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Autore: surferfrancy01    28/09/2007    13 recensioni
Come promesso, eccomi di nuovo con un'altra freschissima storia! L'ispirazione mi è venuta guardando un vecchio film che ha appunto lo stesso titolo della mia fanfiction...alcuni di voi probabilmente hanno già una mezza idea sulla trama, io però vi do' un aiutino: i nostri amici non si vedono da molto tempo, sono cresciuti e hanno preso tutti strade diverse. Un bel giorno però le loro vite si scontrano di nuovo, per caso, e da quel momento i nostri protagonisti dovranno fare i conti con il tempo, il quale cambia ma non cancella, rivivranno gli amori mai dimenticati e ne succederanno di tutti i colori...:) Io vi consiglio di leggere subito se siete curiose di sapere di cosa si tratta. In ultimo vi ricordo di commentare e vi auguro una buona lettura!
Genere: Romantico, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Tomoko si sporse allarmata dalla finestra, ma tutto ciò che vide furono un paio di scoiattoli che la guardavano di sbieco sul ramo dell’albero davanti la casa

Tomoko si sporse allarmata dalla finestra, ma tutto ciò che vide furono un paio di scoiattoli che la guardavano di sbieco sul ramo dell’albero davanti la casa.

-          Tomoko non c’è nessuno lì fuori…- le disse Akito alzando gli occhi al cielo.

-          Eppure…ero convinta di aver sentito una strana voce…- bisbigliò fra sé e sé.

A quel punto Akito avanzò verso la finestra, la prese per le spalle e la girò in modo da poterla guardare negli occhi, e con voce fredda e imperscrutabile le disse:- Te lo dico adesso, e non te lo ripeterò un’altra volta. Sparisci dalla mia vita. Sparisci e non provare a farti rivedere. Se mi sono dovuto abbassare a questo livello è stato solo per colpa di…di quella stupida notte, e non di Sana. E che tu lo voglia o no, io provo ancora qualcosa di fortissimo per lei. Un qualcosa che tu non hai sicuramente mai provato, e che io di certo non proverò mai per te. Sparisci Tomoko, fallo adesso.-

Tomoko soffocò una risata, e con il suo solito tono arrogante gli rispose:- E non hai paura Akito? Non hai paura che io ti tradisca, raccontando a tutti quello che è accaduto quella notte in quella casa?-

Akito deglutì rumorosamente, ma fu ancora più deciso di prima:- Non ho paura di te, Tomoko.

-          Come dimentichi in fretta le cose Akito…- disse quasi sussurrando Tomoko- Eh già proprio così, sei riuscito a dimenticare tutto quello che ho fatto per te, se non ci fossi stata io tu non l’avresti neanche più rivista questa Sana Kurata

Akito rimase immobile mentre Tomoko gli si avvicinava con le labbra all’orecchio, parlando comunque a voce abbastanza alta:- Sai, se fossi stato in carcere in questo momento…l’avresti potuta vedere solo da uno spesso vetro, con due guardie a sorvegliarti alle tue spalle, con qualcuno che avrebbe ascoltato ogni singolo dettaglio della vostra conversazione…non avresti potuto sentire il dolce profumo dei suoi capelli, né assaporare il gusto delle sue labbra, né accarezzare le sue gambe da foto modella…

Indietreggiò lentamente verso la porta, sempre senza staccare gli occhi da lui.

-          Pur di scopartela sei disposto a dimenticare quello che ti ha fatto passare in passato!! Soffrivi come un cane Akito. Soffrivi per una sgualdrina!! Una sgualdrina a cui non importa tutt’ora niente di te. E, come se non bastasse, hai dimenticato anche che sono stata io a salvarti!-

Appoggiò la mano sul pomello della porta e gli lanciò un’ultima gelida occhiata:- Ma sappi che io non dimenticherò ciò che ci siamo detti Akito, tutta la tua ingratitudine verso di me. Perciò non lamentarti con me…quando la polizia ti verrà  a cercare.

 

L’ultima cosa che Sana sentì di quel discorso fu la porta di legno che sbatteva violentemente, e immediatamente dopo le nocche di Akito che frantumavano chissà quale oggetto.

Sentì gli occhi smarriti del piccolo Chi-Chi puntati su di lei, mentre, tutti rannicchiati l’uno contro l’altro nella rientranza sotto il davanzale all’esterno, lei gli indicò la sagoma lontana dei suoi genitori che erano usciti a cercarlo.

Senza dire una parola il piccolo si allontanò nella direzione indicata, lanciando a Sana un ultimo dolcissimo sguardo innocente. Lei gli sorrise, e in quel momento i suoi occhi non riuscirono più a trattenere le lacrime.

Non riusciva a capire il senso di ciò che si erano detti, ma in cuor suo sentiva un forte dolore per quelle parole.

Avrebbe avuto l’istinto di correre via di nuovo, lontano, dove nessuno sarebbe venuto a cercarla. Ma la trattennero i singhiozzi di Akito, quasi impercettibili. Fu quello che le squarciò il cuore, e d’un tratto, capì che non doveva seguire l’istinto, ma il suo cuore.

Si alzò piano e si appoggiò alla finestra, e con un movimento rapido e deciso saltò nella stanza di Akito.

 

  
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