Capitolo
14
Il
Ritorno dopo l’attesa
Yuki
balzò fuori dal letto, non poteva permetterlo, non
poteva perdere quell’uomo così importante.
Doveva
ammetterlo, al suo cuore corroso dal dolore, che
l’amava, che l’avrebbe amato per sempre, fino alla
fine dell’eterno, fino a
quando la terra non avesse smesso di ruotare attorno al sole.
La
verità le si palesò davanti agli occhi, chiara,
come era
sempre stata.
Il sole non era
ancora sorto, e la notte regnava sovrana,
illuminata da una pallida luna in un cielo limpido e scuro. Un silenzio
pesante
li divideva, un silenzio fatto di dubbi, paure, rabbia, rimorsi, eppure
c’era
altro, c’era attesa, in quel silenzio.
Lei lo
osservò, le dava le spalle, come quando erano ragazzi,
come quando lo guardava da lontano, lo seguiva, cercando di
raggiungerlo,
inutilmente.
“Zero...”
Sussurrò debolmente, baciandogli la schiena nuda,
percorrendo la pelle chiara con le labbra.
“Zero,
come hai potuto pensare anche solo per un attimo, che
io potessi...” Pianse cadendo in ginocchio, stringendosi alle
gambe magre di
lui, che si chinò raggiungendola sul pavimento.
“Io lo
amo...ma come un fratello al quale devo la vita, al
quale devo la mia esistenza...” Mormorò, mente il
vampiro raccoglieva con le
dita le sue lacrime.
Le
afferrò il viso per portarlo vicino al suo, scrutandola
con gli occhi viola, alla ricerca di una qualche menzogna.
“Io ti
amo, Zero, io ti ho scelto, e non tornerei mai
indietro, ripeterei mille, cento volte l’imperdonabile, per
te...”
“Come
posso crederti? Dimmi come posso crederti?”
“Puoi
solo fidarti di me...” Ammise lei.
“Io,
lo sai, che non ti lascerei mai...mai!” Continuò a
voce
più alta, le mani sul viso di lui, tra i suoi capelli
argentei, per imprimere
sui polpastrelli quella morbidezza.
“Ma io
devo...provare a salvarlo...” Mormorò colpevole,
mentre si stringeva al petto di quel ragazzo.
“Perchè,
Yuki, devi sempre render tutto così difficile!”
Cercò di scostarsi lui, deluso e ferito.
“Perché
lo è sempre stato, Zero...difficile”
Alla fine di una
debole lotta, l’orgoglio del vampiro perse, e
le sue braccia si trovarono a stringere ancora una volta quel corpo
così
piccolo e fragile.
“Perdonami...”
Singhiozzò lei piangendo.
“Come
sempre, Yuki” Si arrese all’evidenza, e le
baciò le
labbra bagnate di lacrime.
“Dopo
che avrai salvato...” Sussurrò lui, la fronte
premuta
contro il petto della ragazza, si sentiva incredibilmente stanco, di
tutto,
della loro natura, della loro situazione, di quel tormento che non
voleva
cessare.
“Rimarrò
con te...ti amerò per sempre, Zero...” Gli occhi
limpidi di lei cacciarono via anche quelle nuove paure, non vi erano
bugie,
false verità, menzogne.
Si baciarono, si
morsero, si graffiarono possedendosi, con un
po’ di forza e un po’ di dolcezza, come se ad ogni
sospiro più forte potessero
cadere e non rialzarsi mai più.
“Zero...”
Sussurrò lei stringendolo fino a fargli male,
chiedendogli di stringerla fino a farle male. Voleva le sue dita
impresse sulla
pelle, voleva le sue labbra, il suo respiro, voleva
quell’uomo con tutta se
stessa, fino alla fine dei loro giorni.
Zero si
risvegliò poche ore dopo, per scoprire Yuki ancora
addormentata, persa tra quelle lenzuola, il volto sereno di sonno.
Si
rivestì e lasciò la camera per sedersi al tavolo
della
piccola cucina, qualche minuto dopo uno Yagari ancora intontito dalla
notte lo raggiunse.
“Kyriu...caffè,
immediatamente!” Biascicò l’Hunter
sbattendo
la fronte sul legno del tavolo, e portandosi le mani tra i capelli
impazziti.
Il ragazzo si
trascinò fino al bancone della cucina e prese a
trafficare con barattoli e fornelli.
Poco dopo
sorseggiavano entrambi un buon caffè.
“Sai
che ti appoggerò sempre, ma credo che questa tua nuova
impresa sia realmente folle...” Il maestro sembrava realmente
preoccupato,
mentre con le dita si tormentava le ciocche scure.
“Io
amo Yuki...” Disse coraggiosamente Zero, affrontando lo
sguardo del suo interlocutore.
“E’
proprio questo il problema, dato che la ami la
accompagneresti ovunque, anche oltre le porte
dell’inferno...la loro razza,
Zero, ci sguazza tra le fiamme” Borbottò
guardandosi intorno alla ricerca del
suo pacchetto di sigarette.
“Yuki
mi ha spiegato il piano di Kuran, sapevi la storia del
metallo Hunter?”
“Kaien
me ne ha parlato stanotte al telefono...sembra che
stiano preparando una fornace” Si fece serio in viso.
“Yuki
vuole salvarlo da quella che lei considera una follia”
Ricordò le parole della ragazza, la voce leggera, mentre
stretta al suo petto
gli raccontava del sogno e del piano del fratello, della sua vera
identità, e
della antica vampira che gettò il suo cuore in una fornace
di pietra.
“E’
una pazza, lui non desidera altro che la vendetta, tutti
sappiamo quanto quei succhias...ehm, scusa Zero, quanto i vampiri siano
possessivi e vendicativi, sicuramente Kuran trama di
uccidervi” Yagari aveva
appena afferrato le sue amate sigarette e un pacchetto di vecchi
fiammiferi.
“Se
non vorrà ascoltare Yuki e proverà anche solo a
sfiorarla, beh, macchierò le mie mani di un peccato
piacevole...” Gli rispose
il giovane.
“Lo
inseguiremo, inseguiremo la sua scia di
sangue...sicuramente non se lo aspetta” La voce di Yuki era
risuonata nella
cucina silenziosa come un trillo tetro; indossava un paio di Jeans e
una
maglietta scura, alla cintura Zero notò Artemis, la sua arma.
“Me
l’ha restituita Yagari...” Sentenziò
sbrigativa,
lanciando un’occhiata riconoscente all’Hunter.
“Voi,
siete d’accordo?” Il vampiro era seriamente
sorpreso.
“Sapevo
che l’avresti seguita ovunque, immaginavo che il
legame tra lei e suo fratello fosse troppo forte, e che prima o poi
avrebbe
desiderato di fermarlo, armati avrete più
possibilità”
La brace della
sigaretta brillò tra le sue dita nodose.
“Sei
proprio sicura Yuki?” La ragazza sorrise poi
poggiò la
sua esile mano su quella di Zero.
“Si...”
Sarebbero
partiti nei due giorni successivi, Kain e Ruka li
avrebbero contattati tramite Kaien.
Avrebbero
scontato il prezzo del loro
peccato imperdonabile, solo in quel modo, forse avrebbero potuto vivere
una
vita felice, priva di rimorsi.
“Yuki
e Zero sono sulle sue tracce Ruka...” Sussurò Kain
quella notte, mentre la giovane vampira lo fissava dalla panchina di
una città
che non aveva mai visitato.
Erano passati
ormai due mesi da quando la giovane Kuran e
Kyriu avevano lasciato Londra, nel tentativo di fermare Kaname. Per ben
due
volte, sotto l’aiuto di Akatsuki e della compagna erano
riusciti ad avvicinarsi
al purosangue, ma senza ottener nessun risultato di valore, se non la
conferma
della sua follia omicida.
Altri aiuti
erano poi giunti da Hanabusa Aido e dalla sua
famiglia, mentre Shiki Senri e Rima sembravano esser diventati le due
personali
guardie del corpo di Kaname.
Quella notte si
sarebbe tenuto un ballo nella dimora di uno
dei più antichi purosangue, alcuni mormorii tra
l’aristocrazia invitata all’evento
sostenevano che Kuran si sarebbe presentato per mietere la sua ennesima
vittima.
“Stasera
ci saranno anche loro al ballo...credi che si
presenterà?” Mormorò la ragazza
fissando la chioma ramata di Akatsuki.
“Si
travestiranno, come sai è un ballo in maschera...Kaname
non perderà questa occasione, tra gli invitati ci sono altri
due purosangue, l’idea
è stata di mio cugino, spera che in questo modo Kuran non
rinunci a partecipare”
Le rispose.
“Io
non posso crederci...non posso credere che Kaname si sia
ridotto a tanto...Il collegio, le compresse ematiche, noi credevamo in
quel
progetto...perchè adesso...gli Hunter, la
fornace...” Ruka si portò le mani tra
i capelli, le lacrime pronte a pungerle gli occhi.
“Non
capiremo mai il loro mondo...Guarda Yuki, era riuscita a
fuggire con quell’ex-umano, eppure, il suo legame con il
fratello è così forte
da spingerla a rischiare la sua vita e quella
dell’amato...”
Kain si sedette
vicino alla compagna, cingendole le spalle
magre in un abbraccio.
Poco dopo Aido
li raggiunse, la chioma bionda risplendeva
sotto la luce bianca di un cielo illuminato dalla luna.
L’azzurro
degli occhi lucido, e sciupato da due vivide
occhiaie violacee; sembrava distrutto dentro e fuori, tutta quella
storia l’aveva
sconvolto, lui che da sempre aveva appoggiato il purosangue.
“Mancano
solo quattro ore al ballo...” Mormorò.
E le quattro ore
passarono, la sala era gremita di invitati,
sfarzosi addobbi pendevano dal soffitto altissimo e affrescato, una
piccola
orchestra suonava musica classica, e i lampadari di cristallo erano
stati
puliti e lucidati per l’evento.
Ruka indossava
una maschera rosa, abbinata al lungo abito
color perla, i lunghi capelli acconciati in un elaborato chignon,
avanzò tra la
folla, la mano incastrata a quella di Akatsuki, la camicia un
po’ sbottonata e
i pantaloni stropicciati sul fondo.
“Sei
bellissima” Le sussurrò lui per darle un bacio sul
collo
che la fece rabbrividire, allontanandola per un attimo
dall’ansia di quel ballo
maledetto.
“Eccovi”
La voce di Aido risuonò attraverso la maschera
scura.
“Dove
sono Kyriu e Yuki?” Sussurrò.
“Arriveranno
a breve” La ragazza tremava.
Pochi minuti
dopo l’orchestra intonò un valzer che Ruka e
Kain ballarono, tenendo d’occhio la sala. Il sanguepuro,
padrone della dimora,
stava salutando gli invitati, tra cui Hanabusa, che non lo perdeva di
vista un
solo secondo.
Un’ora
dopo fecero il loro ingresso Yuki e Kyriu, i capelli
argentei di lui spiccavano tra la folla.
Gli altri
vampiri si spostarono per farli passare.
La giovane Kuran
sembrava diversa, le lunghe ciocche castane
avevano lasciato il posto ad un nuovo taglio, un caschetto lungo, in
qua e in
là asimmetrico quasi fosse stata lei ad operare direttamente con un paio di
forbici poco
affilate.
“Zero...qualunque
cosa succeda stasera...sappi che ti amo”
Sussurrò lei, una parte del volto coperta dalla maschera
nera. Il ragazzo le
rivolse un sorriso dolce, poi la invitò a danzare.
Volteggiarono
tra le coppie e tra il vociare confuso degli
invitati.
“Credevo
che i tipi scorbutici come te non sapessero
ballare...” Gli disse lei.
“Quella
sera, al ballo della scuola, avrei voluto tenerti tra
le mie braccia...Adesso che sei con me...beh, posso anche permettermi
di
ballare, no?” Scherzò Kyriu, le labbra curvate in
un’espressione malinconica.
Si
avvicinò per baciarla, le loro labbra si scontrarono
piano, per ritrovarsi in una danza che ormai conoscevano bene, ma che
non
finiva mai di sorprenderli. Quando si divisero gli occhi di lei
sembrarono
colmarsi di terrore.
Yuki
indicò con la mano inguantata, un punto oltre le spalle
di Zero.
Il ragazzo si
voltò di scatto, per incrociare quegli occhi
cremisi, oltre la maschera scura.
Kaname Kuran era
arrivato, il Re impazzito.
ANGOLINO:
Per tutti gli
amanti del RukaxKain
à W il capitolo
sogni e verità! Ahaha sveliamo i
loro hot-moments (che razza di pervertiti...naaa poverini *w*)
Un bacione,
scusate per le poche righe, ma ultimamente ho
veramente poco tempo, spero abbiate ancora la pazienza di seguire o
recensire...grazie
mille a tutti. Come qualcuno avrà notato mi sono
direttamente collegata,
stravolgendo un po’ gli eventi, alla storia originale della
Hino.
Ps: spero di non
avervi annoiato con questo ultimo chapter.
PPs:Per i devoti
del Yuki x Zero: “Visto??? Ha scelto lui,
per una buona volta...scuoricina”
Kiss Kiss
Un bacione a
tutti!
Allyn