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Autore: ehibike    10/03/2013    0 recensioni
"Lei, lei urla in silenzio, una rabbia silenzosa sta penetrando nella sua mente. Aspettando un segno per rompere il silenzio."
Genere: Sentimentale, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Nuovo personaggio, Tré Cool
Note: Cross-over, Lime, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti
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-Hayley Alice Williams,- odiavo quando mi chiamava col nome per intero.
 -Hai in chiaro cosa hai fatto? Sono molto delusa da te, come sempre. Non fai altro che deludermi, ma come ti permetti di deludere tua madre? E poi come ti salta in mente di andare a una festa di uno sconosciuto senza preavviso? Mi hai lasciata senza parole.-
Ah io? Io ti ho lasciata senza parole? Dopo che tu sfoghi il tuo fottuto stress da menopausa su di me TU dovresti essere senza parole? Quanto la odiavo.
Restai in silenzio a testa bassa, avrei voluto dirle quelle parole ma, ovviamente, non avrei mai avuto il coraggio di farlo.
Che ragazza fallita.
Me ne andai di casa senza neanche guardarla sbattendo la porta.
Non sapevo dove andare, avevo voglia di urlare a quel fottuto mondo di merda, volevo urlare a tutto e tutti, non ce la facevo più.
Mi accesi un drummino, amavo il drum.
Stavo lì, a fissare il tramonto chiedendomi cosa c’era oltre tutta questa merda.
Che vita avrei se fossi nata a New York o a Roma. Perché ero così? Perché non avevo il coraggio di controbattere?
Che fottuta fallita.
Aveva ragione mia madre, sono una merda, una fallita, SONO INUTILE.
Perché mio fratello è sempre stato meglio di me?
Sono sempre stata la pecora nera della famiglia in tutto e per tutto.
Non avevo nessuna ragione per vivere, esistevo, ma non vivevo.
Mah, forse una ragione c’era, la musica. In quel momento capii veramente cosa vuole dire un rockstar quando dice che la musica è l’aria che respira.
 Se non ci fosse stata la musica forse in questo momento mi sarei già sparata nel mio fottuto cervello.
Devo tutto alla musica, ma Cristo santo, i Ramones, i Clash, i Beatles, i Queen non potevano fare successo in questi anni? Sono nata in un’epoca sbagliata.
La musica sta andando a puttane, forse la salvano solo i Green Day, i Muse, i Coldplay e cose così.
Farei di tutto per essere una di quelle ragazzine urlanti sotto il palco dove quei quattro ragazzetti con i capelli a caschetto, i Beatles, cantavano e urlavano fino a crepare.
Sobbalzai quando mi ritrovai una mano dietro le mie spalle, mi girai. Era Joey.
-Cazzo! Mi hai fatto prendere un accidente! Tu sei Joey vero?- maledetto.
-Ma buon pomeriggio anche a te, Hayley!- si ricordava di me?
-Come fai a ricordarti di me?- cazzo, ci eravamo visti una sera per di più ubrachi.
-Come tu fai a ricordare me.- cos’era questo trucchetto? Era diventato l’amante di Shekspeare per caso?
Mi voltai e mi misi a sedere sul marciapiede, riprendendo a guardare il tramonto ormai quasi scomparso.
-Cosa fai?- mi chiese. Ma questo non si può fare i cazzi suoi?
-Secondo te cosa sto facendo?- sbottai. Aveva interrotto i miei pensieri, odiavo quando le gente faceva così.
Lui sospirò e si affiancò a me, e si accese una canna. Aspetta…SI ACCESE UNA CANNA?
Non avevo mai provata una fin’ora, non perché fossi una santarellina ma solo perché non avevo avuto l’occasione.
-Vuoi provare? Penso che faccia meglio di quello.- e indicò il mio drum. Ma cosa voleva? Voleva farsi il figo? Beh non ci è riuscito. Lo fulminai con gli occhi.
-Non l’ho mai provata.- cazzo, che figura di merda.
-Ah beh, fidati che è il paradiso.- sfoggiò un sorriso, cazzo, come avevo fatto a dimenticarmi quel sorriso così dolce?
No no no aspetta, MA CHE VADO BLATERANDO? Sorriso dolce e tutte queste altre cosette sdolcinate da far venire il diabete, STATE LONTANE DA ME.
Mi passò la canna, me la portai alle labbra e feci un lungo tiro. Continuai per cinque minuti fino a quando mi alzai ma caddi per terra, le gambe tremavano e io vedevo quel tramonto ormai passato da mezz’ora tornare, questa volta stava sulle spalle di Joey, e aveva sopra stampata una faccia di un bambino, tipo il sole dei Teletubbies.
Scoppiai a ridere e Joey con me, quando si distese vicino a me, eravamo mano nella mano.
-Avevi ragione, è il paradiso.- lui scoppiò a ridere e io con lui.
Non la smettevamo più di ridere, non so come eravamo arrivati in spieggia, ormai era buio e ci buttammo nell’acqua. Una sensazione che auguro a tutti.
L’acqua brulicava di squali, meduse e piranha che mi salutavano allegramente. Faceva molto caldo, era estate, mi levai i vestiti lasciandomi solo in reggiseno e mutande.
Uguale fece anche Joey, ovviamente però il reggiseno non lo aveva.
Avevamo passato la serata a schizzarci e buttarci addosso l’uno sull’altro. Era bellissimo.
Quando ritornammo alla realtà è stato un trauma, non sapevamo dove ci trovavamo e per un attimo pensai di essere morta. Quando realizzammo la situazione ci rimettemmo i vestiti, tutti bagnati, e andammo a casa.
Aspetta, a casa? Io ero scappata, non volevo tornare in quella sporca abitazione per rivedere quella faccia da culo di mia madre, se ci fosse stato papà sarei tornata, ma stava in una fottuta spedizione militare del cazzo. Perché faceva il militare? Non serviva a un cazzo, l’unica cosa positiva era che ti pagavano mooolto bene.
Dissi a Joey che mi sarei fermata ancora un po’ nel posto dove ci eravamo incontrati, si chiamava Christie Road. Non avevo nessuna voglia di raccontargli l’accaduto.
Lui mi guardò preoccupato, ma appena sentì la chiamata di suo padre si allarmò e tornò a casa.
Ero rimasta sola, in quell’angolo di pace, mi sdraiai per terra.
Amavo quel posto, mi ritrovavo con me stessa, la prima volta che ci andai avevo 13 anni, avevo litigato con mia madre (che novità eh?) e mio fratello mi portò in quel posto.
Quel giorno non lo dimenticherò mai, mio fratello mi salvò.
Mi ricordo ancora quando incominciavo ad andarci abitualmente e vedevo mio fratello fumarsi qualcosa, che poi scoprii era una canna, insieme a un gruppo di punk.
Quel posto era magnifico, pieno di graffiti che andavano da frasi sataniche a frasi hippy.
Pieno di poster di ogni gruppo musicale esistente sulla faccia della Terra, birre da tutte le parti e bidoni dove appiccavano fuoco ogni sera.
Oggi per mia grande fortuna non c’era nessuno, volevo stare in santa pace pensando a tutto quello che mi passava per la mente.
Chi ero io? Cosa avrei fatto da grande? E tutte quelle cose che ti chiedono gli adulti con quelle facce da culo.
Sembrano fatti tutti con lo stampino, tutti a farmi le solite pappardelle sul fatto che se continuavo così non sarei diventata nessuno, non avrei avuto un futuro ecc.. TUTTE STRONZATE.
Ma veramente erano così senza cervello da pensare che il futuro si possa programmare?
Beh si, quella fottuta società gli aveva prosciugato quel fottuto cervello.
Ero circondata da merda.
Pensando a questi fottuti adulti, o forse è meglio chiamarli “robot programmati” mi addormentai.



*spazio dell'idiota/autrice*
abbiate pietà di me, VI PREEEEEGO.
ok, spero vi piaccia come sta crescendo questa piccola cucciola di una storia (?)
portate pazienza eh.
mi raccomando recensite che non mangio c:
byee.
  
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