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Autore: JeckyCobain    10/03/2013    2 recensioni
A chi pensate se dico "Scherzi e capelli rossi"?
Questa è la storia di una ragazza, Fionna McAvoy, terzo anno della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. è una ragazza seria e intelligente, non ha tempo da perdere in stupidaggini. Eppure qualcosa la cambierà. Qualcuno la cambierà. Un ragazzo, o forse due.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Jokes and red hair'
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Premessa al capitolo: Per motivi legati al finale della storia (che ho pensato in questi giorni) ho dovuto cambiare l'anno frequentato dalla protagonista Fionna McAvoy.
Pertanto, le vicende che si svolgeranno in questo e nei prossimi capitoli, saranno legate al quinto anno di Hogwarts, dove, nella storia originale, la professoressa Dolores Umbridge detiene la cattedra di difesa contro le arti oscure, e nella quale i protagonisti creano l'esercito di Silente. Mi scuso per questo inconveniente, avrei dovuto pensare a tutto già dall'inizio, ma purtroppo non sono una che scrive pensando a ciò che fa, dato che scrivo al momento non avevo certo pensato a come concludere la storia, ma ora che un'idea ce l'ho, ho avuto la necessità di cambiare l'anno frequentato dalla protagonista.
Le vicende narrate fino ad ora comunque non sono cambiate, semplicemente Fionna ha 15 anni e non più 13 com'era all'inizio della storia.
Mi scuso ancora per l'inconveniente, se ciò che vi ho spiegato qui non vi è chiaro contattatemi pure tramite messaggio o recensione.
Buona lettura a tutti! :)



CAPITOLO XIV

Punishment

 

Il giorno dopo mi alzo, e, come ogni mattina scendo le scale. In sala comune mi stanno aspettando tutti, come sempre. Sono tutti ad aspettarmi perché sono sempre io l'ultima a svegliarmi.

“Buongiorno Fionna” dicono Hermione e Ginny, seguite poi da Ron e Harry. “'Giorno Fionna” aggiungono poi Romeo e Julia.

“Buongiorno a voi ragazzi!” rispondo con un sorriso.

Io e Julia siamo tornate amiche come prima, nonostante ciò che era successo. Se devo essere sincera quando mi ha tirato quel brutto gioco ci ero sono rimasta molto male, ero sconvolta e arrabbiata, ma forse per paura di perdere la sua amicizia l'ho scusata senza aggiungere altro.

In ogni caso preferisco non pensarci più, anche perché se Julia ha fatto tutto quello che è stato è per colpa mia, perché Fred piace anche a me. Anzi, lui rivolgeva le sue attenzioni a me. Già, il mio dolce e adorato Fred.

Questa notte l'ho sognato. E a dire il vero ero quasi ansiosa di alzarmi, per poterlo vedere. Ma alla fine sono rimasta a letto più degli altri, come mio solito.

E in questo istante mi balena in testa un'idea: adesso che stiamo insieme come mi saluterà? Cosa faremo ora, che le cose sono cambiate? Come si comporterà con me?

“Buongiorno dolcezza” dice avvicinandosi a me, sorridendomi dolcemente.

“Ehi, Fred!” rispondo io abbassando lo sguardo imbarazzata. Non vorrà mica baciarmi qui davanti a tutti, vero?

Lui mi alza la testa, e io divento tutta rossa. Ma che diavolo sta facendo?!

“Andiamo a fare colazione sì o no?” mi dice.

“Ah... emh.. sì! Sì!” balbetto io.

Ma che credevo che facesse? Sono solo un'idiota che fantastica troppo. Mi prende per mano, e ci dirigiamo verso la porta.

“Fred” gli sussurro all'orecchio non appena siamo un po' distanti dagli altri “Lo sanno loro di... emh... sì insomma, di noi due, ecco” la cosa mi imbarazza un po'.

“No, per ora non lo sa nessuno. Sai, visto quel che è successo con Julia forse non è il caso di comunicarlo ora”

Io annuisco: “Sì, hai ragione”, anche se il fatto di tenermi per mano non aiuta di certo le cose.

Una volta in Sala Grande i ragazzi delle altre case, vedendoci mano nella mano, si voltano nella nostra direzione. Noto gli sguardi penetranti di alcune ragazze, probabilmente invidiose. È in questi momenti che mi sento forse realizzata nella prima volta in tutta la mia vita. Ed è in questi casi che vorrei dire cose tipo: “Ehi, guarda quanto è figo il mio ragazzo!” ma visto che sono una persona educata e con tatto, lo evito. E poi nessuno deve sapere che stiamo insieme.

Tolgo la mia mano dalla stretta di Fred.

“Fred, forse è meglio che non mi tieni per mano!” gli bisbiglio.

“Oh già, perdonami” dice lui, il viso che prende un leggero colorito rosso. Imbarazzati arriviamo al nostro posto a testa bassa.

Dopo la colazione è ora di cominciare le lezioni.

“Be', buona giornata tesoro” gli dico.

“Anche a te, dolcezza” dice lui avvicinandosi per darmi un bacio.

“Hei, che state facendo?” chiede Ginny, la solita curiosa.

“Eh? Noi? No no, niente...” diciamo insieme, cercando di allontanarci. Fred se ne va, per non causare altri danni.

“Fionna, c'è qualcosa che dovrei sapere e che non so?” dice la ragazza avvicinandosi a me, tanto da sfiorarmi il viso di pochi centimetri. Io indietreggio, un po' spaventata dal suo comportamento.

“Ginny, non dovresti avere pozioni ora?” sto bofonchiando cose senza senso pur di levarmela di torno. Ginny è una ragazzina simpaticissima, non c'è che dire, ma quando fa così è meglio levarsela dai piedi il prima possibile.

“No, ora ho un'ora buca perché Piton aveva da fare e non può seguire la lezione, quindi penso che ti seguirò finché non mi dirai la verità” sul volto le spunta un sorrisetto diabolico. E so bene che sta mentendo, perché quando mai Piton non fa una lezione?

“Va bene, va bene, te lo dirò!” dico, esasperata. Non so davvero come togliermela dai piedi, quindi tanto vale che le dica la verità. “Ma devi promettermi di non dirlo a nessuno, intesi?”

“Certo, conta su di me!” risponde lei illuminata.

“Giuri?”

“Solennemente!”

“E va bene... io e Fred stiamo insieme” le bisbiglio all'orecchio.

“AAAAH, LO SAPEVO!” urla saltandomi letteralmente in braccio “Sono contentissima per te!” aggiunge poi a voce più bassa.

“Brava, ora va a lezione!” le dico io “E non dirlo a nessuno, mi raccomando, al momento opportuno saremo io e Fred a dirlo a tutti”

“Puoi contarci sorella!” risponde lei ridendo, e avviandosi verso la sua aula.

 

La lezione passa più lenta che mai: non riesco a stare attenta, continuo a pensare a Fred, e a quanto vorrei passare il mio tempo con lui. Che poi cosa fanno due fidanzati quando stanno insieme?

Si sbaciucchiano? Fanno... no, non voglio pensare a cosa fanno. Immagino io e Fred fare certe cose. No, non so se ci riuscirei mai. Non ne sarei in grado, prima di tutto, e poi mi fa un po' schifo pensare a una cosa del genere. Però con Fred forse è diverso... forse anche io riuscirei a fare una cosa del genere. Perché lui è così, così... indescrivibile!

“Signorina McAvoy!” a destarmi dai miei pensieri è la professoressa McGranitt.

“Si professoressa?” esclamo io.

“Mi sorprende questo genere di comportamento da parte sua, davvero!” dice con sguardo e tono severo la donna.

“Comportamento?” rispondo io in maniera assente.

“Sì, mi sembri un po' troppo distratta signorinella. Vediamo di non interrompere più la lezione perché devo svegliarla dai suoi sogni incantati, e sopratutto, signorina McAvoy, sappia che da lei mi aspetto molto quest'anno, per quanto riguarda i suoi G.U.F.O. Sono stata abbastanza chiara?”

“Sì professoressa McGranitt.”

“Bene, torniamo alla nostra lezione ragazzi! Come vi dicevo...” La prof ricomincia a parlare, ma non riesco in nessun modo a stare attenta alla lezione. Nei miei pensieri c'è solo Fred, Fred e ancora Fred. Lui: il ragazzo dei miei sogni. Il mio ragazzo. Ancora non riesco a capacitarmi che lo sia davvero. Insomma, lui è così bello e io... io sono io.

Una volta terminata l'ora di trasfigurazione mi aspetta l'ora di difesa contro le arti oscure. Quest'anno abbiamo una prof assurda, tutta vestita di rosa. E cosa peggiore: con lei non si usa la magia. Dice che la teoria ci può bastare, anche se non è così. Secondo Harry, Voldemort è tornato, e noi dobbiamo imparare a proteggerci. A proposito di questo: domani pomeriggio lui, Ron ed Hermione hanno organizzato un incontro ad Hagsmade, mi chiedo di cosa si tratti.

Sto camminando per il corridoio, quando una voce che mi è particolarmente familiare mi dice qualcosa alle spalle: “Ehi, McAvoy”.

Indovinate un po' chi è? No, non è Malfoy – lui è l'unico che mi chiama per cognome – è Fred.

“Fred, da quando mi chiami per cognome?” dico ridendo, felice alla vista del mio meraviglioso ragazzo.

“Da quando sei la mia ragazza posso chiamarti come voglio” mi bisbiglia lui all'orecchio.

“Ti aspetto a pranzo dolcezza”

Io rido, e le nostre mani si sfiorano. Ma un istante dopo, come se una scossa elettrica fosse passata tra di noi, le ritiriamo. Distogliamo gli sguardi l'uno dall'altra e ci voltiamo, proseguendo per le nostre strade imbarazzati. Non possiamo ancora far sapere che stiamo insieme.

“Signorina McAvoy, mi stupisce questo suo ritardo” esclama la professoressa Umbridge una volta che arrivo in classe. Guardo il mio orologio da polso, e noto di essere in ritardo di un minuto esatto. È solo un minuto, come fa a dire che sono in ritardo?

“Mi perdoni professoressa, avevo dimenticato un libro in aula e sono tornata a prenderlo” mento io.

“Va bene, va bene, si segga per cortesia, che cominciamo la lezione.” risponde lei “E guai a lei se arriva ancora in ritardo, o le do una punizione!”

Le punizioni della Umbridge: oddio. Io, da studentessa modello che sono, non ne ho mai avuta una, ma ho sentito da altri ragazzi che sono tremende.

L'ora passa come la precedente, non ascolto la prof, ma non potevo sapere ciò che sarebbe accaduto per via della mia disattenzione.

“Signorina McAvoy, vuole completare lei di leggere questa pagina?” la stridula voce della donna-in-rosa mi desta dai miei pensieri. È davvero incredibile come oggi non riesca a stare attenta per un solo dannatissimo minuto.

“Io... dunque...” balbetto, non riuscendo a trovare il segno a cui siamo arrivati a leggere.

“Fionna, siamo qui-” Hermione cerca di aiutarmi ma la prof la interrompe.

“Signorina Granger, non cerchi di aiutare la sua compagna, poteva benissimo stare attenta.”

Hermione abbassa lo sguardo e mormora un incerto: “Sì, professoressa...”

“Signorina McAvoy” riprende la professoressa “Mi delude molto questo suo comportamento, e forse una punizione è quello che ci vuole per farle capire che in classe bisogna prestare attenzione”

“Ma professoressa!” cerco di ribattere io.

“Punizione signorina McAvoy! PUNIZIONE!” urla lei con voce stridula. “Oggi pomeriggio alle ore cinque nel mio ufficio!”

Grazie al cielo suona il cambio dell'ora, che mi salva da questo tormento.

“Dovremo sopprimerla prima o poi” sibilo ad Hermione.

“Lasciala stare, è solo una vecchia isterica” risponde lei ridacchiando.

 

La mattinata passa noiosa, senza nessuna novità, e in mia completa assenza di interesse.

Ma finalmente arriva la tanto attesa ora del pranzo, in cui finalmente potrò rivedere il mio amato Fred.

“Ehi ragazzi!” esclamo una volta arrivata nella sala grande.

“Ehi Fionna!” mi salutano George e Ginny.

Fred ancora non è arrivato, ma sono certa che sarà qui a momenti. Butto per un secondo lo sguardo al tavolo degli insegnanti e noto con mia felicità che manca la Umbridge. Spero vivamente che sia caduta da una scala, o che abbia aperto la porta sbagliata e trovato Fuffi.

Arriva il cibo: primo, secondo e contorni. Ho una fame tremenda, e mangio quasi quanto Ron (è difficile mangiare tanto quanto lui). Ma quando in tavola arrivano i dolci mi accorgo che Fred ancora non è arrivato.

“Ma Fred che fine ha fatto?” chiedo incuriosita al suo gemello.

“Finalmente me lo hai chiesto, Fionna!” dice lui “è in punizione dalla Umbridge”

Ecco perché Fred non è ancora arrivato. Ed è anche svelato il mistero dell'assenza della prof.

Non tocco un dolce e mi alzo da tavola.

“Ehi Fionna, dove stai andando?” esclama George.

“Da Fred!” rispondo io, fregandomi di tutto e tutti.

Non importa cosa pensano gli altri su questo mio comportamento: io voglio solo vedere il mio ragazzo. E se è vero che le punizioni della Umbridge sono così tremende devo andare da lui a maggior ragione.

Mi trovo ora davanti all'aula di difesa contro le arti oscure. Sto per bussare all'ufficio della prof, quando la porta si apre.

“Signorina McAvoy” dice la professoressa, non aspettandosi di vedermi lì in quel momento “è venuta a scontare la sua punizione anticipatamente?”

“Io... sono venuta qui perché volevo vedere Fred Weasley” dico con un accento di terrore.

“Signorina McAvoy, il signor Weasley non ha ancora terminato la sua punizione.” dice lei con un sorrisetto malefico.

Cerco di sbirciare oltre la porta, ma vedo poco. E quel poco mi basta per inorridire e terrorizzarmi: oltre la porta c'è Fred, seduto accanto alla scrivania della Umbridge, e la sua mano è sanguinante.

Che diamine sta facendo a Fred?!” urlo io d'impulso.

“Fionna, vattene, non è roba che ti riguarda!” esclama lui dall'altra parte della porta.

“Non è affar suo signorina McAvoy. E ora se ne vada prima che la espella.” urla la prof sbattendomi la porta in faccia.

Io mi ritiro, scioccata da quanto accaduto.

Mi siedo su un banco fuori dall'ufficio, e comincio a singhiozzare con le mani che mi coprono il viso. Aspetto che Fred esca, e infatti eccolo lì, dopo pochi minuti.

“Fionna” dice appoggiandomi una mano sulla spalla.

“Fred!” esclamo io fiondandogli le braccia al collo. “Che ti ha fatto quella là? Che ti ha fatto?! Dimmelo e non ci penserò un minuto di più ad affatturarla!”

“Ehi, tranquilla baby, va tutto bene” dice lui con un sorriso.

Ma non va per niente bene. I suoi occhi sembrano stanchi, e nasconde la mano destra nella tasca dei pantaloni.

“Fammi vedere la mano.” gli dico.

Lui mi porge quella sinistra.

“L'altra mano idiota”.

E quando la vedo quasi mi manca l'aria. Il mio respiro si blocca, e indietreggio portandomi una mano sulla bocca per non urlare. Sulla sua mano è stata incisa a sangue una frase: Non devo prendermi gioco degli insegnanti.

“Che ti ha fatto, Fred?”

“Shh, non è niente...” dice lui tentando di abbracciarmi. Ma io non mi faccio abbracciare.

“Fred, è una cosa seria, non è niente!” dico guardandolo fisso negli occhi.

“Fionna, ti prego, non facciamone un dramma! Non è la prima volta che lo fa a qualche ragazzo!”

“Ma dobbiamo riferirlo a Silente! Non può fare queste cose agli studenti!”

“E invece lo fa eccome! Da quando c'è lei Silente ha perso ogni potere qui dentro!”

Io per tutta risposta abbasso lo sguardo, terrorizzata pensando che anche io dovrò subire questa punizione più tardi.

“Dai tesoro, mettiamoci una pietra sopra” mi dice lui alzandomi il mento.

“Sei il solito idiota, Fred Weasley” sospiro io. E mi da un bacio.

È così bello poterlo baciare. E qui non c'è nessuno per di più. O almeno così pensavo.

“Siete pregati di non baciarvi in pubblico” la voce della Umbridge riecheggia nella grande aula, e con una magia ci separa.

“Ma qui non c'è nessuno!” dice Fred.

“Vuole tornare qui dentro per un'altra ora signor Weasley?” chiede la prof.

Ma lui, che di solito risponde ai professori con qualche battuta, si limita ad abbassare lo sguardo e dire: “No, professoressa Umbridge”.

“E ora andatevene, per favore!” strilla lei.

Noi non ce lo facciamo ripetere un minuto di più, e usciamo dall'aula.

 

Appena siamo fuori, Fred ritrova la solita allegria che lo caratterizza.

“Ehi, ce ne andiamo in sala comune a fare qualche porcata?” mi dice lui.

Rimango indignata a questa frase, e così imbarazzata da diventare rossa pomodoro.

“Fred Weasley!” esclamo “Se non vuoi che ti tiri uno schiaffo, o peggio, faresti bene a risparmiarti certe cose!”

“Dai dolcezza, scherzavo! Però ora che stiamo insieme potremmo almeno...” non conclude la frase, perché prendo un libro dalla borsa e glielo sbatto in testa.

“Ahia!” esclama lui “Mi hai fatto male!”

“Oggi pomeriggio hai gli allenamenti di Quidditch, vedi di non perdere tempo a pensare a certe cavolate!”

“Ah già, Fionna, me ne ero completamente scordato! Oggi si tengono dei provini per nuovi membri nella squadra: tu volevi partecipare, giusto?”

È vero, a inizio anno avevo pensato di iscrivermi alla squadra, ma poi me ne sono completamente dimenticata.

“Sai, si sono ritirati dei ragazzi e ci sono alcuni ruoli liberi, così stiamo rifacendo le selezioni!” dice Fred.

“Non saprei Fred... io... non so se ne sono in grado” dico agitata.

“Ma dai, almeno prova! Quella volta a Natale non mi pare tu te la sia cavata poi così male a volare giù dal tetto lasciandomi lì, o sbaglio?”

“Devi sempre sottolineare il fatto che ti ho lasciato sul tetto a Natale, vero?” ridacchio io.

“Dai, oggi vieni vero? Ti prego!” dice con sguardo dolce.

“D'accordo, d'accordo! Farò un tentativo!” dico, cedendo alle suppliche di Fred.

Lui esulta, e mi abbraccia forte. Poi si avvicina al mio orecchio e dice:

“Perché non andiamo ad allenarci nella mia stanza?”

Io lo guardo, e per un momento mi viene da tirargli un ceffone.

“Accetto!” 

---

Messaggio dall'autrice:
Salve a tutti, eccomi finalmente tornata a scrivere!
Spero possiate perdonarmi per ciò che ho combinato, ma ho avuto un sacco di problems ultimamente! Primo di tutti la mancanza di ispirazione. Eh già, perché dopo che Fionna e Fred si sono finalmente messi assieme non sapevo più che pesci pigliare. Ero esattamente come la nostra protagonista: "Che cosa fanno due fidanzati?" "Che faccio fare a questi poveri disgraziati?" e via dicendo ahahah!
Secondo: la scuola è sempre un problema, e ora che siamo nel secondo quatrimestre e mancano si e no quattro mesi alla fine, devo impegnarmi e mettermi molto più seriamente, e il tempo per scrivere è drasticamente diminuito. Aggiungiamo la mancanza di ispirazione e la frittata è fatta.
Terzo: voglio scusarmi davvero con tutti voi, per avervi fatto aspettare così tanto (avevo paura che non sarei mai riuscita a concludere questo capitolo e anche di abbandonare la storia), per aver fatto confusione e aver cambiato di punto in bianco l'anno frequentato da Fionna (provvederò ad aggiustare anche i capitoli precedenti che non anno a che fare con il quinto anno -tipo la roba della mappa del malandrino-) e sopratutto per la scarsa qualità di questo capitolo. è proprio una schifezza, e ne sono consapevole. Prometto che per i prossimi capitoli mi impegnerò di più (scuola permettendo, questa settimana ho una verifica al giorno, e non lo dico tanto per dire!!!).
Mi scuso ancora con tutti voi, spero non mi disprezziate per questo!
Ringrazio chi segue e recensisce sempre questa storia e chi lo farà anche con questo capitolo, chi ha messo tra i preferiti, seguiti eccetera eccetera.
Un bacione a tutti voi, lettori miei!
La vostra disperata Jecky


Dal prossimo capitolo:

“Vedi? I ruoli che si sono liberati sono quelli dei cacciatori. In pratica tu devi-”
“Fred!” esclamo io interrompendolo. “Grazie al cielo non avevi secondi fini.
[...]
Chi ti ha detto che non ho secondi fini?” sussurra lui con uno strano tono di voce che trovo tremendamente sexy.

 

   
 
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