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Autore: Lady_Payne_Jez    10/03/2013    3 recensioni
Killian Jones, meglio noto come Captain Hook, ha aspettato più di 200 anni per ottenere la sua vendetta su Tremotino, l'uomo che gli ha portato via la sua amata Milah. Ora è a Storybrooke, e ha fatto la sua prima mossa, ma non è ancora soddisfatto.
Ma a volte il destino è strano...nel caso di Hook, gli darà la possibilità di riparare ad un errore che hatto 28 anni prima con una persona a lui cara...che potrebbe essere l'unica a distoglierlo dalla sua accanita vendetta e fargli scoprire di nuovo l'amore.
Un piccolo estratto: "...lei era troppo pura, come un angelo, e lui aveva il dovere di proteggerla. [...] Perciò fece l'unica cosa in grado di allontanarla: ferirla."
------- Questa FF riprende gli eventi dalla dodocesima puntata di Once Upon Time. Il resto l'ho inventato io, prendendo ogni tanto qualche spunto dalla trama del telefilm :) è anche la mia prima FF, vediamo cosa ne esce fuori! :P
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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   ATTO II
           
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                          Storybrooke-presente

 
Hook si riscosse e ritornò al presente, dove la nuova Wendy aveva appena parlato con un tono gelido come uno spiffero invernale.
“Vi lascio soli”-disse Emma-“così potete parlare liberamente”. E uscì dalla stanza guardandoli incuriosita.
Il pirata riportò gli occhi sulla ragazza e costrinse le sue labbra a piegarsi in un sorrisetto. “E allora, tesoro? Sei cresciuta. E hai messo su la carrozzeria, vedo…” alludette  guardandola malizioso. Era fatto così: era sempre in difficoltà quando doveva mostrare i suoi veri sentimenti o emozioni, cos’ si nascondeva dietro la maschera de l Don Giovanni seduttore.
Wendy lo scrutò per qualche secondo; poi, avvicinandosi al letto, tirò repentinamente indietro la mano e gli mollò un sonoro ceffone.
Hook gemette e si tastò la guancia dolorante. “Penso di essermelo meritato…”, disse.
“Puoi contarci, bastardo!”-urlò Wendy, gli occhi fiammeggianti. “Una promessa! Mi avevi fatto una promessa! Che saremmo venuti in questo mondo assieme…io ero persino disposta ad aiutarti nella tua assurda vendetta, pur di rimanere con te, l’unica famiglia che avessi! Come hai potuto dirmi quelle cose? Perché non sei mai tornato? Ti ho aspettato per 11 anni!”.
Hook chiuse gli occhi, addolorato. Poi li spalancò e la interruppe, notando un dettaglio che prima gli era sfuggito:”11 anni? Ma io me ne sono andato 28 anni fa…dove sei stata negli ultimi 9 anni?”
“In questo mondo, ovviamente”-sbuffò Wendy. “Ecco perché sono cresciuta e sembro avere 19 anni”.
“Ma dove hai trovato un portale?”
“Questo…non è importante , ora come ora.”-ripose in tono evasivo lei, evitando di guardarlo negli occhi.
“Mi sta nascondendo qualcosa. Non è più come una volta, quando mi raccontava tutto.”- constatò fra sé e sé Hook, desolato.
La osservò attentamente: non era aumentata molto in altezza dall’ultima volta che l’aveva vista (era sempre stata piccolina), ma aveva sviluppato tutte le sue curve femminili; i capelli corvini non erano più lunghi come una volta, ora le arrivavano a malapena alle spalle. Era vestita completamente di nero: anfibi, pantaloni e giacca di pelle, canotta attillata…persino il trucco attorno ai suoi magnetici occhi era nero carbone.
“In ogni caso, comunque, non ho più niente da dirti. Sono venuta qui a Storybrooke per parlare con la Salvatrice; che ti abbia trovato qui è solo uno scherzo del destino. Ho chiuso con te, pirata”. E se ne andò.

 ***
Stava per scoppiare.
Wendy uscì di corsa dall’ospedale, salì sulla sua Harley Davidson e scappò via rombando. Aveva bisogno di un posto tranquillo dove essere davvero sé stessa.
Prese la strada che usciva dalla città, e poi la piccola stradina che s’inoltrava nel bosco il quale, come aveva scoperto quando era arrivata a Storybrooke, portava ad un promontorio che si affacciava sul mare.
Spense la moto e proseguì a piedi, fino a che i suoi occhi abbracciarono l’oceano. I singhiozzi che aveva trattenuto fino a quel momento le squassarono il petto, e Wendy si sedette a terra piangendo disperatamente.
Aveva ricercato la solitudine perché non poteva mostrarsi così debole in pubblico, meno che mai davanti a Hook. Perché lui avrebbe capito che era vulnerabile, e facendo pressione sui punti giusti, l’avrebbe fatta capitolare. E lei non voleva.  Non era più così, fiduciosa e pronta a perdonare il prossimo; questo mondo che la sua casa da 9 anni le aveva insegnato che bisogna essere spietati e impassibili, perché appena potevano, le persone cui tieni tradivano la tua fiducia. E lei si era già fatta fregare una volta. Dal pirata…di cui era innamorata da tempo immemore, ormai.
Wendy non si ricordava il momento preciso in cui era successo. Era semplicemente accaduto, nei quasi 200 anni che avevano passato assieme.
Sapeva che Hook non ricambiava, perché vedeva in lei solo una sorellina minore da proteggere e a cui voler bene; era questo uno dei motivi per cui lei voleva lasciare Neverland…voleva crescere, vedere il mondo, avere una possibilità con lui. Ma il suo ingenuo cuore di bambina aveva sperato troppo, ed era stato infranto brutalmente da colui che pensava l’avrebbe protetto per sempre.
Nel nuovo mondo aveva provato a dimenticarlo, a cercare qualcun altro che occupasse  il posto arido e vuoto che il pirata aveva le aveva lasciato nel petto. Ma era sempre stata timida e incapace di fare la maliziosa, perciò non aveva avuto molta fortuna. Solo un ragazzo era stato importante per lei, negli ultimi mesi, e quando pensava di potersi fidare di nuovo, aveva scoperto che a lui importava ben poco di lei. Così aveva deciso di trincerare il suo cuore dietro mura a prova di bomba, per sempre.
Ma ora che aveva rivisto Hook…quelle mura avevano vacillato, rischiando di cedere del tutto. Perché lei lo amava e lo avrebbe amato in eterno, nonostante tutto.
“Dio, quanto sono patetica”-pensò Wendy, e si alzò in piedi, asciugandosi rabbiosamente le lacrime che ancora le rigavano il volto. Si diresse verso la moto, l’accese e si guidò fino a Granny’s, dove aveva preso una stanza.

***
“Ho chiuso con te, pirata”.
Le parole di Wendy risuonavano ancora nella mente di Hook. E ancora vedeva l’espressione definitiva sul volto di lei mentre le pronunciava…ma dietro quella maschera di ghiaccio aveva intravisto, nei suoi occhi, un lampo di gioia e di qualcos’altro che non era riuscito ad identificare, non appena era entrata nella stanza e l’aveva visto nel letto. Tuttavia, era stato giusto per un attimo fugace, tant’è che pensava di esserselo solo immaginato.
Ma il problema ora non era che lo odiasse, ma che fosse lì in città dove non solo c’era Tremotino (che il quel momento probabilmente voleva la sua testa su un piatto d’argento dopo quello che aveva fatto a Belle), ma anche Cora. Entrambi avrebbero capito che Wendy era il suo punto debole e lo avrebbero sfruttato a loro favore. Perciò, per la seconda volta dopo 28 anni, doveva di nuovo allontanarla da lui. Non che a lei sembrasse importargliene granchè...anzi, gli aveva reso il compito più facile. Ma perché allora a Hook sembrava che il suo cuore fosse stretto in una morsa di ferro?
 
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                  Una settimana dopo

Wendy si svegliò nella stanza che occupava da ormai una settimana da quando era arrivata a Storybrooke. Scese a far colazione e mentre beveva il suo latte caldo osservó gli avventori che già occupavano il bar e di cui ormai conosceva la vera identità: il dottor Whale (Frankestein) stava chiacchierando allegramente con Ruby (Cappuccetto Rosso); Mary Margaret (Biancaneve) e David (Charming) si erano appena seduti e si guardavano con tale amore negli occhi che Wendy dovette distogliere lo sguardo; Archie (il Grillo Parlante) era seduto lì vicino e mentre beveva il suo caffè era intento a leggere il giornale.
In quel momento la porta si aprì ed entrarono Emma ed Henry. Quest’ultimo si diresse subito verso Mary margaret e David, mentre Emma, appena la scorse seduta al bancone, si diresse verso di lei.
Wendy se l’era aspettato. Ormai era lì da un po’ e tutti iniziavano a farsi delle domande…
“Ciao Wendy! Come va? Come ti stai trovando qui a Storybrooke?”-esordì Emma, sedendosi accanto a lei.
“Molto bene. Sono tutti così gentili, nonostante io arrivi…”-rispose la ragazza, senza terminare la frase.
“…dal mondo di fuori”-concluse Emma sottovoce. “Era proprio questo di cui volevo parlarti. Come hai fatto ad arrivare qui? E come conosci Hook?”
Wendy prese un respiro profondo. Rispondere alla prima domanda era più semplice. “9 anni fa”-iniziò-“sono arrivata in questo mondo da Neverland. Dimostravo solo 10 anni, quindi i primi giorni furono difficili, anche perché ero disorientata e  non sapevo cosa fare. Se una certa persona non mi avesse trovata, probabilmente sarei morta sotto un ponte. Il suo nome era August.”. Vide che Emma spalancava gli occhi sorpresa, ma lei continuò imperterrita. “Mi spiegò tutto: la maledizione, che tu l’avresti spezzata…e che quando ciò sarebbe successo me l’avrebbe fatto sapere e io sarei dovuta venire qui”-concluse Wendy, a voce bassissima.
“Ma perché?”-chiese Emma esterrefatta.
“Perché…posso darvi la possibilità di tornare a casa”.

***
Intanto, all’ospedale, Hook  era alquanto impegnato a liberarsi dalle manette. Era stufo di stare lì fermo da giorni ormai; rimuginare lo faceva solo stare peggio. Aveva bisogno di portare a termine la sua missione.
Altri 30 secondi e fu libero; c’era bisogno di ben più di un paio di manette  per fermare un pirata. Per fortuna avevano lasciato i suoi indumenti lì nella stanza, perché non si sarebbe mai sognato di andare in giro con quel ridicolo camice che aveva addosso.
Nessuno si accorse di una figura ammantata di nero che sgattaiolava fuori dall’ospedale.

***
Wendy aspettò che Emma si riprendesse da ciò che le aveva appena detto.
“Tu…tu riesci a creare portali? Ma come è possibile?”-balbettò Emma.
La ragazza sospirò:. “è complicato da spiegare…riguarda un’avventura che ho vissuto anni e anni fa a Neverland. Sarebbe troppo lunga da spiegare. Ma una cosa posso dirtela”-Wendy rise amaramente. “Ogni magia ha un suo prezzo. Per creare un portale devo essere al massimo delle mie forze e devo essere motivata da una buona ragione. In poche parole, non posso crearli per puro svago…se lo faccio, lo sforzo potrebbe uccidermi, o peggio”- concluse tetramente.
Emma era ancora senza parole. Poi, riscuotendosi, le chiese, con una luce perspicace negli occhi:”Non hai risposto alla mia seconda domanda…”
Wendy s’irrigidì. Aveva sperato che la donna non se ne accorgesse.
“è stato Hook a portarmi a Neverland. Fine della storia”- rispose in tono piatto.
Lo sceriffo non indagò oltre, ma glielo si leggeva negli occhi che non se la beveva tutta lì.
“Comunque…ciò che ti ho confidato deve rimanere fra noi 2, ok? Ancora non so gestire questo potere e potrebbe essere pericoloso non solo per me, ma anche per chiunque attraversasse un portale”. Wendy rabbrividì.
“Certo. Hai la mia parola. E non sentirti sotto pressione…solo perché si ha un potere  ciò non implica che bisogna utilizzarlo per forza”. Emma le sorrise debolmente e andò a sedersi con la sua famiglia.
La ragazza finì di sorseggiare il suo latte. Poi uscì e salì in sella alla sua moto.
Non sapeva esattamente dove stava andando. Ma aveva bisogno di solitudine…e si ritrovò sul molo deserto.
Mentre passeggiava fra le barche ormeggiate, Wendy pensava. Pensava a Neverland, e a quanto avrebbe voluto ritornarci…ma per quanto potesse mentire a se stessa, sapeva che non ce l’avrebbe fatta a tornare sola. Perché Killian Jones era l’ancora che la tratteneva in questo mondo e che le impediva di aprire un portale.
Irritata con se stessa, diede un calcio ad un sassolino che c’era sul pontile, spedendolo in acqua. Si aspettava di sentire un tonfo, invece il sassolino colpì qualcosa con un ‘TONC!’ sordo e rimbalzò indietro.
Wendy lo osservò qualche secondo. “Ma che diavolo…”- pensò, stendendo una mano davanti a sé, fino a che essa non…scomparì!
Stava tastando qualcosa di solido che sembrava legno. “Qui c’è una nave occultata con la magia!”- constatò la ragazza freneticamente, cercando la scaletta. Quando l’ebbe trovata, prese un bel respiro e attraversò il velo magico, trovandosi su un veliero che conosceva fin troppo bene.
La Jolly Roger.
Wendy osservò esterrefatta come fosse rimasta identica. Aveva così tanti ricordi legati a quella nave…scese sottocoperta per continuare nella sua esplorazione, finchè non giunse davanti alla porta chiusa della cabina del Capitano. Rimase un attimo indecisa, poi fece spallucce e pensò, dao che ormai era lì, tanto valeva indagare fino a fondo. Aprì la porta ed entrò.
Sebbene conoscesse la nave centimetro per centimetro, non aveva mai avuto il permesso di accedere a quella cabina; e non aveva mai avuto il coraggio di disubbidire all’unico ordine che Hook le avesse mai dato. Perciò fu alquanto sorpresa quando si ritrovò davanti ad una stanza ampia, piena di libri e colorata con tinte calde…invece del buco austero e spglio che si era aspettata. Fose non conosceva il Capitano così bene come credeva.
Andò fino al letto e ci si coricò sopra. Il cuscino aveva il suo odore: un misto di brezza marina e salsedine, con un lieve accenno di rhum.
Wendy non sapeva per quanto rimase lì ferma, quando dei passi sopracoperta la riscossero.
Chi poteva essere? Hook avrebbe dovuto essere ancora all’ospedale…
Velocemente, si diresse verso la porta che collegava la sottocoperta con il ponte. La scostò un po’, sbirciando fuori.
E vide Hook  che parlava con una donna che non conosceva.

ANGOLO DELL'AUTRICE
salve! ^^
E rieccomi qui. Un pò in ritardo lo so, colpa scuola e altre faccende varie ^_^"
Sinceramente avrei voluto scrivere un pò di più, ma proprio non ne ho il tempo materiale ;_; spero che vi piaccia questo proseguio della storia e che leggiate i capitoli seguenti, perchè il resto è quasi tutto scritto :D Non so se riuscirò ad aggiungerlo già lA prossima settimana, ma mi metterò d'impegno, lo giuro.
Ciao a tutti coloro che mi leggeranno! ;)
 
                                                                                                                              
 

                         
  
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