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Autore: jas_    10/03/2013    19 recensioni
Aprii gli occhi di scatto e spostai il cuscino, mettendoci un attimo a far riabituare i miei occhi assopiti alla forte luce che entrava dalla finestra vicina a me. Mi guardai intorno e sussultai: quella non era la camera di Molly, né tantomeno la mia.
Un altro movimento mi fece voltare di scatto alla mia sinistra, un ragazzo seminudo dormiva sereno nel mio stesso letto. Prima di rendermene veramente conto urlai, guardando poi il mio di corpo: indossavo solo la biancheria intima. Cominciai improvvisamente a sentire caldo, mi passai una mano tra i capelli in preda al panico e cercai di ricordare gli avvenimenti della serata precedente.
Ricordavo la festa, i diversi cocktail che Molly mi aveva portato, quelli che invece mi ero arrangiata io a prendere, la pista affollata, quasi soffocante, io che non trovavo più Molly e cercavo di uscire da quella trappola umana e... Due mani che mi cingevano i fianchi, poi il vuoto.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Right side, wrong bed'
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Capitolo 7

 
 
«Tesoro che ne dici di questo vestito?» mia madre fece capolino nel camerino, senza disturbarsi di non spalancare la porta, nonostante fossi in mutande e reggiseno, mostrandomi un orrendo abito color prugna.
«Non porta sfortuna il viola?» le domandai, più che altro per evitare di dover indossare quell'orrore al matrimonio. Che poi, neanche fossero le nozze di William e Kate e io fossi la damigella d'onore. Era il matrimonio della figlia di una delle sue amiche della sua ristretta cerchia di pettegole, che io conoscevo a malapena. Quindi ero la meno importante degli invitati, avrei potuto tranquillamente riciclare uno dei tanti e bellissimi vestiti che avevo nel mio armadio a casa ma no! Mia madre doveva spendere almeno mille sterline per un abito che avrei utilizzato una volta nella vita.
Mi guardò scandalizzata, reggendo ancora quel vestito in mano.
«Tesoro ma... È di Versace!» strillò quasi, come se fosse in preda ad una crisi di nervi.
Sospirai e presi l'abito, indossandolo più per farle in piacere che altro. Dopo un po' di fatica con la zip mi ammirai allo specchio, averlo addosso era ancora peggio che vederlo su un appendino. Uscii dal camerino e girai su me stessa per farmi ammirare da mia madre che intanto si era accomodata su una poltrona.
«Non ti dona» fu il suo commento.
Tirai un sospiro di sollievo, fortunatamente non le piaceva se no sarei stata praticamente costretta ad indossarlo alla cerimonia. In quel momento arrivò una commessa del negozio che reggeva in mano un abito ancora incartato, «questo mi è appena arrivato, fa parte della nuova collezione di Cavalli e, personalmente, è molto bello.»
Lanciai un'occhiata preoccupata alla ragazza, che mi sorrise comprensiva, osservando poi ciò che avevo addosso.
Quando mi mostrò il vestito che invece mi aveva recuperato lei dovetti trattenere il respiro.
Era color avorio, lungo fino a metà coscia e di raso. Era una stoffa semplice che si incrociava sul davanti formando il décolleté, aveva come un'arricciatura sotto il seno e poi cadeva morbido. Mi dava vagamente l'idea di quegli abiti dell'antica Roma, soltanto con entrambe le spalline e leggermente più corto.
«È... Stupendo» fu l'unica cosa che riuscii a dire.
«È bianco!» esclamò mia madre quasi indignata, «solo la sposa si veste di bianco!»
«È avorio!» ribattemmo io e la commessa in contemporanea, forse io con un po' più di enfasi, e mi scappò un sorriso.
Avevo sempre evitato di contraddire mia mamma ma quel vestito era... La perfezione. Non me lo sarei lasciato scappare per niente al mondo.
Ignorando le sue lamentele, lo presi e mi chiusi in camerino per provarlo. Ne uscii alcuni secondi dopo, con un sorriso a trentadue denti stampato sul volto. Prima che potessi dire qualunque cosa però, sentii il mio telefono squillare e mia madre, che non sapeva cosa fosse la privacy, lo prese indisturbata e lesse il mittente della chiamata.
«Chi è Harry?» chiese poi.
Ignorai la sua domanda e le rubai il telefono di mano, «nessuno» borbottai poi, allontanandomi di lì.
«È il tuo accompagnatore?» la sentii gridare, ma non le risposi.
«Pronto?» dissi piuttosto, rivolta ad Harry.
«Ciao Cioppicioppi!» esclamò lui, allegro come al solito. «Come stai?»
«Non è un buon momento» sussurrai.
«Perché parli a bassa voce?» chiese poi, «aspetta, non dirmelo. Tua madre.»
Annuii, «non si fa mai gli affari suoi e ha letto il tuo nome sullo schermo. Ora vorrà sapere vita morte e miracoli su di te e la tua famiglia.»
Lo sentii ridere, «c'è ben poco da sapere, credimi.»
«Allora significa che non sarai adatto a farmi da accompagnatore.»
Harry rimase in silenzio, «accompagnatore per il matrimonio, devo trovare qualcuno entro sabato» chiarii.
«E perché non sarei adatto?» chiese.
«Beh, se sei di buona famiglia, ricco, tuo padre è un uomo d'affari, tua madre organizza eventi di beneficenza e robe simili allora forse potresti andar loro a genio» spiegai brevemente.
«Stai scherzando?»
«Purtroppo no» sospirai.
«Victoria!» mi chiamò mia madre.
«Scusa ma ora devo andare, sto provando i vestiti per il matrimonio.»
«Qualunque cosa indosserai starai comunque benissimo» mi disse lui.
Sentii un qualcosa all'altezza dello stomaco, che non seppi definire, «grazie» fu l'unica cosa che riuscii a mormorare, in pieno imbarazzo.
«Allora ci sentiamo, divertiti Cioppicioppi» lo sentii ridere.
«Ciao Harry.»
«Victoria!»
«Arrivo!» gridai di rimando a mia madre, tornando di là.
«Cos'aveva di così interessante questo Harry da raccontarti? Dovresti invitarlo a cena ogni tanto...»
«Mamma...» la ripresi.
«Che c'è?» si difese.
«Non sarà il mio accompagnatore, non è il mio ragazzo, so ben poco su di lui quindi non partire con l'interrogatorio perché non saprei cosa risponderti» ed era la verità, in fondo cosa sapevo su Harry se non che frequentava la mia stessa scuola e che faceva di cognome Styles?
«Okay» mormorò, leggermente dispiaciuta. «Comunque il vestito puoi prenderlo se vuoi, la ragazza mi ha spiegato che non è bianco ma avorio e che quindi non ci saranno problemi.»
Sorrisi grata alla commessa prima di tornare in camerino e cambiarmi di nuovo. Mentre mia madre pagava alla cassa, non resistetti all'impulso di scrivere ad Harry e chiedergli se avesse da fare in quel momento.
La risposta non tardò ad arrivare, "libero come l'aria, cosa vuoi fare?".
Ci pensai su un attimo, in realtà non ne avevo la minima idea. In quel momento volevo solo allontanarmi da mia madre, e forse avevo anche un po' voglia di vederlo.
"Non so, tu cosa proponi?"
«Victoria, hai già deciso che scarpe indossare?» mi domandò mia madre.
Annuii distratta col telefono in mano. «Quelle che ho già, no? Non c'è bisogno che ne compri delle altre.»
"Hyde Park?"
Lessi il messaggio e mi scappò un sorriso, «mamma scusa ma devo andare, mi sono dimenticata che avevo un appuntamento con Molly! Ci vediamo a casa, okay?»
Lei annuì confusa, e senza lasciarle il tempo di ribattere uscii dal negozio e chiamai un taxi.
 
«Divertita con tua mamma?» fu la prima domanda che Harry mi porse, quando lo raggiunsi davanti ad una delle tante entrate del parco.
«Da morire» dissi sarcastica, mentre ci incamminavamo per la strada immersa nel verde.
Lui rise, mettendosi a posto i capelli con un cenno del capo che ripeteva spesso.
«Dai non può essere così male!» cercò di convincermi.
«No, non lo è, tranne quando si fissa» spiegai, «prima per esempio ha iniziato a chiedermi di te, mi ha persino detto di invitarti a cena!» esclamai incredula.
«E che c'è di così strano, scusa?» chiese lui, e giurai di aver percepito una nota di fastidio nella voce.
Alzai le spalle, «non ti piacerebbe. Inizierebbe a farti un milione di domande, a metterti anche in imbarazzo, sa essere davvero pesante quando vuole.»
«Questo mi ricorda qualcuno» osservò lui.
Lo guardai confusa, «me» aggiunse, «mi hai detto di essere pesante ieri.»
Aprii la bocca per ribattere, non pensavo che desse poi così peso alle mie parole, «io...» borbottai imbarazzata, senza sapere bene cosa dire.
«Tranquilla!» mi rassicurò lui, «era solo per dire, non me la sono presa!»
Mi rilassai leggermente, «intendevo solo dire che siamo entrambi pesanti secondo te, quindi potremmo andare d'accordo. Chi lo sa» spiegò.
«Ci tieni così tanto a conoscere mia madre?» gli chiesi.
«Sinceramente? Sì» ammise, «ne parli in continuazione e, a dire la verità, neanche troppo bene, quindi sono curioso di sapere che persona è.»
«Ti ha preso per il mio ragazzo, credo» dissi.
Harry sorrise, «questo non è per forza un difetto, no?» mi fece l'occhiolino.
Che intendeva dire con quelle parole? Lo osservai confusa ma non dissi niente, continuai a camminare in silenzio e a godermi la tranquillità di Hyde Park.
Ogni tanto le mani mie e di Harry si sfioravano accidentalmente, e ad ogni contatto sentivo come una scossa partirmi dalle dita e poi percorrermi tutto il corpo. Mi ritrovai ad osservare il suo profilo con la coda dell'occhio, era davvero bello, pensai.
«Che c'è?» mi chiese lui, sentendosi fissato.
Scossi la testa e distolsi lo sguardo da lui imbarazzata. «Nulla» mormorai.
Harry annuì, lasciando cadere l'argomento. «Lo vuoi il gelato?» domandò poi, indicando in chiosco poco più avanti.
Annuii, feci per prendere alcuni spiccioli che avevo sempre nella borsa ma lui mi bloccò appoggiando la sua mano sopra la mia.
«Che cavaliere sarei se ti facessi pagare?»
Alzai gli occhi al cielo divertita, «va bene, Sir. Harry, ma sappi che mi sento in debito.»
«Troverò il modo per farti sdebitare» rise lui, mentre estraeva il portafoglio dalla tasca posteriore dei jeans e chiedeva due gelati al commesso.
Mi porse il mio cono e riprendemmo a camminare tra gli alberi fino a quando raggiungemmo una delle tante fontane del parco.
Mi voltai a guardare Harry, aveva i lati della bocca sporchi di gelato.
«Sei peggio di un bambino» lo ripresi divertita, lui si pulì le labbra con la lingua lasciando tuttavia del gelato sulla guancia destra. Presi dalla borsa un fazzoletto e glielo porsi.
«Pensavo avresti fatto tu, sarebbe stato più romantico» osservò lui, sorridendomi sornione.
Feci come mi disse e lo pulii, «va bene ora?» chiesi.
Lui annuì, «ma anche tu sei sporca» mi avvertì.
Lo guardai allarmata, «dove?»
Indicò un punto indefinito sulla maglietta ed io istintivamente abbassai lo sguardo su di essa, lui come il più classico dei giochi mi toccò il naso e scoppiò a ridere.
«Dai, non pensavo ci saresti cascata!» mi prese in giro.
«Scusa se non ti reputo un bambino che fa ancora queste stupidate!» lo ripresi, senza tuttavia riuscire a trattenere un sorriso. «Sei un poppante» annunciai, mettendomi a braccia conserte.
Harry si avvicinò pericolosamente a me, «non è vero» sussurrò.
Mi sforzai di annuire e di ignorare ogni fibra del mio corpo che sembrava essere attratta da lui, «invece sì, sei un bambinone» ribadii.
«E tu invece sei...» ci pensò su in attimo, «io ti piaccio» disse poi sicuro.
Avvampai, «non è vero. E poi non c'entra niente con quello che stavamo dicendo.»
Harry inarcò un sopracciglio, «ah no?» ripeté, divertito.
Scossi la testa e lui si avvicinò ancora di più a me. La mia mente mi gridava di allontanarmi e farlo rimanere lì come un palo ma i miei muscoli sembravano non volersi muovere. Ero ferma come una mummia, anche quando ormai le nostre labbra si toccavano quasi e i nostri sguardi si reggevano a vicenda.
Mi resi conto di trattenere il respiro, fino a quando Harry mi baciò. Sul naso. Di nuovo. Poi mi sorrise trionfante, probabilmente per avermi fatta sentire come una povera imbecille.
«Sei bellissima» mi sussurrò poi, accarezzandomi dolcemente una guancia e ridendo della mia espressione scioccata.



 

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Ciaao!
Prima di tutto volevo scusarmi per il ritardo nell'aggiornare ma venerdì e ieri sono state delle giornate un po' piene, oggi mi sono svegliata a mezzogiorno quindi sono riuscita a postare solo ora :)
Pooi, altra cosa, volevo ringraziarvi infinitamente per le recensioni che mi lasciate, non rispondo perché sono una pigrona del cazzo, ma sappiate che le leggo tutte e poi mi sembra che più andiamo avanti con la storia più queste aumentano, ciò significa che la storia non vi sta annoiando, e la cosa mi gasa parecchio :D
Ora passiamo al capitolo!
Questo è uno dei miei preferiti, non succede niente di che, ovviamente Victoria e Harry non si baciano. Ma secondo voi faccio baciare i protagonisti già al settimo capitolo? HAHAAHAHAHAHAH Non esiste! :D
Però sappiate che qua dovrete attendere meno del previsto, sono stata magnanima :)
In settimana posterò anche lo spin-off su Zayn e Molly che vi spoilererà (?) in parte il capitolo otto ma niente di che, se volete che vi avvisi su Twitter basta che me lo dite, oppure fate mi piace alla mia pagina di Facebook che lì lo posto di sicuro il link! 
Detto questo, me ne vado ad aggiornare True Colors, grazie di nuovo! :D
Jas


 

 

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