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Autore: Sybil Blues    11/03/2013    1 recensioni
Ginny Weasley ha sedici anni, trascorsi nell'ombra proiettata dall'amicizia fra suo fratello e Harry Potter. Quello stesso Harry che non è mai riuscita a dimenticare, e al suo sesto anno ad Hogwarts proverà a farlo sul serio. Ma il labirinto di feste, vendette e solitudine la porterà a conoscere un segreto terribile. E a perdere sé stessa.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dean Thomas, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Neville Paciock | Coppie: Dean/Ginny, Draco/Ginny, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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«E' già capitato che mi trovasse in situazioni del genere. Lo tollera perchè dice che in me vede un riflesso della sua adolescenza.» dice con tono beffardo.
Mi alzo in piedi.
«Draco, io voglio aiutarti...» sussurro. Sono sincera, ma lui fa un gesto sprezzante con la mano, come se volesse disperdere le parole pesanti che sono appena uscite dalle mie labbra.
«Smettila di recitare la parte della Grifondoro altruista e coraggiosa! Non te ne frega niente di me, niente. L'unica cosa che vuoi è uscire da quella porta, e l'unica cosa che puoi fare per farlo e dirmi ciò che voglio sentire.» Sta gridando, e mi accorgo che sto piangendo. Lame incandescenti sul mio viso. Davvero non c'è via d'uscita? Davvero Malfoy è solo questo?
«D'accordo, volevo essere gentile, ma non funziona. Legilimens!»
La risata di Hermione, con cui non parlo da settimane.
Lo sguardo di Harry.
Dean.
Mio fratello e il suo migliore amico.
Jane addormentata.
Draco che reprime un sorriso.
«Malfoy è un Mangiamorte!» La voce di Harry sembra rimbombare nel mio cervello, mentre cerco di scacciarla, perchè so cosa viene dopo. «Sta diventando un ossessione, Harry. Dovresti smetterla di piantonare la Stanza delle Necessità e parlarne con Silente.»
Basta, basta, ti prego.
La luce torna nei miei occhi. Sono accasciata sul pavimento e mi rendo conto di aver urlato.
«Cazzo, Weasley, non ti sto torturando.» dice, aspro. «Non ancora, almeno.»
«Dammi la mia bacchetta.»
«Vattene.»
«La bacchetta!»
Mi prende saldamente per un braccio e mi mette alla porta.
«Adesso apro questa dannata porta. Se ti metti a strepitare ed attirare l'attenzione, giuro che quel Sanguesporco del tuo innamorato ne pagherà le conseguenze.»
«Mi serve la mia...»
«Fa' il tuo dovere e la riavrai. Adesso vattene.» sibila. In corridoio c'è una fiumana di studenti. Vedo la McGranitt e le rivolgo uno sguardo di muta supplica. Non si accorge di me.
Mi sento sola come non lo sono mai stata. Voglio dimenticare, uscire dalla mia testa per un po' e piangere in pace. Mi dirigo verso i dormitori, urtando qualche spalla e bofonchiando scuse a caso. La Sala Comune è vuota, il fuoco crepita allegro.
Mi sdraio sul letto fatto, gettandomi qualche coperta addosso e sperando di riuscire ad addormentarmi.
Dio, se non mi bocciano ai GUFO è un miracolo.
Dio, se mia madre non mi ammazza giuro che chiedo a Harry qual è l'esatta funzione di una papera di gomma e ne compro una a papà.

Non posso fare niente, senza bacchetta. Non posso andare a lezione senza evitare domande strane, soprattutto perchè la McGranitt scriverebbe a mamma, e questo devo proprio evitarlo.
Per la seconda volta, decido di sfruttare le utili abilità di Fred e George; per fortuna ho ancora un po' di soldi, così posso ordinare una fornitura di Fondenti Febbricitanti. Mi firmo come 'Debbie Croll' e affido la mia lettera a Errol.
«Ginny» E' Hermione, con il viso pallido di quando è stanca, o sotto stress.
Le rivolgo un cenno a mo' di saluto.
«Tutto bene?»
«Sì, tutto bene.» Vorrei poterle non mentire in questo modo. Hermione fa un cenno del capo, impotente e infastidita.
«Sotto c'è Dean che ti aspetta. Vuole salutarti.» dice incrociando le braccia prima di imboccare la porta. Non le avevo detto di lui.
Dean è una di quelle persone che ti fanno passare il malumore al primo sguardo e che inducono a sorridere senza motivo, come quando è domenica e c'è il sole primaverile che inonda il parco.
«Ciao!» esclamo, schioccandogli un bacio sulla guancia. Intercetto uno sguardo di disapprovazione di Ron, che fulmino. Lui seppellisce il naso nel libro di Incantesimi e arrossisce fino alla punta delle orecchie.
«E' da un secolo che non ti si vede in giro!»
«Lo so... Ho avuto da fare.»
«GUFO?»
«Anche, anche.» annuisco. Avrei voglia di tuffarmi fra le sue braccia e perdermi nel suo petto, ma rimango rigida come un simulacro di marmo.
«Come va con Trasfigurazione?»
«Bene, meglio...» Lascio vagare lo sguardo sulla Sala. Harry e Ron sono seduti sul tappeto e cercano di strappare suggerimenti ed aiuti ad Hermione, che ha in mano la Gazzetta del Profeta. Neville sta accarezzando la sua pianta. Jane ride convulsamente con Debbie e una rossa. Metà squadra di Quidditch si sta ubriacando in silenzio con bicchierini di Burrobirra trasfigurati in pozioni per la tosse.
Anch'io ho bisogno di un amico.
«Ti va di accompagnarmi in biblioteca? Devo prendere in prestito un libro di Botanica.» improvviso a gola secca.
Dean mi offre il suo sorriso bianco e annuisce. Non si mostra imbarazzato, quando lo prendo per mano e lo guido fuori dal ritratto della Signora Grassa. Dopo un paio di corridoi è palese che non stiamo andando in biblioteca. Sento la mano di Dean sudare contro le mie dita. Rallento, lui è pochi passi dietro di me.
Mi fermo e mi volto verso di lui.
«Ho bisogno di dirti una cosa.» mormoro. Prego che Malfoy non passi di qui.
«Anch'io.» risponde in un soffio.
Merda.
Mi attira a sè e io appoggio le braccia sul suo petto.
«Non quel genere di cosa.» Distolgo lo sguardo dai suoi occhi scuri e brillanti come tunnel alla fine dei quali si scorge la luce.
«Oh.» Il suo sorriso non scompare e questo mi rassicura.
«Andiamo nel bagno di Mirtilla, non ci sentirà nessuno.»

Gli racconto tutto: tutto il mio dolore e tutta la colpa che mi assale di notte. Le mie parole gli incidono un'espressione che non avevo mai visto. Fa paura.
«Cosa devo fare, Dean?» Asciugo in fretta le lacrime che non riesco a trattenere e che Dean finge di non vedere.
«Possiamo iniziare uccidendo Malfoy, che ne dici?» Non c'è traccia di scherzo nella sua voce.
«Ha ancora la mia bacchetta.»
«Di questo non preoccuparti. La riavrai stasera, domani al massimo.» dice sicuro, alzandosi.
«Dean, Dean! Per favore, non fare niente!» Si libera dolcemente dalla mia presa ed esce.
Mi lancio contro di lui, spaventata ed estasiata al tempo stesso.
«Ti prego, peggioreresti solo la situazione! Malfoy è un Magiamorte, un Mangiamorte, capisci? Se ti succedesse qualcosa io non so che farei!» urlo.
Ride. Dio santo, ride come se stessimo giocando. Non resisto all'impulso di prenderlo a pugni. Sulle braccia, sul petto, sul collo, finchè davanti non ho altro che buio.
«Calmati, Weasley. E' tutto a posto, capito? Non è niente di grave.» Sento il battito lento e regolare del suo cuore contro il mio orecchio.
«Non chiamarmi Weasley» sbraito. «E non provare a salvarmi. So farlo da sola.»
«Tutte le donne vogliono essere salvate.» replica.
Gli rifilo uno sguardo sprezzante e mi libero dalla sua stretta.
«Non io.»
«No, tu no. Ma io lo faccio lo stesso. Niente bacchetta niente GUFO. Niente GUFO, niente estate. E niente estate vuol dire che non potrò infiltrarmi alla Tana con la scusa di salutare tuo fratello per vederti.»
Non mi rendo conto di avvicinarmi sempre di più al suo viso d'ebano.
Non mi rendo conto di non voler più staccare lo sguardo da lui.
Le nostre labbra si scontrano come una falena contro la lanterna tanto agognata. Ma la lanterna brucia, e finisce per uccidere la falena. Piano piano.





 
  
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