Quinto scontro: la situazione inizia a degenerare
 

Shikamaru iniziò a pensare che il villaggio stesse lentamente discendendo verso il baratro della follia collettiva.
Mentre si stava dirigendo ad una sala da shogi (un locale in cui si poteva ordinare da bere e giocare in santa pace) aveva assistito a delle cose sconcertanti.
Ci ripensò su mentre sistemava le pedine sulla scacchiera.
 
“Attento Konohamaru! Non pestarla!”
Il ragazzo preso alla provvista andò nel panico.
Con un movimento all’ultimo secondo, si spostò per evitare il pericolo avvertito da Naruto, ma non appena mise il piede a terra il biondo emise un rantolo –No l’hai presa in pieno!-
Konohamaru sbiancò guardando il rammarico sulla faccia del biondo.
Si guardò i piedi ma non vide nulla di particolare: solo la semplice polverosa strada in terra battuta di tutti i giorni
“Scusa, Naruto-niichan che cosa…”
“La cacca rosa!”
Konohamaru rimase completamente allibito mentre il biondo se la rideva sguaiatamente facendo il segno della vittoria.
 
Shikamaru finì di mettere i suoi pezzi sulla scacchiera.
Il suo avversario era in ritardo.
Quella scena lo aveva leggermente stupito ma non più di tanto: era abituato alle stranezze di Naruto.
Fu quell’altra che lo stupì di più…
 
In una stradina c’erano Kiba e Hinata, questa impegnata nell’ardua impresa di metter due parole di seguito
“Hinata che cos’hai, qualche problema? Me ne vuoi parlare?”
“Kiba-kun… ecco io… devo dirti una cosa… una cosa molto, molto…”
E arrossì violentemente come solo l’erede degli Hyuga sapeva fare.
Il volto di Kiba dal canto suo divenne perlaceo
“… importante.”
“Dimmi pure Hinata!- disse lui infervorato e al contempo nervosissimo –dimmi pure, qualsiasi cosa…”
Hinata venne avvolta da una nuvola di fumo e al suo posto comparve un inquietante Shino con le sue mani infilate nelle tasche del suo inseparabile impermeabile
“La cacca rosa”
Kiba si impietrì, mascella penzoloni e lacrime pronte a sgorgare dagli occhi a momenti fuori dalle orbite.
Prima di sparire dalla sua vista l’Aburame si sistemò gli occhiali dicendo “Scherzetto”
“Shino! Brutto bastardo!”
 
Quella fu tanto peggiore ma ciò che lo aveva disturbato davvero era che aveva visto, sempre lungo il tragitto da casa sua alla sala da shogi, anche altri shinobi o semplici abitanti del Villaggio comportarsi allo stesso modo, saltar fuori nel bel mezzo di un discorso e dire quella stupida frasetta!
Ma il fatto è che invece di pensare ad internare il povero demente in un casa di cura, quelli che avevano subito lo “scherzetto”, almeno così lo aveva concepito lui, se la prendevano come se avessero perso una sfida oppure si mettevano a ridere come dopo una barzelletta spassosa.
L’ultimo pezzo avversario era stato messo.
Si disse che poteva essere una di quelle mode che, lui non capiva bene il perchè, prendevano velocemente piede tra tutti, giovani o vecchi che fossero e dopo un po’ di tempo scomparivano nel nulla come erano apparse.
Sbuffò.
Ma una cosa così poteva prendere solo quattro stupidi giusto? Nonostante fosse orecchiabile non l’avrebbe dovuta sopportare a lungo, vero?
-Ciao Nara, scusa il ritardo-
-Figurati. Ho preparato già la scacchiera nell’attesa-
Neji Hyuga si sedette di fronte a lui con il suo solito sguardo serio, ma visibilmente pronto per una sana partita contro il genio dai duecento di Q.I.
-Allora come va?-
-Ma sai, la solita routine…-
Era bello che invece ci fossero cose che non invecchiassero mai, come il vedersi per giocare ad una partitella, ben sapendo che con lo Hyuga non si sarebbe trattata di una emplice partita ma di un vero scontro.
-Sai- disse Neji dopo aver mosso la prima tessera – ho notato un non so che di strano nell’aria, oggi-
-Uhm…?-
Shikamaru mosse la sua e aspettò che Neji reagisse come lui si aspettava.
-Non saprei… c’è qualcosa...-
Shikamaru non seppe mai dirsi se quel giorno agì meccanicamente sotto l’influsso di una soggezione esterna oppure se nel suo intimo, nella profondità del suo animo, anelasse proprio di cogliere un’occasione come quella che Neji Hyuga gli aveva offerto su un piatto d’argento senza neanche accorgersene.
-La cacca rosa, forse?-
Un silenzio imbarazzato cadde tra i due: Neji rimase bloccato con la mano, quella che reggeva la tessera, sospesa a mezz’aria gli occhi spalancati e un espressione allibita.
Ma a dire il vero sarebbe stata una bella gara stabilire chi dei due lo fosse di più.
Shikamaru si era immobilizzato sgranando gli occhi e non riuscendoli a staccare dalla figura di Neji che pian piano stava recuperando capacità motorie sufficienti a spiccicare due parole
-Shikamaru, non…-
-Neji aspe…-
-Ti sei fatto traviare anche tu allora!-
-Ma che stai dicendo!?-
Un puro orrore si dipinse sul volto del genio degli Hyuga –Mai avrei pensato che potessi piegarti ad una idiozia simile!-
-Non l’ho fatto apposta! E poi di che diavolo stai parlando?-
Ma il Nara non ebbe risposte alla sua domanda perchè Neji fuggì via il più velocemente possibile.
 
Shikamaru guardò la scacchiera su cui giaceva una partita incompiuta e un brivido gli percorse la schiena –Che cosa sta succedendo a Konoha? Ho un brutto presentimento… che cosa…?-
-La cacca rosa!-
Il gridò fece saltare dalla sedia il moro. Si voltò ma non vide nessuno.
Ora sentiva pure le voci?
“Che cos’è veramente questa cacca rosa?”
 
 
 
Anche voi come Shikamaru ve lo state domandando? Avrete risposte nel prossimo cap(forse), voi intanto recensite! XD