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Autore: mesafe    11/03/2013    2 recensioni
Mi lavo i denti. 16 movimenti secchi. 16 e solo 16. Mi lavo le mani. una. due. tre. quattro volte. Vado in camera. Calze, camicetta, gonna e felpa. Sempre e solo così. Predo la cartella e fortunatamente mi accorgo che è venerdì. 7 ore. Letteratura, Tedesco, Matematica, Storia, Pranzo, Ora-buco, Ginnastica, Ginnastica. Prendo le mie cose per ginnastica dall’armadio. A scuola non lascio vestiti perché è tutto pieno di germi ed è tutto sporco. Chiudo la porta di camera, attraverso il soggiorno, metto il giubbotto, apro la porta dell’appartamento, scendo le scale. L’aria fredda di Earl’s Court Road mi entra nelle vene. Sento le linee rosse nelle mie braccia risuonare, sento il dolore dell’incomprensione dentro di me. Stazione della metro, igienizzante a portata di mano; fortunatamente c’è un posto a sedere libero e mi ci siedo. Mi lavo le mani con il gel. St James’ Park. E’ la mia fermata; scendo e prendo l’autobus. Arrivo a scuola e il portone immenso mi da il benvenuto.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Allora la verifica di matematica?”
“Diciamo che opto a una B per non rovinarmi la media!”
Rispondo a Sarah, la ragazza che fa matematica con me.
E’ un genio. Io invece a matematica non ci cavo niente.
Zero assoluto.
Nell’ultimo compito ho preso una C che ho recuperato con un’interrogazione e spero che questo compito non mi porti la media a C.
Di nuovo.
“Cosa hai ora Megan?”
Sfodero un sorriso di liberazione e gioia.
“Letteratura.”
Io e Sarah abbiamo la stessa insegnante, la signora Karls e la presentazione del libro è un progetto che coinvolge tutte le sue classi.
Sarah mi ha detto che aveva illustrato “Il signore degli Anelli-Le due Torri” e che era riuscita a vincere un po’ della sua timidezza parlando del suo libro preferito.

Mentre entro nell’aula della Karls saluto Sarah e noto che la prof sta parlando con un ragazzo che non mi è nuovo.
L’unico posto libero è infondo alla classe, quindi percorro la stanza, poso la mia roba e prendo un libro verde decorato d’oro.
Il mio libro.
Mentre prendo gli appunti per l’esposizione orale la voce della Karls mi chiama.
“Megan ho già presentato il nuovo ragazzo alla classe e penso che lo debba rifare per lei.”
Mi giro e noto che quel ragazzo è Cadwgan.
Non ho fatto caso al suo viso e alla sua persona, ma ho puntato gli occhi sul libro che teneva in mano.
Non ci voleva.
“Siccome è nuovo e suo cugino frequenta la nostra scuola è stato informato per tempo sul progetto-libro.”
No. No. No.
Lei sa che se i miei piani vanno all’aria cado nella depressione più assoluta.
Sa che la mia ossessione non coinvolge solo l’igiene, ma anche nelle pianificazioni.
Mi metto a sedere e tamburello le dita sul piano del banco mentre prendo l’igienizzante.
“E vorrei far fare a lui la prima presentazione di questa classe. Lui si chiama Cadwgan Millow. Prego Cadwgan.”
Mentre riponevo il mio amabile libro in cartella, una voce profonda, maschile e rassicurante richiama la mia attenzione.
Quella voce pronuncia il titolo di un libro che mi ha cambiato la vita.
Solo a sentire quel titolo la mia anima si svuota e cade nel profondo.
E’ un libro non di letteratura classica e sinceramente non mi sarei neanche aspettata che qualcuno lo proponesse, ma dentro è racchiusa la mia vita.
Mi chiamo Chuck, ho diciassette anni e, stando a wikipedia, soffro di un disturbo ossessivo-compulsivo” di Aaron Karo.
Mentre mi igienizzo le mani ascolto con attenzione la spiegazione del libro e trovo che Cadwgan sappia parlare molto bene.
Ora è tutto chiaro. Voleva farmi vivere il mio disturbo in terza persona.
E il mio disturbo è una cagata.

La Karls, allora, guarda me, poi Cadwgan, poi fa una domanda al ragazzo.
“Cosa ne pensa di Chuck, cosa pensa delle persone affette da questo disturbo?”
Da questo momento in poi penso di aver ascoltato la fine della sua spiegazione con la bocca semi-aperta, affascinata dalle parole del ragazzo.
“Le persone che soffrono di questo disturbo penso che si sentano inadatte e sole come Chuck.
Lui ha solo un amico e un mondo che non è adatto a lui, ma poi quando arriva lei, Chuck riesce a prendere una versa svolta nella sua vita.”
“Bene. Ora possono procedere con le domande da posto.”
Quasi tutta la classe di letteratura si gira verso di me, tranne qualcuno che è intento a domandare a Cadwgan.
Il ragazzo si destreggia bene. Voglio rendergli il tutto molto difficile.
Alzo la mano e la Karls mi incita a parlare.
“Perché prima hai detto che Chuck aveva bisogno degli antidepressivi e ora hai appena finito di dire che Amy è colei che l’ha aiutato di più?”
“Perché mentre prendeva gli antidepressivi Amy non c’era.”
“Sbagliato. Lui prendeva gli antidepressivi anche mentre c’era Amy.”
“Ma lui la stava aspettando.”
“E se non fosse mai arrivata?”
La campanella sua e con un sorriso beffardo saluto la Karls.

Appena sono fuori dall’aula attacco bottone con Cadwgan per scusarmi.
“Cadwgan, scusa per prima”
“Non importa.”
Mi dice con il sorriso in bocca mentre camminiamo per il corridoio.
“E’ che quel libro mi ha cambiato molto.”
“Perché lo conoscevi?”
“Si..è molto importante per me.”
Mentre stavo per entrare nel laboratorio di chimica, qualcuno mi afferra per un braccio e, con una spinta, mi getta a terra.
Sbatto la testa per terra e qualcuno mi sputa addosso.
“Vaffanculo brutta puttanta.”
Josh.
Lui non sapeva che ora chi comandava ero io.
Non stavo poi così male, ma siccome nella mia scheda scolastica c’è scritto che sono malata mentalmente fingo un attacco d’isterismo.
Secondo la legge scolastica di tutta l’Inghilterra chi maltratta un disabile è punibile penalmente.
Io, secondo tutti gli psicologi del mondo, lo sono.
Mentre mi dimenavo nel pavimento mi sono accorta della saliva e stavolta ho iniziato a sentirmi male veramente.
Penso anche di essere svenuta.

Quando mi risveglio degli occhi marroni mi stanno fissando e quella stessa persona mi sta pulendo il viso e poi mi rifà la treccia.
Mi giro in direzione della porta della infermeria e vedo Yen.
“Grazie Cadwgan per averla aiutata. Meg hanno espulso Josh.”
Cadwgan? Josh? Troppe cose insieme.
Faccio un attimo mente locale e poi guardo Yen.
“Espulso?”
“Si, espulso.”
Sorrido. L’incubo è finito. Il mosto che mi ha uccisa e sterminata dentro è morto. Non esiste più.
Yen mi bacia la fronte e esce dicendomi che ha lezione.
“Chi era quello nel corridoio?”
“Un mostro.”
“Yen mi ha detto che sei ossessivo-compulsiva.”
“Veramente? Non lo sapevo”
Ridiamo.
“Prendi gli antidepressivi?”
“Il mio vater si, io mi rifiuto.”
“Perché?”
“Perché aspetto il mio Amy maschio.”
Cadwgan sprofonda in una risata. Di colpo mi ricordo che le mie braccia sono segnate da brutti ricordi e mi chiedo se li ha visti.
“Ma mentre mi hanno portato qui mi è caduto il golf?”
“Si. E tutti ti hanno visto il seno.”
Ok, non mi aveva visto i tagli.
Mentre esce per andare a lezione entra l’infermiera che squadra me e Cadwgan.
“Come ti chiami?”
“Megan Rigby.”
“Vuoi stare da sola o vuoi che il tuo ragazzo resti qui con te? Posso fare una giustificazione a lui se non vuoi stare da sola.”
Cadwgan si gira e mi sorride. Ma che cazzo fa?
Io non so che fare perché la situazione è molto imbarazzante e allora lui si dirige verso di me e posa la mia bottiglietta di igienizzante sul comodino.
“Non ha bisogno di me, ha solo bisogno di quella boccettina. Arrivederci.”


Ho forse trovato la mia Amy maschio?
  
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