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Autore: Road_sama    10/03/2013    5 recensioni
[Fanfic sospesa fino a che non mi tornerà l'ispirazione giusta. Chiedo scusa a tutti i lettori che aspettano un aggiornamento da un bel po' di mesi, ma ho troppe cose per la testa in questo periodo. Spero di riprendere in mano la fic presto.]
Questa è la prima long fic in questo fandom quindi fatemi sapere cosa mettere a posto!
I Perfect Maker sono una piccola band europea, arrivata in California da poco per fare una serie di concerti. Non sanno ancora cosa vuol dire essere delle star e non sanno nemmeno cosa possono diventare i Paparazzi per loro. Sarà proprio questa piccola avventura ad insegnarglielo e a cambiarli per sempre.
Buona Lettura!
/UsUk//GerIta//Spamano//Franada//PruHun//accenni AusHun/InghilterraxIrlanda/
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Chiedo perdono per il ritardo con cui aggiorno ma, sono stata piuttosto impegnata con la scuola. Mi scuso anche per la lunghezza del capitolo (che è veramente corto) ma, non ho potuto fare altrimenti. Perdonooooo!! La parte iniziale e la parte finale (quella scritta in corsivo) mi è venuta abbastanza di getto quindi, boh, spero vi piaccia lo stesso e Buona Lettura :)
 

 

Delinquente
 

Poche volte si concedeva
di torturare qualcuno.
Lui era un tipo calmo,
abbastanza pacifico...



-Fuking wake up!- un urlo colpì Alfred dritto ai timpani. L’americano si portò un cuscino sull’orecchio e, ignorando di chi fosse quella voce, si rimise a dormire.
-You wanker!- Alfred si ritrovò compresso tra il materasso e il pavimento, la faccia spiaccicata al pavimento e un dolore atroce al ginocchio. Appena riuscì a liberarsi del materasso si fiondò verso colui che l’aveva svegliato così male con intenzioni poco amichevoli.
-Era ora che ti decidessi ad alzarti.- Davanti ad Alfred si trovava un Arthur intento a sorseggiare una tazza di te fumante. L’americano lo guardò con una faccia tra l’incazzato e lo scandalizzato.
-Why the fuck did you wake me up like that?!- urlò sull’orlo dell’isteria il biondo. L’inglese sbuffò divertito poi, con il mento indicò l’ora.
-Sono le sette.- Alfred non ci poteva credere così si voltò per confermare l’ora. Erano proprio le sette!
-Sei diventato matto tutto in un colpo?! Ieri siamo tornati a casa che erano le tre e mi hai svegliato così presto?!- sbraitò di nuovo l’americano. Arthur ghignò.
-Dobbiamo andare nella zona di Santa Barbara per fare due concerti.-
-E allora? Perché vieni a dirlo a me? Andate, forza.- l’americano risistemò il materasso cercando di rimettere le lenzuola decentemente.
-Forse tu non hai capito bene chi sono io per te in questa settimana.- disse secco Arthur.
-Un rompipalle, ecco chi sei.- affermò Alfred scocciato.
-Bloody Wanker! Io sono il tuo padrone! Quindi, ora ti cambi e vieni con noi a Santa Barbara. E muoviti che arriviamo in ritardo.- Alfred sospirò. Ma cosa aveva nella testa quando aveva fatto quella scommessa idiota? L’americano si mise di fianco all’inglese e fece lo sguardo più agghiacciane che poté. Il risultato non fu dei migliori visto che l’altro scoppiò in una fragorosa  risata.
-Fidati, appena passa questa settimana tu me la paghi!- sibilò il biondo prima di andare in cucina a cercare qualcosa da mangiare.
Doveva ammettere che quella casa era dieci volte il suo appartamentino. Al secondo piano c’erano sei camere molto spaziose con bagno incorporato e un terrazzo che dava sulla città. Al primo piano c’era una cucina, una sala da pranzo e un salotto simile ad aeroporto con televisione a 52 pollici. Ah, avevano anche una piscina…
Con molta calma Alfred arrivò in cucina e lì trovo un’Elizabeta mezza nuda intenta a versare dei cereali in un’elaborata tazza di ceramica blu.
-Buon Giorno Alfred…o dovrei dire Buona Notte Alfred…?- l’americano si sistemò gli occhiali sul naso cercando di trattenere uno sbadiglio.
-Non dire niente che è meglio. Spiegami perché a me è capitato proprio lui!? Penso sia l’unico inglese in America ad essere così scorbutico!-
-Hahahaha! Mio caro Alfred, fidati, non è sempre stato così. Una volta era veramente forte. Potrei paragonare il suo carattere di allora con il carattere di Gilbert.- Alfred la guardò stupito. Non riusciva proprio a comparare l’Iggy a Gilbert.
-E’ impossibile! Non ci credo!- urlò l’americano. L’ungherese gli si avvicinò.
-Ti dico che una volta era così! Quando stava ancora con…- Elizabeta indugiò sulle ultime parole.
-Stava ancora con…?- incalzò Alfred.
-Stava ancora con Matt, non il Matt che fa parte della nostra band, un’irlandese. Un bel pezzo di irlandese.- l’americano arricciò il naso. Si stava veramente interessando al passato di Arthur!
-Che è successo?-
-Beh, come si siano incontrati non lo so di preciso. Quello che mi ha raccontato è che si sono conosciuti in Inghilterra, a Londra  per l’esattezza. Si sono innamorati subito e sono stati insieme per molto tempo. Ma, diciamo, che i genitori di Arthur non approvavano quella relazione, sia perché non erano d’accordo con i suoi “gusti” ma anche perché Matt e Arthur stavano diventando veri delinquenti! E’ per questo che i genitori di Arthur hanno cercato di segregarlo in casa ma, lui e il suo ragazzo se ne sono scappati in Italia. Però…-
-Però?- chiese Alfred sempre più curioso. I suoi occhi si erano illuminati di una strana forma di ammirazione.
-Però, cosa vuoi, Matt l’ha mollato, o meglio, prima di mollarlo l’ha tradito tre o quattro volte. Penso che da quella storia il tuo “Lord” non si sia mai ripreso…- l’americano sentiva qualcosa muoversi dentro lo stomaco, e no, non era fame, si sentiva quasi in colpa per aver lanciato tutte quelle maledizioni ad Arthur. In fondo non era sempre stato così. E lui, beh, lui era un'eroe e non poteva trattarlo male...I suoi pensieri furono interrotti dall’arrivo dell’inglese che assunse subito un’espressione irritata.
-Devi ancora fare colazione?! Muoviti idiot! Arriveremo tardi per colpa tua!- il biondo prese Alfred per il colletto e lo trascinò in camera.
-Mi è passato tutto!- esclamò l’americano al settimo cielo. L’inglese lo guardò storto cercando di interpretare quella frase.
-Di che parli yenkee?-
-Mi sentivo in colpa! Ma dopo aver visto quella tua stupida faccia mi è passato tutto!-
-You bloody wanker! I kill you!-
 
 -Arthur sei cattivo!- sibilò Elizabeta. L’inglese ghignò.
-Se lo merita! Mi insulta questo ragazzino sfacciato!- un’improvvisa frenata da parte del pulmino stava per fare rovinare tutto al biondo. Infatti, come sempre, Matt guidava il pulmino che li conduceva ai concerti. Era abbastanza grande, aveva molti sedili, due tavolini e un bagno. In più sul lato destro c’era un letto a parete. In effetti, quello, più che a un pulmino assomigliava ad un camper.
-Matthew, cazzo, sto cercando di fare un capolavoro! Guida come si deve!- gridò Arthur con molta poca gentilezza.
-Scusa, Artie.-
-Non cominciare anche tu con le abbreviazioni.- ringhiò l’inglese ricominciando a tracciare segni con il pennarello indelebile.
-Arthur! Smettila! Se si sveglia ti uccide! Feli non metterti anche tu!- cercò di ammonirli l’ungherese.
-Mi dispiace Eliza ma, quando si parla di arte io devo esserci.- affermò con un sorriso l’italiano.
-Disegnare cose strane sul viso Alfred non è arte!-
Arthur rise di gusto e si mise a contemplare la sua opera d’arte. Rimase qualche secondo così, assorto in quel viso delicato. Certo che quello stupido di un americano avrebbe potuto benissimo essere famoso con quell’aspetto. E i suoi occhi azzurri…
Arthur si accorse troppo tardi che l’americano si era svegliato. Arrossì violentemente e cercò di nascondere l’indelebile dietro la schiena.
-Perché mi guardi così Iggy?- sbiascicò Alfred.
-Ehm…io…No! Non…- troppo tardi. L’americano si era strofinato gli occhi. Ora aveva le guance completamente nere. L’inglese non poté trattenere una risatina, come, del resto, non poterono non fare gli altri presenti. Alfred cominciò a capire così fece scorrere gli occhi sulla mano con la quale si era toccato il viso. Sbiancò. Rivolse subito lo sguardo al finestrino e, grazie al riflesso riuscì a vedere quello per cui tutti stavano ridendo.
Dannato inglese! Aveva ridotto il suo bellissimo viso da eroe ad un bello schifo! Gli aveva fatto una barba lunga mezzo metro, le guance erano ornate con brillantini e indelebile azzurro e i suoi occhi, i suoi bellissimi occhi era circondati da chiazze nere simili a bubboni di peste. Che schifo. Il senso dell’arte degli inglesi fa veramente pena! Alfred si voltò, molto lentamente, verso Arthur e ridusse gli occhi a due fessure. Questo suo comportamento causò all’inglese un’altra scarica di risate.  
-Motherfucker!-                                                            

                      
Poche volte si concedeva
di torturare qualcuno.
Lui era un tipo calmo,
abbastanza pacifico ma,
quell’inglese, quel maledetto inglese
l’aveva già fatto imbestialire.

  
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