Luce
Oggi, 16 Ottobre 1793, posso morire in pace.
Cammino verso la mia morte, i polsi stretti nelle catene, ai miei fianchi due gendarmi.
Ho consegnato a Rosalie una rosa, Oscar, una rosa fatta con i pochi stracci che mi rimanevano, per te.
Già, amica mia, io non ho più nulla.
Mi hanno tolto tutto, in nome di una giustizia che somiglia a un crimine.
Non ho più nulla. Sono soltanto una vecchia mendicante, piena di ricordi e orgoglio.
Lo sai, Oscar? Mi chiamano ancora l'austriaca, ma non possono sapere quanto amore ho provato per questo piccolo fazzoletto di terra chiamato Francia.
Anche se vestita di cenci, vedranno una regina salire al patibolo, non una donna insulsa e pavida.
Se tu fossi qui, so che mi sorrideresti fiera, e mi chiederesti se nel profondo ho paura.
No, Oscar, non ne ho più.
Strano a dirsi, ma sono serena se penso che tra poco tutto questo sarà finito.
Rosalie ha attenuato di molto le mie sofferenze, parlandomi di te.
Attraverso le sue parole ho rivissuto tutti i momenti più felici della mia vita. Ho rivisto la mia giovinezza, ho rivisto il tuo abbagliante candore, il tuo sguardo pieno di forza, ho udito di nuovo la tua voce salda e gentile.
Ho rivisto la nostra amicizia, che se n'è andata nel giro di una stagione appena.
E' stato così che ho deciso di confezionare per te questa rosa, nella speranza di poterti rivedere un giorno, dopo la mia morte, o la prossima primavera.
Cara Oscar, se mai ti volterai ancora verso questa bella terra, ti prego guarda la mia rosa e ricordati di me!
Mentre avanzo di fronte ai miei aguzzini, guardo lontano. C'è solo luce.