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Autore: Michelle92    09/03/2013    2 recensioni
"Io e Yoko siamo sempre così, a volte capitano questi episodi di “leggera litigata” e ci sfottiamo anche per ore, ma non abbiamo mai avuto bisticci pesanti …ci vogliamo un gran bene, ci veniamo sempre incontro e ci consideriamo sorelle separate alla nascita; Senza di lei sarei persa."
"Vederlo tra le braccia di un'altra mi faceva star male, era come se un pugnale mi colpisse al petto:ma perché? che sentimento stavo provando? forse la risposta mi era abbastanza chiara ma non volevo vederla"
"Pregavo con tutta me stessa, non so a chi, ma continuavo imperterrita a chiedere pietà e aiuto perché il dolore mi stava soffocando : non ero pronta a perdere il mio amico che camminava in bilico tra la vita e la morte, non poteva lasciarci così; Paul, Yoko e io ci stringemmo in un abbraccio perché il dolore ci stava sgretolando..non eravamo forti abbastanza"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buonasera ragazze! :)
Ecco qua un nuovo capitolo; spero vi piaccia....ringrazio tutte le lettrici che seguono e leggono questa Fanfiction e quelle che la recensiscono!
Vi auguro una buona lettura
Un bacio <3




-Ahhh aiuto! Sono in panico Yoko! Non so che mettermi!-
-Dobbiamo solo andare a casa del nostro vicino, non c’è bisogno di tutte queste preoccupazioni!-
-Senti chi parla, c’eri una vita per scegliere l’abito che stai indossando ora!- quel vestito verde scuro le stava d’incanto, esaltava la sua semplice bellezza dai tratti orientali
-Ti aiuto Michelle, ma ti prego, smettila di fare così…sembri una pazza schizofrenica!- 
Non potevo negarlo, avevo tirato fuori tutti i vestiti che avevo dall’armadio, ero nel panico più totale e stavo strillando come una pazza; tutto questo per cosa o per chi? Beh, meglio non pronunciarlo quel nome…non lo volevo ammettere nemmeno a me stessa che mi riducevo così per uno che conoscevo a malapena
-Che ne dici di questo?- mostrai alla mia amica un vestito corto  tutto nero
-Nah, non stai mica andando a un funerale..-
-E questo?-
-No, troppo elegante-
-Questo?-
-No, giallo è esagerto secondo me-
-E quest’altro?-
-Bè questo ci sta, mi piace, provalo-
Lo indossai velocemente, impaziente di vedermelo addosso; mi guardai allo specchio e…waw! Il grigio perla mi stava bene, era a tinta unica e arrivava a metà coscia, la scollatura era al punto giusto, molto semplice ma delineava le forme del mio corpo alla perfezione
-Metti queste, e anche queste calze!- Yoko mi aveva dato un paio di ballerine color panna e un paio di calze, anche queste color panna che arrivavano sopra al ginocchio
-Che te ne pare?-
-Mi costa molto dirlo, ma ti trovo bellissima Michelle!-
-Ti costa molto? sempre la solita acida! Vabbè…apprezzo lo sforzo per il complimento- l’abbracciai e lei finse di divincolarsi, poi però mi strinse forte
-Ti voglio bene, senza di te non so come farei ragazzina!-
-Anch’io Yoko, sarei davvero persa-
 
La nostra era un’amicizia che durava fin da quando io avevo 3 anni e lei 6, Yoko è la sorella che non ho mai avuto, l’amica che c’era sempre quando io avevo bisogno di un consiglio o di qualunque altra cosa, l’amica che mi sosteneva ogni volta che prendevo una decisione, l’amica con cui avevo passato la maggior parte del tempo, l’amica con cui ne avevo fatte di cotte e di crude, l’amica con cui ho condividevo tutta quanta la mia vita.
 
-Dai basta con le smielate Michelle, andiamo!-
-Non vedi l’ora di vedere il tuo John suonare eh?-
-Piantala-
-Non fa manco a scherzare con te, quanto sei suscettibile!-
 
Scendemmo di fretta  per le scale  e una volta chiuso il portone di casa bastavano giusto un paio di passi ed eccoci davanti a casa di Paul
Anche se ero tesa e avevo il cuore a mille perché a momenti avrei visto quel ragazzo che mi stava rubando il cuore, suonai con decisione il campanello
 
Il portone si spalancò, ma ad accoglierci non c’era la persona che mi aspettavo di trovare
-Voi dovete  essere le vicine di casa di Paul giusto?- Era il ragazzo  più pacifico del gruppo, almeno da quello che avevamo potuto constatare la volta che stavamo comunicando con tutti loro dal nostro balcone
-Si, siamo noi…-
-Bè venite, entrate…Il padrone di casa non ha potuto accogliervi perché è troppo impegnato a litigare con John-
-Siamo arrivate in un momento sbagliato? Torniamo più tardi se…-
-No no figuratevi! Guardate, è una cosa normale, se non succede almeno una volta al giorno non stanno bene quei due; comunque che maleducato, non mi sono presentato: piacere, io sono George-
-Piacere, io sono Michelle-
-…e io sono Yoko-
La casa di Paul era molto accogliente: luminosa e arredata con buon gusto
-Bene, seguitemi…noi solitamente proviamo nel garage quindi dobbiamo andare di sotto-
George ci condusse verso la tromba delle scale dalla quale provenivano urla e imprecazioni; sapevo che stavano litigando ma automaticamente mi bloccai e rimasi al primo scalino impedendo il passaggio anche a Yoko
-Su andiamo ragazze, non preoccupatevi! Anzi, forse vi farete pure una risata-
Guardai Yoko cercando di capire che volesse fare e mi fece cenno di scendere…chissà cosa ci aspettava
George spalancò la porta, e non potevo credere a quello che vedevo…
Paul con una mano teneva per il colletto della camicia John, e con l’altra teneva un piatto della batteria che stava per finire nella testa del povero  malcapitato; il ragazzo dagli occhi celesti cercava di strappargli quell’arma improvvisata dalla mano ma con poco successo perché Paul era più alto e se  la teneva ben stretta
 
-John, io ti amazzo, giuro!- la voce di Paul era furiosa, mai avrei immaginato di sentirlo così…che caratterino
-Andiamo Paul, non c’è bisogno di reagire così…lasciami- John cercava di divincolarsi; non era arrabbiato come Paul, anzi, se la rideva nel vedere l’amico così incazzato…
-Quello che mi irrita di più non è il fatto che oggi sbagli in continuazione, ma che mi prendi per il culo-
-Mi stai strozzando, adesso ti faccio vedere io permaloso che non sei altro!-
John cominciò a muoversi più bruscamente cercando di sfuggire alla mano di Paul ma anche con tutto quell’impegno non ci riusciva, così Paul cominciò a dargli delle botte in testa con il piatto della batteria
 
Io guardai confusa prima Yoko che a momenti scoppiava dal ridere per la scena, poi mi voltai verso George cercando una spiegazione a questo casino
-Vedi, poco prima che arrivaste voi John ha incominciato a beffarsi di Paul perché ad ogni minimo errore di qualcuno interrompeva subito l’esecuzione dei brani e dovevamo riniziare da capo-
-Bè?- dissi io cercando un dunque alla mezza spiegazione di George
-Paul è pignolo, forse troppo…vuole che tutto sia perfetto nei minimi dettagli, così John si diverte a prenderlo in giro per questa sua mania;
adesso scusami ma vado a dare una mano a Ringo, da solo non riuscirà mai a separare quei due-
 
George cercò di strappare il colletto della camicia di John dalla mano di Paul, ma senza successo
-George non metterti in mezzo cazzo, me la deve pagare questa volta!-  Paul era ancora più furioso di prima e quello che doveva chiamarsi Ringo finalmente era riuscito a strappare il piatto della batteria dalla mano di Paul
-Paul, John, comunque non ci si comporta così davanti alle signore- la voce di George allarmò i due litiganti, ma anche il povero Ringo che si dava da fare per l’incolumità dei due
 
Paul mollò definitivamente il colletto del biondino e fece per ricomporsi, altrettanto fece John sistemandosi la camicia
 
-Ehm, ciao ragazze!- John ci guardava sorridendo come se niente fosse
-Scusateci, davvero…io e John non vi abbiamo visto entrare e…-
Io e Yoko eravamo basite, cosi ci eravamo limitate a concedere solo un sorriso ai due
-Paul, a momenti facevi fuori John, e tu, John devi smetterla di stuzzicarlo- disse Ringo scuotendo la testa
-Dai su, su! Non è successo nulla!- George cercava di riappacificare la situazione; l’avevo inquadrato bene allora!
 
La tensione che c’era nell’aria cominciò a sparire e tutti quanti si rilassarono…
-Non vi abbiamo presentato ancora questo bel giovanotto!- George spinse il ragazzo dagli occhi blu verso di noi
-Piacere ragazze! Io sono Richard, ma chiamatemi Ringo-
-Io sono Michelle e lei e Yoko-
-Il piacere è nostro- Yoko completò la mia frase a metà
 
-Bè nessuno fa accomodare queste donzelle? Venite ragazze, tanto ho capito che oggi toccano a me gli oneri di casa Mccartney- George ci fece strada verso una panchina in legno, proprio davanti a quella che doveva essere la “scena dell’esibizione”; notai anche un’altra cosa: il cognome di Paul era Mccartney, non so perché ma mi piaceva anche quello…che novità, amavo tutto di lui!
Mentre Ringo sistemava la batteria e George accordava la sua chitarra, Paul e John si diressero verso di noi
Mi concentrai su Paul, la sua camminata così aggraziata, il suo portamento, il suo sguardo mi facevano andare in tilt: forse oggi a pranzo avrei dovuto rifiutare la sua proposta…tutta questa perfezione mi stava facendo male
 
-Ehi piccola, che succede?-Paul mi prese la mano sollevandomi dalla panca  e mi tirò verso di se; mi ritrovai a nemmeno a dieci centimetri di distanza da lui
-N-n-niente- ecco che la mia voce cominciava a rompersi
-Son così carine le tue guance quando diventano rosse- mi accarezzò il viso e quando guardai i suoi occhi verdi sorrise e mi fece l’occhiolino…a momenti le mie gambe avrebbero ceduto, ne ero quasi sicura; le nostre dita erano intrecciate e si stringevano delicatamente, quando notai questo contatto un brivido mi attraversò la schiena…era dannatamente piacevole; desideravo Paul con tutta me stessa, con ogni cellula del mio corpo.
 
-Ehi, voi due! Le smancerie da un’altra parte!-
Adesso anche le guance di Paul si stavano colorando
-John, l’hai appena scampata…non vorrai litigare di nuovo vero?-
Lennon era in piedi davanti alla mia amica accomodata sulla panca, ed entrambi ci guardavano incuriositi
Mollai la mano di Paul per l’imbarazzo e mi risedetti sulla panca vicino a Yoko
 
-Bè, George prima ci ha detto che ogni giorno siete cosi…è vero?- Azzardai, cercando di rompere il silenzio che si era creato; ovviamente sfuggii dagli occhi di Paul, altrimenti non sarei più riuscita a dire neanche una parola
-Bè diciamo di si, la colpa è sempre di Lennon però- Paul cercava la mia attenzione fissandomi, io continuavo a concentrare il mio sguardo altrove; intanto avevo appena conosciuto il nome di quel simpaticone di John
-Paul, guarda che….-
-Guarda cosa? Ti faccio vedere io…se osi riprendermi in giro giuro che il piatto della batteria te lo faccio ingoiare-
-Però ci vogliamo bene, vero Paul?-
-Bè infondo non saprei come fare senza il mio John-
Paul afferrò John per il collo e cominciò a spettinargli i capelli con un pugno-
-Paul, questo è troppo! Sai quanto ci tengo ai miei capelli, diamine!-
-Scusami Lennon- e Paul mollò la presa sghignazzando
-Ci prenderanno per pazzi le ragazze!-
-No, tranquilli….diciamo che stiamo imparando a conoscervi- Finalmente Yoko si decise ad aprire bocca
-Ragazzi! Siamo pronti!- urlò Ringo dalla sua postazione
-Arriviamo, un attimo!- urlò Paul di rimando
-Voi due siete le nostre spettatrici personali, le uniche che stanno per assistere alle nostre prove… dovreste essere orgogliose!- Disse John con poca modestia
-Vedremo un po’ come ve la caverete, saremo noi a giudicare…non essere troppo convinto!- Dissi con altrettanto tono altezzoso per sbeffeggiare Lennon
Paul scoppiò in una risata
-John, te le cerchi tu eh!-
-Scommetto che non potranno più fare a meno di noi- disse, enfatizzando le ultime parole della frase
I due si diressero verso i loro strumenti musicali: Paul prese in mano quello che doveva essere il suo basso, mentre John prese la sua chitarra
Una volta sistemati cominciarono a suonare…
Ringo cominciò a battere le bacchette della batteria per dare il tempo, e al quarto iniziarono: John e George muovevano sapientemente le dita nella tastiera e nelle corde della chitarra, Paul suonava altrettanto magistralmente il suo basso e cominciò a cantare; La sua voce era un qualcosa di magico, vellutata, dolce e graffiante allo stesso tempo…era bellissima
John si unì nel ritornello a Paul, la loro complicità musicale e vocale era incredibile, meravigliosa…c’erano loro e la loro musica; riuscì ad analizzare la voce di Lennon nonostante si fondesse perfettamente con quella di McCartney: era delicata, leggera ma allo stesso tempo calda…
In vita mia non avevo mai sentito nessuno cantare come loro, erano unici.
Mi ero talmente immersa nella musica che mi dimenticai di Yoko, così mi girai a guardarla e vidi che anche lei si era persa tra le note, era totalmente assente. Così ripresi ad ascoltare quella canzone che aveva rapito me e la mia amica. 
  
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