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Autore: Scarlet Tabby    13/03/2013    1 recensioni
La storia d'amore di Minerva McGranitt e Albus Silente, dal loro primo incontro fino alla fine degli anni di Harry Potter a Hogwarts.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Minerva McGranitt, Un po' tutti | Coppie: Albus Silente/Minerva McGranitt
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Nota dell'Autore: Minerva è un po' folle in questo capitolo. Ricordatevi che è una ragazza di 17 anni con una cotta seria (anche se non lo ammetterà ancora per un po'). Inoltre, Albus non agisce nel modo più responsabile. Ne ha passate delle belle e non è ancora guarito completamente da tutte le sue ferite e traumi. Quindi considerate tutto questo mentre leggete. Buona lettura!
Capitolo 5: Il Ritorno A Casa Dell’Eroe
 
26 Marzo, 1945
 
L’intera Sala Grande scoppiò in evviva ed applausi. Quasi tutti gli studenti, inclusa Minerva, avevano una copia della Gazzetta del Profeta di quella mattina di fronte a loro a colazione.
 
MAGO OSCURO GRINDELWALD SCONFITTO
 
Quello che molti di loro avevano trascurato di notare era il sottotitolo: Eroe Albus Silente Mancante Quando Gli Auror Prendono Grindelwald In Custodia.
Minerva si sentiva strana. Mancante. Aveva sconfitto Grindelwald, così come tutto il mondo magico sapeva che avrebbe fatto. E forse non sarebbe tornato a casa. Avrebbe potuto essere morto da qualche parte a Dresda. No, non devo pensare in questo modo, Minerva si rimproverò. Questo era il suo professor Silente. Sarebbe tornato. Doveva farlo. Doveva assolutamente farlo.
Minerva fu come un fantasma per tutta la settimana seguente. Continuò con la routine della sua vita, ma non c’era niente di vitale in lei. Il professor Tofty era tornato ad insegnare Trasfigurazione a tempo indeterminato, e di conseguenza, Minerva continuò con le sue sessioni da tutor. Aiutò i suoi compagni al meglio, ma la scintilla per l’apprendimento e l’insegnamento che una volta era il segno distintivo della sua esistenza sembrava essere scomparso insieme a Silente.
Continuò anche i suoi compiti da prefetto. Non sapeva come mai, ma sembrava sempre essere in coppia con Tom Riddle. Da quando aveva ricevuto il premio speciale nel giugno scorso per aver posto fine agli attacchi misteriosi catturando Rubeus Hagrid, era diventato positivamente insopportabile. Gli insegnanti pensavano che non potesse sbagliare. Gli altri studenti, in particolare i Serpeverde, veneravano il terreno che camminava. Minerva trovava la cosa piuttosto fastidiosa. Avrebbe scommesso la sua bacchetta che il giovane Hagrid era innocente. Non aveva mai conosciuto un ragazzo dolce e più innocuo. Sì, aveva un’affinità strana per strane creature, ma non avrebbe potuto essere l’autore di quei crimini orribili. Ma la parte importante era che gli attacchi si erano fermati.
E pure la guerra dei maghi sarebbe finita ora. I suoi genitori sarebbero finalmente tornati a McGranitt Cliffs per restare, e la comunità magica poteva tirare un sospiro di sollievo.
Tutto quello a cui Minerva riusciva a pensare era il suo professore dagli occhi azzurri. Se avesse condiviso le sue preoccupazioni con qualcuno dei suoi amici, avrebbero assunto che lei era innamorata di lui. E lo era, in un certo senso. Non in senso romantico, certamente. Lei aveva appena diciassette anni e lui aveva una buona ventina d’anni più di lei, ed era il suo professore innanzitutto. Ma nonostante questi fatti, lui era il suo migliore amico. Non c’era nessun altro con cui avrebbe mai voluto condividere le sue gioie e le paure più che con lui, e nessuno con cui si sarebbe mai trovata così a suo agio. E ora poteva essere finito per sempre.
Quasi due settimane dopo la caduta di Grindelwald, due settimane passate per Minerva a perlustrare ogni centimetro di ogni edizione della Gazzetta del Profeta per trovare un accenno di Silente, ci fu finalmente un nuovo titolo:
 
FERITO SILENTE TROVATO, TRASFERITO A SAN. MUNGO
 
Minerva espirò completamente per la prima volta in tanto tempo. Era vivo. E di nuovo in Gran Bretagna. Doveva vederlo, questo lo sapeva. Non c’era alcun motivo razionale per questo, ma il pensiero consumava la sua mente. Doveva vederlo. Ma come?
Lui sicuramente non avrebbe permesso l’accesso ai visitatori; era una persona troppo privata per volere sostenitori brulicanti dal suo letto da malato. E una lettera non sarebbe stata sufficiente. Inoltre, se fosse stato ferito gravemente, non sarebbe stato in grado di ricevere la posta comunque. Probabilmente stava ottenendo qualsiasi tipo di lettere dai suoi fan ora, e qualsiasi cosa da Minerva si sarebbe solo persa nella confusione.
Il resto della giornata Minerva divenne sorda e cieca al resto del mondo, architettando con cura il suo piano.
Quel finesettimana salì sull’Espresso di Hogwarts per Londra con il resto degli studenti che si recavano a casa per le vacanze di Pasqua. Ma Minerva non aveva alcuna intenzione di tornare a casa, almeno non ancora. Lasciò il suo bagaglio con i facchini alla stazione di King’s Cross e si affrettò fino a un vicolo appartato. Grazie a Merlino ho superato quel dannato test di Apparizione il mese scorso! Minerva pensò mentre scompariva con un soffice ‘pop’.
Apparve al lato opposto della strada rispetto una boutique con un vecchio manichino vestito stranamente nella finestra, dietro un cartello con la scritta ‘chiuso per ristrutturazione’. Minerva si chinò in un altro vicolo.
Un gatto soriano di colore argenteo uscì un attimo dopo e si sedette sul bordo del marciapiede, gli occhi si smeraldo che fissavano intensamente il manichino. La sua coda scattava avanti e indietro con impazienza. Dopo quasi un’ora, una donna vestita con una lunga gonna a strisce, stivali da pioggia gialli, e una giacca blu scura da uomo si avvicinò alla vetrina. Sapendo che questa era la sua occasione, Minerva attraversò la strada come un lampo e saltò nella finestra dopo la strega in visita.
L’aveva fatto. Minerva McGranitt, prefetto di Hogwarts, si era appena intrufolata dentro l’Ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche. E ora doveva trovare il suo professore. Si nascose sotto una sedia in sala d’attesa e lesse l’elenco sul muro. ‘Quarto Piano: Danni da Incantesimi’ sembrava un buon posto come un altro per iniziare.
Vedendo la via libera, si precipitò in ascensore prima che le porte si chiudessero. Fu in grado di rimanere nascosta restando accovacciata sotto un carrello per il cibo. Si rimproverò internamente per aver permesso i suoi peli di gatto così vicino al cibo dei pazienti. Eppure, pensò, faccio il bagno molto più regolarmente e in modo più efficace rispetto la maggior parte dei gatti. Il carrello lasciò l’ascensore al quarto piano, con grande fortuna di Minerva.
Mentre si muoveva con il carrello, Minerva fu presa dal panico. Cosa diavolo stava facendo? Stava abusando dei suoi poteri da Animagus per intrufolarsi in un ospedale, e per cosa? Per visitare il suo insegnante ferito. Probabilmente non era nemmeno cosciente. Allora, qual era il punto? Così che potesse vedere che era lì? Tutto questo era sciocco, e lei lo sapeva. Ma se fosse stato sveglio? Ovviamente l’avrebbe riconosciuta. Come avrebbe reagito? Sarebbe stato felice di vederla? Molto probabilmente si sarebbe offeso per il suo comportamento inadeguato e l’avrebbe buttata fuori.
Il carrello si fermò di colpo e Minerva ascoltò mentre la guaritrice parlava con un uomo in piedi vicino alla porta.
<< Un nuovo Auror di turno, vedo. E qual è il tuo nome, ragazzo? >> la guaritrice chiese allegramente.
<< Scrimgeour, signora >>. La sua voce era bassa e roca, come il ringhio di un leone.
<< Bene, signor Scrimgeour, ho la cena per il nostro eroe >> rispose lei allegramente.
<< Io non credo che il signor Silente sia sveglio, ma sono sicuro che sia possibile lasciare lo stesso il vassoio >>. Il cuore di Minerva si fermò. Non riusciva a credere alla sua fortuna. Avrebbe sorriso se non fosse così pietrificata dalla paura.
<< Farò proprio così. Terresti la porta per me, eh caro? >>
Scrimgeour tenne la porta aperta per la guaritrice e Minerva fu quasi schiacciata dalla ruota del carrello poiché si era spostato improvvisamente in avanti. Entrarono nella stanza privata poco illuminata di Silente. Minerva scattò sotto il letto mentre il carrello si avvicinava. Il più silenziosamente che poteva, la guaritrice posò il vassoio del pasto sul tavolo accanto al letto e rapidamente se ne andò.
Minerva rimase ora sola con l’eroe addormentato. Saltò con cautela sul letto e semplicemente lo fissò per un momento. I suoi capelli ramati e la barba erano un po’ più lunghi rispetto all’ultima volta che l’aveva visto. Un piccolo sorriso abbelliva le sue labbra. I suoi lineamenti erano molto più morbidi quando dormiva. Molto dignitoso, pensò lei. Lo analizzò da cima a fondo. Sembrava sano, per quanto poteva vedere. Sollievo e affetto la inondarono a questo pensiero. Prima che lei potesse pensare alle sue azioni, strofinò la testa pelosa contro il suo braccio e fece le fusa.
Albus seppe che era Minerva prima ancora di aprire gli occhi. Le grattò le orecchie mentre si sedeva sul letto. Che bel modo di svegliarsi, pensò con un sorriso.
<< Sono contento che tu sia qui. Qualcosa mi diceva che se qualcuno poteva intrufolarsi nella mia stanza custodita d’ospedale, saresti stata tu >>.
Lei saltò giù dal letto per trasformarsi, e si sedette ai piedi del letto nella sua forma umana.
<< Non è arrabbiato, vero, signore? >> Minerva chiese timidamente, i suoi occhi che scrutavano preoccupati il suo volto.
<< Sono sorpreso che tu possa fare qualcosa di così follemente rischioso, ma come ho detto, sono molto felice che tu sia venuta. L’ospedale consente solo alla famiglia di visitarmi, nel tentativo di proteggere la mia privacy, ma vuol dire che sono un po’ solo durante la mia guarigione >> rispose con un sorriso triste.
<< Sicuramente la sua famiglia la visita però? >>
<< Ho solo il mio fratello minore, e oserei dire che non vorrebbe venire a trovarmi. Non siamo intimi, purtroppo. È per questo che sono lieto che tu sia venuta. Anche se non dovresti rimanere troppo a lungo. Non vorrei che tu ti faccia prendere mentre ti muovi furtivamente nell’ospedale >>.
<< Certo, signore. Sono stata molto attenta venendo qui. A proposito, sono venuta sotto il carrello che ha portato la cena >> Minerva indicò il vassoio accanto a lui. << Ma sarei prudente, signore. A volte perdo il pelo quando sono nervosa >> Minerva aggiunse mentre un rossore rosso brillante si insinuava sui suoi zigomi alti.
Albus rise. << Starò attento, mia cara, grazie >>. Prese il vassoio e si offrì di condividere il suo pasto con Minerva, che lei gentilmente rifiutò. Consumò volentieri il suo pasto in compagnia per la prima volta in quasi un mese.
<< Allora dimmi, come vanno le cose a Hogwarts? Dubito che sarò in grado di tornare fino al prossimo trimestre e mi manca >>.
<< Niente di interessante, temo. Hagrid si sta stabilendo nei terreni della scuola come assistente di Ogg. La squadra di Quidditch di Grifondoro continua a giocare abissalmente >> Minerva sospirò. Nessuno avrebbe mai indovinato la passione di Minerva per il Quidditch. Non perdeva mai una partita, e si divertiva a giocare informalmente con i suoi amici.
<< Mi sono sempre chiesto perché non hai fatto i provini per entrare nella squadra della tua Casa >> Albus osservò.
Lei si strinse nelle spalle. << Ho sempre voluto, ma nessuna posizione si è liberata fino al mio quinto anno, e in quel momento ero troppo impegnata facendo il tutor e con i miei doveri da prefetto. E poi, avevano bisogno di Battitori, e quella è l’unica posizione a cui sono assolutamente inutile >>.
<< Capisco. Le circostanze erano contro di te, come spesso accade per molti di noi. E a proposito di essere occupata, presumo che tu faccia ancora il tutor? >>
<< Sì, signore. Sempre di più ogni settimana. Sto diventando piuttosto popolare, di conseguenza >> Minerva rise.
<< Qualche studente interessante? >> chiese Albus. Era via da scuola da più tempo di quello che voleva, e non conosceva i suoi studenti così come avrebbe voluto. Ma i pareri di Minerva sui suoi compagni di classe erano di solito molto astuti.
<< C’è uno del primo anno in Grifondoro che mi interessa. Alastor Moody. Più veloce con la sua bacchetta che con la sua mente, il che lo mette un bel po’ nei guai. Ma passerà quando crescerà. Posso dire che c’è un sacco di potenziale. E ho incontrato un paio di ragazze che mi piacciono di Tassorosso. Pomona Sprite del quinto anno e Poppy Chips del quarto anno. Poppy è una ragazza molto dolce e sembra eccellere in tutto. Niente di eccezionale, ma è completa e apprende velocemente. Stessa cosa con Pomona. Anche se lei preferisce Erbologia per qualche motivo che non capirò mai >>.
<< Hai lasciato Erbologia quest’anno, giusto? >> Albus commentò con un sorriso, sapendo fin troppo bene della sua frustrazione con le piante.
<< Sì, grazie al cielo >>.
<< Hai fatto bene nel tuo G.U.F.O., allora perché non continuare? >>
<< Mi piace la vita all’aria aperta, ma non sono per niente ‘aperta’. Preferisco solo passare il mio tempo a scuola con interessi più accademici. Non penso che perfino io sarei in grado di mantenere Eccezionale in dieci corsi per i M.A.G.O. come ho fatto per i miei G.U.F.O..
<< Quindi stai frequentando... >>
<< Trasfigurazione, Difesa, Incantesimi, Pozioni, Antiche Rune e Aritmanzia >> Minerva finì per lui.
<< Così hai lasciato anche Astronomia, Babbanologia e Storia della Magia? >>
<< Sì, signore. È solo che non ho trovato Astronomia o Babbanologia molto pratici per me. Di sicuro non al livello dei M.A.G.O., comunque. E semplicemente non posso prendere più sul serio il professor Rüf, da quando è arrivato in classe come un fantasma due anni fa >> spiegò Minerva.
Albus sorrise al ricordo del suo collega che lasciava il suo corpo accanto al caminetto nella sala insegnanti. << Sì, non mi sorprende da parte tua, signorina McGranitt >>.
Albus guardò l’orologio vicino al suo letto. << Ho paura che la nostra visita debba finire ora, mia cara. La mia guaritrice sarà qui da un momento all’altro per somministrare una delle tante pozioni che mi hanno prescritto >>.
Minerva lanciò un’occhiata verso la porta alle sue parole. << Oh cielo. Beh mi limiterò a cercare di sgattaiolare quando la porta si apre >>. Si alzò in piedi e si spostò vicino a lui. << Sono così felice che lei sia sano e salvo. Forse qualche volta potrò sentire tutto riguardo al suo trionfo a Dresda. Ma ora lei deve riposare in modo da poter guarire e tornare a Hogwarts a cui lei appartiene >>. Minerva sorrise e gli accarezzò la mano.
<< Questa è la mia intenzione, mia cara. E certamente ti dirò tutto riguardo alle mie imprese qualche volta. Ora vai, prima che la guaritrice venga. E grazie ancora per il tempo e il rischio che hai corso per vedermi >>.
Minerva semplicemente gli sorrise ampiamente e si trasformò davanti ai suoi occhi, e trotterellò verso la porta. Proprio in quel momento, la guaritrice entrò e Minerva corse fuori. Albus le sorrise e bevve la pozione che gli fu data. La guaritrice poi andò via immediatamente, lasciando Albus di nuovo solo.
È stato molto dolce da parte sua fargli visita. Sciocco, però, molto sciocco. Lei sarebbe potuto essere catturata un numero illimitato di volte e avrebbe potuto avere gravi ripercussioni con il ministero. Era il tipo di comportamento che gli ricordava che lei era ancora la giovane, impetuosa Grifondoro che aveva portato in Infermeria con la magia consumata durante il suo terzo anno. Ora diciassettenne, era un’adulta legalmente nel mondo dei maghi, ma solo al sesto anno a Hogwarts. Indipendentemente da questo fatto, apprezzava la sua compagnia più della maggior parte di maghi e streghe di un decennio più vecchi di lei. Era brillante, attenta, gentile e possedeva un incredibile senso dell’umorismo che sapeva veniva fuori sol quando era più a suo agio. Lui riusciva a capire perché lei non era molto intima con i suoi compagni di classe, essendo molto più matura rispetto ad ognuno di loro. Aveva amici, a dire il vero, ma non aveva osservato lei avere alcuno rapporto con nessuno di loro come aveva con lui. Non era sicuro di come si sentiva riguardo a questo.
Albus Silente si addormentò, quella notte, in uno stato di conflitto. Aveva avuto una bella serata con la sua allieva prediletta, ma le implicazioni di tale affermazione cominciavano a dargli dei problemi.
Minerva fu in grado di lasciare il San Mungo molto più facilmente di come era entrata. Ritornò nel vicolo buio per trasformarsi. Recuperò il suo bagaglio dalla stazione del treno prima di apparire in Scozia.
Aprì gli occhi e guardò su verso la sua tenuta di famiglia. Lo stile Rinascimentale massone creava un imponente edificio che intimidiva maggior parte dei visitatori, ma per Minerva, era la sua casa. Sorrise mentre attraversava le grandi porte doppie del grande atrio. Suo padre attraversò il lungo corridoio dal suo studio per salutarla. I suoi occhi azzurri chiari si illuminarono quando la vide.
<< Minerva, ragazza! Non ti aspettavamo a casa per le vacanze. Che piacevole sorpresa! >> esclamò in un forte accento scozzese mentre abbracciava sua figlia più giovane.
<< È stata un po’ una decisione dell’ultimo momento, Pa. Ma ho pensato che con la guerra finita, tu e la mamma sareste tornati a casa e mi siete mancati tutti così tanto >> rispose Minerva, ancora intrappolata tra le braccia di suo padre.
Charlotte McGranitt, sentendo voci nell’ingresso, uscì per accogliere sua figlia a casa. I suoi capelli biondi, sempre fluenti intorno alle spalle, splendevano nella luce. Minerva aveva sempre pensato che sua madre fosse la donna più bella del mondo ed era felicissima di aver ereditato i suoi favolosi occhi verdi, se non altro.
<< Lascia che la ragazza respiri, Emmett >> lo prese in giro mentre andava a catturare la figlia nel proprio abbraccio. << Son felice che tu sia venuta, cara. Helen è anche lei qui, con un fidanzato >>.
<< Un altro? >> Minerva alzò le sopracciglia e strinse le labbra in ansia. La sua perfetta sorella cambiava fidanzato più spesso di quanto la maggior parte delle persone cambi le lenzuola sui loro letti. Anche se a suo merito, Helen portava solo i migliori a vedere i suoi genitori.
<< Sii gentile, Minnie, è un bravo ragazzo >> il padre difese.
Lei lo fissò all’uso di quel soprannome. << Mi hai chiamato Minerva e ti suggerisco di rivolgerti a me in quanto tale. E sono tutti bravi ragazzi. Perché non ne sceglie semplicemente uno? Io lo farei sicuramente se avessi ogni scapolo del Ministero della Magia ad adularmi come fanno per lei >> Minerva brontolò.
Emmett McGranitt rise alle idee chiare della sua bambina. << Ha solo ventuno anni e tu hai solo diciassette anni. Non c’è alcun bisogno che una di voi due pensi al matrimonio ancora >>.
<< Esattamente. Ora venite, voi due. Andiamo tutti a fare conoscenza con lui e puoi dirci tutto riguardo cose della scuola durante la cena, Minerva >>. Charlotte fece entrare la sua famiglia nella sala da pranzo per unirsi ad Helen e il suo fidanzato.
Minerva sospirò, rassegnandosi al suo destino di chiacchierare con un tizio del Ministero per il resto della serata, e seguì i suoi genitori a cena.
  
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