volta in volta.
IO: Ti amo…-Sussurrai perdendomi con lo sguardo in ogni dettaglio del suo viso.
N: Io di più.-Dissi serio e dolcemente allo stesso momento, facendomi capire che non era mai stato così sincero.
“Baby, you light up my world…”
Sentimmo la voce angelica di Jennifer accompagnata da quel suono tremendamente familiare della chitarra di Nath. Ci alzammo tutti all’unisono per andare loro in contro.
H: Dove l’hai trovata…?-Chiese meravigliato.
Na: Beh, sai tutti i discorsi che la mamma mi ha fatto su di te e gli zii? Qualche giorno fa ha riattaccato di nuovo con questo discorso e ha nominato questa canzone… 
“What Makes You Beautiful”! Sono andata a cercarlo e mi è piaciuta tantissimo, perché, ecco… Volevo dedicarla a lei-Disse stringendo la mano di Jennifer.
Na: Ma dato che sono un cane a cantare, gliel’ho fatta cantare a lei!
Ci guardammo tutti negli occhi: avevamo un’espressione intenerita da quel momento così dolce. Nath e Jennifer avevano le guancie tutte rosse, ma non si vergognavano affatto.
M: Devi sapere…-Riattaccò Marghe-Che questa canzone è veramente importante per tuo padre, gli zii e anche per noi.-Disse indicando noi femmine. 
M: È il loro primo singolo e hanno sfondato il mondo… Hanno conquistato un sacco di ragazze, facendole sentire belle, anche se per poco. 
È uscita nell’estate del 2011, e l’anno precedente avevano partecipato ad XFactor, arrivando terzi. Si erano presentati come solisti, ma non li avevano accettati. 
Simon Cowell (che sia benedetto!) decise di metterli insieme, come band, perché vedeva del potenziale in ognuno di loro. 
Erano degli sconosciuti, e in pochi mesi diventarono come fratelli. 
Lo aveva raccontato un mondo di volte, ma nessuno di noi si stancava nel sentire quel discorso. 
Loro erano parte di noi, a prescindere dal fatto che eravamo sposati. Sarebbero rimasti nei nostri cuori per sempre, lasciando stare tutto quanto.
Mi vennero i brividi a quelle parole e i ragazzi si commossero.
Z: Cantiamola tutti insieme…
Si avvicinarono anche i più piccoli e iniziammo a cantare. Più andavamo avanti e più i brividi si fecero spazio in me. Una lacrima mi scese giù per la guancia. 
Ci mettemmo a cantare tutte le loro canzoni, vecchie e più recenti.
Dieci anni fa, avevano preso, di comune accordo, la decisione di dividersi, dal punto di vista della loro carriera. 
Si volevano dedicare alla famiglia e ai loro bambini, più che alla loro altra passione. 
Le loro fan ci erano rimaste veramente male, ma non si sono mai divise e poi riflettevano sul fatto che oramai avevano fatto altri 4 album e altri tanti concerti. 
Per loro era una grossa, gigante, enorme emozione ricantare tutti insieme quelle canzoni che li avevano resi famosi.

(Marghe)
P: Non perdiamoci!-Iniziò a strillare.
D: Dov’è che dobbiamo entrare…? Ah, sì! Di là!-Fece cenno con una mano.
El: Jennifer! Tieni Austin con te!
Em: Mamma…-Disse tirandomi per i jeans. Mi sembrava spaventata, così la presi in braccio tenendo per mano Gabe.
IO: Hey! Non spaventarti! Stiamo andando a divertirci!
Em: Lo so… Ma tutte quelle persone, con quelle macchine fotografiche e tutte quelle luci…-Era come disgustata. 
Come riuscivo a darle torto? In fondo, aveva 8 anni ed eravamo SEMPRE circondati dai paparazzi.
Ho: Non vedo l’ora che incominci il concerto!-Disse tutta eccitata.
Quell’anno i ragazzi decisero di fare l’ultimo Tour, mondiale. L’ ultima tappa era l’O2 Arena, a Londra (dove stavamo andando noi). 
Avrebbero cantato tutti i singoli più qualche canzone scelta dai fan con un sondaggio mondiale. Entrammo e andammo nel backstage, per fare loro un “in bocca al lupo”. 
Non sapevano minimamente che fossimo TUTTI lì. Mancava una mezz’ora alla loro entrata sul palco. Erano in cerchio, a chiacchierare fra di loro. 
Il primo che si accorse di noi fu Louis, che ci guardò con un gran sorriso, creando curiosità sui volti degli altri. Ci vennero in contro e i piccoli corsero verso di loro.
H: Piccoli miei!-Disse inginocchiandosi verso Gabe ed Emma per abbracciarli. Si alzò e abbracciò Nath.
H: Che bella sorpresa ci avete fatto…-Disse accarezzandomi il viso fissandomi dritto negli occhi.
H: Ero un po’ nervoso e questo mi ha tranquillizzato…-Disse facendo un sorrisino timido.
Gli presi la mano e la baciai.
IO: Andrai benissimo, va bene? Hai fatto chissà quanti Tour e ne hai appena concluso uno. Sei il nostro mito, tesoro.
H: Appunto perché ho finito che sono nervoso.
G: Papà, andrai alla grande!-E si diedero un cinque.
Na: Hanno ragione: sei un grande e andrai bene!-Disse dandogli un abbraccio.
Em: Papà, papà!-Disse cercando di attirare la sua attenzione. La prese in braccio.
Em: Sei bravissimo, guarda: tanto così!-Disse allargando le braccia il più possibile.-Ti voglio bene, papà!-Disse abbracciandolo. Lui le diede un bacio sulla fronte.
Paul: Dai ragazzi, è l’ora!
Avevano una quarantina d’anni ma tutti noi li chiamavamo ancora “ragazzi”. Era strano, ma era la forza dell’abitudine.
Mise giù Emma. 
H: Vi amo.-Sussurrò andando verso gli altri, per riscaldarsi un altro po’. 
Ci sorrise e ci salutò agitando una mano. Ricambiammo allo stesso modo e andammo ai nostri posti.
Appena il concerto incominciò, tutta l’arena incominciò a tremare: le fan cantavano tutte le canzoni all’unisono con loro. 
Erano un po’ vecchiotti per fare gli stupidi sul palco, ma non seppero resistere e incominciarono a fare balli e facce stupide. 
Per un istante, mi sembrava di rivedere quei 5 ragazzi ventenni e mi venne in mente la cover che fecero di ‘Forever Young’: i brividi e le lacrime iniziarono a scorrere.
N: Mamma… che c’è?
IO: N-Nulla, piccolo mio… Mi è entrato qualcosa nell’occhio.
N: Va bene…-Mi lasciò stare, ma sapeva che avevo qualcosa.
Iniziai a strillare più forte che potevo: la gola mi faceva male, ma non mi interessava minimamente. 
Adoravo quando cantavano, perché riuscivano a trasmettermi qualcosa che nessuno ci riusciva. 
N: A noi dispiace come non mai, ma il concerto è finito, perciò… BUONANOTTE!-Disse, per poi correre dietro nel backstage insieme agli altri.
Partì un grosso boato di dispiacere e le persone stavano per andare via. Ma poi partirono quelle note, fin troppo famose.
Le ragazze che erano intorno a noi iniziarono a sclerare nel riconoscere quella canzone che li rese famosi.
Si illuminarono le luci solo su loro cinque e Liam iniziò.

“You're insecure 
Don't know what for 
You're turning head
When you walk through the do-o-or 
Don't need make up 
To cover up 
Being the way that you are is en-o-ough 
Everyone else in the room can see it 
Everyone else but you 

Baby you light up my world like nobody else 
The way that you flip your hair gets me overwhelmed 
But when you smile at the ground it ain't hard to tell 
You don't know oh oh 
You don't know you're beautiful 
If only you saw what I can see 
You'll understand why I want you so desperately 
Right now I'm looking at you and I can't believe 
You don't know
You don't know you're beautiful 
That's what makes you beautiful 

So c-come on 
You got it wrong 
To prove I'm right I put it in a so-o-ong 
I don't know why 
You're being shy 
And turn away when I look into your ey-e-es. 
Everyone else in the room can see it 
Everyone else but you”

Poi, c’era l’assolo di Harry e improvvisamente nello stadio ci fu il silenzio più totale: sembrava di essere in chiesa. 
Aveva la voce tremolante: guardò gli altri e si strinsero a lui per dargli forza; si guardò attorno. Riuscì a finire l’assolo senza piangere, ma poi scoppiò. 
Non voleva che tutto finisse, come tutti gli altri del resto. Ma, prima o poi, doveva succedere. Finirono la canzone e si abbracciarono. 
Tornammo nel backstage. Iniziai a correre, per riuscire ad abbracciarlo il più presto possibile. Gli saltai addosso, con le lacrime agli occhi.
Poi arrivarono i piccoletti e ci abbracciammo tutti insieme. Decidemmo di andare a mangiare qualcosa da Nando’s, che era appiccicato alla Arena. 
I piccoli erano morti ma avevano molta fame. Finimmo di cenare e tornammo a casa.
Mettemmo tutti a letto e poi andammo a dormire anche noi.
Ci sdraiammo e lui chiuse gli occhi trascinandomi verso di sé. Lo abbracciai e lo fece lo stesso con me. 
Misi la testa nell’incavo del suo collo e strofinai il viso contro la sua pelle, provocandogli del solletico. 
Presi i suoi capelli fra le dita e iniziai ad arricciolarli. Mi guardava negli occhi, come assorto. 
H: Ti amo.
IO: Io, di più.

Allora…
Ho finito ç.ç spero che vi sia piaciuta! :D
Ne sto iniziando un’altra su Liam, che è qualcosa tipo “High School Musical”, “Grease”… Non è PROPRIO così, ma è… simile? BOH! AHAHHA :’D
Bacii :’3

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