Erano le sette quando la Contessa spalancò le tende lasciando entrare nella stanza il primo sole mattutino.
“Ma che, sei matta?”
Alzai le coperte sopra gli occhi.
“Sempre la solita dormigliona! Avanti, scattare!”
Dovetti abbandonare il mio caldo lettino e trasferire le chiappe dentro i jeans.
Solo a mezzogiorno mi resi conto di aver lasciato il cellulare nascosto sotto al materasso, lontano da sguardi non troppo discreti.
Corsi per le scale e andai a recuperarlo.
Se non fosse stato per Emily che voleva passarmi una canzone, non mi sarei accorta di avere una chiamata persa, per giunta di Niall!
Chiusi la porta, ci piazzai davanti il comodino visto che non c’era la chiave, uscii in balcone, respirai profondamente guardando dall’alto la mia Londra e lo richiamai.
Mi tremavano le gambe.
Dopo alcuni squilli, finalmente rispose.
“Pronto? Cecilia? Sei tu?”
“Niall, si scusa, non trovavo più il cellulare”
“Tranquilla, ti avevo chiamato solo per sapere se stasera hai da fare”
Cavolo, mi stava chiedendo di uscire! Accettai senza pensarci troppo, ovviamente.
Più tardi, quella sera, mentre mi preparavo, mi ricordai troppo tardi della cena col primo ministro programmata da mesi.
“Sheila, muoviti, l’auto è appena arrivata!”
Non ci potevo credere, caddi dalle nuvole.
Come potevo essere stata così stupida a dimenticare una cosa così importante?
Senza altre possibilità, scesi le scale, mi lasciai baciare la mano e mi accomodai a tavola.
Alla fine del primo erano già le nove, ed iniziai ad agitarmi.
L’appuntamento era alle undici sotto il Big Ben.
Cercai di inventare ogni scusa possibile, che non mi sentivo bene, che mi girava la testa, ma la Contessa sembrava aver capito le mie losche intenzioni.
Quando finalmente Tim, il più anziano dei figli del ministro, le chiese il permesso di portarmi in città, era troppo tardi.
Corsi in camera a prendere l’IPhone: avevo una ventina di chiamate perse e altrettanti messaggi.
A mezzanotte e mezza passata raggiungemmo la torre dell’orologio.
Mi guardai attorno ma non vidi nessuno.
Cosa mi aspettavo, di trovarlo ancora lì?
Educatamente Tim mi portò in un pub, ma dopo poco mi feci riaccompagnare a casa.
Mi infilai subito a letto.
E piansi.
La mia vita era tornata un inferno.
La mattina, mentre facevo colazione e sfogliavo disinteressata il Times, una notizia catturò la mia attenzione.
Cercai immediatamente la pagina e mi fiondai a leggere.
Dopo la prima riga mi rovesciai il caffè addosso.
Mi ero cacciata dei guai.
Di nuovo.
E questa volta ci avevo trascinato anche Niall.
“Horan-Lovato: lei lo accusa di tradimento e lo molla, lui si ubriaca e si schianta contro un platano, ricoverato in rianimazione”
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Hei!
Altro capitolo da riscrivere: andrà a finire che riscriverò tutta la fanfiction, lol.
Ad ogni modo, commenti o critiche?
Sarei ben lieta di riceverne :)
_Nightingale