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Autore: xstolemyheartx    09/03/2013    11 recensioni
"Perché io e quelli che amo scegliamo persone che ci trattano come fossimo nulla?"
"Accettiamo l'amore che pensiamo di meritarci"
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Sei un'incompetente, ecco cosa sei, un incompetente!» sbraitava la ragazza, mentre scendeva dall'auto. Sbattè lo sportello con violenza continuando a borbottare tra sè e sè. Come aveva potuto essere così idiota da andare a finire in un bosco sperduto, oltretutto fuori mano dove nessuno avrebbe potuto trovarli? Patetico. 
Niall la imitò e si poggiò alla macchina a braccia conserte. «Ora che facciamo? Spiegamelo.» continuò lei. Il ragazzo la fulminò di nuovo con uno sguardo. Di solito nella sua cerchia, appena qualcuno faceva innervosire l'altro, se le davano. Ora doveva trattenersi e ciò non gli garbava neanche un pò. Il primo fosso che gli sarebbe capitato ce l'avrebbe buttata, su questo poteva contarci. «E non guardarmi in quel modo, siamo in..» «Lo so Faith, lo so! Non cominciare, dannazione.» esclamò, zittendola. «Ma cosa vuoi che faccia? Mi hai portato qui, senza acqua, cibo, nulla. Per di più abbiamo la benzina a corto e nessuno che ci possa aiutare.» «Ma cosa pretendevi? Volevi rimanere in mezzo all'autostrada a fare l'autostop?» «Beh lo preferivo.» «Certo, così il primo che capitava chissà dove ti portava. Ma quanto sei stupida.» disse, sbuffando. Tirò un calcio ad un ramo a terra. «A te non è mai fregato niente di me, quindi piantala di inventarti premure inesistenti.» «Ho per caso detto che mi importa di te infatti? In questo momento ti butterei dalla prima rupe che capita, figuriamoci.» «Idiota.» borbottò. 
Con la speranza di poter rintracciare qualcuno, afferrò il cellulare dalla tasca e notò le chiamate: nel giro di mezz'ora si erano raddoppiate. Come si vedeva che erano fratelli, non si arrendevano mai. Proprio in quell'istante ne ricevette una, sempre da parte di Kyle. Rispose subito. «Pronto?» «Faith!» Tirò un sospiro di sollievo al suono di quella voce. «Kyle, mio dio, finalmente. Tutto bene?» «Sì, tutto bene. Tu dove sei?» «Non lo so, sono con Niall e..» «Faith?» «Kyle mi senti?» «Faith che fine hai fat..» Si sentirono vari rumori ambigui, poi la linea cadde improvvisamente senza neanche darle il tempo di dire "a". «Pronto?» ripetè. Silenzio. «Pronto? Kyle mi senti?.. Pronto?» tolse il telefono dall'orecchio e lo guardò. Non c'era campo. Maledizione, doveva aspettarselo. Stizzita, sbattè un piede per terra con tutta la forza che aveva. Rimise il cellulare dov'era prima per evitare il rischio di farlo schiantare a terra dal nervoso. Niall la guardò inarcando un sopracciglio. «Non c'è campo, vero?» «Come sei perspicace.» Lui fece una smorfia. «Ora siamo ufficialmente fottuti.» «Come se prima non lo eravamo già. Tutto merito tuo.» «Certo, è sempre colpa mia, vuoi mettere?» «Certo!» «Beh allora, Miss 'so tutto io', comincia ad aiutarmi e chiudere quella stramaledetta bocca che ti ritrovi.» Si avvicinò alla macchina e aprì il bagagliaio: a quanto pare aveva una vasta scorta di cibo. Quando insieme ai suoi amici dovevano fare delle pedinazioni o fare lunghi viaggi solo per fare degli affari con dei spacciatori, si facevano sempre una scorta. Di solito rimanevano sempre di più in quei posti.. Faith gli venne accanto. «Quindi tu mi apresti portato qua perchè tanto sapevi che avremmo avuto il necessario?» «Sai, il cibo veramente non è stato il mio primo pensiero se devo dirla tutta. Tu che dici?» Gli porse uno scatolone pieno di bottigliette d'acqua e snacks. La ragazza lo osservò prendere il resto, poi chiuse il bagagliaio. Li poggiarono a terra. Di certo non potevano partire così, senza meta. «Ora?» Niall a quella domanda rivolse lo sguardo verso il cielo. «Si stanno avvicinando dei nuvoloni, io direi di trovarci un riparo.»Faith lo imitò. «Già. Entro stanotte pioverà.» «Il problema è dove?» «Beh, c'è sempre la macchina..» «Ovvio, perchè secondo te riusciremmo a dormire in quel buco?» «Almeno per stanotte potremmo provare ad arrangiarci, no?» «E' ancora pomeriggio, abbiamo tempo per cercare.» «Con gli scatoloni in mano.» «E' un problema?» disse riprendendo le sue cose in mano e cominciando a camminare. «..L'ho sempre detto che sei un incompetente.» lo imitò sbuffando. «Zitta e cammina.» «Ehi, aspettami però!» cominciò a correre, quando inciampò sul ramo con il quale poco fa Niall stava giocherellando. Sentendo quel tonfo quest'ultimo si girò. Scoppiò a ridere. La ragazza sospirò, irritata da quell'atteggiamento. «Non ci trovo un bel niente da ridere.» «Beh, perchè non ti sei vista.» Lasciò da una parte le cose e la raggiunse: la aiutò ad alzarsi. «Ti sei fatta male?» «No, sto bene.» ribattè, scansando con violenza la mano del ragazzo. Poteva risparmiarsela quella risatina da presa in giro. Lui gliela afferrò nuovamente. «Ti ho già detto che con me questi atteggiamenti non li usi.» «E io ti ho già detto che non devi trattarmi neanche tu in certi modi, quindi stiamo pari tesoro.» disse, sorridendo nel modo più falso possibile. «Sei odiosa.» Lei riprese lo scatolone tra le braccia. «Senti chi parla.» 
 
Camminarono per un'ora buona in mezzo a foglie, rami spezzati, piccole fosse da dover scavalcare e qualche incidente di percorso ogni quarto d'ora alla ricerca di un posto dove ripararsi e poter passare la notte, perchè a quanto pare nessuno sarebbe venuto in loro soccorso. Faith ogni tanto prendeva il cellulare e controllava se per mano di Dio magari sarebbe ricomparso un pò di segnale, ma non ce n'era ombra. I suoi genitori probabilmente a quell'ora saranno stati su tutte le furie e Kyle chissà cosa gli stesse raccontando. L'avrebbe protetta? Gli avrebbe detto la verità? Riponeva le sue fiducie nella prima ipotesi. Se suo padre scopriva che era uscita senza dir nulla l'avrebbe massacrata. Ma d'altro canto cosa avrebbe potuto dire? Non aveva fatto in tempo neanche a dirgli dov'era, figuriamoci se sapeva che era in un bosco sperduto perlopiù insieme a Niall. 
Non faceva che chiedersi come avrebbero passato quella nottata e come sarebbero andati avanti. Era nervosa. Avrebbe immaginato tutto tranne che di trovarsi da sola in quel modo insieme a quel ragazzo, un giorno. Voleva fuggire via. Non poteva sentirsi al sicuro, non con uno come lui che nascondeva mille segreti ed era continuamente scontroso. Poteva aspettarsi di tutto, era imprevedibile. Eppure cercava di non darlo a vedere. Di certo però, gli sarebbe stata alla larga il più possibile. Poteva accettare di aiutarlo con i compiti e andare alcune volte a casa sua, ma non di passarci delle giornate intere insieme. Da una parte dopo tutto sarebbe stata l'occasione ideale per spingerlo ad aprirsi di più. D'altro canto ci stava provando da mesi e mesi, perchè non tentare decisivamente questa volta?
Era improvvisamente un misto tra l'impaurito e lo spaesato. 
Niall la osservava ogni tanto sbuffando: era così testarda e lagnosa. Come avrebbe fatto a passare un'intera notte con lei? E chissà quanti altri giorni ancora? Al solo pensiero avrebbe preferito farsi uccidere da quella banda di pazzi. Nel frattempo, mentre camminavano, ripensava a ciò che era accaduto e continuava a chiedersi come fosse ridotta la casa ,come stesse Greg e se le cose di valore fossero sopravvissute. C'erano tutti i ricordi dei suoi genitori, specialmente di sua madre: erano una parte di sè, della sua vita. Li avrebbe fatti a pezzi se avesse scoperto che non c'erano più, a costo di rimetterci la pelle e ciò per il 90 % delle probabilità sarebbe accaduto, poteva scommetterci qualsiasi cosa. Non si sarebbero mai arresi, conoscevano come era fatto e bastava prendersi di petto un suo punto debole per attirarlo a loro e farlo fuori. Quello era il loro obiettivo. 
«Sta cominciando a piovere.» disse la ragazza, interrompendo il silenzio agghiacciante. Delle goccioline cominciavano a bagnarle la maglia. «E io che ti faccio?» «Ma che risposta è? Dobbiamo sbrigarci e basta, prima che ci laviamo.» «Come se sapessimo già che c'è qualche posto dove ripararci.» rispose lui scontrosamente come sempre. Faith sospirò. Era insostenibile una conversazione con lui, ma soprattutto era insostenibile lui stesso. «Si, in effetti hai ragione.» Voleva del filo da torcere? Eccolo servito. Niall la guardò alzando un sopracciglio. «Da quando mi dai ragione?» «Da quando mi sono stufata di stare a discutere con te. Niall, dobbiamo passare non so quanto tempo insieme e non possiamo comportarci sempre così, specialmente tu non devi farlo.» «Senti, patti chiari e amicizia lunga dolcezza. Tu non dare ordini a me, e io non dò ordini a te, altrimenti ognuno va per fatti propri e non mi sembra il caso per un'imbranata come te.» chiarì immediatamente. Faith fece spallucce. «Io so benissimo cavarmela da sola, imbranato ci sarai te.» «Oh, ma guarda guarda. Vogliamo provare?» disse, in tono di sfida. «Volentieri.» Si fermarono e si misero l'uno di fronte all'altra, guardandosi negli occhi. Era in quei momenti che avrebbero voluto uccidersi a vicenda. «Bene, allora incamminati stronzetta e fai buon viaggio.» «Altrettanto.»  Senza neanche indugiare minimamente si voltarono di spalle e ripresero a camminare in direzioni diverse. Faith si voltò un'ultima volta prima di intraprendere nuovamente il suo cammino: «Ah, e un'ultima cosa: vaffanculo!» «Ti concedo la precedenza baby!» disse lui, già in lontananza. La ragazza grugnì. Quanto lo disprezzava quando si comportava in quel modo, avrebbe voluto prenderlo a schiaffi senza mai smettere. 

Una folata di vento violenta le scompigliò i capelli tanto da mandarglieli dentro gli occhi. Il suono dei passi di Niall era già scomparso e lei ora era sola: si sentivano solo i suoi piedi pestare le foglie violentemente dalla rabbia. Non badava nemmeno a dove camminava. Aveva freddo, era nervosa e aveva paura. Era forse una delle poche volte che ne aveva e si sentiva tremendamente debole. Non poteva tornare indietro e correre da Niall dopo neanche cinque minuti, avrebbe dimostrato a lui che aveva ragione e detestava darla vinta così facilmente. Però ne valeva davvero la pena rischiare così solo per orgoglio? Ne valeva davvero la pena lasciarsi andare così al suo destino senza nessuno che la potesse aiutare se era in pericolo? Sospirò. Per togliersi quella serie di domande dalla mente cominciò a correre. Correva, correva a perdifiato come non aveva mai fatto. Il vento le pungeva sempre di più il viso e la pioggia aveva cominciato ad essere sempre più insistente: era come se la stesse aiutando a lavare via tutti quei pensieri dalla mente,a liberarla. I muscoli delle gambe le bruciavano così tanto che non ce la faceva più. Non era mai stata un asso nello sport, era evidente, ma minuta com'era se l'era sempre cavata. In quel momento però la paura era troppa. Lottava contro se stessa per reggersi in piedi e andare avanti. Continuò imperterrita, fino a che non cadde a terra senza neanche accorgersene. Un improvviso dolore lancinante le colpì la caviglia. Si girò per notare cosa fosse stato: era inciampata su un pezzo di tronco, di nuovo. Provò ad alzarsi: con il massimo della positivià penso che fosse stato solo un crampo, ma inaspettatamente cadde di nuovo, stavolta lanciando un urlo acuto che riecheggiò tra gli alberi. Nonostante tutto Niall non l'avrebbe mai sentita: era troppo distante dal punto in cui si erano divisi. Urlò di nuovo, questa volta il suo nome. Il ragazzo da lontano sentiva qualcosa riecheggiare, ma non riusciva a distinguere la sua voce. Si fermò in mezzo alla strada e ripensò a Faith. Forse era lei che si era cacciata in qualche guaio? «Niall!» urlò nuovamente, cercando di alzare sempre di più la voce. «Faith?» rispose lui con lo stesso tono. La ragazza non sentì nulla, continuava ad urlare per cercare di farsi sentire. Non riusciva ad alzarsi, tantomeno a muovere un muscolo. Era spaventata. Se nessuno fosse venuto? Se fosse rimasta lì per il resto del tempo e Niall se ne sarebbe andato? Delle lacrime che furono subito spazzate via dalla pioggia, cominciarono a rigarle il viso. «Ti prego, Niall.» sussurrò lievemente tra sè e sè.
Niall lasciò tutto e cominciò a correre, come se in qualche modo l'avesse sentita. Se non era in pericolo, pazienza, vuol dire che avrebbe solo controllato come stava, se era in pericolo, tanto meglio da una parte: voleva dire che il suo istinto non gli faceva brutti scherzi. Il fatto che però non sentisse più quelle urla, lo preoccupava, e per lui era una sensazione strana. Erano forse anni che non si preoccupava più per qualcuno, non sapeva neanche cosa volesse dire il verbo 'preoccuparsi'. «Faith!» urlava, mentre correva. Forse davvero si stava cominciando ad affezionare e ciò non riusciva ad accettarlo. «Faith, ti prego, dove sei?!» La ragazza che ormai strisciava a terra, cercando di recuperare lo scatolone, si fermò di botto. Sentendo quella voce lontana, molto lontana, improvvisamente vide un barlume di speranza farsi strada verso di lei: che Niall se ne fosse accorto? «Niall!» urlò nuovamente. Il ragazzo corse più veloce di prima: non aveva mai corso così tanto per qualcuno, neanche per sè stesso. «Faith, urla, ti prego!» La voce era sempre più vicina, tanto che riuscì a distinguere le parole. Cominciò a strisciare verso la direzione del suono. «Sono qua, Niall!» Afferrò il tronco dove poco prima era inciampata e provò ad alzarsi. Fu tutto inutile, il dolore era troppo lancinante. Il ragazzo riuscì a sentirla più chiaramente e fu capace di riconoscere che strada prendere. «Sto arrivando, stai ferma lì!» «E chi si muove.» mormorò lei. Di certo poteva far tutto tranne che muoversi. 
Il cuore le batteva a mille: un pò per la paura, un pò per Niall. Non riusciva davvero a credere che lui si fosse preoccupato per lei. Era la prima volta che accadeva, non l'aveva mai visto -anzi, sentito- così. «Faith, dove sei?» Il suono delle foglie pestate cominciava ad avvicinarsi sempre di più. «Sono qua!» 
Il ragazzo scavalcò un piccolo fosso e intraprese il cammino, che lo portò da lei. La strada era piena di ostacoli e  da lì capì come era finita nei guai. Sempre la solita. «Dove diavolo sei nasc..» non fece in tempo a finire la frase che si ritrovò la ragazza di fronte stesa a terra. Corse verso di lei e non appena arrivò le si precipitò accanto. «Chi era l'imbranato, eh?» sottolineò a quel punto. Faith ignorò totalmente quell'affermazione, non era neanche sicura di averla sentita bene. Si buttò tra le sue braccia e riprese a piangere. Tremava ancora dalla paura. Niall sentì un sussulto dentro di sè.A quel gesto, gli occhi gli diventarono lucidi: era da quando era morta sua zia che nessuno l'aveva mai abbracciato. Nessuno aveva mai osato avvicinarsi a lui in quel modo. Lentamente, come un bambino alle prime armi, la circondò con le braccia. Piano piano la strinse a sè. «Scusa Niall, scusa. Sono un'imbranata, lo so, ma..» disse tra i singhiozzi. «Shh, è tutto apposto.» sussurrò lui. «Ce la fai a camminare?» «No, credo di..essermi rotta una caviglia.» spiegò con voce flebile, mentre si asciugava le lacrime. Lui con una leggera morza allo stomaco sciolse l'abbraccio. Si alzò e la prese in braccio a mò di sacco, attento a non farle male. Esitando, le scostò i capelli bagnati dal viso e la osservò in silenzio. La ragazza lo guardò negli occhi, ancora lucidi. «Grazie.» sussurrò. Il biondo non rispose e abbassò lo sguardo. «Ti porto al riparo.» La strinse a sè e cominciò a camminare il più veloce possibile. Si sentiva in debito con lei, sentiva che doveva proteggerla, che in qualche modo avesse bisogno di lui. In quel momento esisteva solo Faith, nessun altro. Non Greg, non la sua cerchia, non la droga, non le rapine. Lei. Lei e le sue manie, lei e le sue stranezze, lei e il suo sorriso e la sua battuta pronta sempre a presso. Aveva sempre sottovalutato la sua presenza, l'aveva sempre data per scontata, perchè quando non c'era si sentiva tremendamente abbandonato dal mondo intero: ora che aveva temuto di perderla, era come se la sua mente avesse cambiato definitivamente direzione. Tutto era superfluo, qualsiasi cosa. C'era solo ed unicamente lei e i suoi occhi innocenti che lo guardavano e imploravano aiuto, i quali lui non aveva mai notato così bene. 
Una parte di sè, aveva paura. Aveva paura di avvicinarsi a quel sentimento così grande, l'amore, l'altra parte ne aveva tremendamente bisogno e lui non faceva che respingerla. Era così abituato all'odio, al disprezzo, che niente avrebbe potuto indirizzare il suo cuore a qualcos'altro. Era improvvisamente spaventato da sè stesso, da ciò che stava cominciando a provare. Forse neanche lui si era mai conosciuto fino in fondo. «Niall, se vuoi posso provare a camminare, davvero io..» «E' tutto okay, Faith. Non pesi nulla.» «Non ti dò sempre fastidio?» «E' l'abitudine.» disse facendo spallucce. La ragazza fece lo stesso e si strinse contro il suo petto. Chiuse gli occhi e si soffermò sul suo battito, leggermente irregolare. Dentro di sè sorrideva. Niall la guardò e fece lo stesso. «Hai sonno?» «No.. sto bene.» «Troveremo qualcosa prima o poi.» Guardò il cielo. Era coperto dai nuvoloni e da lampi: ormai era tardo pomeriggio e il buio piano piano stava calando sempre di più. Dovevano sbrigarsi. «Gli scatoloni.. li hai presi?» «Sto andando a prenderli.» «Ti ricordi la strada?» chiese lei sorpresa. «Più o meno. Ora però sta zitta e non cominciare a fare domande.» sottolineò l'ultima frase con un velo di scontrosità. Ecco che ritornava sempre il solito. Faith per non rovinare il momento si accoccolò in silenzio tra le sue braccia e rimase ad osservare la pioggia cadere su di sè. 
 
Non appena arrivò al punto in cui aveva lasciato le sue cose, dopo circa mezz'ora di camminata sotto la pioggia e con il vento freddo che gli pungeva il viso, senza neanche qualcosa che lo coprisse, si sedette a terra sotto una quercia, con la ragazza tra le braccia. Era da un bel pò che dormiva e non aveva intenzione neppure di svegliarsi a quanto pare. Le accarezzò una guancia, lievemente. Dio, com'era bella: si sentiva uno stupido, un emerito stupido. Se n'era reso conto solo ora. Come aveva fatto a non accorgersene mai? Era stato sempre così impegnato a respingere tutto e tutti, a litigare, a rovinarsi la vita, che mai aveva fatto caso a lei e la sua semplicità, così bella. Sospirò e poggiò la testa contro il tronco. Faith si mosse leggermente e si strinse di più a lui. Non voleva aprire gli occhi, era ancora assonnata, ma recepiva tutto ciò che le era attorno. «Niall?» biascicò. «Si?» «Dove siamo?» «Sotto una quercia.. perchè parli ad occhi chiusi?» «Ho sonno.» rispose lei con ovvietà. Si alzò un poco e si avvicinò di più al suo viso, poggiando la testa nel suo incavo tra la spalla e il collo. Niall strinse la presa e poggiò la guancia contro la sua, racchiudendola in un piccolo guscio come a proteggerla. Faith avvertì un brivido percorle la schiena a quel tocco. Era in Paradiso tra le sue braccia, avrebbe voluto non staccarsi mai. «Niall?» chiamò nuovamente. «Sì?» Aprì gli occhi lentamente. «Sapevo che tu eri questo tipo di ragazzo.» Lui sulle prime non rispose, anzi, si staccò leggermente da lei e abbassò lo sguardo. «Io non sono questo.» ribattè. «Sì che lo sei.. e non replicare.» «No Faith, tu non hai capito niente.» «Allora spiegami.» «Non ora.» disse freddamente. Poteva pur essersi un minimo calmato nei suoi confronti, ma l'odio verso certi atteggiamenti non era cambiato. «D'accordo, un giorno lo saprò.» mormorò facendo spallucce. Se era riuscita a far calmare le acque, sarebbe riuscita anche in quello. Allontanò le braccia del ragazzo dal suo corpo e lentamente si sollevò. La testa le pulsava dal dolore, era stanca. Non ce la faceva più. 
Si guardò intorno: pioveva ancora, il terreno era ricoperto di fango e sopra di loro per causa dei nuvoloni che si erano formati, dominava l'oscurità. Ogni tanto veniva spezzata da qualche lampo che fortunatamente ancora non aveva colpito nessun albero. Era quasi buio, perciò il tutto appariva  persino tremendamente lugubre. Se non fosse stato per Niall, a quell'ora sarebbe già morta dalla paura. «Faith, guarda laggiù.» disse il ragazzo, indicando il vuoto verso la loro destra. O perlomeno, per lei c'era il vuoto. In fondo era visibile un piccolo camper, almeno ciò sembrava visto da lì. Faith guardò Niall alzando un sopracciglio. «Ma non c'è nulla.» «Ma come no? Non vedi quella figura bianca?» Lei scrutò nuovamente. Era pazzo Niall o era lei che cominciava a perdere colpi? «Ma stai bene?» «Maledizione Faith, a volte mi domando veramente se tu sia ritardata.» L'attirò a sè e le indicò ciò che vedeva in lontananza.«Ora lo vedi?»  Lei strizzò leggermente gli occhi, poi mise a fuoco la figura. «Oh, si!» Niall battè le mani prendendola evidentemente in giro. «Alleluia!» La ragazza di tutta risposta fece una smorfia. «Allora muoviamoci, no?» «E se c'è qualcuno là dentro?» «Tanto meglio!» In effetti non aveva tutti i torti: magari avrebbero trovato il modo di tornare a casa se qualcuno li avrebbe aiutati. «Allora aspettami qua, vado lì con la roba da mangiare, vedo com'è e poi torno a prenderti.» Faith acconsentì, seppur con una leggera disapprovazione. Il ragazzo la poggiò da una parte, poi si alzò. Prese lo scatolone mezzo bagnato tra le braccia. «Niall, sta attento per favore.» «Non ho bisogno delle raccomandazioni, non preoccuparti.» «Certo, certo. Poi inciampi e muori.» Niall fece le corna con la mano libera. «Non portare sfiga, grazie.» «Beh, se non vuoi delle raccomandazioni, qualcosa devo pur dirti no?» «Sta. zitta.» scandì, lanciandole poi uno sguardo d'intesa. Faith fece spallucce. Lo osservò allontanarsi, tenendo d'occhio qualsiasi suo movimento, fino a che non entrò nel camper.
A dire il vero si sentiva tremendamente stupido a non aver portato la ragazza. Se poi le sarebbe successo qualcosa, sarebbe stata tutta colpa sua, e per giunta sarebbe rimasto solo. Sperando nel meglio, piano piano salì dentro, cercando di non far troppo rumore. Si aspettò qualcuno che sbucasse fuori magari puntandogli qualcosa contro o dandogli una botta in testa, ma in realtà non successe nulla, perlomeno sulle prime. «C'è qualcuno?» azzardò a domandare. Si addentrò all'interno, alla ricerca di un interruttore, cosa che a quanto pare per il momento non esisteva. Il tutto appariva piuttosto lugubre, specialmente visto al buio, ma d'altro canto cosa non lo era lì? «Ehilà, c'è qualcuno?» ripetè. Silenzio, di nuovo. Conoscendo i giri che frequentava lui, qualcuno poteva essersi benissimo nascosto sentendolo avvicinare e probabilmente stava preparando qualche attacco a sua insaputa. Poggiò lo scatolone per terra con un gesto veloce per non dare tempo a qualsiasi persona là dentro di attaccarlo e si guardò intorno nuovamente, come aveva fatto fin da quando era entrato in quella roulotte malridotta. «Avanti, se ci sei esci fuori, non ho paura.» disse in tono provocatorio. In fondo c'erano due stanze, presunse: una per il bagno e una per la camera da letto. Se era solo una, sperava di presupporre male. Non ci teneva affatto a passare la nottata a dormire con Faith, piuttosto avrebbe preferito dormire sul divano. Anche se da quel che aveva visto di sfuggita non era proprio un granchè: saresti affondato non appena ti saresti seduto. Aprì una delle porte, quella più vicina. Come aveva pensato, era il bagno. Almeno lì c'era un interruttore. Accese la luce. Sulle prime, gli venne un conato di vomito. Era schifosamente sporco, c'era una puzza di acqua ristagnata terribile. Con una smorfia richiuse la porta: voleva evitare di entrare in quella specie di porcile. Ma a dire il vero, tutto era un porcile lì. Era senza ombra di dubbio da rimettere a posto. Aprì la seconda porta. Stavolta fece un respiro profondo. Dopo quello scempio cosa doveva aspettarsi? 
Rimase pietrificato. Una stanza da letto. Un letto matrimoniale. Fantastico. «Maledizione, questo è un incubo.» mormorò. L'unica cosa positiva era che fosse pulita. Le lenzuola erano un pò sporche di polvere, ma non c'era un odoraccio come nel bagno. 
Lui continuava a optare per il divano.
Richiuse anche quella stanza e si guardò intorno un'ultima volta, scrutando il tutto. C'era una finestra, che tanto finestra poi non era per quanto era sporca, delle tendine, un mini frigorifero, che non osò aprire, un piccolo divano, un lavandino e una credenza. Pareti e pavimento erano in legno, ormai rovinato probabilmente dal tempo. Scricchiolava in modo odioso ogni volta che si faceva qualche passo. Così se di notte sarebbe voluto fuggire da Faith, non avrebbe potuto. Meraviglioso.
 
 
Faith? Faith ci sei? cContinuava a sussurrare il ragazzo, dandole dei buffetti sulle guance per svegliarla. Erano ormai dieci minuti che era sdraiato vicino a lei e la osservava dormire: si ostinava a non aprire gli occhi, il che lo preoccupava. Aveva davvero il sonno così pesante quella ragazza? Ma cos'era, un antenato di un ghiro? Era stata una giornata piuttosto pesante, ma ora poteva anche alzarsi. Non era lei quella con grinta da vendere che non si stancava mai? «Faith?» chiamò nuovamente. Nessuna risposta.
Chissà se soffriva il solletico, pensò. Sorridendo maliziosamente cominciò a solleticarle la pancia, per poi provare in giro qua e là per il suo corpo. Non appena arrivò al collo, la ragazza si mosse violentemente, spostandosi dall'altra parte. Niall abbozzò una risata e continuò. «Ma và un pò vià.» biascicò lei stranita, scansandogli le mani. «Non me ne andrò finchè non ti alzi.» «Ti dò fastidio per caso? Sto dormendo, non ti faccio domande.. perciò che rompi?» «Vedi? Ne hai già fatte troppe.» «Appunto. Se mi fai dormire ti lascio in pace, mi sembra un buon p..» non riuscì a finire la frase che biascicando sempre di più ricadde in dormiveglia. «Non hai neanche visto il camper.» disse lui, dandole una leggera spinta.«Pazienza..» sussurrò. Si voltò nuovamente verso Niall, senza neanche accorgersene. Lentamente si avvicinò al suo petto e ci poggiò la testa. «Il tuo cuscino sta lì, non sono io.» 
Non rispose, si era addormentata di nuovo. Niall sospirò. Quanta pazienza.



 
myspace.
punciorno a tutti. o puonasera, o punpomericcio, come vi pare. ouo
anche questo capitolo finalmente è fatto. ci ho messo un pò, devo dirlo, però ce l'ho fatta lol
ho qualche idea per il prossimo ed è abbastanza figa, però mi serve qualcosa da aggiungere e..boh, non so cosa.
in questo capitolo faith mi rispecchia tanto.. ha sempre sonno. io ho sempre sonno. siamo perfette insieme. (?)
mentre scrivevo devo confessarvi che ho pianto, quando si abbracciavano. 
so di non essere normale, lo so. lol
però erano così dolci. cc
spero che vi sia piaciuto, non so che dirvi. ouo
alla prossima, e recensite fjkgn. zau.

p.s. leggo sempre le vostre recensioni e mi fanno tanto piacere, grazie mille davvero ♥

 

   
 
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