- I-il clone? – chiese Shinji ormai impaurito – C-che significa? –

Orihime, aveva cambiato atteggiamento tutt’ a un tratto, abbandonando quell’aria infantile e lasciando posto a un aura strana, sadica.

Incrociò le braccia al petto.

- Shingo… il bambino sempre, sempre addormentato… la mamma non sapeva come utilizzarlo… perché gli esperimenti si fanno per essere usati giusto?
Così, visto che non si svegliava creò la sua copia… tu… -

Shinji indietreggiò inconsciamente

- I-io? Io sono…. Perché? –
- Per riunire le due metà. La mamma ha ucciso Shingo… quindi liberò il clone… -
- M-ma come? Io sono stato solo coinvolto in una guerra…. –
- Ah, quello è colpa nostra! – rispose sorridendo allegra
- Cos’… -
- Bhè, sai com’è, serviva un pretesto per farti incontrare la sorellina… -

Orihime si avvicinò a Shingo, ormai ammutolito. Lo abbracciò ridendo felice.

- Vedi che sei il mio fratellino? Eheheh non preoccuparti, mica è grave! Staremo sempre insieme a Ino e prima o poi convinceremo Kuromi e poi saremo una famiglia!! – esclamò allegrissima.

Shinji nemmeno reagì.


Quando Ino si svegliò si ritrovò in camera. Si mise a sedere e guardò fuori dalla finestra.
Il tramonto. Ormai la madre sarebbe tornata a momenti da lavoro.
Si ricordò di essere stata abbracciata a Shikamaru dopo essere tornata a casa.
Probabilmente l’aveva messa a letto e se n’era andato.

Sorrise. Poi però tornò pensierosa.

- Orihime! – esclamò

Scese dal letto e corse al piano di sotto dove trovò la ragazzina guardare la tv.

- Orihime… -

La ragazzina si voltò.

- Ben svegliata, sorellina!! – esclamò con un sorriso.

Ino si sentì sollevata e si avvicinò a lei.

- Dov’eri? –
- Scusa, ero con Suzu… volevo convincerla a stare con noi ma… - rispose triste
- Ho capito… che ti ha detto? –
- Sai, credo che anche Suzu sotto sotto speri che tutto si risolva, solo che non tenta mai di fare qualcosa. Che antipatica a volte, vero? – si lamentò sbuffando – Poi ho visto Kuromi tornare e mi sono preoccupata quindi sono tornata dove mi hai detto di aspettarti, e ti ho aspettata… -
- Oh… -

Orihime abbracciò Ino.

- Temevo ti avesse sconfitta. Per fortuna è arrivato Shin-chan! –
- Shin-c… ah Shinji! Ma dov’è ora? –
- Con zia Kei! – rispose allegra – Nel negozio di fiori! –
- Ho capito. Per fortuna stai bene. Per un attimo ho temuto che fossi tornata dalla loro parte… -

Orihime scosse la testa, staccandosi dall’abbraccio.

- No, no! Io voglio stare con te! –

Cominciò a correre per il salotto, a mò di aeroplano, con le braccia aperte poi, ridendo, uscì dal salotto dirigendosi in bagno.

Ino sorrise.
Orihime, con quell’atteggiamento così infantile, ispirava tenerezza.
Tra poco la zia avrebbe chiuso il negozio e sarebbe tornata con Shinji. Ino decise di cominciare a preparare la cena.

Orihime era appoggiata alla porta del bagno, chiusa a chiave. Fissava il pavimento con aria triste.

- Noi… siamo una famiglia… vero? – sussurrò.

Quando Kei tornò a casa la cena a quasi pronta. Orihime era seduta sul tavolo con davanti il piatto vuoto e forchetta e coltello già in mano.

- Zia Kei, sei arrivata!!! Tra un po’ mangiamo, mangiamo!!! – esclamò la ragazzina.
- Ti sbagli, Orihime, dobbiamo aspettare anche papà. – la infornò Ino mettendo altri piatti sul tavolo. – E poi com’è che hai già la forchetta in mano? Hai così tanta fame?? –
- Siiii – rispose lei.

E mentre Orihime iniziò una canzoncina sul cibo Ino si voltò verso la zia.

- Zia ma Shinji? –
- Mh era con me… però mi sembrava triste, ha detto che rimaneva ancora un po’ al negozio. –
- Triste? Ma come, ancora? –
- Ode al pollo, ode al pesce, ode all’insalata e al ragù, lalala lalala mangia mangia anche tu che non ci pensi più lalala lalala– Orihime si era alzata e girava intorno a Ino cantando a voce alta la canzoncina inventata sul momento.
- O-Orihime smettila! Vai a guardare la tv, bisogna aspettare papà! –

La ragazzina si mise a ridere e si avviò verso il salotto continuando a cantare.

- Che ragazza allegra.. – commentò Kei. – Ino resto io a finire di preparare, tu vai da Shinji, mi sembrava così giù… -
- Uff, ok. Possibile che stia ancora pensando a…. –
- A… ? –
- A nulla, zia. Vado a cercarlo.. –

Come aveva detto Kei, Shinji era dentro al negozio, già chiuso.
Era seduto sul bancone e muoveva le gambe per aria, con aria pensosa.
Ripensava alle parole di Orihime e a tutte le coincidenze che c’erano.

“ Non ci sono dubbi… non è un caso. Quindi io sono davvero… quindi non ho ricordi del passato… aspetta! Le due metà… significa che forse non dovrei stare vicino a Ino?! “

- Shin! –

Shinji sobbalzò rischiando di cadere dal bancone. Alzò lo sguardo.

- S-sorellina? –
- Bhè? Che ci fai qui? – chiese avvicinandosi.

Si mise le mani sui fianchi.

- Guarda che tra un po’ si mangia! –
- S-si.. arrivo subito… -
- Shin… non dirmi che stai ancora pensando a quel discorso? –

Shinji sobbalzò di nuovo. Si agitò.

- S-sorellina, che ti ha detto quella? –
- Eh? –
- Ti ha risposto? Dimmi cosa ti ha risposto?? –
- Oh.. quindi sai che gliel’ho chiesto? Te l’ha detto lei o l’hai intuito? –
- Rispondi, ti prego! –

Ino sospirò. Abbassò appena lo sguardo.

- No, è arrivata Kuromi proprio quando mi stata per rispondere. Ah! Ma non è che te l’ha detto a te? In fondo sei andata a cercarla no? –
- A-ah.. n-no… io… -

In quel momento aveva una voglia matta di dirglielo. L’avrebbe aiutato, consolato.. inoltre non sapeva bene cosa significasse essere ‘due metà ’, temeva che fosse pericoloso stare vicini.
In fondo Orihime aveva parlato di ‘riunire le due metà ’ e se lui è era il clone di una metà e Ino era l’altra… bhè bastava fare due più due no?
E proprio per questo, allo stesso tempo, non voleva dirglielo. Cosa sarebbe successo? Si sarebbero dovuti separare?

- Shin! Ti ha detto qualcosa? – chiese Ino preoccupata del silenzio.

Shinji si riprese.

- No! Se no non ti avrei chiesto se l’ha detto a te, no? –
- Glielo richiederò dopo cena. Dai, andiamo. E stai tranquillo, ok? –
- Ok… -

Ino uscì fuori dal negozio seguita dal fratellino.
Appena entrati in cucina videro Kei ancora alle prese con i fornelli e Ino decise di aiutarla.

Orihime, ancora in salotto a guadare la tv, si avvicinò a Shinji.

- Gliel’hai detto? – gli disse sottovoce, in un orecchio.

Shinji rabbrividì. Si scansò voltandosi e tenendosi l’orecchio.

- T-tu…. – riuscì a dire ansimando appena.

La ragazza sorrise.

- Gliel’hai detto? –
- C-certo che no! – rispose a bassa voce, poi si voltò verso Kei e Ino che stavano ancora cucinando e portò Orihime in salotto.

- Tu! Non so cosa abbiate in mente voi pazze ma non so come potrebbe reagire se sapesse che sono il clone di Shingo! E poi spiegami una cosa… cosa significa essere una metà! Cosa significa che ‘riunire le due metà? –
- Quindi non gliel’ hai detto… mmm.... –
- Mi vuoi rispondere? – richiese lui nervoso.
- Cosa significa… significa riunire le due metà! – rispose semplicemente lei.

Shinji cominciò a innervosirsi. Aveva ricominciato a comportarsi da stupida. Comparì una venetta sulla sua fronte.

- Ho capito ma mi devi spiegare cosa significa? È pericoloso? –
- Ma no! – rispose ridendo con leggerezza – Significa solo che le due metà diventano una cosa sola, come una fusione! Però solo la mamma era in grado di unire le metà quindi non si può più fare! –
- Q-quindi non c’è pericolo… -
- No, no! Piuttosto… -

Shinji indietreggiò. Ecco che Orihime assumeva di nuovo quel tono serio e quell’espressione inquietante.

- … se la sorellina mi richiedesse chi sei… -
- NON DIRGLIELO! – urlò lui. – Non devi dirglielo, nega! Nega!! –

Orihime ridacchiò e incrociò le braccia sul petto.

- Mpf, immaginavo… in fondo nemmeno io voglio che soffra, è mia sorella… va bene, dirò che non c’entri nulla… avrai frainteso tu le mie parole, ok? –
- V-va bene… un ultima cosa!-
- Mh? –
- Il tuo vero carattere… quel’è? –

Orihime guardò un po’ Shinji. Poi sorrise, piegò appena una gamba e si mise il dito indice sul mento.

- Tutti e due! – cinguettò sorridendo circondata da fiorellini.

Una grossa gocciolona comparì sulla testa di Shinji.

- Alla fine, per me, rimani una pazza… -
- Quella pazza di tua sorella, Shin-chan! – esclamò lei abbracciandolo.
- Serpe! – commentò lui.

In quel momento rientrò Inoichi e, con grande gioia di Orihime, si poté cominciare a mangiare.




Intanto, in mezzo al bosco, Kuromi era seduta per terra a guardare l’erba pensierosa. Aveva la gamba sinistra leggermente piegata e il braccio teso, appoggiato sul ginocchio.
Si portò la mano sulla guancia, guarita da Ino.

– Continuo a pensare che anche tu sei una vittima. Ma non di mia madre…. Ma di te stessa… -

Kuromi fece una smorfia.
Vittima di se stessa? Cosa voleva dire? Lei non era assolutamente una vittima!

Sentì un rumore provenire dagli alberi.

Suzu comparve con un balzo

- Finalmente! Com’è andata? – chiese al gatto.
- Nulla da fare… Orihime è definitivamente alleata di Ino. E a quanto ho visto te la sei fatta scappare… credevo stessi peggio, sorellina. – rispose ironica.
- Mpf non importa. Vorrà dire che Orihime farà la stessa fine di Ino… -
- Fai quello che vuoi. – rispose con sufficienza Suzu. Poi sorrise. - Piuttosto… ho seguito Orihime e ho scoperto una cosa interessante… -
- Cosa? –
- Il bambino. Orihime gli ha detto che è il clone di nostro fratello Shingo… e pare che lui non l’abbia presa bene. –

Kuromi guardò Suzu. Poi ghignò.

- Bene… allora qualcosa di buono quella incapace lo sa fare… molto bene… -


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Ultimamente faccio capitoli corti… uffa!
Certo che Orihime mi ricorda tanto Yukino Miyazawa…. Povero Shinji…