Kagome con il viso lisco e splendente di una normalissima adolescente della sua età fissava sperduta davanti a sé. Le sopracciglia si agggrottarono leggermente,donandogli un'espressione alquanto inquieta. Il miasma di Naraku era arrivata fin la,portato con insopportabile educazione dal vento infausto. Un vento che sapeva di morte,di tristezza e assoluta impotenza. Kagome sapeva a ciò che andava incontro,lo aveva sempre saputo,eppure non aveva potuto far altro che cogliere la situazione a braccia aperte,non perché fosse stata costretta,ma perché fin dal principio aveva capito che lei era lì proprio per assolvere il suo compito in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo a lei disponibile. Le stelle imbrattavano il paesaggio di piccole pozze di luce, rischiarendo appena il terreno ben curato delle stradelle. Standosone seduta sul tetto della casa di Kaede,la sacerdotessa che proteggeva il viallaggio e sua consigliera più fidata,osservava il fenomeno con dovuto distacco. Avrebbe voluto piangere,lasciarsi coccolare da calde lacrime,lasciar bruciare le guancie fin a sentirle insensibili, ma i suoi tentantivi vennero interrotti bruscamente da una mano gentile che ben conosceva: la mano di Inuyasha. Quel palmo che mai si era permesso di accarezzarla per una sola volta, adesso, si stava poggiato delicamente sulla sua spalla,come per tirarla su di morale,per esprimere molto di più che a semplice parole. Lei vi si aggrappò con tutte le sue forze,cercando di trarne la più profiqua delle energie. Non poté comunque vietarsi di provare un intimo piacere per quel tocco così innocente e benevolo. -Pensi che ce la faremo a fronteggiarlo?- pronunciò quelle parole nascondendo il viso tra le ginocchia mentre i capelli le coprivano interamente il volto,facendola sembrare piccola e indifesa,debole come non mai. Quella non era Kagome,la sua kagome. Afferrò saldamente la sua mano, a confronto con quella del mezzo-demone che era perfettamente levigata e tagliente per le sue acuminate unghie,sembrava infinitamente minuscola e inadatta. -Non abberti Kagome,dov'è finita la tua forza d'animo? Noi ce la faremo,vedrai! Non sarà certo quello stupido di Naraku a spazzarci via come moscherini!- esclamò,sillabando l'ultima frase con stizza improvvisa. La ragazza da sotto la coltre folta di capelli,sorrise serena. Lui sì che ci sapeva fare,sapeva risollevarle l'animo per riportarlo alla luce,ridarle l'ossigeno di cui necessitava e gli sarebbe stata grata,pensava lei,per l'eternita. La sua non era una promessa fatta a chiunque,ma ad Inuyasha,il suo Inuyasha. Ella sollevo il viso e l'immagine che le si presentò davanti con tale prepotenza che fu una totale folgorazione: i suoi capelli argenti erano assolutamente perfetti,mentre il viso,contornato da i suoi soliti lunghi ciuffi che ricadevano fin appena sotto le scapole,veniva oscurato dalle ombre notturne. La veste lunga,rossa e composta gli donava un aspetto insolitamente saggio e placato. Il suo corpo non era circondato dalle consuete fiamme di nervosismo,risultava quasi aureo,tranquillo,appagato,perfetto, longilineo e smilzo. Muscoli misurati e adeguati al suo corpo gli davano un aspetto alquanto irresistibile. Profondi occhi gialli interruppero il confronto con l'oscurità,abbandonandola in un vortice di forti emozioni. Kagome sentiva il cuore tamburellarle in petto,quasi volesse uscire e ne ebbe paura per un attimo. Quello era un segreto che al momento non era pronta a rivelare,troppo prezioso quanto rischioso. Il ragazzo le tese una mano che lei accettò ben volentieri. Con un balzo la fanciulla si ritrovò davanti la porta dell'umile casetta da dove,adesso lo sentiva,provenivano borbottii e lamentele, una delle solite discussioni inevitabili che prima o poi sarebbero stati costretti a prendere: come e quando intercettare quell'essere immondo. Dovevano analizzare le probabilità che avrebbero avuto di recuperare tutti i frammenti della sfera prima di lui,era una corsa contro il tempo che andava inesorabilmente veloce e poteva esaurirsi da un momento all'altro,provocando un vero e proprio cataclisma. Entrò educatamente e con passo altrettanto rispettoso,seguita come un'ombra da Inuyasha, dentro l'abitazione salutando tutti con un semplice gesto della mano. L'ambiente era una semplice costruzione in legno in cui al centro vi era un piccolo fuoco e una rude pentola contenente un succulenta zuppa che l'anziana sarcerdotessa stava mescolando con animato nervosismo. Le braccia avvinzite negli anni,ma ancora vigorose, tenevano il mestolo in modo rigido. I piccoli occhietti facevano intuire che la situazione non era facile a quanto pare nemmeno per lei. Il viso,riempito dalle rughe dell'età,tradiva un senso d'ansia palpabile e il corpo di solito calmo e rilassato,sembrava ancora più appesantito. Tutto nella sua figura esprimava un opprimente senso di scoraggiamento e Kagome si sentì travolgere, come se un'onda prorompente si fosse abbattuta su di lei travolgendola completamente. Lo sguardo dell'anziana donna si spostò velocemente sulla ragazza,facendole cenno di sedersi accanto a lei. Mentre attraversava a passi svelti la stanza,non poté non sorprendersi di trovare diverse coperte e cuscini sistemati con ordine impeccabile,sorrise appena. Avrebbe riposato meglio quella notte,almeno sperava. Si accomodò a gambe incrociate,inviando alla sua interlocutrice un sguardo sincero. La sua mano,piccola ma stranamente resistente le si poggiò sul ginocchio. Quando Kaede aprì la bocca per parlare la voce le uscì rauca,quasi strozzata: -Cara ragazza,hai sentito anche tu questo strano odore? Lui è vicino,ma preferisce mantenere le distanze,non noti anche tu? Non mi sfiorava minimamente l'idea che un tipo losco come lui potesse provare paura. Chissà cosa lo trattiene, è un'enigma.- La pelle della ragazza dai capelli corvini vibrò in diversi sussulti,percettibilmente intimorita dalle parole della donna. Si mise a studiarla,sperando con il cuore in gola,che la frase appena affermata non contesse cenni di bugia mal celata­. Alcune ciocche di capelli bianchi le cadevano davanti gli occhi,altri invece rimanevano ben saldi dietro la schiena legati da un nastro bianco. La sua mansueta figura accaldò il cuore della fanciulla,come suo solito. Nella stanza scese il silenzio più totale e a essere sincera quella sensazione opprimente che cominciava ad agitarsi nel suo petto,non le piaceva affatto. Osservò le figure di Sango e Miroku,sedute di fronte a lei con le braccia al petto mentre cercavano di contenere una riverente calma. I lineamente,però,tradivano il corpo rimandendo rigidi e implacabili. I capelli di Sango,sciolti sulla schiena le avvolgevano le spalle e buona parte della schiena,mentre, il monaco teneva le palpebre chiuse,visibilmente concentrato. -Venerabile Kagome cosa vi terrorizza?- la voce profonda del ponzo la fece sobbolzare leggermente,mentre gli occhi le si chiusero in due fessure,cercando di recuperare il fiato perso. -Miroku,dovresti saperlo anche tu cosa la preoccupa. Il miasma si è intensificato se ben di poco, ciò è un elemento preoccupante ed è evidente.- intervenne la sterminatrice,portando instintivamente la mano su Iraikotsu,il pesante Bumerang,che portava dietro le spalle come un fedele amico o un uomo ferito. Inuyasha che fino ad allora non aveva proferito parola rimase fermo nella stessa posizione per tutto il tempo,continuando ad essere muto come un pesce,tenendo le labbra strette l'una all'altra assorto in un completo mutismo.