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Autore: HisLovelyVoice    12/03/2013    2 recensioni
Stavo male ogni giorno a causa sua.
Quasi non riuscivo ad andare avanti per il macigno che stanziava nel mio cuore.
Mi faceva sentire uno schifo.
Mi faceva sentire un giocattolo usato e poi gettato.
Perché era quello che quell’essere faceva.
Mi usava e poi mi gettava all’angolo della strada.
Riuscivo a malapena a camminare, le forze mi mancavano e spesso mi capitava di addormentarmi sul marciapiede.
Tutto era scomparso, tranne le ferite, che mi ricordavano la mia sofferenza.
Volevo solo un po’ di felicità, chiedevo troppo?
Forse si, perché quella felicità tanto ambita non arrivava mai, c’era sempre qualcosa che rovinava tutto.
Io continuavo a sperare, anche se lei non c’era sapevo che prima o poi sarebbe arrivata.
Sapevo che avrebbe portato un po’ di luce nella mia semplice vita.
Forse era già arrivata quella luce.
Forse dovevo solo aprire il cuore e farla entrare.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I need happiness'
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Prologo
 
 
Violentata.
Già, ero stata violentata.
Una ragazza di sedici anni non merita un destino così crudele.
 
 
Eppure qualcuno aveva inciso con il fuoco sulle pagine del mio destino che avrei dovuto subire delle violenze, che avrei dovuto soffrire. Avevo pagato con le mie lacrime questo dolore, stando sempre in silenzio, senza lamentarmi, fino a quando non crollai fisicamente e moralmente.
Finalmente l'incubo era finito, ma aveva lasciato dentro di me la paura di tutto.
Paura della gente.
Paura di rimanere sola con una persona.
Paura del contatto fisico.
Mi trovavo sul mio letto, ad ascoltare con un paio di cuffiette della musica. Il giorno dopo, come aveva detto mia madre, avrei iniziato una nuova vita.
Nuovo liceo.
Nuove conoscenze.
Nuovi professori.
Nuovi compagni di classe.
Quando avevo avuto il coraggio di dire a mia madre ciò che stavo passando, avevamo denunciato l'uomo (che non merita nemmeno di essere nominato) alla polizia. Una volta arrestato, venni affiancata da una psicologa. Quest'ultima, dopo alcune sedute, propose ai miei genitori di farmi cambiare, se possibile, la scuola. Diceva che ci sarebbe stato troppo imbarazzo tra me e i miei compagni.
L'idea di cambiare scuola mi allettava molto. Non ci pensai molto, dato che non avevo mai legato con i miei amici, e mi misi a cercare una possibile scuola dove andare. Una volta trovato un altro liceo scientifico nelle vicinanze di casa mia, mi iscrissi.
Erano le undici, e non riuscivo ancora a dormire. Sarà stato per l'agitazione.
Ma molto probabilmente era per la paura.
Paura di non essere accettata.
Paura di essere reputata strana, diversa.
'Non voglio soffrire. No, non di nuovo.'
  


 HEI!
Salve a tutti (se c'è qualcuno che legge questa schifezza u.u)
Lo so che ho una storia in sospeso, ma un giorno ho avuto un'ispirazione, e dopo un'ora di epica mi sono convinta a scrive ciò che mi era venuto in mente (lo so che è strano, ma è così, credetemi)
spero che qualcuno legga questa storia, altrimenti lascio perdere.
non è una minaccia, ma se so che c'è qualcuno che legge scrivo, altrimenti mi dedico completamente
all'altra storia.
spero di non avervi annoiato.
alla prossima
un bacio xxx
Giulia
PS: questo, come avete visto è il prologo, quindi è breve, ma i prossimi capitoli saranno più lunghi c:
  
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