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Autore: imthebeststar    09/03/2013    48 recensioni
Continuo di 'Si può che due persone che si odiano si innamorano?'.
[...] «Allie guarda.» disse Maya, indicandomi la vetrina di un negozio, mi avvicinai cauta ma ciò che vidi mi fece scoppiare il cuore.
‘Zayn Malik coppia fissa con Perrie Edwards’
‘Zayn Malik dei One Direction fidanzato’
‘Zayn Malik…’
Lo vedevo ovunque. Lui era ovunque, anche se non era presente. Sapere che lui si era rifatto una vita, senza di me, faceva male. Mi sentivo una stupida perché nonostante tutto lo amo ancora, sono ancora innamorata di quello stronzo senza cuore. [...]
[...] Provavo a vedermi con i ragazzi, ma ogni volta che li guardano negli occhi cercavo il suo sguardo; quello di cui ero innamorata. [...]
 
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Over Again'
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Ventisettesimo capitolo.
Harry.



Da Lou: Harry torna a casa, è da tre giorni che sei fuori!
 
Mi rigirai nel letto, rimboccandomi le coperte fin sotto il mento.

Da Lou: almeno a me rispondi!

L’ennesimo messaggio.
Non rispondevo a nessuna delle chiamate, o messaggi da parte dei ragazzi. Quella sera, dopo aver scoperto la gravidanza di Maya, ero scappato da mia madre.
Lei era l'unica che sarebbe riuscita a capirmi e ascoltarmi, ma purtroppo dopo averle spiegato la situazione ricevetti un ceffone da parte sua...

«Maya è incinta…» ripeté incredula, dopo averle spiegato la storia.
Annui non trovando le parole giuste per poterla affrontare, ero ancora scombussolato dalla vicenda. Non era passato neanche mezzora dalla litigata, sapevo di non essere stato responsabile, ma ero troppo scosso per poter ragionare.
«Lei è incita, e tu sei scappato urlandole dietro che fa schifo?» urlò mia madre, alzandosi dalla poltrona «Non ti ho educato così. Quello che fa realmente schifo sei tu, non lei.» fu un secondo, e la sua mano arrivò dritta sul mio viso, facendomi lacrimare. Abbassai il viso, massaggiandomi la parte dolorante: me lo meritavo.
«Non sapevo cosa fare…» ammisi, tirando su col naso.
Scosse la testa, camminando nervosamente per il salotto «Non è una scusa valida… Se devi rimanere qui fai pure, ma non rivolgermi la parola.» mi lasciai cadere sul divano, scoppiando in un pianto liberatorio.
Anche mia madre, adesso, mi odiava.

A Lou: Sono vivo.

Risposi al messaggio di Louis. La sua risposta non tardò ad arrivare.

Da Lou: Cazzo Harry... Siamo tutti in pensiero! Dove ti sei cacciato?

Sospirai, quando ‘scappai’ quella sera non dissi a nessuno dov'ero o se stavo bene. Mi avevano tempestato di chiamate, anche quell'infame di Zayn e la mia ‘migliore amica’, se ancora così posso chiamarla.

A Lou: Avevo bisogno di stare un po’ da solo...

Guardai la sveglia, erano le otto e venti del mattino oggi avremmo avuto un'intervista, l'ultima per l'esattezza, poi vacanze fin dopo Natale. Sarei dovuto tornare a casa, e affrontare la situazione. Avrei affrontato anche Zayn, non nego che scrivergli quel messaggio fu una cosa fin troppo infantile, ma non riuscì a trattenermi. Allison mi avrebbe tempestato di domande, e chiesto scusa fino alla nausea; conoscendola si stava incolpando. Eh poi avrei rivisto lei, Maya. Non sapevo realmente come comportarmi.

Da Lou: Harry sai che ci sono, ti sarei rimasto vicino. La situazione è forte, e sia io, Niall e Liam abbiamo capito la tua reazione, ma non puoi scappare per sempre.

Aveva ragione. Non potevo scappare all'infinito, i problemi andavano affrontati!

A Lou: Sono stato stupido, no sono un coglione! Non riesco neanche ad affrontare una cosa del genere, sono scappato quando aveva bisogno di me. Faccio schifo.

Tirai su col naso, nascondendo il viso sul cuscino. Non volevo piangere, ma fu più forte di me. Avevo passato tre giorni a letto, piangevo a tutte le ore. Davanti alla mia famiglia facevo il ragazzo ‘forte’, cercavo di essere impassibile, ma dentro mi stavo distruggendo da solo. Mia madre non mi rivolgeva la parola: ‘codardo’ ecco cos'ero per lei, e come biasimarla? Avevo deluso tutti, dai miei amici alla mia famiglia. Il mio patrigno ha cercato di starmi vicino, e di farmi parlare, invano. Ho allontanato tutti, non merito attenzione, non dopo la stronzata che avevo fatto.

Il telefono prese a vibrare, risposi a fatica alla chiamata.
«Harry non fai schifo, non sei il primo a reagire in questo modo. Ti prego parlami!» la voce di Louis era preoccupata.
«Lou...» balbettai, trattenendo dei singhiozzi.
Sentii dei rumori di passi, finché una porta non sbatté «sono in camera.» mi avvisò «Adesso ti asciughi le lacrime, ti vesti e ti vengo a prendere. Va bene?» propose.
Mi morsi l'interno della guancia «Sono a casa di mamma, e non mi vesto. Rimarrò nel letto finché non morirò!» urlai. Strinsi gli occhi cercando di trattenere le lacrime.
«Tra dieci minuti sarò li.» attaccò. Buttai il telefono sul comodino, nascondendo la testa sotto il cuscino.
Non meritavo un cazzo.

***


Pov. Zayn

Strizzai gli occhi, sentendo delle labbra sul mio collo. Un braccio era piegato sotto il cuscino, invece l'altro era avvolto a Allison. I suoi baci salirono lungo la gola, fecero il contorno della mascella, poggiandosi dolcemente sulle mie labbra. Sorrisi. Avvolsi più fortemente la sua vita, avvicinandola al mio corpo.
«Se ogni giorno ti avessi accanto nel letto, sarebbe sempre una buona giornata.» le baciai la fronte, affondando il viso nei suoi capelli.
«Cosa faresti senza di me, eh?» si pavoneggiò, agitando le braccia sotto le coperte.
«Stai un po’ ferma.» scherzai. Le presi i polsi, mettendola sotto di me. Mi misi a cavalcioni su di lei, facendolo il solletico.
«Ti prego.» urlò, ridendo per la mia tortura. Non mi fermai finché non le mancò fiato «Che ho fatto per meritarmi questa punizione?» domandò affannosamente.
Feci spallucce «Sono il tuo ragazzo, posso farti ciò che mi pare.» feci la linguaccia. Mi sdraiai sul suo corpo, senza pesarle. Le baciai la guancia, alzandomi dal letto. Avrei voluto passare tutta le giornata sotto le coperte con lei, ma il lavoro mi ‘chiamava’. Indossai i calzini, per poi scendere dal tappeto.
«Oggi hai l'ultima intervista?» domandò Allison, ricoprendosi con il piumone.
Annui «Oggi è l'ultima e poi per due settimane starò sempre con te. Contenta?» la presi in giro.
Scosse la testa «Come farò a vedere il mio amante, se tu starai sempre tra i piedi?» la fulminai con lo sguardo.
«vorrà dire che per due settimane non lo vedrai!» ressi il suo gioco. La vidi sospirare, mentre si avvolgeva le lenzuola attorno al corpo. Tirai su la zip del pantalone, chiudendo il bottone.
Mi passai la lingua tra le labbra, infilando la testa nella felpa «Cosa desideri per Natale?» le domandai, interrompendo il silenzio.
«Non voglio un regalo, a me basta solo di non passarlo da sola.».
Aggrottai la fronte, non capendo il suo discorso «Che intendi?» scosse la testa, alzando le spalle. Mi insospettì, così mi avvicinai al suo lato del letto. Sedendomi sul materasso.
«Parla con me.» sussurrai, accarezzandole la guancia.
Puntò gli occhi nei miei «Da quando ci siamo lasciati… Ho passato le festività di Natale e Capodanno da sola.» ammise, deviando lo sguardo. Le presi il mento, guardandola nei occhi.
«Come da sola?».
Sospirò «Zayn da sola. Non avevo nessuno oltre Maya, lei andava dalla sua famiglia ed io rimanevo sola!» spiegò. Mi spezzava il cuore pensarla tutta solo la notte di Natale, o l’ultimo dell’anno; mentre io passavo le feste in famiglia, e il trentuno a ubriacarmi.
«Non sarai più sola, te lo assicuro.» la strinsi tra le braccia, baciandola a stampo.
Sorrise baciandomi a sua volta: ricambiai con foga «Non dovresti andare a lavoro?» domandò, staccandosi dalle mie labbra.
Alzai gli occhi al cielo «Sei impossibile!» l’accusai «Devi imparare a stare in silenzio, e lasciarti baciare in pace.» soffiai sulle sue labbra.
«Sono contenta di aver fatto pace con te, non avrei resistito molto senza di te…» sussurrò.

Bussai sulla porta, senza ricevere nessuna risposta.
Non era a scuola, erano iniziati da un paio di giorni le cosiddette ‘vacanze natalizie’.
Presi il telefono, chiamandola. Sentii chiaramente la sua suoneria all’interno dell’abitazione, pochi secondi dopo svanì; controllai il telefono: aveva attaccato.
Suonai il campanello, attaccando il dito al citofono finche la porta non si aprì. Allison si presentò alla porta in pigiama, il viso era rigato dal mascara, segno che non si fosse struccata e che avesse pianto. I capelli erano arruffati, gli occhi gonfi e rossi, come il naso.
«Cosa vuoi?» non mi degnò di uno sguardo «Non ti voglio vedere.» aggiunse, cercando di chiudere la porta, ma con un piede lo impedì. Senza sforzarmi aprì la porta, facendo indietreggiare la ragazza.
«Dobbiamo parlare.».
«Non ti ho detto che potevi entrare.» sbottò, incrociando le braccia sotto il seno «Poi non voglio vederti.».
Alzai le spalle senza ascoltarla, chiusi la porta facendo un giro di chiave, superandola. Arrivai in salotto, tolsi il giaccone lasciandolo sullo schienale del divano «A me sinceramente non interessa se tu vuoi, o non vuoi parlarmi. Devi solo tacere e ascoltare.» esclamai, sedendomi. Feci segno a Allison di accomodarsi accanto a me, dopo qualche secondo di esitazione lo fece.
«Abbiamo sbagliato entrambi ieri sera. Tu non hai capito la gravità delle tue azioni, io ho parlato troppo dicendo cose che non pensavo. Entrambi abbiamo esagerato, ma questi siamo noi...» alzò lo sguardo, guardandomi nei occhi «Litighiamo come due bambini, ma poi facciamo pace. La nostra relazione è particolare, per questo mi piace da impazzire.» le presi le mani, incrociando le nostre dita «Ci istighiamo a vicenda, ci facciamo gli scherzi e ci sfottiamo, ma è questa la parte migliore del nostro rapporto! Non voglio una relazione monotona, io voglio viverti il più possibile e in tutti i modi. Noi siamo Zayn e Allison...» le sorrisi, accarezzandole la guancia.
Ricambiò il sorriso, abbassando lo sguardo «Ti vorrò sempre accanto...» mormorò.
Con due dita alzai il suo viso, facendo incontrare i nostri sguardi.
«Ricordi? Siamo fatti per stare insieme.» sussurrai, avvicinandomi al suo viso.
«Perché ci amiamo, noi due contro tutti.» annullai le distanze, insinuando la lingua tra le sue labbra.

Annui ricordandomi la mattinata di due giorni prima, passammo tutta la giornata nel letto. Indimenticabile.
«E' meglio se vado adesso, poi i ragazzi sclerano se arrivo in ritardo.» esclamai, prendendo il telefono dal comodino. Allison fece il labbruccio, cercando di ammaliarmi «Non posso rimanere.» le baciai le labbra.
Scosse la testa, sbattendo le braccia sul materasso come una bambina «Non è giusto, mi lasci sola.».
Ridacchiai «C’è Maya, e sai che non devi lasciarla sola!» le ricordai.
Annuì «Lo so benissimo.» canzonò «Ma vorrei passare del tempo con il mio ragazzo, senza lavoro, scuola o problemi!».
Sospirai «Da questa sera, ti ripeto, sono tutto solo.» baciai nuovamente le sue labbra, senza approfondire «Tra un’ora dobbiamo essere allo studio, ma prima passo da casa.».
«Abiti sopra, rimani un altro po’.» si lamentò.
Misi il telefono in tasca, e il portafoglio in quella posteriore. Uscì velocemente dalla stanza, salutando la mia ragazza. Oggi avremmo rivisto Harry, sarebbe potuto succedere di tutto.

Pov. Harry

Misi le cuffie nelle orecchie, facendo partire dal telefono la riproduzione casuale.
L’unica cosa che mi potesse distrare era la musica, ma poi c’era quella canzone che ti ricordava tutto. Sembrava esser stata scritta per te.
Passai il palmo della mano sul viso umido, cercando, invano, di asciugarlo il più possibile.

Hai letto i libri, hai visto gli spettacoli. Quale via sia la migliore, nessuno lo sa. Mediti, si, ipnotizzato. Qualunque cosa pur di togliertela dalla testa, ma non funzionerà.
Stai facendo tutte queste cose per disperazione.
Stai passando per i sei gradi di separazione.


Come ho potuto trattarla in quel modo?
Lei che amo più di tutte.
Lei che ha perdonato il mio tradimento.
Lei l’unica che mi abbia mai amato.
Lei l’unica che mi ha capito.
Lei che mi è stata vicina in qualsiasi momento, bello o brutto che sia.
Lei che passava nottate intere al telefono, solo per farmi smettere di piangere.
Lei che mi ha cambiato, in meglio.

Avevi da bere, hai preso una boccata. Guardi come il passato va in fumo.
Fingi un sorriso, tu, menti e dici:

Che stai meglio ora più che mai e la tua vita è ok. Ma non lo è, no.
Stai facendo tutte queste cose per disperazione.
Stai passando per i sei gradi di separazione.


Non mi meritavo più niente da lei. Più niente.
Come potevo farmi perdonare da una cosa del genere? Io stesso non lo farei mai.
Aspettava un bambino, il nostro bambino, ed io l’ho trattata come merda. Non se lo meritava.
Mi aveva mentito, era vero. Ho passato un mese di inferno, non sapendo cosa le frullasse per la testa, ma la mia reazione non doveva essere così, no. Dovevo lasciarla spiegare, avrei capito le sue ragioni, ma mi fu impossibile. Come potevo parlare, civilmente, con lei in quel momento?

Primo, pensi che il peggio sia un cuore spezzato.
Ciò che ti ucciderà è la seconda parte.
E il terzo, è quando il tuo mondo si spacca nel mezzo.
E il quarto, penserai di esserti rimesso in sesto.
Al quinto, li vedi con altre persone.
E il sesto, è quando ammetti che potresti aver fatto una cazzata.


Oh no, non c’è nessuno un aiuto, da ricordare a te stesso.

Eh cazzata…
Delle lacrime silenziose scesero lungo il viso, depositandosi sul collo. Mi meritavo tutto ciò.
Non ne combinavo una giusta, prima con Josh e adesso questa. Come potevo essere così stupido?
L’unica cosa che mi rimaneva era piangere, ma non avrebbe risolto nulla. Era solo uno sfogo, per non far peggio. La voglia di bere mi era passata più, e più, volte nella mente; ma se avessi fatto un altro casino, avrei deluso ancora le persone che amavo.

Lo racconti ai tuoi amici, e anche agli estranei.
A chiunque ti metterà un braccio attorno.
Carte, gemme e pietre.
Credendo che questa merda guarirà la tua anima.
Be’ non lo farà, whoa.

Stai facendo tutte queste cose per disperazione.
Stai passando per i sei gradi di separazione.


Amici.
La parola in se mi titubava, io avevo ancora degli amici?
Ormai i ragazzi sapranno la vicenda, l’unico che mancava all’appello, due sere fa, era Niall; ma non l’avranno tenuto all’oscuro.
Louis era dalla mia parte, più che altro non voleva lasciarmi da solo; sapeva che avevo esagerato fin troppo, ma non me lo faceva pesare.
Liam, come il mio migliore amico, aveva capitolo la mia reazione.
Niall e Allison non sapevo come avessero reagito, saranno entrambi delusi da me.
Zayn mi avrà riempito di insulti, specialmente dopo quel messaggio -infantile- che gli avevo mandato.

Primo, pensi che il peggio sia un cuore spezzato.
Ciò che ti ucciderà è la seconda parte.
E il terzo, è quando il tuo mondo si spacca nel mezzo.
E il quarto, penserai di esserti rimesso in sesto.
Al quinto, li vedi con altre persone.
E il sesto, è quando ammetti che potresti aver fatto una cazzata.


Oh no, non c’è nessuno un aiuto, da ricordare a te stesso.

Oh no non c’è nessun ricominciare.
Senza trovare una chiusura.
Tu li riprendi senza esitazione.
È così che hai raggiunto il sesto grado di separazione
.

La voce di Danny, cantante dei The Script, mi stava facendo male.
Le sue parole erano così vere, sembrava che la canzone l’avesse scritta per me. Ed era vero più stai male, e più ascolti musica che ti fa stare ancora più male.
«First, you think the worst is a broken heart.
» canticchiai il ritornello della canzone, chiudendo gli occhi.
Avrei dovuto trovare un modo per risolvere questa situazione, ma sinceramente non sapevo cosa fare.
Sobbalzai sentendo una mano sulla mia spalla «Cazzo, Louis.» sbraitai, togliendomi una cuffia dall’orecchio.
Guardai il castano mentre rideva davanti ai miei occhi «Ti ho chiamato per cinque minuti, non ti giravi…» faticò a dire. Bloccai la canzone, lasciando il telefono, assieme alle cuffie, nel letto. Non mi alzai.
«Cosa ci fai qui?» domandai, cercando di nascondere il viso per via delle lacrime.
Louis scosse la testa, sedendosi sulla sedia vicino alla finestra «Te l’ho detto che sarei venuto a recuperarti.» spiegò «Non nascondere il viso, so che hai pianto!» mi sentii maggiormente in imbarazzo.
Sospirai, aprì il primo cassetto del comodino, recuperando un paio di boxer.
«Ne vuoi parlare?» scossi la testa «Harry tenerti tutto dentro… Non ti fa bene.» Louis stava cercando tutti i modi per farmi parlare, ma non avrei aperto bocca. Mi avrebbe preso per un deficiente. Sapeva che ero pentito del mio gesto, ma sapeva anche che non avrei voluto parlarne.
«Cosa stai ascoltando, prima…?» domandò, cercando un modo per conversare.
«Six degrees of separation.» risposi, alzandomi dal letto. Mi sentivo accaldato, erano tre giorni che stavo completamente nudo, mettevo i boxer con i pantaloncini solo per cenare.
«Bella canzone.» costatò, guardandosi attorno «Finiscila di fare il duro. So che stai male, so che pensi di essere un coglione e so che non sai come uscirne da questa storia.» lo fissai sbigottito, come poteva capire tutte queste cose dal mio silenzio?!
«Ma tu…» borbottai.
Mi fece segno di tacere «Sono il tuo migliore amico, ti capisco io meglio di chiunque altro. Eh Allie mi fa un baffo…» teatralmente si spolverò la spalla, sorridendomi.
Scoppiai a ridere vedendolo così serio «Sei il migliore, boo.» corsi ad abbracciarlo.
«Se è maschio si chiamerà: Dylan.» esclamò, staccandosi dal mio abbraccio.
Aggrottai la fronte, cercando di capire il suo discorso, fin quando non mi venne l’illuminazione «Devo ancora farmi perdonare, e tu pensi al nome del bambino? Eh poi se dovesse essere femmina?» domandai retorico.
«Lucy…» mormorò.
Lo trucidai con lo sguardo «Darcy, si chiamerà Darcy.» urlai, agitando le braccia.
Louis sorrise «Quindi vuoi tenerlo?» calò il gelo.
«Non ci avevo ancora pensato sai?» ironizzai «Ma di certo non la farei mai abortire, si è stato uno sbaglio, ma dentro di lei c’è un piccolo, o una piccola me.».
Il castano alzò le mani in segno di resa «Allora se prende da te: siamo nella merda.» gli tirai uno scappellotto dietro al collo, facendo il finto offeso.
«Secondo te cosa succederà?».
«Non lo so, ma ormai siamo in ballo, balliamo.» mi fece l’occhiolino, aprendo il mio armadio. Mi passò un jeans bianco, aderente, assieme a una maglia nera. Indossai velocemente i vestiti, anche se la voglia di uscire dalla mia stanza era inesistente.
«Come sta?» domandai, alludendo a Maya.
Sospirò «Non molto bene, ha pianto molto e ora ha la febbre…» mi annunciò «Continuava a ripete che ti ha delusa, che non la vorrai mai più, che…».
Lo interruppi «Quello che ha deluso tutti sono io. Lei doveva dirmelo prima, ma io non dovevo trattarla così!» mi incolpai.
Alzò le spalle «Ormai è successo, non puoi tornare indietro, ma puoi spiegare la situazione; e tu dovrai ascoltare lei.» disse autoritario.
Annui, passandomi una mano tra i ricci «Pensi che mi perdonerà?» domandai timoroso.
«Non lo so.».

***


Torturai le mani, sperando che Nicholas, il presentatore del programma tv, non mi chiedesse cose troppo personali; come la mia relazione.
«Zayn!» tirai un sospiro di sollievo «A New York è successo il finimondo. Quindi hai tradito Perrie, per la biondina?» sorrise, fissando Zayn.
Il moro boccheggiò «Non l’ho tradita.» si difese «Non andavamo d’accordo da tempo, a New York, stesso, ci siamo lasciati.» spiegò.
Nicholas sorrise «Capisco, ma hai baciato una ragazza fuori dal Madison Square Garden!» Zayn si morse il labbro, cercando di uscirne.
«Lei è la mia attuale fidanzata, è la mia ex ed è l’unica ragazza che amo! Perrie in confronto non era nulla.» sorrisi a quella affermazione. La Edwards sarebbe morta di gelosia.
«Come si chiama questa ragazza? Sembri molto innamorato.».
Zayn rise «Lo sono. Lei si chiama: Allison.».
«Non vuoi parlarci un po’ del vostro rapporto? Questa è una novità, tutti credevano nella coppia Zerrie.» ridacchiai sentendo quell’affermazione. Zerrie era solo una finzione, anche un cieco l’avrebbe capito.
«Preferirei evitare. Siamo entrambi riservati, e vorrei che lei rimanesse fuori da questo ‘mondo’.» Nicholas annui, chiudendo quell’argomento.
Mi sentii osservato, alzai lo sguardo vedendo il pubblico che mi fissava, assieme i ragazzi «Harry passiamo a te.» deglutì a vuoto «Spiegaci la foto alle tue spalle.» mi girai timoroso, spalancai la bocca.
Erano una decina di fotografue, tutte su Maya che entrava in ospedale, o che usciva con una cartella clinica. Rimasi bloccato, le fans sapevano che ero fidanzato; c’erano foto nel web con me e Maya, ma non si intravedeva bene il suo viso, almeno non come in queste foto. Feci dei respiri profondi, cercando una motivazione valida da dare sia ai fan, e anche alla stampa.
«E' la tua ragazza, vero?».
Merda.

Continua…


Uccidiamo.


SONO PATENTATA, IO AVERE LA PANTENTE. #likeaboss
Intanto: AUGURI DONNE (sono in ritardo, ma meglio tardi che mai.).
Dovevo aggiornare ieri, ma siccome sono un danno: non ho fatto in tempo!!
Ma eccomi qua con il nuovo capitolo, contente?
In questo capitolo amo particolarmente tutto il pov. Harry, specialmente la seconda parte.
So che molte di voi l’ha odiato, ma sinceramente io sono dalla sua parte. Ha esagerato, ma diciamoci la verità chi è che non avrebbe reagito così? Si è sentito preso in giro, e ha il mio appoggio u.u
Zallison sono l’amore, li amo.

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Si può che due persone che si odiano si innamorano?
Moment, in time.
And who am I that's a secret I'll never tell you.
Innamorarsi di te? Non era previsto.

L'amore vive oltre il corpo e l'anima.

Non cambierai mai, vero?

Questo è il mio twitter, se volete seguirmi fatelo pure, per essere ricambiati menzionatemi: https://twitter.com/myloverismalik
Se avete ISTANGRAM questo è il mio nick ‘smilermalik’.
Per istangram: nelle recensioni lasciatemi il nick, per chi dovesse seguirmi.

Un bacio di cuore a tutte le persone che hanno recensito il capitolo.
Grazie per chi mette la storia nei preferiti, o seguiti/ricordate. Siete splendide.
GRAZIE A CHI HA SEGNALATO LA STORIA PER FARLA ENTRARE NELLE SEGUITE: VI AMO.
Alla prossima, Vale.
  
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