Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Swish_    10/03/2013    1 recensioni
Andrea era una ragazza semplice, senza troppi vizi o aspettative. Aveva una vita che le soddisfaceva, con una buona famiglia, un ragazzo bellissimo e amici fedeli. Ma tutto cominciò a prendere una piega diversa quando i suoi occhi incontrarono quelli di Alex, un ragazzo al di fuori di ogni regola, con fascino enigmatico e molti più segreti di quanti se ne potessero immaginare. Dopo il suo incontro, col passare del tempo tutte quelle piccole cose che le rendevano la vita così soddisfacente andarono a perdersi... A cominciare dalla rottura col proprio ragazzo, che confessò di averla tradita. Tutto questo aveva senso?
Era stato il caso... O forse in fin dei conti tutto ciò era stato per volontà di qualcuno?
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il tono di Andrea era agghiacciante. Era il tono proprio di una persona capace di fare di tutto in quel momento, glaciale come Nives non l’aveva mai sentito prima.
- Cosa vuoi? – gli chiese cercando di mantenere tutta la calma che era serbata dentro di lei.
- Parlarti… -
- Oh beh, che peccato. Io invece proprio non ci tengo a parlare con te. -
Nives balzò come un canguro giù dal letto, allarmata. Il suo mimo labiale parlava chiaro:
- Ce-sa-re!? – era sconvolta:
- Co-sa vuo-le!? -
Andrea la guardò con assoluta indifferenza solo per qualche breve attimo, prima di ritornare a fissare il vuoto con sguardo furioso. Era un’espressione terribile, non era da lei… Nives rabbrividì.
- E’ importante, lasciami questa possibilità. – continuò lui:
- Non se ne parla. A proposito, com’è che hai ancora il mio numero? -
- Non l’ho mai cancellato. -
Andrea si fece tradire da un’espressione esterrefatta, mentre Nives, arresa, si arrestò in piedi immobile dinanzi a lei, cercando di capire qualcosa dall’espressioni di Andrea in viso, così lunatiche in quel momento. I suoi abissali occhi castani erano capaci di fare tanto, di trasmettere qualsiasi sentimento invadesse la sua anima in quel singolo momento… E quella volta, Nives notò un velo di tristezza che indebolì visibilmente i riflessi dorati delle sue iridi che tanto la caratterizzavano.
Quello era lo sguardo di una persona che dalle sue ferite si era fortificata e che non voleva più tornare indietro, erano gli occhi di una ragazza non più fragile, ma spietata: la cosiddetta quiete prima della tempesta, era tutta lì, nelle sue iridi. Una tempesta pronta a scatenarsi da un momento all’altro.
Nives si animò di nuovo: aveva interpretato alla perfezione la faccia di Andrea ancora una volta:
- Ha te-nu-to il  tu-o nu-me-ro?! -
Andrea ignorò di nuovo l’amica e chiuse gli occhi per racimolare gli ultimi stralci di self-control che poteva trovare.
- Qualsiasi cosa non m’interessa. – rispose con tono freddo a Cesare, continuando ad ignorare l’amica che intanto era ancora lì a gesticolare e ad urlare parole silenziose dinanzi a lei.
- Si tratta di quel ragazzo che ti sta alle calcagna da prima che ci lasciassimo. Alex, giusto? -
- Di cosa stai blaterando? – Andrea si sentì completamente presa alla sprovvista; sbarrò gli occhi, non sapendo precisamente cosa dire o pensare.
- So che vi conoscete da più di un anno… -
- No, no, no, no. Non continuare. Stai parlando di cose decisamente passate e per te sicuramente irrilevanti, non devono interessarti. -
- Per me saranno cose irrilevanti… Ma per te no. -
- Cosa vorresti dire? -
- Che se fossi in te starei alla larga da lui. -
- Oh, grazie! Mio splendido cavaliere, per il tuo eroico gesto! – ora il tono di Andrea si esibì quasi stridulo, era evidente che aveva già raggiunto il limite.
Nives ormai sembrava come ipnotizzata, gesticolando ancora animatamente in silenzio.
La voce di Cesare invece, Andrea la sentiva forte e chiaro, e sembrava tesa anche se pacata.
- Non cambierai mai. -
- Cesare… -
- Dimmi. -
- Vaffanculo. – e in preda ad un fervido istinto omicida, Andrea staccò seccamente la chiamata.

- Posso sapere cosa cazzo è successo?! -
Nives era esplosa come un vulcano, quasi gridava dall’irritazione.
- Nives… - il tono di Andrea era decisamente diverso adesso, notò Nives; poco prima sembrava un leone a caccia, famelico e spietato, adesso invece… Era visibilmente afflitta, nient’altro che frustrata, e per un attimo Nives rivide l’Andrea di un anno prima, orribilmente magra e pallida in volto.
- Si? – l’amica si inginocchiò di fronte a lei, sedendosi sui talloni e poggiando le mani sulle sue ginocchia… Aveva deciso di calmarsi, vista l’espressione di Andrea in quel momento, si rese conto che un’altra delle sue ramanzine questa volta poteva risparmiarsela. In fondo non era che preoccupazione, la sua.
- Prendi il mio portatile. – ora la sua voce risuonava decisa, mentre Nives invece sembrava sempre più stranita:
- Perché? -
- Devo contattare Alex. -
Al suono di quelle parole Nives spalancò gli occhi, sembrò quasi che stessero per uscirle gli occhi dalle orbite, era sconvolta:
- Cosa ti ha detto Cesare!? -
- Prendilo e basta, Nives. -
Lei, udendo il tono ostinato decise di acconsentire, semplicemente perché sapeva che assecondarla sarebbe stato l’unico modo per capirci qualcosa. Andrea era fatta così, o la si assecondava in questi casi, o si chiudeva a riccio e faceva tutto da sola… Per poi ritrovarsi nei guai. Quindi, una volta rialzatasi, preso il laptop Apple di Andrea dalla scrivania di fronte il suo letto e averglielo posto sulle gambe, accennò un inchino volutamente teatrale degno di uno schiavo sussurrando con acido sarcasmo:
- Zì badrone! – cacciò la linguaccia per esibire un’odiosa smorfia.
Andrea dovette ammettere che in quel preciso istante avrebbe tanto voluto lanciarle il computer dritto in faccia, ma sapeva bene che era la rabbia e la collera a parlare, per cui decise di continuare con la sua tattica da “finto sordo” e quindi ignorarla ancora una volta. Poggiò il suo telefono sul letto di fianco a lei e aprì il suo Macbook   correndo subito verso l’icona di Facebook.
Non ho il suo numero…” Andrea se ne rese conto solo allora: “Non me l’ha mai chiesto…
Probabilmente Alex aveva capito che non era ancora il  momento giusto… Anche perché, doveva ammetterlo, quasi sicuramente se pur lui l’avesse mai chiesto, lei non gliel’avrebbe comunque dato o voluto il suo a sua volta. Ma era giusta tutta quella ostilità nei suoi confronti?
In fin dei conti, non si era mai davvero comportato male con lei. “Non è il momento giusto per pensarci, adesso. Devo parlargli. Devo capire cos’ha a che fare Cesare con lui.
Aprì l’icona bianca della chat scorrendo lo sguardo tra decine di nomi delle persone che in quel momento erano in linea elencati in ordine alfabetico… Ed eccolo lì, anche il suo: Alessandro Conte.
Nessun diminutivo… Pare molto professionale.” Si sbrigò ad aprire la sua finestra:

 Andrea Pietrosa:
Alex, devo chiederti una cosa. Hai tempo?

Nives era ancora visibilmente confusa, ma con un certo sforzo decise di rimanere in silenzio, lasciando fare ad Andrea e limitandosi a fissarla con sguardo intimidatorio, visto che quello proprio non riusciva a sopprimerlo. L’attesa fu breve anche se ad Andrea parve un decennio, rimanendo in silenzio e immobile con gli occhi fissi sullo schermo.
Benché indossasse uno dei suoi maglioni larghi color porpora, con leggins scuri e piedi scalzi, non si era mai sentita così scoperta, sentiva d’improvviso un inspiegabile brivido di freddo, e proprio non riusciva a calmarsi. Sentire di nuovo Cesare dopo tutto quel tempo… Le parve uno shock. Dopo tre minuti esatti, arrivò la risposta di Alex. Andrea sussultò.

Alessandro Conte:
Quanto ne vuoi. A cosa devo la tua attenzione?

Andrea inarcò un sopracciglio mentre Nives continuò a starsene ferma in silenzio, entrambe con gli occhi fissi sullo schermo sentendo la tensione accrescere nella stanza.

Andrea Pietrosa:
Ti disturba la mia attenzione?

In effetti dopo ieri non si è fatto sentire per niente… Sì in verità non l’ha mai fatto davvero, non mi ha mai contattata in nessun modo… Ma oggi non era nemmeno fuori scuola, cosa molto strana. Che mi abbia fraintesa ieri? Sono stata troppo cordiale?
La sua coscienza si soffermò su quella parola:
…fraintesa? O capita?”
Scosse subito la testa mandando via quel pensiero e rifiutandolo con sdegno. Alex rispose dopo meno di un minuto.

Alessandro Conte:
Affatto.

Andrea rimase un po’ spiazzata dalla sua risposta così breve e concisa, non sapendo come rispondere, ms dopo un’altra attesa di un paio di un minuti lui continuò:

…In effetti tutta Italia lo aveva già capito, signorina, ma è evidente che lei era troppo presa da… ALTRO per rendersi conto che sto cercando di ottenerla già da tempo.

-AAAHH!- Nives sobbalzò di nuovo dal letto.
- Signorina Andrea Pietrosa, non puoi negare l’evidenza di questa clamorosa avance! -
Andrea si limitò a guardarla con occhi sbarrati: “Che cosa gli rispondo?” aggrottò la fronte. Nives si riposizionò dov’era prima.

Andrea Pietrosa:
Dovrei esserne lusingata? Ad ogni modo, devo parlarti di una cosa abbastanza importante.

Andrea premette il tasto INVIO lasciando la frase in sospeso, ancora non era sicura di stare facendo la cosa giusta. Avrebbe dovuto ignorare le parole di Cesare? Si sentiva terribilmente confusa, mentre la risposta di Alex arrivò velocissima, dopo qualche secondo:

Alessandro Conte:
Non qui. Se è una questione importante E’ meglio parlarne di persona. Stasera a cena?

Andrea si sconvolse, sussultando animatamente. “E’ un appuntamento!?” scosse la testa chiudendo gli occhi: “...Certo che no. Non può esserlo.
La risposta di Andrea arrivò dopo cinque minuti, poteva sembrare un’eternità:

Andrea Pietrosa:
Stasera. Legend Pub, alle nove.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Swish_