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Autore: Acinorev    13/03/2013    25 recensioni
«Hai pianto?» mi chiede, distraendomi e mettendomi in imbarazzo: evidentemente è palese quello che ho fatto fino ad un minuto fa.
Per qualche secondo mi limito a fissarlo, facendomi consolare dalla sua espressione preoccupata, ma poi scuoto la testa e mento. «No.»
Mentre abbasso lo sguardo, per impedirgli di scorgere altre verità così semplicemente, il silenzio piomba su di noi: io, nella mia testa, lo sto riempendo di tutte le cose che vorrei dire, di tutti i “mi manchi” che vorrei confessare. Chissà lui con cosa lo sta rimpiazzando, dentro di sé.
Posso provare a chiederglielo, però.
Racimolo un po’ di coraggio e torno a guardarlo. «Zayn…»
«Ho bisogno di te», mi interrompe lui tutto d’un fiato, prima che io possa dire qualcos’altro.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I'm going to kiss you
 

È sabato sera e stranamente, per la prima volta dopo molto tempo, non sono reduce da un’analisi approfondita del mio armadio con lo scopo di trovare qualcosa di decente da indossare: forse perché il vestito che ho scelto aspetta da troppo tempo di essere provato. L’ho comprato circa un mese fa, dopo un’estenuante giornata di shopping con Becka: lo scollo non è accentuato ed il tessuto ricopre il mio corpo in maniera aderente fino a metà coscia; le maniche a tre quarti sono dello stesso color panna del resto del vestito e l’unica particolarità è il ricamo a grandi tratti che si estende su tutta la schiena. Me ne sono innamorata subito, probabilmente per la sua semplicità, ma per il colore mi sono affidata a Becka: secondo lei “mette in risalto i miei occhi”. In effetti, mentre mi guardo allo specchio dopo aver infilato dei normali tacchi neri, non posso fare a meno di notare il colore acceso delle mie iridi: brillano ancora di più, con i capelli raccolti in una coda alta che lasciano libero il mio viso.
Sento il telefono squillare sul comodino dove l’ho lasciato e mi affretto a leggere il messaggio che mi è arrivato: Niall mi sta aspettando in macchina ed io non posso fare altro che sorridere e precipitarmi di sotto per raggiungerlo. Raccolgo il cappotto nero dall’appendiabiti e mi reco in salotto, dove mio padre sta guardando dello sport in tv: mia madre è stata chiamata a lavoro per un turno straordinario, quindi non potrà difendermi se lui decidesse di imporsi con la sua iperprotettività, cosa molto probabile.
«Papà, io vado», annuncio, avvicinandomi per salutarlo con un bacio.
«Con chi vai?» mi chiede, per la trentesima volta nell'arco della giornata.
«Con un amico, te l’ho già detto», rispondo, cercando di nascondere la scocciatura.
«E dov’è questo amico?»
«Qui fuori ad aspettarmi», spiego, alzando gli occhi al cielo.
«Ed è affidabile?»
«Papà, non credo sia diventato meno affidabile di quando me l’hai chiesto esattamente un’ora fa».
«Mel, fai attenzione», ripete, guardandomi in apprensione. «E non tornare più tardi di mezzanotte».
«Ma papà, è una festa-»
«Mezzanotte e mezza, allora. Prendere o lasciare».
Sbuffo e gli lascio un bacio sulla guancia, salutandolo per l’ultima volta.
«E per l’amor di Dio, copriti quelle gambe», mi rimprovera. Arrossisco a quell’osservazione, nonostante io sappia che il vestito non è affatto troppo corto: lo tiro giù velocemente, per quanto mi sia possibile, e mi allontano prima di essere bloccata da altre sue infinite premure.
Quando apro la porta, impreco tra me e me per l’aria gelida che mi avvolge: i collant non offrono alcuna protezione contro il freddo. Avvisto subito la macchina di Niall, mentre mi stringo nel cappotto, e dopo qualche secondo lo vedo comparire sul ciglio della strada per venirmi incontro, lungo il vialetto di casa: per ora, a causa della sua giacca, posso solo notare i pantaloni grigi e le scarpe dello stesso colore, anche se i miei occhi sono attratti da qualcos’altro. Dal suo sorriso, per esempio.
«Mel», mi saluta semplicemente, avvicinandosi per baciarmi. Per quanto io voglia la stessa cosa, sono costretta a ritrarmi leggermente per impedirgli di farlo, perché sono sicura che in questo momento mio padre ci stia spiando dalle finestre: è un vizio al quale si è affezionato e non credo che lo abbandonerà mai.
«C’è mio padre», gli spiego infatti.
«Ah», esclama vagamente confuso. Getta la sguardo oltre le mie spalle ed alza la mano in segno di saluto, dandomi la conferma sulla posizione di mio padre. Mi cammina accanto, per poi aprirmi la portiera della macchina e seguirmi nell’abitacolo dopo averla richiusa. Senza dire altro, mette in moto e accelera per percorrere qualche decina di metri, mentre io mi godo il tepore dovuto ai riscaldamenti accesi. È naturale per me tenere lo sguardo fisso sul viso di Niall: mi piace spiare i suoi occhi attenti che si concentrano sulla strada e mi piace osservare il movimento appena accennato delle sue labbra rosee, mentre canticchia tra sé una canzone proveniente dalla radio. Sono sicura che lui si accorga ogni volta di questa mia abitudine, ma sono felice che non gli dia fastidio o che comunque non dica niente per farmelo notare.
Torno alla realtà quando mi accorgo che la macchina si è fermata: mi guardo intorno e noto che Niall ha accostato a poca distanza da casa mia. Si slaccia la cintura e si volta verso di me. «Ora posso salutarti come si deve?» mi chiede, abbozzando un sorriso provocante.
Arrossisco al pensiero di cosa intenda, ma acconsento annuendo con semplicità. Si avvicina a me poggiando la sua mano sul mio collo e facendomi venire i brividi per quanto è fredda, poi sfiora le mie labbra e subito cerca la mia lingua. Lo lascio fare, godendomi quel contatto e stringendo i suoi capelli con la  mano sinistra, come se potessi avvicinarlo ancora di più a me. Lo sento accarezzarmi una gamba mentre gioca con il mio labbro inferiore, mordendolo appena.
«Ciao», sussurro, con la fronte appoggiata alla sua ed un sorriso estasiato ad illuminarmi il viso.
«Adesso sì che si ragiona», commenta lui, sfiorandomi una guancia con il pollice. Mi lascia un bacio sulla punta del naso, facendomi ridere appena per la sensazione di solletico, e torna al suo posto, pronto a concentrarsi di nuovo sulla strada e a lasciarsi scrutare dai miei occhi curiosi.
 
«Dovrebbe essere questo il posto», annuncia Niall, trovando parcheggio a qualche metro dal locale che Becka ci ha indicato. Si chiama Red’s ed è un pub in cui il piano di sotto è adibito a pista da ballo: quando scendo dall'auto, posso già udire della musica ovattata.
«Lo spero», ammetto. «Non mi stupirei se avessi sbagliato di nuovo», scherzo poi, mentre Niall si avvicina a me per prendermi per mano ed incamminarsi al mio fianco.
«Che fai, sfotti?» chiede retorico, attraversando la strada.
«Io? No, per carità: mettevo solo in risalto il tuo scarso orientamento», gli rispondo, con una punta di dispettoso divertimento nella voce.
«Allora, se le cose stanno così, non ti farai problemi a tornare a casa con qualcuno che abbia un orientamento migliore», afferma, fingendosi offeso ed incrociando le braccia al petto. Rido apertamente e mi alzo sulle punte per baciargli una guancia, mentre entriamo nel locale.
Becka mi aveva detto che mi avrebbe aspettata all’entrata, quindi mi guardo intorno fin quando non avvisto dei capelli ramati spiccare a pochi metri da me.
«Becka!» urlo, per sovrastare la musica. «Becka, hey!» riprovo, tirando Niall per la giacca in modo da raggiungerla. Finalmente mi sente e si volta verso di me, sorridendo appena mi riconosce: il vestito che avvolge il suo fisico è più corto del mio, completamente nero, e le lascia le spalle candide scoperte. Mi abbraccia affettuosamente, esprimendo la sua felicità per il mio arrivo - sebbene io sia in ritardo - e poi si rivolge a Niall, stringendogli la mano in modo inespressivo: non credo che riuscirà mai a perdonarlo. Lui, d'altronde, non sembra nutrire speranze in un avvenimento simile e per questo mi rivolge uno sguardo arreso.
«Venite, sono arrivati quasi tutti», ci informa subito dopo. Niall mi prende di nuovo per mano ed insieme seguiamo Becka in mezzo alla folla, fino ad arrivare al piano inferiore: dire che sia affollato è riduttivo. Una massa di persone sta ballando sulle note di una hit del momento, riprodotta a tutto volume dagli altoparlanti che sembrano essere ovunque: l’aria è sporcata da fumi di scena e forse anche dal fumo delle sigarette, mentre alcune persone sono illuminate dalle luci verdi che si muovono velocemente per tutta la sala.
Avvisto Liam, che si sta facendo largo tra gli invitati dopo aver notato il nostro arrivo: indossa un pantalone grigio scuro ed una camicia bianca, con le maniche arrotolate fino ali gomiti per il caldo.
«Melanie!» mi saluta, dandomi due baci sulle guance.
«Tanti auguri, Liam!» esclamo, sorridendogli cordialmente: a volte penso che sia Becka il nostro unico legame.
«Grazie. E grazie di essere venuta!» dice compostamente, per poi rivolgersi a Niall. «Tu devi essere Niall, giusto?» gli chiede, porgendogli una mano per presentarsi.
«Esatto, piacere. E tanti auguri», risponde lui: la sua innata capacità di socializzare con qualsiasi essere vivente gli stia intorno è affascinante e demoralizzante, perché mi ricorda costantemente il contrasto con la mia indole. Ho chiesto io a Becka se sarebbe stato un problema farmi accompagnare da lui, ma non ha potuto opporsi, nonostante i suoi istinti: Liam ha acconsentito e questo l'ha messa a tacere.
«Be’, ragazzi, laggiù c’è da bere e da quella parte ci sono dei divanetti liberi, se volete sedervi: io devo tornare lì in mezzo… In un modo  o nell’altro», sospira, grattandosi la testa nel guardare la marea di gente che dovrà superare ancora una volta.
Lo salutiamo mentre si porta via Becka e ci dirigiamo verso i divanetti che ci ha indicato: mi tolgo il cappotto, cercando di porre fine al caldo che mi opprime, e subito gli percepisco gli occhi di Niall su di me.
«Ehm… Mel… Wow», borbotta, guardandomi allibito: arrossisco ed abbasso lo sguardo per il complimento inaspettato, mentre lui si avvicina pericolosamente. Le sue mani sono sui miei fianchi e le mie vanno spontaneamente a cingergli il bacino: mi piace il modo in cui Niall cerca sempre un contatto, mi piace la sua stretta affettuosa e sicura. Ricordo ancora come mi sentissi in imbarazzo le prime volte che succedeva.
«Con chi dovrò contenderti stasera?» mi chiede, sussurrando al mio orecchio per permettermi di sentirlo. Abbozzo un sorriso divertito, sia per quelle parole sia per il leggero bacio che mi ha lasciato sul collo, ed aspetto di avere i suoi occhi azzurri di fronte ai miei.
«Sicuro che non sarò io a doverti contendere con qualcuno?» replico, riferendomi al suo aspetto. Ora che si è tolto il cappotto, posso finalmente apprezzare il maglioncino blu che gli aderisce al petto, riprendendo il colore delle sue iridi, e stento a credere che un ragazzo tanto perfetto possa davvero volere me, Melanie Clarke.
Lui mi rivolge un altro dei suoi sorrisi, prima di lasciarmi un bacio veloce sulle labbra. «Mi concedi l’onore di un ballo?» mi domanda, improvvisando un inchino teatrale, ed io accetto senza esitare.
Raggiungiamo il centro della sala solo dopo esser stati costretti a districarci tra tutte quelle persone, e subito Niall inizia a muoversi in modo buffo per farmi ridere, mentre io lo imito imponendomi di passare una bella serata: mi blocco, però, quando noto degli occhi scuri fissarmi a qualche metro di distanza.
Zayn.
Perché è a questa festa?
Mi riscuoto solo quando lui si volta dall’altra parte e scompare dalla mia visuale.
 
Ormai è un paio d’ore che siamo qui e devo dire che Liam sa organizzare molto bene una festa: la musica è impeccabile ed io ho ballato per la maggior parte del tempo dividendomi tra Niall, Becka ed Aaron. Il primo alla ricerca di un contatto sempre più morboso ed i secondi nel tentativo di sabotare la mia relazione.
Niall mi sta stringendo a sé, rendendo più insistente il suo profumo, e le mie braccia sono allacciate dietro al suo collo, mentre ci muoviamo insieme senza seguire il ritmo della canzone: i nostri movimenti sono lenti, come se ci stessimo semplicemente godendo il momento, ed io mi concentro più sul battito del suo cuore che sulla musica. Posso distinguerlo senza fatica, avendo la testa appoggiata sul suo petto.
Quando riapro gli occhi, osservo le persone che ci circondano: sento l'ennesima morsa allo stomaco, quando mi ritrovo per l’ennesima volta gli occhi di Zayn addosso. Sospiro  e cerco di non guardarlo, pregando che prima o poi si stanchi e si decida a lasciarmi in pace: per tutta la sera mi ha tormentato con la sua presenza e la sua lontananza, credendo di avere il diritto di osservarmi in ogni istante. Più volte mi ha turbato con la sua insistenza ed altrettante mi sono irritata con me stessa, nel sentire la mancanza delle sue iridi se non potevo scorgerle.
Becka mi ha spiegato che Zayn e Liam sono amici di vecchia data: Aaron non ha esitato a rivolgermi con discrezione uno sguardo di ammonimento, probabilmente preoccupato per me.
Per distrarmi da quei pensieri, alzo il viso e cerco gli occhi di Niall.
«Ti ho già detto che sei bellissima stasera?» chiede, lusingandomi. Nonostante con lui il mio imbarazzo sia molto minore rispetto ad altre situazioni, ogni volta che mi fa un complimento non posso evitare di avvampare.
«Sì»,  rispondo, abbassando per un attimo lo sguardo: un sorriso a manifestare il mio reale stato d'animo. «Almeno cinque volte».
Lui abbozza una risata. «Be’, sei davvero bellissima stasera», ripete, sfiorandomi il naso con il suo.
«G-grazie», sussurro, senza preoccuparmi del fatto che probabilmente nemmeno mi ha sentito, a causa della musica alta. Niall cerca le mie labbra e la cattura in bacio dolce, uno di quei baci da godersi lentamente, uno di quelli che ti fanno sentire in pace con tutto il resto, anzi, che tutto il resto nemmeno te lo fanno notare.
 
Ho impiegato cinque minuti buoni ad arrivare al bagno, sia perché non lo trovavo sia perché ho dovuto praticamente scavalcare delle persone per poterlo raggiungere. In mezzo alla folla rischiavo di soffocare, quindi ho deciso di rinfrescarmi un po’. Mi fermo per un attimo davanti allo specchio ed osservo la mia immagine riflessa: non faccio in tempo ad aprire il rubinetto dell’acqua, però, perché l’entrata di qualcuno nel bagno mi distrae.
Mi volto per guardare chi sia, mossa da una più che naturale curiosità, e mi paralizzo nel vedere Zayn ad un metro da me.
Perché deve perseguitarmi? Perché deve avere degli occhi così imprescindibili?
Lo osservo con il cuore che scalpita per la sorpresa e rimango in silenzio, anche quando lo vedo chiudere a chiave la porta con un gesto lento: non perché il suo gesto mi rassicuri, ma perché mi terrorizza. Faccio un passo indietro, quando lui ne fa uno verso di me, e per un attimo nessuno si muove. È come se stessimo cercando di capire l’uno le mosse dell’altra, come se nei nostri occhi ci fossero tutte le risposte e noi ci stessimo impegnando a riconoscerle. 
«Zayn… Cosa… Cosa stai facendo?» chiedo balbettando: e non mi riferisco solo alla sua presenza in questo dannato bagno, ma anche al comportamento che ha assunto per tutta la serata e per ciò che sembra intenzionalmente provocare in me, senza possibilità di opposizione. Il timore che provo non scaturisce da lui, ma da me stessa: da quello che provo e dall'assurdo sollievo che percepisco nell'averlo accanto, nonostante tutto.
Zayn non risponde, limitandosi ad osservarmi intensamente: la sua espressione è seria, per niente rilassata, e la pelle ambrata contrasta con la maglietta a maniche corte nera. Si muove verso di me solo dopo qualche istante, mentre io indietreggio fino a sentire la parete contro la mia schiena: la maledico mentalmente per avermi offerto così liberamente alla vicinanza del ragazzo.
Zayn è ormai ad un passo da me ed i suoi occhi sembrano volermi incatenare a sè, impedirmi una fuga che non sono sicura di voler intraprendere: appoggia una mano alla destra della mia testa, contro la parete, ed io sussulto per quella scarsa distanza che ci divide. So che sta per fare qualcosa, lo posso sentire dal modo in cui mi fissa, e so anche che io, quasi sicuramente, non farò niente per impedirglielo.
«Smettila», mi ordina, con un tono di voce fermo e secco, ma non duro.
Corrugo la fronte, confusa. «Di… Di fare cosa?» chiedo, senza capire a cosa si riferisca: ho la gola secca ed ogni parola sembra ferirmi. Lui sospira e abbassa il capo per appoggiare la fronte sulla mia spalla: io rimango rigida, cercando di appiattirmi ancora di più contro la parete. Mi stupisce questo suo gesto e allo stesso tempo mi chiedo a che diavolo stia pensando.
«Ci sto provando», sussurra, ancora nella stessa posizione: nonostante la musica arrivi ovattata in questo bagno, nonostante la sua voce sia un sussurro, le mie orecchie sembrano fatte apposta per captarla. Poi alza la testa e torna ad una vicinanza eccessivamente ridotta dal mio viso, ripristinando il contatto visivo. «Mi hai chiesto di non baciarti ed io ci sto provando», si spiega meglio, quasi in un lamento. Per un istante mi manca il respiro, strappato via da quella confessione: la mano di Zayn si ferma sul mio fianco e lo stringe delicatamente, mentre io rabbrividisco. Succede ogni volta che mi sfiora, ogni volta che vorrei che lo facesse: tralasciando i baci che mi - ci - concede, quando mi è vicino mantiene sempre le distanze. Non mi tocca mai, se non ve ne è la necessità, e questo conferisce ad ogni contatto un significato. «Ma tu devi smetterla di essere così…»
Lascia in sospeso la frase, chiudendo gli occhi come se non trovasse le parole adatte ed appoggiando la fronte alla mia.  Il mio respiro è troppo accelerato, così come il battito del mio cuore, che corre quasi più veloce dei bassi della canzone suonata in questo momento: il mio corpo è praticamente in balìa di Zayn, come se non sapesse muoversi senza un suo esplicito comando.
Quando apre di nuovo gli occhi, questa volta davvero troppo vicini ai miei, rischio di affogarci dentro. «Zayn…» sussurro.
Non so se sia un ammonimento o un invito.
«Melanie», dice, stringendo di nuovo il mio fianco. «Sto per baciarti».
Quelle parole arrivano a me come una coltellata, una coltellata che non è mai stata così piacevole. Sento il suo respiro sulla pelle del viso ed il mio petto non fa che alzarsi ed abbassarsi velocemente, mentre aspetto che succeda qualcosa. Mi sento indifesa, incapace di muovermi: è come se Zayn mi paralizzasse, rendendomi vulnerabile ed impedendomi di ragionare lucidamente. Per questo non reagisco, quando lui si avvicina un po’ di più.
Improvvisamente, però, qualcosa si spezza.
Mi ricordo di Niall, che è venuto a questa festa con me e che probabilmente ora sta aspettando che io torni da lui, mi ricordo che Zayn… Che Zayn è sbagliato. Quindi alzo le mani per posizionarle sul suo petto e fermarlo, mentre lui ha ancora una mano sulla parete e l’altra sul mio fianco.
Per un istante troppo breve leggo lo stupore nei suoi occhi, ma di certo lui ha più forza di volontà di me: non si cura del mio gesto e torna ad avvicinarsi lentamente alle mie labbra. «Se vuoi che mi fermi, devi convincermi che sia davvero quello che desideri», sussurra. Il potere che ha su di me riprende il sopravvento, obbligandomi a lasciarlo fare: in questo momento non sono in grado di impormi, forse perché semplicemente non voglio. Quando le labbra di Zayn sfiorano caute le mie, come per verificare la mia reazione, il cuore rischia di scoppiarmi nel petto: le mie guance sono arrossate, sia per il caldo sia per la sensazione di avere lo stomaco contorto su se stesso, prova inconfutabile dei miei timori. Poi Zayn si allontana inconsapevolmente, prima di ristabilire il contatto con la mia bocca, e io potrei giurare di aver sentito la sua mancanza durante quell’istante.
Per la prima volta sento la sua lingua accarezzarmi le labbra, come se le stesse invitando a schiudersi, e ovviamente anche loro sono ormai asservite a questo ragazzo, quindi lo assecondano: stringo a pugno le mani ancora sul suo petto, mentre assaporo la fragranza della sua bocca. E non è un sapore particolare, non potrei definirlo in altro modo se non dicendo che è il suo sapore, accompagnato da un lieve rimando alla sigaretta che probabilmente ha fumato fino a poco fa.
«Zayn…» dico improvvisamente, facendo leva sul suo petto per scostarlo da me. Non so da cosa sia dipeso questo mio momento di lucidità, ma posso sentire ancora di più quanto tutto questo sia sbagliato. «Io… Non posso», continuo, cercando di resistere al suo sguardo tanto intenso. «Niall…»
Ma Zayn è riuscito a cogliere la mia esitazione, quindi bacia di nuovo le mie labbra, facendomi provare ancora una volta la loro morbidezza: le sfiora soltanto, come se volesse capire se quel mio ammonimento corrisponda effettivamente la mia volontà. «Non basta», conclude, dandomi l’impressione che abbia capito tutto tramite quel semplice contatto. Ed io lo so, so che non basta affatto, ma è tutto quello di cui sono capace in questo momento.
Sento che sta per rendermi di nuovo inerme nelle sue mani, quindi cerco di gestire la situazione appellandomi a quel briciolo di ragione che mi rimane: per la terza volta lo allontano debolmente. «E Andrea... Tu…» sussurro ancora, in un debole lamento. Ci sono così tanti motivi per cui noi non dovremmo essere in questo bagno né a questa distanza, ma non capisco perché sia tanto faticoso elencarli e crederci.
A queste parole Zayn mi guarda con più decisione e «Non basta», ripete, prima di coprire la mia bocca con la sua: è più sicuro nei movimenti, come se la motivazione che io gli ho servito sia una banalità, come se a lui non importasse niente di Andrea. Probabilmente sa meglio di me che i miei tentativi non erano così disperati ed insistenti come avrei voluto che fossero, come ho cercato di fingere.
A questo punto la mia forza di volontà si è ormai esaurita: non c’è più niente che voglia aiutarmi a resistere a questo ragazzo, così solo la mia parte razionale tenta di trattenermi. Tutto il resto è stato conquistato da Zayn, ogni cellula del mio corpo è disposta ad abbandonarsi completamente a lui, ed io non riesco ad oppormi.
Mi lascio andare, permettendo alla sua lingua di tornare a cercare la mia, mentre la sua mano sfiora il mio fianco per l’ultima volta prima di passare al mio collo. Le mie mani invece lasciano finalmente il suo petto, in segno di resa, e ricadono ai lati del mio corpo: eppure non rimangono a lungo in quella posizione, perché fremono desiderose di un contatto. Tremano quasi, mentre si alzano per accarezzare la schiena di Zayn: lui si muove contro il mio corpo in risposta a quel contatto ed io arrivo ad aggrapparmi con una mano alla sua maglia e con l’altra ai suoi capelli.
È possibile desiderare così ardentemente qualcosa che non dovrei avere?
È possibile che sia scomparso tutto intorno a noi?
Mi sento una stupida, perché è come se non mi mancasse nulla: niente ha più importanza, né la festa, né le persone che ogni tanto bussano alla porta, né il tipico odore sgradevole dei bagni pubblici, né il dolore atroce che i tacchi mi provocano ai piedi. Tutto quello a cui riesco a pensare è il bacio che Zayn mi sta regalando, il suo corpo premuto contro il mio,  il suo profumo che sembra penetrarmi ogni secondo di più.
«Melanie», mormora, lasciando dei baci leggeri sull’angolo della mia bocca per scendere fino al collo: la mano che ha tenuto fino ad ora sul muro si sposta sul mio fianco destro, mentre io muovo la testa per lasciargli una maggiore libertà di movimento. Ho gli occhi chiusi, perché mi viene spontaneo concentrarmi solo sul calore di Zayn, sulla delicatezza con la quale mi sfiora e sulla morbidezza delle sue labbra premute contro di me. «Ti voglio», sussurra sulla mia pelle, causando in me un turbinio di emozioni. Non so cosa rispondergli e, anche se lo sapessi, non credo che sarei in grado di articolare una frase: sono totalmente ed irrimediabilmente arresa a lui. In questo momento potrebbe fare di me qualsiasi cosa e sono sicura che io non opporrei alcuna resistenza.
Torna a baciare le mie labbra, spostando la mano dal mio fianco alla mia coscia, per stringerla appena, mentre io cerco di rimanere aggrappata alla realtà stringendo i suoi capelli tra le mie dita.
«Non mi piace vederti con lui», mormora sulla mia bocca.
Ed è proprio in questo momento che io mi irrigidisco: lui se ne accorge e mi guarda, respirando velocemente. Sto sbagliando tutto, sto… Sto ferendo Niall ed io non voglio. Non posso farlo. Non capisco nemmeno come tutto questo sia potuto succedere, come sia stato possibile essermi dimenticata di lui: cosa c’è che non va dentro di me? Ricordo di aver pensato che il bacio di Niall, al centro della pista, mi avesse fatto dimenticare tutto, ma non è così: purtroppo quel bacio non regge il confronto con quello che mi ha catturato fino a pochi secondi fa.
Il senso di colpa inizia a divorarmi, emergendo dalla sua tana nel mio inconscio: scosto Zayn e mi allontano da lui con il respiro accelerato.
«Tu...» provo a dire, portandomi una mano sulla fronte alla ricerca delle parole giuste. «Dio…» sospiro, correndo ad aprire la porta per precipitarmi fuori dal bagno. Lo sento richiamarmi, ma ho la sensazione di star per soffocare per quello che ho appena fatto.
Cerco Niall con lo sguardo e lo trovo a pochi metri di distanza, che balla con gli occhi chiusi: mi fa male vederlo così spensierato e mi fa male dovermi comportare come se andasse tutto bene, perché non ne sono capace. Per qualche secondo lo osservo da lontano, chiedendogli perdono in silenzio: non posso rimanere a questa festa con lui, né posso andarmene senza dirglielo e lasciarlo qui.
«Niall…» lo chiamo, toccandogli una spalla. Il mio corpo deve riabituarsi ad una pelle diversa. «Puoi accompagnarmi a casa? Non mi sento bene», dico semplicemente, cercando di non soccombere al sorriso che mi ha rivolto appena mi ha vista.
 
«Ti chiamo domani mattina», promette, lasciandomi un bacio sulla guancia. Io annuisco e scendo dalla macchina senza aspettare un secondo di più.
Credo sia stato il viaggio peggiore che io abbia mai fatto: ho cercato di evitare il suo sguardo, il suo tocco. Ho cercato di trattenere le lacrime; ho cercato di non pensare a quanto il tempo stesse passando lentamente. E lui ha probabilmente pensato che io stessi male sul serio.
Forse è vero, forse sto davvero male: per questo mi accascio a terra appena arrivo in camera, rannicchiando il viso sulle ginocchia piegate, e lasciando le lacrime a bagnarmi le guance.
Non voglio essere così, né sentirmi così: non voglio che Zayn abbia tutto questo potere su di me e che riesca a farmi perdere la ragione. Perché dovrebbe? Chi è lui, per piombare così improvvisamente nella mia vita e capovolgere tutto?
Io voglio solo stare con Niall, perché non posso?
Perché non ci riesco?



 




Eccoloooooooooooo!! Io l'avevo detto che sarebbe successo qualcosa in questo capitolo hahah
E alcune di voi sanno anche quanto io avessi voglia di pubblicarlo per farvelo leggere! Be', ora finalmente è qui, a vostra disposizione, e io non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate, perchè ci tengo molto :) Non so perchè mi piaccia così tanto questo capitolo, sinceramente, ma forse è solo perchè io amo scrivere di Melanie e Zayn!
Cooooooooomunque, parliamo un po' di quello che è successo: Zayn è un amico di Liam, cosa che nessuno sapeva, quindi Melanie se lo ritrova
alla festa (tra l'altro io me la immagino come una strafiga con quel vestito) e lui passa il tempo a fissarla, praticamente! Poi  nel bagno succede il finimondo hahah Vorrei precisare un paio di cosette: quando Zayn chiude a chiave la porta, non è perchè voglia violentare la nostra Mel hahah vuole solo assicurarsi che nessuno entri, soprattutto Niall! Poooi, ammette esplicitamente come si sente: non riesce a starle lontano, nonostante abbia provato a rispettare la sua richiesta, e sa che anche lei prova qualcosa del genere. Infatti, quando Mel prova a fermarlo, lui insiste :) Ah, compare la gelosia, ma anche il  desiderio (Il "Ti voglio" non è un "Voglio fare sesso con te in questo momento" , è un "Ti voglio" diverso :))
Vabbè, sto straparlando come sempre hahah Lascio a voi i commenti, anche per quanto riguarda la fuga di Melanie! Stavolta sì che si sente in colpa per Niall,
e alla fine è più che normale! Ah, a proposito: è crudele il fatto che gli abbia chiesto di riaccompagnarla a casa, ma non poteva lasciarlo lì senza farlo insospettire, o continuare a comportarsi come se non fosse successo nulla, con Zayn nei paraggi tra l'altro! Ok, ora basta davvero, tanto poi scoprirete anche 
come si comporterà Melanie a riguardo :)
Credo che questo spazio autrice non abbia un filo logico, ma non fa niente hahah Ragazze, davvero, fatemi sapere cosa ne pensate e se questo capitolo vi è piaciuto :) Come avete visto la scena tra quei due è descritta nei dettagli, perchè voglio farvi capire cosa prova Melanie quando è in sua compagnia, in modo da poterlo paragonare con quello che prova mentre è con Niall :) Quindi aspetto i vostri commenti :3

Vi ringrazio immensamente per tutto quello che fate per me e per questa storia!
E sapete già che adoro le vostre recensioni! Quindi grazie per l'ennesima volta :3

 

 
   
  
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