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Autore: Give_me_only_kiss    09/03/2013    12 recensioni
Lui non era niente. Era nero. Questo pensava un piccolo Scorpius di appena undici anni, fissando le gocce di pioggia che bagnavano il vetro della finestra di camera sua. Si alzò sbuffando e si mise davanti allo specchio, scompigliandosi i capelli con la mano destra.
Tutto quello che vide fu la luce più assoluta: capelli biondi, quasi bianchi, da angelo e carnagione lattea, labbra sottili e lineamenti taglienti, occhi azzurro lucente eppure slavato, con picchiettature grigie.
Assomigliava ad un angelo.
Scorpius ghignò, ricordandosi un detto che aveva letto in un libro babbano.
L’apparenza inganna.
Perché per quanto Scorpius fosse bello fuori, dentro era marcio. Nero.
Genere: Dark, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Severus Potter, Draco Malfoy, Hermione Granger, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Hermione, Rose/Scorpius
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 1

Lui non era niente. Era nero.                                                                                                                                                      

Questo pensava un piccolo Scorpius di appena undici anni, fissando le gocce di pioggia che bagnavano il vetro della finestra di camera sua. Si alzò sbuffando e si mise davanti allo specchio, scompigliandosi i capelli con la mano destra.

Tutto quello che vide fu la luce più assoluta: capelli biondi, quasi bianchi, da angelo e carnagione lattea, labbra sottili e lineamenti taglienti, occhi azzurro lucente eppure slavato, con picchiettature grigie.            

Assomigliava ad un angelo.

Scorpius ghignò, ricordandosi un detto che aveva letto in un libro babbano.

L’apparenza inganna.

Perché per quanto Scorpius fosse bello fuori, dentro era marcio. Nero.

Aveva sempre vissuto con il padre. Sua madre Astoria era morta portandolo alla luce. Scorpius abbassò lo sguardo. Aveva sempre vissuto all’ombra degli errori di suo padre e di suo nonno, tutti lo trattavano con sdegno, disprezzo o peggio, non lo consideravano. Sembrava che fosse invisibile.  
E sapeva che sarebbe stato anche peggio lì. Lì dove tutti conoscevano quello che suo padre aveva fatto. Lo avrebbero trattato con disprezzo, l’avrebbero isolato sin dal primo momento.

Eppure Scorpius non chiedeva molto. Solo, degli amici.

Non ne aveva mai avuti. Suo padre gli ripeteva sempre “Figlio mio, mi dispiace, mi dispiace. Mi dispiace perché non potrai mai vivere una vita serena e felice. Mi dispiace, è tutta colpa mia…” dopo si ritirava nelle sue stanze e non ne  usciva per un giorno intero.

La famiglia Malfoy era caduta nella sfortuna più nera, dopo la guerra. Non economicamente, no. Scorpius e suo padre vivevano in un castello di tutto rispetto, dotato di ogni sorta di lusso. No. Socialmente. Ogni volta che andavano a Diagon Alley o a Hogsmeade le persone non facevano altro che parlare loro dietro e puntarli con il dito, per poi fare qualche acido commento. Era dal giorno in cui era nato che Scorpius sentiva frasi del tipo “Sì, Draco Malfoy.. è stato un Mangiamorte” oppure “ha tradito la sua scuola e ha tentato di uccidere il suo preside” o ancora “quello è suo figlio? Ma chi ha avuto il coraggio di fare un figlio con lui??”.

E Scorpius sentiva la rabbia montargli dentro come una fenice che sorge dalle ceneri. Così, la sua rabbia cresceva giorno dopo giorno, senza aver occasione di uscire. Così l’aveva corroso dentro, fino a farlo diventare un guscio vuoto, incapace di provare un qualsiasi tipo di emozione. Tranne la rabbia.

Nero. Lui era solo questo. Nero. Un angelo delle tenebre.

Fisso con disgusto la lettera con il simbolo di Hogwarts buttata sul letto e sbuffò sonoramente.                                
Si prospettavano davvero sette anni d’inferno.

Ma Scorpius, si rimproverò, dovresti esserci abituato. La tua vita è sempre stata così. Un inferno di fiamme nere.
E lo sarà sempre.  
 
Il giorno dopo il padre lo svegliò presto. Scorpius lo fissò. Una sua copia ingrandita, ma con gli occhi stanchi e già contornati di qualche piccola ruga. Gli sorrise debolmente. Scorpius non ricambiò il sorriso e si alzò, in silenzio. Si preparò e scese nell’immenso salone, dove suo padre lo aspettava, vicino al camino.                             
Usarono la Metropolvere e arrivarono vicino alla stazione di King’s Cross. Appena entrati, Scorpius spinse in silenzio il suo carrello, tra una folla di babbani che fissavano la sua civetta, Pam, con occhi curiosi.            
Il biondo non ci fece caso e si diresse verso il muro tra i binari nove e dieci. Lo attraversò, senza nemmeno aspettare il padre. Rimase senza fiato davanti a una coltre di fumo bianco che avvolgeva un treno rosso sangue.

Il treno per l’inferno, finalmente. O forse sono salito già non appena sono nato?

Scorpius venne riscosso dai suoi pensieri da suo padre che, mettendogli una mano sulla spalla, lo diresse verso un’altra famiglia.
Scorpius li riconobbe subito. Erano i Potter. Harry Potter, capo del dipartimento degli Auror, dove lavorava anche suo padre, era venuto diverse volte al Manor, per questioni di lavoro. Scorpius l’aveva visto solo di sfuggita in quelle occasioni ma ora aveva l’opportunità di guardarlo da più vicino.

Aveva capelli neri così scompigliati che sembravano non aver mai avuto il piacere di conoscere un pettine nella loro vita. Occhi verde smeraldo spuntavano sotto la montatura rotonda e leggera degli occhiali. Aveva tratti leggermente spigolosi ed era piuttosto basso. Accanto a lui c’era una donna dai fluenti capelli rossi e occhi azzurro lucente. La carnagione chiara del viso era infantilmente spruzzata di lentiggini.                       

Vicino a loro c’erano tre bambini. Il più alto, che doveva essere il maggiore, aveva capelli neri e sbarazzini, occhi scuri e un ghigno malandrino finemente disegnato sulle labbra sottili. Il bambino accanto aveva gli stessi capelli, ma occhi smeraldo e carnagione chiara. Aveva l’aria di uno che sta per avere un attacco di panico, ma lo nascondeva abilmente sotto un sorriso ingenuo. La più piccola era identica alla madre, e la stava pregando di lasciarla andare a Hogwarts, mentre la madre rispondeva pazientemente di no.                      

-Potter – li salutò amichevolmente suo padre. Scorpius sapeva che dopo la guerra suo padre aveva tentato di ricucire i rapporti con il Salvatore del Mondo Magico, e ci era riuscito, dato che ora erano buoni amici. O almeno, non si saltavano addosso non appena si incrociavano.

Il moro ricambiò il saluto, mentre il suo sguardo si posava su Scorpius. Gli sorrise e Scorpius lo fissò impassibile. Il Bambino Sopravvissuto lo fissò interrogativo, per poi partire all’attacco:

-È tuo figlio, Draco? – chiese. Suo padre annuì e gli battette la mano sulla spalla, con fare orgoglioso.                        
– Esatto. Lui è Scorpius Hyperion Malfoy – Scorpius fece una smorfia al sentire il cognome che l’aveva condannato a quella patetica esistenza – vedo che tu invece ti sei dato da fare – commentò il padre, indicando i tre bambini.

Harry si grattò la nuca imbarazzato e rise.

-E già. Loro sono James Sirius – il moro sorriso-malandrino – Albus Severus – Scorpius non riusciva a trovare un buon soprannome – e Lily Luna Potter –la rossa petulante – James è al secondo anno, Grifondoro. Albus inizia quest’anno.
- E in che Casa vorresti essere smistato? – chiese suo padre. Albus deglutì e balbettò:                                                          
- Gri- Grifondoro – rispose. Suo padre fece una smorfia d’ovvietà, mentre sorriso- da-deficiente (oggi Scorpius si sente particolarmente creativo ) scoppiava a ridere e Albus lo fulminava con lo sguardo.                 

-Cos’hai da ridere, Jamie? – sibilò il moretto. Sorriso-da-deficiente ricambiò lo sguardo di sfida e disse:            

- Oh andiamo Al. Non ci spererai ancora, vero? Lo sanno tutti in famiglia che tu sei la pecora nera, destinata a finire a Serpeverde – Albus diventò ancora più bianco, mentre Scorpius si interessava ancora di più alla conversazione tra i due fratelli.
-Jamie, Al, smettetela – li richiamò il padre – Jamie, smettila con questi razzismi tra Case, e tu Al, ricorda che i Serpeverde non sono feccia e che se tu lo diventerai…                                                                                                 

 - E questo è scontato… - s’introdusse faccia-da-deficiente..                                                                                                          

– Non cambierà assolutamente niente – concluse Harry. Scorpius rise maligno e tutti gli sguardi si puntarono su di lui.
-E tu ci credi anche? – sibilò il biondino con voce elegante ma maligna – tutto dipende da quello. La gente di questo mondo ti giudica per tre cose: Casa, famiglia, sangue. Tu dovresti essere un Mezzosangue, giusto?

La madre dei ragazzi digrignò i denti a quell’insulto, ma Scorpius continuò impettito.

-A famiglia sei messo bene. La Casa a questo punto è relativa. Grifondoro o Serpeverde, che differenza fa?        
È tutta una grandissima buffonata. Alla fine non dipende da te, ma dagli altri. Che sia un Cappello o un potente mago oscuro a segnare la tua vita, non ha differenza. Tutti e due lasceranno solchi incolmabili. Nessuno è artefice del proprio destino. Potresti essere un perfetto Grifondoro, ma il Cappello potrebbe decidere, per puro divertimento, di metterti in Serpeverde – il discorso di Scorpius fece rabbrividire tutti i presenti.

Era fatto da un animo ormai morto, che ha perso qualsiasi tipo di attrazione per la vita. Un animo nero, che ormai ha perso ogni speranza per sé stesso.

-Non sono d’accordo – la voce proveniva da una donna dietro di loro. Aveva la carnagione chiara, occhi ambrati e orgogliosi, lineamenti aggraziati e capelli color cioccolato, ricci e fluenti. Accanto a lei c’era una bambina dal portamento fiero, dai lunghi capelli rossi e occhi azzurro cielo.                                               
-Granger – disse suo padre. Scorpius ghignò. E così quella era Hermione Granger, la Nata Babbana che aveva dato filo da torcere a suo padre. Guardò la bambina e i loro sguardi si intrecciarono.

C’era qualcosa in lei che lo attraeva. Eppure non aveva niente di speciale. Doveva avere la sua stessa età, ed era alta più o meno come lui. Aveva gli occhi accesi da un orgoglio imperturbabile e lo scrutava con aria curiosa. E Scorpius capì cosa di quella ragazza lo attraeva tanto.

Era pura. Bianca fuori e dentro. Tutto quello che lui non era mai stato.

Quegli occhi, quel portamento, quel sorriso. Tutto in lei era genuino, puro come acqua di montagna, incontaminato dal dolore in cui Scorpius era cresciuto.

-Malfoy – ricambiò il saluto la donna con un sorriso – è un piacere rivederti. Lei è mia figlia, Rose. Rosy, saluta, su – la incoraggiò Hermione. Rose salutò con un sorriso.
-Salve signor Malfoy. Ciao zii, ciao Al – salutò tutti con un sorriso contagioso e poi si voltò di nuovo verso Scorpius – e tu sei…
-Scorpius – disse il biondo. Rose aggrottò la fronte, poi i suoi occhi si accesero di un lampo di comprensione. 
-Come la costellazione – commentò la bimba. Scorpius sorrise. Suo padre sbarrò gli occhi e lui stesso si sorprese di quel gesto.

 Aveva sorriso. Come poche volte prima di allora.                                                                       

-Già – constatò, mentre si tastava le labbra.

Come poteva una bambina indurlo persino a sorridere?               

-Allora Hermione…. dov’è Ron? – chiese Harry. La donna all’improvviso si incupì.
-Non te l’ha detto? Che vigliacco… - commentò con tono amaro – sappi Harry, che Ronald e io abbiamo divorziato una settimana fa. Lui ha preso Hugo e io Rose – Harry stava per dire qualcosa, ma la ex-Grifondoro lo interruppe con un gesto della mano – Harry, non dire niente. Ronald è stato un errore e io voglio ricominciare. Tornando a te, ragazzino… - lo sguardo di Hermione si posò nuovamente su Scorpius – non sono d’accordo. Io credo che ognuno di noi abbia la possibilità di costruirsi la propria vita da solo, indipendentemente dal parere e dalle scelte degli altri. Le nostre scelte sono solo nostre e sono esse che determinano il tipo di persona che siamo – espose Hermione. Scorpius rimase attonito. Il discorso era quello di una animo vivo, pieno di speranza per sé e per il futuro. Sorrise ancora e si stupì di nuovo.

-Per le mutande di Merlino, Granger, dimmi come ci riesci – imprecò suo padre.                                             

-Cosa intendi Malfoy? – chiese Hermione.
-Sono anni che non vedevo Scorpius sorridere. Ti ringrazio di cuore, Granger, e anche tu, Rose. Grazie.
Non fece in tempo in tempo a finire che Scorpius lo fulminò con un’occhiataccia e salì sul treno, senza nemmeno salutarlo.
 
Aveva sorriso. Davanti a molte persone. Si era sentito bene. Quella donna e quella bambina lo facevano sentire bene. Ma sapeva che non sarebbe durata. Non appena Rose avesse capito chi era, non sarebbe più voluta diventare sua amica.

Guardò fuori dal finestrino. Hermione stava dicendo qualcosa a Rose, indicando ogni tanto suo padre. Rose sbiancò e disse qualcosa, decisa. Hermione scosse la testa, ma la baciò sulla fronte e Rose salì sul treno.

Poco dopo la rossa passò davanti al suo scompartimento, insieme a suo cugino Albus. Scorpius la guardò, cercando il suo sguardo e Rose lo ricambiò con disprezzo. Poi proseguì per la sua strada, camminando impettita.

Scorpius si sentì sprofondare. Il suo cuore era stato trafitto da mille pugnali. La sua anima – o quello che ne era rimasto – sottoposta a una seria estenuante di Crucio.

Aveva perso dopo nemmeno due minuti l’unica cosa che lo facesse sentire un po’ meno di merda del solito.

Adesso sì che poteva dirsi veramente nero. Perché lui non era altro che l’ombra di una persona. L’ombra di suo padre, degli errori di suo nonno. L’ombra di una famiglia che aveva commesso tanti errori. E ora lui stava pagando per tutti questi errori.

Scorpius, ripetè nella sua mente, da oggi il mio nome è solo questo. Scorpius è ciò che sono dentro, Malfoy è ciò che sono fuori. Prego che ci sia qualcuno là fuori che possa tirare fuori Scorpius dal baratro dove si è gettato.

Ma Scorpius sapeva che l’unica persona che avrebbe potuto veramente aiutarlo era appena passata davanti allo scompartimento, guardandolo con disprezzo.

Perché l’unica salvezza dell’angelo delle tenebre era una rossa pura e orgogliosa fino al midollo.

Salve a tutti! questo è solo un piccolo esperimento, se piacerà – voglio arrivare almeno a cinque recensioni – lo continuerò. Sappiate che questa è una Rose/Scorpius, ma anche una Draco/Hermione.                                     
Spero che vi piaccia, un bacione,

Selenakilla89  

  
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