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Autore: postergirl84    14/03/2013    11 recensioni
La Push un posto come tanti ma che per qualcuno significa casa.
La Push un posto come tanti e forse l’unico per ritrovarsi.
La Push un posto come tanti e forse l’unico per ricominciare.
La Push un posto come tanti e forse quello giusto per innamorarsi.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Embry Call, Jacob Black, Nuovo personaggio, Quileute
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Capitolo 13
Ore, minuti, secondi

Jake ferma la macchina e si volta a guardarmi. Mi chino a raccogliere la borsa e ci rovisto dentro in cerca delle chiavi.
E adeso che succede? Che si dice in questi casi? Grazie è stato un
piacere, alla prossima. Oddio no, così sembra... Che poi in effetti, se tralasciamo un paio di cosette tipo Embry e il suo imprinting, è stato, va beh io non ho molti termini di paragone anzi non ne ho quasi nessuno, ma...
“Come stai?” mi chiede lui.
Mi volto a guardarlo e giocherello con un bottone del giubbino. “Dovrei chiederlo io a te... cioè, il nostro esperimento scientifico è...”
Sorride. “Credo che sia riuscito.”
“Credi eh?”
“Dipende da...”
Gli metto una mano davanti alla bocca e lo guardo male. “Niente battute a doppio senso, Jake.”
Annuisce con la testa, lascio la mano e lui scoppia a ridere. La sua risata risuona nel piccolo abitacolo e io sento che la tensione si scioglie.
“Rose, sto bene, ho voglia di vedere Nessie, ma non sento che sia diverso. Lei è una bambina: per me è importante solo che stia bene.”
“Se lei cioè, se lei fosse grande non riusciresti a… non è stato un tradimento, vero?”
“Non ho tradito nessuno, Rose.”
Gli sorrido e lui mi bacia la fronte. “Allora sono contenta che il sesso non ti abbia ucciso, Jake.”
“In realtà, sono convinto che un paio di cose mi ucciderebbero sicuro.”
“Jake!”
“Hai ragione, scusa. Niente doppi sensi.”
Apro la portiera e scendo dall’auto. Faccio un passo quando sento Jake che mi richiama. Torno indietro e lui si sporge abbassando il finestrino. Mi appoggio con i gomiti.
“Sai, secondo il metodo scientifico per avvalorare un ipotesi c’è bisogno di più
dimostrazioni.” Parla in modo serio e io alzo gli occhi al cielo.
“Sei un idiota, Jake. Ma in fondo credo tu abbia ragione.”
Sorride e poi mette in moto la macchina. Lo guardo andare via e rientro in casa.
Va bene così.

Mi levo la giacca e Embry, appoggiato alla porta della cucina, mi guarda con in mano un piatto e un cucchiaino.
“Ciao,  principessa.”
“Ciao.”
“Torta?”
“No.” Siamo tornati a parlarci? Lo supero e apro il frigo prendendo una bottiglia d’acqua.
“Dove sei stata?” chiede ancora continuando a guardarmi.
“In giro”, dico cercando un bicchiere nel mobiletto.
“Non puoi essere più specifica?”
“No.”
Fa spallucce e porta il cucchiaino alla bocca. È cosi bello che lo detesto.
“Hai fatto i compiti?”

Ma è diventato mio padre? E perché gli è venuta tutta questa voglia di fare conversazione? “Non sono affari tuoi.”
“Era solo per… perché hai la maglietta sporca di grasso?”

Cosa? dove? Come? Porca miseria.
“Che palle. Ero da Jake, contento?” dico tornando in sala.
Lui mi segue e apre la bocca per replicare ma poi ci ripensa e si siede sul divano accanto a me.
“Facciamo una partita?” chiede infine indicando con la testa X Box.
“Mi fanno schifo i videogiochi.”
“L’altro giorno non sembrava.”
“L’altro giorni non c’eri tu”, replico alzandomi in piedi e incamminandomi verso la camera.
“Volevo solo parlare, Rose.”

E io ho fatto sesso con il tuo migliore amico e non voglio parlare.
“Parla da solo Embry. Buona notte.” 

Odio come sono cambiate le cose nelle ultime settimane. Insomma ok, mi sono comportata da stronza con lui e non capisco perché  dovrebbe interessarmi.
È lui che ha voluto che il nostro rapporto andasse così e adesso, solo perché non voglio parlare, dovrei sentirmi in colpa? Posso benissimo continuare così senza… sospiro e mi infilo una felpa alzandomi dal letto.
È sdraiato sul divano, le cuffie nelle orecchie e sfoglia una rivista d’auto. Sospiro e mi siedo incrociando le gambe. Lui mi guarda e si leva una cuffia.
“Non riesco a dormire”, dico senza guardarlo.
“Ci credo, sono appena le nove e mezza.”
“Ti spiace se guardo la tele?”

Si mette seduto e prende il telecomando. “No, ma decido io cosa.”
Annuisco e lui inizia a fare zapping. Trova un film horror e si ferma. Mi guarda.
“Non mi metterò ad urlare, Embry.”
“Sicura?”
“Sono seduta a fianco ad un mostro vero e pensi che mi facciano paura quelli finti?”
Sorride. “Questo è un colpo basso, principessa.”
“Perché, non è vero che sei un mostro?”
“Dipende dalla tua classificazione di mostro.”
“Zanne e artigli.”
“Non ho le zanne.”
“Sì che c’è l’hai.”
“No che non c’è l’ho.”
“Smettila, le ho viste.”
“Sicura di non…”  un ululato. Lo guardo e lui mi sorride. “Ci sono i ragazzini di ronda, staranno facendo gli idioti.”
Annuisco. “E comunque ho ragione io, sei un mostro e basta.”
Un altro ululato. Lui scuote la testa. “Li faccio correre fino in Canada domani, quei tre cretini.” Torna a guardarmi e gli ululati diventano più forti. E questi sembrano decisamente più di tre lupi.
“Porca miseria.” Scatta in piedi e si leva la maglietta.
“Embry.”
“Non muoverti da casa, ok.”
“Ma…”
“Fa come ti ho detto”, dice slacciandosi i pantaloni, il corpo scosso dai tremiti.
Lo guardo correre verso la porta, la spalanca e in pochi attimi e sparito dalla mia vista e gli ululati si fanno ancora più intensi,  poi si allontanano.

Ok, manteniamo la calma. Tanto è una cosa che qua succede tutti i giorni, no?

 

 
Un’ora. Un’ora e mezza. Un’ora e quaranta. Un paio di ululati, lui sparisce in piena notte, e non torna più. Va bene sono melodrammatica, non è piena notte.
Due ore. Chiamare Kim non è stato di grande aiuto. Perché non rientra?
E se è successo qualcosa e se… due ore e venti.

Smettila, Rose, continuare a guardare quel dannato orologio non cambierà niente.
Il mio orologio preferito si è rotto all’una e ventiquattro. L’ora in cui Sharon è morta. L’ora esatta di adesso. Fisso lo schermo del cellulare: l’una e venticinque  e la porta si spalanca. E allora non me ne frega più nulla se io e lui non ci parliamo da giorni, non me ne frega nulla se sono stata a letto con il suo migliore amico, non me ne frega nulla di tutti quei motivi per cui dovrei smetterla di averlo in testa, corro da lui. Lo abbraccio, probabilmente sto anche piangendo e… sono una cretina, ma lui mi stringe ed io affondo il viso nel suo petto.
“Ehi, principessa, che succede?”
Scuoto la testa e mi aggrappo alla sua maglietta. “Niente.”
Mi stringe di più e sento le sue mani sulla schiena. “Eri preoccupata?”
“No.” Scuoto la testa e lui mi bacia i capelli.
“Eri preoccupata per me.”
Mi allontano di un passo e mi volto fissando lo schermo dello tv. “Ti ho detto di no, smettila.”
Si avvicina di nuovo e mi afferra il mento facendomi voltare il viso. Mi torturo le labbra con i denti e lui mi guarda in silenzio, troppo a lunga prima di parlare.
“Non… ecco tu… non devi preoccuparti … per me, intendo.”
“Perché non siamo neanche amici, lo so.”
“No, perché sono molto più resistente di quanto credi.”
Così vicino che posso sentire il suo respiro. Sospiro. “Allora perché hai un livido?”
“Dove?”
Gli sfioro lo zigomo con il pollice. “Qui.”
Blocca la mia mano sulla sua e poi se la porta alla bocca. Mi bacia i polpastrelli. “Inconvenienti del mestiere.”
“Il tuo mestiere fa schifo, Embry.”
Sorride. “Cercherò di stare più attento, la prossima volta.”
Quelle dannate labbra. Adesso ho solo voglia di baciarlo ed è così vicino. Chiudo gli occhi, mi alzo sulle punte e lui sospira baciandomi la fronte.
“Andiamo a dormire, Rose.”

Angolo autrice
Capitolo nuovo, nuovi sviluppi della trama e nuovo banner (<3) grazie mille a Angel_shanti
Lo scorso capitolo, anche leggendo le vostre recensioni, è stato un po’ difficile da digerire e con questo credo di avervi reso ancora meno chiare le idee. E no, fra Rose e Jake non sarà solo la cosa di un momento, e sì, si sente in colpa ma cerca di non ascoltarsi troppo.
Volevo segnalarvi una nuova storia originale di un’autrice di grande talento:
Over, seguitela e immergetevi con lei nella Los Angeles degli anni ’70.

Prima di salutarvi vorrei davvero ringraziare Sandra per…. Beh per tutto.
Un bacione e al prossimi capitolo
Noemi

 

 

 

 

 

   
 
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