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Autore: Nihal07    12/03/2013    2 recensioni
"Detto questo Sakura se ne andò all’istante.
Maledicendo Naruto e la sua stupidità.
Maledicendo quella donna, sempre più carina e sexy.
Maledicendo il suo maestro, ma senza sapere il perché."
1. Se amate la Kakasaku, siete i benvenuti!
2. Se amate la KakaKure, potreste rimanere delusi.
Grazie a chi passerà!
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Kurenai Yuhi, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Di solito non scrivo capitoli molto romantici, quindi spero che questo non sembri troppo smielato, o nel peggiore dei casi, superficiale, in quanto potrebbe non piacere a qualcuno.
Grazie a tutti quelli che leggono questa storia =D 



Capitolo VIII

 
Sakura ci mise poco a finire la sua cena, tanto che, quando arrivarono Kakashi e Kurenai, si era già alzata da tavola.
Si diresse velocemente verso la sua camera.
Era arrabbiata, triste, o delusa?
Non sapeva nemmeno lei come stava.
Non si era mai trovata in una situazione del genere, ed ora, le veniva solo voglia di piangere.
Non avrebbe aperto la porta a nessuno, quella sera.
Sentendo scendere una lacrima, si portò una mano al viso, e si stropicciò gli occhi.
Forse, doveva andare da Naruto.
Certo, non per parlargli di quello che le stava accadendo, ma forse, per liberarsi da tutte quelle emozioni negative; perché infondo, il biondo riusciva sempre a metterla di buon umore.
 
Erano solo le 22.30, ma Kakashi era stanco morto.
I lavori al villaggio e il combattimento l’avevano distrutto.
Si tolse la divisa e si lasciò letteralmente cadere sul letto.
Allora Kakashi, che vogliamo fare? Si trovava davvero in un bel casino.
Si rigirò più volte, cercando una posizione che lo facesse dormire, ma ogni singola parte della sua mente, ritornava a quello che era successo prima.
Sentì un rumore, ma non ci diede peso. Era troppo stanco, ed ogni parte del suo corpo chiedeva pietà.
“Kakashi…”
Sentendo pronunciare il suo nome, il jonin aprì gli occhi, e vide una figura che si sedeva di fianco a lui.
Si portò una mano al viso.
“Kurenai, che ci fai qui a quest’ora?”
“Pensavo ti facesse piacere vedermi.”
“Mi avrebbe fatto più piacere vederti domani mattina. Ti serve qualcosa?”
L’Hateke sentì la leggera risata della donna.
“Veramente credi che ti sveglierei a quest’ora per chiederti un favore?”
Kurenai si sporse lentamente verso di lui appoggiando entrambe le mani sul suo petto.
“Volevo solo farti notare che ora non può disturbarci nessuno.”
“Chiediti perché Kurenai.” Diamine, erano le 22.30! Chi può mai entrare nella tua stanza a quest'ora?
“Perché sei sempre così serio?”
“Perché voglio dormire.”
Di sera, il villaggio era stupendo, e la luce della Luna, lo rendeva ancora più meraviglioso.
Kakashi poteva vedere la donna. Indossava una maglietta troppo fina per lasciare spazio alle sue fantasie.
La vide avvicinarsi sempre di più a lui, diminuendo sempre di più le distanze tra il loro visi.
Kakashi chiuse gli occhi per un attimo, il quale sembrò un’eternità.
 
“Non credo che questa sia la strada giusta Kakashi. Insomma, già l’andata è stata faticosa. Stavolta, vuoi portarmi in braccio?”
Kakashi piegò la testa di lato.
“Se pensi che seguirò il tuo consiglio, cambiando strada, ti sbagli.”
I due ragazzi erano seduti sul letto temporaneo di Kakashi, offerto dalla locanda dove alloggiavano.
Quel giorno, sarebbero dovuti tornare a Konoha.
“Ma perché?”
“Semplicemente perché l’ultima volta che ti ho ascoltata, ci siamo quasi persi.”
Rin gonfiò le guance, imbronciata. “Non è colpa mia se noi donne abbiamo una capacità spaziale ridotta. Farò tenere a te la cartina, ma per favore, accorciamo la strada.”
La ragazza cercò di fare gli occhi dolci al ragazzo, che però girò la testa da un’altra parte.
“Non ascolterò una donna, anzi, ragazzina, con un pessimo orientamento. S-C-O-R-D-A-T-E-L-O!”
Kakashi rise per un attimo e Rin si alzò sulle ginocchia avanzando verso di lui.
“Allora ti farò cambiare idea con le maniere forti!”
Proprio quando era quasi arrivata, si sbilanciò in avanti, cadendo sopra al jonin, che a sua volta, fece lo stesso, ritrovandosi la ragazza sopra.
Rin arrossì. “S-Scusa… Facciamo come vuoi tu, ok?”
Fece per alzarsi, ma Kakashi le afferrò una mano, impedendole qualsiasi movimento.
Il loro rapporto era sempre stato complicato.
L’aveva fatta stare male molte volte, eppure, lei era ancora lì.
Da quando aveva promesso al suo ex compagno di squadra di proteggerla, però, le cose erano cambiate in meglio.
Aveva avuto la possibilità di conoscerla di più, di apprezzarla per quello che sapeva fare, e per l’impegno che metteva in ogni cosa.
Però c’era qualcosa. Qualcosa che lo bloccava ogni volta.
“È per Obito?”
“Rin, io non lo so.”
“Lui avrebbe voluto che noi due fossimo felici. Altrimenti non si sarebbe sacrificato per salvarci.”
Odiava parlare della morte di Obito. Nemmeno lei si era mai perdonata per averlo lasciato lì, nonostante non ci fosse stato più nulla che potessero fare.
“Non sono migliore di come appaio Rin. Ho fatto tanti errori, e probabilmente ne farò ancora, e l’ultima cosa che voglio, è farti stare male.”
La ragazza sorrise, e quegli occhi bellissimi si illuminarono. Appoggiò una mano sul viso di Kakashi.
“Kakashi, non sono così perfetta come pensi. Sono come mi hai sempre vista. Che senso avrebbe avuto aspettarti tutto questo tempo per mollare tutto proprio adesso?”
La ragazza abbassò la maschera del jonin e lo baciò teneramente.
Non sapeva perché Kakashi gli piacesse così tanto, ma aveva aspettato da tempo quel momento, ed ora, sentiva di dover fare quello che aveva appena fatto.
Quando si staccò dal ragazzo, sentì il suo cuore battere all’impazzata, ma lo ignorò completamente.
“Io non cerco il ragazzo perfetto che si ricordi perfettamente il giorno in cui ci siamo dati il primo bacio, o che ogni giorno mi spedisca rose o cioccolatini per dimostrarmi quanto mi ama. Se per te, quella è perfezione, io non la voglio. Anzi, odio la perfezione. Ho scelto te tra tanti, perché tu, Kakashi, sei speciale. Speciale per me.”

 
Kakashi si tirò su di scatto, lasciando Kurenai leggermente spiazzata.
“Che ti prende?”
“Per favore Kurenai, esci di qui.”
Il jonin si alzò, camminando fino alla porta e aprendola alla donna.
Kurenai abbassò lo sguardo, e una volta uscita, si girò a guardarlo.
“Cos’è che ti ferma ogni volta?”
Kakashi la guardò a sua volta.
“Stai correndo troppo.”
Probabilmente, ogni abitante di Konoha, si aspettava che un ninja come lui cambiasse donna ogni due o tre mesi o che non avesse alcuna difficoltà a trovare una compagna, ma non era vero.
Non era mai stato tanto bravo con le donne, e sinceramente, nemmeno lui sapeva veramente se ora, voleva davvero trovare qualcuno con cui passare il resto della sua vita.
Da solo, lui si bastava. Era da molto tempo che non credeva più nell’amore. Perché avrebbe dovuto iniziare proprio ora?
Lui e l’amore si erano sempre combattuti l’uno con l’altro, fino a quando non era arrivata Rin.
Ora lei non c’era più.
Era soltanto un bellissimo ricordo, tutto qui.
Kurenai si avvicinò di nuovo a lui, eliminando quasi del tutto ogni distanza.
Appoggiò una mano sul viso di Kakashi, e abbassò lentamente la sua maschera.
Un rumore risvegliò Kakashi, il quale si scostò, fermando la donna.
“Sono davvero stanco questa sera Kurenai. Ci vediamo domani mattina, buona notte.”
Detto questo, il jonin chiuse la porta, e si rimise a posto la maschera.
Rimase qualche istante in silenzio, ad ascoltare i passi della donna che si allontanava.
A quel punto, uscì di nuovo e iniziò a camminare.
Sarebbe uscito a fare un giro. Tanto, ormai, il sonno l’aveva lasciato.


  
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