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Autore: smarties89    12/03/2013    3 recensioni
Cosa sarebbe accaduto se il manager Alan Niven, troppo occupato per seguire i Gun 'N Roses agli inizi, avesse chiesto a un collega di sostituirlo? Non un collega qualsiasi...una donna. Donna che incasinerà come non mai la vita di un bassista a caso...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hola :) Come anticipato, preparatevi a un bel salto temporale...vi avviso che non mancano molti capitoli alla fine, anche se ancora non so quanti. Buona lettura :D




 Marzo 2000

 

Erano passati 9 anni da quel giorno, ed erano accadute tante, tante cose.

Subito dopo aver lasciato i Guns Miri era rimasta un paio di settimane a New York a rilassarsi e a cercare di riprendere in mano la sua vita. Quando poi i ragazzi erano ripartiti per il tour, era andata a casa sua e di Duff a prendere tutta la sua roba; dell’appartamento avrebbe poi deciso il biondo cosa farne. Era poi andata alla Geffen, dove Alan le aveva dato un nuovo incarico come addetta stampa, così non da non entrare in contatto con i musicisti.

Ma, ovviamente, aveva seguito tutte le vicende disastrose della sua band che stava andando sempre più a catafascio.

Quando tennero il concerto a St. Louis nell’aprile del 1992, Axl si scagliò su uno spettatore con una videocamera e, dopo l’interruzione del concerto, il pubblico scatenò una vera e propria guerriglia. Dopo, Izzy aveva lasciato, troppo stanco e impotente davanti a quel carrozzone che erano diventati i suoi Guns ‘N Roses.

Miri lo aveva chiamato, poi, per sapere come stava, e Jeff le aveva detto:

Ricordi cosa ti dissi quando andasti via?” Certo che Miri se lo ricordava, lei stessa si era domandata perché Izzy comprendesse così bene il suo gesto: era ciò che stava pensando di fare anche lui.

Poi era subentrato Gilby Clarke e il tour era finito nel luglio del 1993 a Buenos Aires; dopo, i Guns scomparvero. Nel ’94 venne pubblicato ancora The Spaghetti Incident, la colonna sonora della disfatta della band, come dicevano in molti.

Slash aveva lasciato nel 1996, dopo un periodo di depressione e un tentativo di suicidio; come sempre, Jane era stata una presenza costante per lui e gli salvò letteralmente la vita. Nel ’98 era nato il loro primo figlio, London, e ora vivevano nella loro bella villa a Los Angeles.

Per quanto riguardava Duff, Miri aveva seguito praticamente in diretta il suo ricovero per la pancreatite nel ’94, grazie a Jane che la aggiornava costantemente; da brava vigliacca, non si era mai presentata in ospedale. Non avrebbe retto nel vedere lui a pezzi assistito dalla sua cara mogliettina Linda Johnson, mogliettica che, dicevano, aveva sposato a Las Vegas completamente fatto e ubriaco.

Fu felice poi di vedere, qualche anno dopo, che il ragazzo si era ripreso alla grande e, dopo essere tornato single e essersi trasferito a Seattle, si era concentrato anima e corpo sullo sport.

 

Per quanto riguardava Miri, invece, la ragazza era sempre alla Geffen come addetta stampa e la sua vita, dopo l’uragano Guns ‘N Roses, si era in parte ristabilizzata. Che poi, come può la vita tornare come prima dopo un’esperienza del genere? Dopo un’esperienza con loro?

Viveva in un piccolo ma grazioso appartamento, non era fidanzata a parte qualche saltuaria storiella, ed era convinta che sarebbe diventata una zitella circondata dai gatti; per ora ne aveva uno solo, Sansone, un gattone rosso di ben 7 kg, che adorava.

Andava sovente a trovare Jane, Slash e il suo adorato figlioccio London; e vi andò anche per pranzo quella domenica, la prima di marzo del nuovo millennio.

 

Miri!!! Sei in gran forma!” uno Slash con un sorriso smagliante la accolse con un abbraccio da orso.

 

Ciao Saul! Anche tu sei in gran forma!”

 

In effetti va tutto bene, anche gli Snakepit vanno alla grande…ma che te lo dico a fare, tu sei l’addetta stampa della Geffen!”

 

Tia Miriiiiiiiiiiiiii!!!” Un po’ instabile, London Hudson corse verso la mora, che lo accolse a braccia aperte e lo prese in braccio.

 

Si trasferirono in casa, dove Jane stava spignattando: la maternità e la convivenza la rendevano ancora più bella del solito. Aveva una luce negli occhi che Miri le vedeva da quando aveva conosciuto Slash e che negli ultimi anni era ancora cresciuta: la luce della felicità.

Ogni tanto invidiava la loro vita famigliare, vita che probabilmente lei non avrebbe mai avuto, dato che non avrebbe mai dimenticato Duff e che mai avrebbe amato un altro uomo…non come aveva amato lui, per lo meno.

Duff…voleva avere notizia da Slash su come stava.

 

Saul, lui come sta?”

 

Lui sta bene, Miri. Pare stia mettendo su una nuova band.”

 

Davvero? Meno male, era ora…e…”

 

No, non sta con nessuna.” Slash rispose alla sua domanda che le era rimasta bloccata nella gola.

 

Calò un attimo di silenzio che Jane spezzò. “Sedetevi, che le lasagne sono pronte!”

 

Passarono un pranzo e un pomeriggio allegro, in cui chiacchierarono, giocarono con London e risero fino alle lacrime. Miri adorava quei tre ed erano ciò che di più simile a una famiglia aveva in quel momento.

Tornata a casa, venne accolta dalle fusa del suo Sansone, l’unico maschio che non l’avrebbe mai tradita. Era un po’ giù di morale: vedere l’ex chitarrista dei Guns la portava a tornare con la mente indietro di dieci anni. Rise tra sé quando le venne in mente la reazione che aveva avuto quando Alan le diede l’incarico di seguire i Guns ‘N Roses. Nessuno in quella casa discografica avrebbe mai immaginato che sarebbero arrivati dove sono arrivati…nessuno scommetteva un centesimo su di loro. E invece ce l’avevano fatta…anche se poi era precipitati a terra senza paracadute. Quando i Guns si sciolsero, Miri si era sentita tremendamente in colpa, in particolare quando aveva sentito in una intervista Matt Sorum dire: “Il declino di una band inizia sempre quando il manager con cui si è arrivati al successo viene sostituito. Per noi non è stato diverso.”

Si era sentita uno schifo per giorni, ma poi aveva parlato con Slash, che le aveva detto che senza dubbio, conciati com’erano, sarebbero andati in ogni caso a picco, che lei fosse rimasta o no.

Decise di smettere di fare la malinconica e di mettersi a guardare un po’ di televisione; se ne stava beata sul divano, quando sentì vibrare il cellulare. Guardò il display: Alan Niven. Sospirò, sapendo che quando la chiamava di sera tarda , per di più di domenica non era mai un buon segno.

 

Miri, dormi?”

 

Al massimo dormivo, Alan…tutto a posto?”

 

No, son nella merda. Mi è appena arrivato il demo di una band…e cazzo se son forti, son davvero bravi. Piccolo problema al momento tutti i manager sono impegnati…e mi chiedevo…”

 

No, no e ancora no!!! Devo ricordarti la prima e unica volta che ho fatto da manager a una band cosa è successo???”

 

Miri, ma quella non era una band normale, quelli erano i Guns ‘N Roses, per dio! Qualsiasi band è più facile da gestire di loro, dai…”

 

Alan, te lo scordi, non lo farò mai!”

 

Ma, come sempre, Miri non aveva messo in conto le doti persuasive del suo capo, nonostante lo conoscesse da vent’anni. Il mattino dopo era alla Geffen, pronta ad ‘accettare’ quel nuovo lavoro che, ancora non lo poteva sapere, le avrebbe cambiato ancora una volta la vita. 

  
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