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Autore: game over_    09/03/2013    5 recensioni
"Io sono Zayn. Malik." aggiunse porgendole la mano, ancora sorridente. Elizabeth lo guardò per qualche secondo cercando di realizzare se fosse tutto vero o se in realtà tutto quello era uno dei suoi soliti sogni ad occhi aperti.
Zayn, dal canto suo, vedeva una ragazza intimorita, che guardava sopra di lei immobile, senza nemmeno accennare ad un'espressione facciale che possa far capire cosa stesse pensando.
"Elizabeth Jones." parlò poi, afferrando con timidezza la sua mano e stringendola di poco.
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"Sei uno sporco, schifoso, pervertito!" Non bastò altro.
Harry l'attirò verso di se tenendola dai fianchi e incollò le sue labbra su quelle della bionda.
Mad cercò di svincolarsi dalla sua presa,sentendosi ancora più umiliata,più sporca. Usata.
Non appena Harry si staccò da lei, guardandola con il suo solito sorriso malizioso Mad fece schioccare il palmo della mano sulla guancia del ragazzo che fu costretto a voltare la testa.
"Vaffanculo" sussurò addolorata,prima di sparire tra la folla.
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Scene tratte dalla storia c: Se vi ho incuriosite,passate xx
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Please Be Mine.
 
Five.
 
 
Quella mattina Zayn si era svegliato con la voglia di vivere di un pesciolino rosso.
Si sa, che i pesciolini rossi non vivono più di un anno. E se arrivano a vivere in quell'ampolla per un anno è già tanto.
Beh Zayn si sentiva esattamente così. Si sentiva in trappola. Sempre la solita vita, sempre le solite esperienze.
C'era anche il fatto che non vedesse quei due occhioni scuri da più di tre giorni che lo distruggeva.
Gli occhi di Elizabeth. Erano due calamite color cioccolato, indistinguibili.
Riuscivano a parlare.
Ed era questo che di più mancava a Zayn. Quello che più desiderava, quella mattina. 
Desiderava rivedere quegli occhi, comunicare con le sue iridi, per poi passare ad osservarle le labbra piene e rosse, la carnagione chiara in contrasto con i suoi caratteri, le guance sfumte dal leggero fondotinta, i suoi capelli così naturali e di quel colore tanto simile ai suoi, ma più lucenti.
Gli manacava sentirla parlare. 
Forse perchè era colpito dalla novità, perchè Liz era una novità. Forse perchè si sentiva particolarmente invaghito. O forse perchè era semplicemente attratto da lei.
Si incamminò a scuola assaggiando i suoi pankake mattutini mentre passeggiava, chiacchierò all'entrata con i suoi amici e  si diresse nella classe di chimica.
Prese posto posando la sua borsa distrattamente per terra e cominciò a messaggiare sotto al banco con un vecchio amico: Sean.
Quel ragazzo Zayn lo conosceva per filo e per segno.
Sean era più grande di tre anni rispetto a Zayn, e lo aveva aiutato molto in qualsiasi cosa, eccetto lo studio. 
Sean aveva lasciato la scuola a diciassette anni per arruolarsi in marina. Prova fallita miseramente. 
Diceva che non gli piacevano quelle tute, che lo facevano sembrare grasso e non sopportava l'idea di doversi tagliare i suoi capelli biondo cenere.
Infatti, Sean aveva un incredibile mania di sestesso. Zayn ne era rimasto un po' contaggiato, sopratutto per quello che riguardava i capelli.
Lo avrebbe reputato il suo migliore amico, anche perchè aveva un'hobby che lo interessava particolarmente: i tatuaggi.
Zayn aveva pensato molte volte di farsi fare un tatuaggio, all'oscuro dei genitori ovviamente. Poi però si trovava a discuterne con la sua coscienza che gli diceva di starsene fermo al suo posto e di non agire impulsivamente.
Ma era convinto che un giorno o l'altro avrebbe varcato la soglia di quella rulotte e si sarebbe fatto tatuare da Sean.
Certo, l'idea di fare un tatuaggio abusivo, per di più in una rulotte dove l'igiene non era la prima delle priorità.
Ma sapeva che il suo amico sarebbe stato prudente con lui, ne era certo.
A distrarre in parte l'attenzione di Zayn dallo schermo del cellulare fu una figura, in piedi davanti al suo banco. Era titubante e, osservando con la coda dell'occhio, Zayn potè constatare che stava combattendo contro sestessa sul da farsi.
-Puoi sederti.- rispose semplicemente Zayn, alludendo al banco vuoto che stava accanto a lui.
Sentì un fruscio e del buonissimo profumo invadergli le narici non appena la figura prese posto accanto a lui.
>Allora Z, come ti va la vita a scuola?;) Non sai cosa ti perdi.<
Sorrise leggendo il messaggio del suo migliore amico, e si affrettò a rispondere:
>Solita routine. No,hai ragione.Non so, cosa mi sto perdendo? E' un po' che non ci sentiamo:)<
Il professore di chimica fece ingresso nell'aula e tutti gli alunni lo salutarono. 
Si sedette sulla sua sedia e cominciò a sfogliare il registro. 
D'un tratto, sentì un tonfo verso la sua destra, senza pensarci due volte si piegò afferrando un libro, non  notando però un fogliettino cadente e lo ripose alla sua compagna di banco.
Appena i suoi occhi incontrarono quelli di lei, non potè che sorridere. -Hey, sei scomparsa.- suonava più come una domanda.
Liz, presa alla sprovvista, boccheggiò un paio di volte alla ricerca di qualcosa di intelligente da dire ma poi chiuse le labbra, spostandosi un ciuffo scuro dalla fronte e portandolo dietro l'orecchio.
Osservò l'espressione paziente e in attesa di Zayn, ma decise di stare zitta. Doveva allontanarsi da tutto e da tutti. Era meglio.
Il suo occhio cadde sul libro che Zayn reggeva ancora nella mano e alla svelta lo afferrò. Lo rimise nella cartella e si piegò sul banco, aprendo il libro di chimica alla pagina stabilita e cominciando a leggere distrattamente, lasciando che i suoi capelli le facessero da tenda.
Il moro corrucciò le sopracciglia, ancora una volta. 
Aprì la bocca per dire qualcosa ma la richiuse, sentendo il suo telefonino vibrare nella tasca. 
Stando attento a non farsi vedere dal professore lo estrasse e aprì il messaggio.
>Un bel po' di cose amico..Stanno organizzando una partita di calcio, ti va di venire? Tra una settimana al campo abbandonato, 18,30. Ti aspetto.;)<
Diede un consenso veloce e poi ripose il telefono in tasca.
Riposò la sua attenzione su Liz, seduta accanto a lui. 
Toccandole la chiena la vide sobbalzare e rivorgergli uno sguardo intimorito. Sospirò. -Liz, perchè ti sei allontanata da noi?- sussurrò staccando la sua mano dalla sua spalla.
Elizabeth sospirò silenziosamente. Tutta quella vicinanza con Zayn le metteva ansia. La vicinanza con qualsiasi ragazzo glie ne metteva.
E adesso? Cosa poteva rispondergli? 
-Non vi ho visti.- sorrise debolmente, sentendo la sua voce leggermente impastata e roca.
Non aveva avuto occasione di parlare con nessuno in quei giorni, se non quando veniva chiamata nell'appello o per rispondere a sua madre e a Nathan.
L'espressione di Zayn si tramutò da confusa a incredula. -Stiamo nella stessa scuola, come hai fatto a..-
-Signor Malik.-
Zayn posò i suoi occhi sul signor Prescott seduto alla cattedra che lo guardava severo. Liz abbassò lo sguardo ringraziando mentalmente il professore.
-Se non è interessato alla mia lezione può anche andare a farsi un giro. La porta è sempre quella.- la sua mano indicò la porta semi aperta dell'aula.
Zayn sussurrò delle scuse e sprofondò nella sedia.
Si domandava perchè. Perchè quella ragazza stava facendo l'indifferente, la misteriosa. 
Sembrava diversa da quella serata. Sembrava quasi un'altra persona.
O forse stava facendo in modo di essere quell'altra persona.
Lui non la capiva. Con la coda dell'occhio si permise di guardarla per i restanti minuti.
Le labbra carnose bagnate dal passaggio veloce della lingua. Il collo coperto dai lunghi capelli scuri. Gli occhi vaganti. 
Liz si sentiva osservata. Si sentiva in soggezione ed estremamente vulnerabile e nervosa sotto il suo sguardo. 
Si agitava sulla sedia, deglutendo a vuoto e torturando il braccialetto in argento che teneva al polso destro. Saettava gli occhi da una parte all'altra della stanza, cercando di rimanere calma e di seguire la lezione ma sentiva il suo sguardo bruciarle la pelle.
Con la coda dell'occhio gli laciava occhiate supplichevoli, ma lui sembrava insistere. Perchè?
Passare del tempo e preoccuparsi tanto di una ragazza così strana e riservata come lei. Non lo avrebbe portato a niente.
Continuava a pensare lei. 
Era come se lei fosse una principessa su un enorme castello. Ogni giorno il castello acquistava più volume e più altezza, impedendo a nessuno di scavalcarlo e salvarla. E lei non voleva essere salvata. 
Perchè attorno a quel castello c'era una pericolosissima pianta pungente e spigolosa che era il suo passato. E per vivere il presente e pensare al futuro si deve dare uno sguardo al passato.
Lei non voleva. Stava cercando di dimenticare, di uccidere il passato assieme a sua madre e a suo fratello. Ci doveva riuscire.
Tutti i ragazzi lasciarono l'aula recuperando le loro cose e dirigendosi di malavoglia verso un'altra aula. Liz e Zayn fecero lo stesso.
La mora rimise a posto tutto quello che le apparteneva e sorpassando il banco fece due passi verso la porta ma un braccio le impedì di passare oltre.
Zayn, ancora dietro la sua bancata e appena alzatosi dalla sedia la guardava in attesa di spiegazioni. -Perchè scappi così? Vogliamo solo esserti amici..-
-Io non voglio invece. Lasciami stare.- 
La freddezza di quelle parole lasciò di stucco entrambi. Per un momento Zayn allentò la presa sul suo avanbraccio, poi recuperò la sua lucidità e le venne difronte. 
Le prese la schiena con le mani e l'avvicinò a se. Liz trasalì per la velocità e quel pizico di brutalità che era stato usato e con timore alzò lo sguardo dalla collana di Zayn ai suoi occhi. 
Tendeva le mani sul suo petto cercando di fare quanta più lontananza possibile, ma sembrava tutto invano. Notò quello strano luccichio nelle sue iridi che la teneva sospesa.
-Perchè?- disse solamente Zayn, tenendo lo sguardo fisso nel suo.
Elizabeth si trovò per un momento a voler chiudere gli occhi e bearsi del suono dolce della sua voce, ma non lo fece. Ripose questo malsano desiderio in un cassetto chiuso a chiave nella sua testa.
Non seppe rispondere. Si limitò a voltare la testa di lato, lasciando che il caldo respireo di Zayn la colpisse sul collo. -Lasciami andare.-
Zayn si sporse leggermente verso il suo collo, sfiorandole la parte scossa dalla pelled'oca con le labbra e chiuse gli occhi. Inspirò quel buon'odore e con uno scatto si allontanò da lei, esaudendo il suo desiderio.
La ragazza senza ulteriori indugi si sistemò la cartella sulle spalle ed uscì dall'aula. 
Zayn si lasciò cadere sul banco. I dubbi gli frullavano nella testa ed erano talmente tanti che, alla fine, una scritta in grassetto nero persisteva al centro della sua mente, sopra tutte le altre. "Cosa ti importa?"
I suoi occhi trovarono per caso un foglio bianco per terra, accanto alla sedia dove prima sedeva Liz.
Zayn si spostò dalla sua postazione e lo afferrò, rigirandoselo tra le mani.
"Scuola di ballo 'Desireès'. 
Lezioni dai 7 ai 19 anni. 
25£ al mese. 
Art Gallery."
Non c'era altro.
Era un bigliettino pubblicitario sicuramente preso dalla bacheca della scuola.
Zayn lo piegò e lo ripose in tasca.
Silenziosamente poi arrivò in palestra.
 
 
Schiena dritta, tesissima. Il grembiulino marrone chiaro perfettamente steso sul petto e con una grande scritta 'Giannis' stampata sopra, i capelli legati accuratamente in una coda alta e lo sguardo fisso sulla porta d'ingresso.
Elizaeth si sentiva così in ansia.
  Non aveva mai lavorato prima e quei soldi le servivano terribilmente. Sopirò e lanciò uno sguardo ai diversi tipi di focacce e panini che c'erano stesi sul bancone difronte a lei. Sarebbe riuscita a ricordare i nomi e il costo del materiale dipendente dal peso?
Poi il tintinnio della porta la fece sobbalzare. I suoi occhi si posarono sulla porta verde d'ingresso quanddo una ragazza fece il suo ingresso.
Aveva indosso un cappotto Rosso con della pelliccia nel cappuccio e i capelli biondi le cadevano sul viso, coprendolo. 
Non appena la ragazza incrociò lo sguardo con quello di Liz, si sentì morire.
Madison strabuzzò gli occhi, incredula. -Ma..che ci fai qui?- domandò stupidamente, fermandosi sul posto e chiudendo la porta.
Liz stava per rispondere, quando la testa di Gianni arrivò nella stanza. -Bene, vedo che vi conoscete! Liz, lei sarà la tua aiutante. Non potevo lasciarti da sola a lavorare.- le sorrise.
Elizabeth lanciò una veloce occhiata a Madison difronte a lei e poi abbozzò un sorriso imbarazzato verso il suo capo. -Oh, okay.-
-Io vado a sfornare altri panini. Buon lavoro!- ed uscì.
Madison scavalcò abilmente il bancone e mise la sua borsa sotto di esso, accanto a quella di Liz. Si infilò il grembiule e i guanti protettivi. Ne passò un paio ad Elizabeth e la guardò.
-Non voglio farti pressione, sappi solo che non trovo giusto il tuo comportamento.- 
Liz corrucciò le sopracciglia e infilò i guanti. -Non capisco a cosa ti riferisci.-
Bugia.
Si riferiva probabilmente al fatto che era smepre scappata da lei, da Tom e da Zayn. Al breve scontro che aveva avuto quella mattina con il suo amico. A tutto questo e di più e Liz ne era a conoscenza.
Mad si fece scappare un risolino nervoso. -Sai di cosa parlo. Zayn era particolarmente scosso stamattina.-
Liz avvampò. -L..lui..-
-Tu. Tu non avresti dovuto reagire così. Capisco che è una nuova città, che sono nuove facce e che ti senti lo zimbello di tutti.- fece una breve pausa, puntando i suoi occhi in quelli di Liz. -Ci sono passata anche io. Ma devi fidarti. Io e i ragazzi siamo stati gentili con te. Ti abbiamo fatto partecipare ad una nostra serata e ti siamo stati vicina. Perchè allontanarti da noi?-
Liz scosse la testa. -Mad tu, non puoi capire.-
La bionda sospirò. -Okay.- disse semplicemente, e si posizionò dietro la cassa, aspettando che un cliente entri e ordini.
Nemmeno passarono trenta secondi che la porta si spalancò e un signore con una folta barba entrò nella panetteria. -Buonasera.-
-Salve.- dissero all'unisono, sorridendo. 
-Desidera?- domandò Liz con un velo di timidezza. 
L'uomo si spostò sul ripiano dei panini, scrutandoli a lungo. Poi ne indicò un tipo. -Un paio di questi, grazie.-
Elizabeth ne prese due, li infilò in una busta di carta marrone e posò la busta sulla bilancia. 
Dopo aver letto il peso capì che non aveva alcuna idea di quanto costasse quel pane. 
Nel panico, passò la busta di carta in un'altra busta bianca. 
-Quant'è?- il signore cominciò a frugare nel suo portafogli. 
-Hem..- Liz vagava con lo sguardo da una parte all'altra del piccolo panificio. Chiuse gli occhi imponendosi di restare calma e cercando di ricordare quello che le aveva detto il suo capo.
Madison, da lontano, non potè che impietosirsi  a quella scena. Posò il suo tenefono accanto alla cassa e raggiunse Liz.
Lesse il peso sulla bilancia e rispose:-1.20£ signore.- e sorrise dolcemente.
Liz la guardò e sospirò. L'aveva appena salvata.
L'uomo allungò gli spiccioli a Mad, che gli fece velocemente lo scontrino e poi lasciò la panetteria con i sui acquisti.
-Grazie.- sussurrò a Madison. La bionda si girò verso di lei. 
-Vuoi il mio aiuto?- le domandò lei.
Liz annuì disperata. 
-Allora ti aiuterò. Ma ti chiedo un favore.-
Elizabeth la guardò a lungo, attendendo. 
-Lascia che ti aiuti sempre. Lascia che io sia una tua amica, Liz.- le mormorò dolcemente. Si sporse ad accarezzarle il braccio e le sorrise debolmente.
Mad sapeva che Liz era fragile. L'aveva capito. E aveva intuito che si sentisse sola e insicura. Aveva bisogno di un'amica, e anche Mad ne aveva bisogno.
-Ho paura di..poter sbagliare.- confessò poi Liz.
Perchè affezionarsi era sbagliare. E lei aveva già sbagliato dal primo giorno di suola quando aveva lasciato che Zayn l'accompagnasse in palestra. Inconsapevolmente, aveva dato l'impressione di voler essere la principessa salvata.
Madison la strinse in un abbraccio. 
Poi le sussurrò all'orecchio:-Non sbaglierai. Devi solo trovare il coraggio di poterti fidare di nuovo.-




zayns corner.

Hey bellissime!
Ringrazio tutte quelle che sono passate a leggere la mia storia, quelle che hanno recensito e chi invece continua a leggere la storia silenziosamente c:
Come al solito, sono in ritardo a pubblicare :(
Beh però mi sono farra perdonare con questo capitolo, no?
E' abbastanza lungo e vi posso anticipare che dal prossimo capitolo la storia comincia a prendere veramente vita. OuO
Io devo proprio scappare, spero di non aver fatto errori ed essere stata comprensibile. 
Vi do un bacione enorme,
#G.

 
   
 
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