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Autore: Shikayuki    10/03/2013    0 recensioni
*I primi quattro capitoli sono un'esperimento,ovvero sono stati scritti e pubblicati senza essere riletti e minimamente corretti,quindi sono pieni di errori e devono andare in revisione dato il successo che riscontrato la storia, quindi vi consiglio di leggere tutta la storia prima di cestinarla definitivamente! ;)*
Siamo veramente quello che facciamo vedere di essere, o dentro di noi o nel nostro privato siamo completamente l'opposto?
è la mia prima fan fiction e io non sono molto brava a presentare i miei lavori, ma spero che vi piaccia!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ebbene si, questa snaturata di pseudo-scrittrice è tornata tra voi con un nuovo capitolo dopo la bellezza di 3 mesi e mezzo di assenza! *si para da pomodori e altre cose che le arrivano* Chiedo umilmente perdono ragazzi, ma la mia ispirazione si è sparata un bel colpo in testa coadiuvata da università e esami vari! Spero mi perdoniate!
Nel frattempo che sbollite la rabbia eccovi il mio nuovo parto (e già, ogni capitolo di questa storia è peggio di un parto per me!) e ringraziate o maledite pure Shomlove (autore qui su Efp) per la mia ricomparsa sulle scene!XD Buona lettura!^^


Uscii dall’atelier arrabbiato come non mai, così mi misi a camminare senza meta per quella città sconosciuta riuscendo a pensare solo a quegli occhi duri come degli smeraldi che mi fissavano con odio.
Ok,magari non mi ero comportato al massimo delle mie capacità galanti,ma che senso aveva per trattarmi con così tanto odio?
C’era stato un momento, mentre era presa per l’entusiasmo del modello, che avevo visto un sorriso disegnarsi su quelle labbra, e non era un sorriso professionale, ma un sorriso vero, che le aveva illuminato il viso ,ammorbidendone le forme e rendendola ancora più bella. Avrei voluto averla con me in giro per quella città e farla sorridere di nuovo a quel modo,di una spensieratezza che la illuminava dall’interno, ma non potevo. Avevo preso una decisione e dovevo essere coerente.
Perso in quei pensieri i miei piedi mi portarono fino ad un parchetto con uno splendido laghetto, sembrava un posto incantato, così decisi di sedermi su una panchina vicino alla sponda e godermi quei raggi di sole di inizio marzo, ancora indecisi tra il freddo invernale e il tepore primaverile, che filtravano tra le fronde degli alberi circostanti il laghetto.
Una folata di un venticello gelido mi sfiorò strappandomi dai miei pensieri e riportandomi alla realtà, allora iniziai a guardarmi intorno con curiosità. Ai piedi degli alberi c’erano ancora delle tracce di neve residue e qua e là c’erano delle pigne sparse. Un sentiero di terra battuta passava lungo il lato più assolato del laghetto, invaso di foglie di ninfee e altre piante acquatiche. Poco più in là c’era un piccolo parco giochi con uno scivolo,delle altalene e altri giochi, dove dei bambini stavano giocando insieme ai loro genitori, che di sicuro avevano approfittato di quei timidi raggi di sole per passare del tempo all’aperto con i loro figli.
Amavo i bambini, in loro vedevo la speranza per il futuro e la purezza uniti alla loro ingenuità tipica e ciò mi commuoveva sempre, non per niente nei video che giravo per la mia band c’erano sempre dei bambini: in tanta miseria erano un raggio di sole.
Sentii un sorriso incresparmi le labbra e continuai ad osservare i bimbi giocare:mi davano un senso di pace. Un bimbo con i capelli lisci e castani, di massimo tre anni, stava in piedi sullo scivolo sbracciandosi e urlando con la sua vocetta qualcosa che a me arrivava attutito, e che comunque non avrei capito, e dopo si lasciò cadere e scivolare sullo scivolo. Poco prima che i suoi piedi toccassero terra però fu prontamente preso da una giovane donna con i lunghi capelli ramati, che gli diede un rapido bacio sulla fronte e dopo lo lanciò in alto ridendo. Il bimbo lanciò un gridolino gioioso e poi ricadde tra le braccia della mamma felice. Lei lo strinse forte e si voltò verso un uomo castano che era indubbiamente il padre del bimbo e quindi suo marito. Lui sorrise a entrambi e dopo li abbracciò, baciando teneramente la donna.
Subito immaginai me e Mary felici, con un bel bimbo a scaldare le nostre vite, ma fu un pessimo errore. Quell’immagine mentale mi cancellò il sorriso dalle labbra, facendomi salire un groppo alla gola e scaraventandomi di nuovo nel baratro dei pensieri tetri.
Rinforcai i miei Ray-ban,alzai il cappuccio per non farmi riconoscere dai tanto odiati paparazzi e a passo svelto tornai all’hotel.

-Tomooooooo!!!Apriiiiiimiiiiiii!!!- erano ormai cinque minuti che stavo bussando alla porta del mio collega, nonché mio migliore amico, senza ottenere risposta. -Dai Tomo,su!- Sicuramente era impegnato in una delle sue giornaliere telefonate mielose con sua moglie Vicky, che momentaneamente era dovuta rimanere a casa a causa del duo lavoro.
Sconsolato mi sedetti a terra con la schiena appoggiata alla porta: prima o poi sarebbe dovuto uscire.
-Hey bro, che cosa stai facendo lì a terra?- a quanto pare Shannon era appena rientrato da un giro in moto. -Niente fratello, aspetto che Santo Tomo si degni di darmi udienza! Avevo bisogno di chiacchierare un po’…- -Certo che siete proprio due adolescenti voi due! Sempre a chiacchierare e chiacchierare! Vieni con il tuo fratellone, che ci pensa lui a risistemarti, altro che ciarlare!- mi afferrò per un braccio rimettendomi in piedi e trascinandomi verso la mia stanza.
-Hai mezz’ora per prepararti per uscire, hai capito? MEZZ’ORA, trenta minuti, milleottocento secondi, né uno di più né uno di meno! Non fare i tuoi soliti ritardi epici perché i tuoi capelli non sono in riga, fregatene e tra mezz’ora ti voglio pronto!- e se ne andò nella sua stanza a prepararsi.
Shan che parlava così tanto era una rarità, sicuramente aveva individuato un nuovo locale che lo attirava talmente tanto che ora si sentiva come un bambino che doveva scartare un regalo. Ormai, dopo una vita insieme lo conoscevo.
Mi preparai molto più velocemente del solito dato che non prestavo la solita attenzione a capelli e abbinamento di vestiti: non avevo voglia di portarmi una donna in camera quella sera.
-Bro, scommetto che non sei pronto, muoviti!- disse Shan entrando nella stanza e restando stupito subito dopo –Uao, signori e signore, Jared Leto è pronto in orario!-
-Ok adesso basta! Già non ho voglia di uscire, non ci metto niente a bidonarti e a mettermi a letto!-
-Uhhh la signorina ha le sue cose!!!-
-Ok, adesso basta davvero!- mi ero arrabbiato, sul serio. Spinsi uno Shan stupito dal mio insolito scoppio di rabbia fuori dalla mia camera e sbattei la porta, iniziando subito a spogliarmi e infilandomi a letto.
Tempo di accoccolarmi sotto le coperte e subito una serie di colpi si abbattè sulla povera porta della mia stanza: Shan doveva essersi ripreso dallo stupore iniziale dovuto al mio insolito comportamento.
-Jared aprimi subito oppure sfondo la porta, è una promessa e sai che la manterrò!- la sua voce era a metà tra il frustrato e l’arrabbiato.
Lo ignorai.
-Ah, la principessa fa l’offesa? Bene, l’hai voluto tu, al tre sfondo tutto.- ci fu silenzio e poi –Uno…-
Lo scandì con lentezza, con quel suo tono minaccioso che mi faceva drizzare i peli dalla paura. Il suo tono già normalmente cavernoso assumeva una gravità che voleva solo dire ‘Stai in guardia, ti sto per spezzare in mille pezzettini’.
-Due…- mi districai velocemente dalle coperte e corsi alla porta, così com’ero: in mutande.
-Tr…-
Aprii appena in tempo, trovandomelo davanti in posizione da rugbista, pronto a dare una possente spallata alla povera porta della mia stanza.
-Ok, hai vinto: entra pure e tartassami di domande.-
Shannon generalmente non si impicciava molto della mia vita, a lui bastava captare le mie emozioni con il nostro speciale radar tra fratelli. Ero io che in genere gli raccontavo tutto ciò che volevo infilandomi nella sua stanza e parlandogli per ore. Lui preferiva così, voleva essere informato spontaneamente e non sottoporre ad interrogatori: era una persona riservata e rispettosa degli altri.
Però quando captava che c’erano problemi non esitava a mettermi sotto torchio e ad estrarmi tutti i più singoli dettagli, per poi discuterne e aiutare ad interpretare ogni più singolo dettaglio. Era un processo che aiutava molto, dando diversi punti di vista, ma in quell’istante non volevo essere aiutato, né tantomeno essere messo davanti ad un punto di vista razionale della realtà, essere messo davanti alla verità e alle mie emozioni reali nude e crude.
Preferivo tenermi le emozioni dentro, ben mascherate come solo l’attore che era in me sapeva fare.
Entrammo in camera in silenzio, Shannon si accomodò sul letto e con il telefono ordinò qualcosa dal servizio in camera, non sapevo cosa, ma sicuramente si trattava di roba forte. Nel frattempo che lui parlava con la reception io frugai nel mio guardaroba e ne tirai fuori una delle mie t-shirt preferite: bianca, stracciata su una spalla e con la scritta ‘TOO MUCH PRESSURE’ sul petto. Me la infilai e poi andai a sedermi accanto a mio fratello, in silenzio, pronto all’intensa seduta psicologica che mi stava attendendo.

Passò qualche minuto e Shannon stranamente ancora non aveva iniziato il discorso, mentre io continuavo a permanere nel mio silenzio, sicuramente non ansioso di confrontarmi con i miei dubbi e le mie paure.
Arrivò il servizio in camera e mio fratello non si mosse, così infilai un paio di pantaloncini e andai a ritirarlo io: erano i miei dolci preferiti, due bottiglie di vodka, una di whiskey e un secchiello con il ghiaccio.
Come al solito aveva capito tutto della situazione e si era premunito per affrontarla.
Addentai un dolce e versai due bicchieri di vodka, in uno misi tre cubetti di ghiaccio e un altro lo lasciai liscio. Porsi la vodka liscia a lui, che finalmente si mosse per prendere il bicchiere con un cenno affermativo e l’altro lo tenni per me.
Shannon tirò un sorso pensoso dal suo bicchiere poi con la sua voce bassa disse:-Allora, vuoi spiegarti oppure devo costringerti a parlare con la forza?-



Bene, come sempre se state leggendo qui forse avete letto tutto il capitolo oppure gli avete dato una scorsa veloce oppure lo avete bellamente ignorato, non so!XD Comunque mi piacerebbe sapere le vostre impressioni, sia positive che negative, che i vostri suggerimenti, quindi lasciate una recensione, che aspettate? Alla prossima!^^

Un bacio,
Mary

  
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