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Autore: xxstrawberryfields    14/03/2013    4 recensioni
La raccolta di pensieri della persona che ero, e di quella che sono ora, pezzi di miei racconti.
Genere: Drammatico, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi sento come un arto che viene spezzato, reciso sistematicamente.
Il dolore mi trasulla, mi uccide, e io sto lì a guardarlo senza fare niente. Non mi muovo, non penso, non respiro. Sorrido alle persone che vogliono una risposta e rido quando bisogna ridere.
Nessuno, nessuno, si accorge del peso, del macigno che c’è dentro di me. Reprimo ogni pensiero che fa male, chiedo alla mente di spiegare al corpo che non è grave, la ferita guarirà.
E anche se riesco a convincere tutti, e per gran parte anche me stessa, c’è quella coscienza che avverte il senso di perdita; la tristezza comincia a pervadere e il cuore comincia a diventare pesante.
Quello che avevo avuto per giorni era il massimo, la cosa migliore che mai avevo sognato di ricevere. Mi sentivo a casa. Ora tutto si è spento come un vetro infranto e una luce rotta.
I giochi, i sorrisi, gli occhi dolci, tutto svanito. Voglio trovare me stessa, voglio sentirmi meglio di quello che sono ora.
Ho sempre detto di non essermi mai innamorata, ma la verità è che soffro troppo solamente anche al pensiero che ciò possa essere vero. La guardia è sempre alzata, e appena l’abbasso viene l’abbisso.
Ogni particella del mio corpo grida dolore, solo la mente cerca di rimanere fresca. Cerco distrazione nei piccoli gesti quotidiani, nelle parole rivolte al caso, nel sorriso di un’estraneo. Poi però la verità mi viene incontro schiacciandomi contro un muro. Lo sguardo si fa vacuo e le mascelle si contraggono, le mani smettono di giochicchiare, mentre il tempo si ferma io sono nella gabbia di ricordi che sembra infinita, ma quando mi ridesto il mondo è andato avanti solo di qualche secondo che per me era vita. Faccio piccole cose, inutili, piccoli gesti per dimenticare. Quanto ci metterò? Una settimana? Un mese? Non voglio più l’amore perfetto. Voglio te.
 
Quando smetterò di provare un peso al petto? Quando la smetterò di sospirare? Quando smetterò di farmi male guardando ogni tua foto come un ricordo sfocato? Quando smettero di dimenticare il tuo calore? Quanto ci metterò per dimenticarti, per eliminarti da quello che sono e cerco di essere? Non voglio che sia troppo. Ma vorrei sentire il tuo respiro qui, qui vicino a me ancora una volta, per poterti dire “ciao”.
La vista continuerà ad appannarsi per farmi vivere i ricordi come in una cortina di fumo; e io continuerò a lungo  a guardare lontato, il cielo blu, e sentirmi inadatta, sbagliata.  E sento le canzoni che parlano d’amore, amore che corre per i prati mano nella mano, e mentre il mio cuore si spezza e si frantuma io vorrei cancellare il mio dolore, ma l’unica cosa che so fare è stare qui e guardare il cielo con i tuoi colori.
 
Ora tutto il dolore, le lacrime, cominciano a sparire. Non c’è più dolore. Non fa più male. Un’essere svuotato; e nulla più. Lo stadio del dolore non c’è più, la vittima esala gli ultimi respiri. L’unica differenza è che io mi risano, vivo con il ricordo; vivo grazie al ricordo. Il ricordo dei tuoi denti splendenti che curvano all’insù regalandomi un dolce sorriso. Il ricordo di mani calde che stringevano le mie. Il ricordo di te che sorridevi mentre ti giravi e te  andavi. Per sempre. Te ne andavi per sempre. Chissà, forse una volta ti vedrò di nuovo e ti saluterò, come se fossimo due vecchi amici. Forse una volta ti conoscerò di nuovo senza ricordarmi di te. Forse una volta ti incrocerò per strada senza vederti. Forse una volta ti vedrò nella veste di un passante come gli altri senza riconoscerti. Forse, chissà, non ti vedrò mai più. Mai. E questa è l’idea che fa più male di tutte. Sapere che non vedrò più le tue guance piegarsi all’insù e i tuoi essere felici. Non ti vedrò più prendere in giro il tuo amico, non ti vedrò più con il tuo sguardo preoccupato. Non scriverò più il tuo nome accanto a cuoricini. Non mi perderò con lo sguardo nel vuoto, non osserverò più le tue foto al buio nella notte, per cercare di prendere sonno. Non ascolterò più canzoni pensando a te. Smetterò di cercare il tuo nome sulla bocca di tutti. Sarò io senza te. Una parte di qualcosa che non è mai stato niente. Non trasalirò più quando vedrò una persona che ti somiglia camminare per la strada, non piangerò più per i film d’amore troppo tristi, non mi lascerò più trasportare dal vento. Diventerò una vita forte che sopporta ogni piccola insicurezza e guarderò il cielo senz’ombra negli occhi. Sentirò il tuo nome senza provare alcun brivido, non piangerò quando vedrò una tua fotografia  e non cercherò un’altra canzone. Sarò pronta per essere uccisa un’altra volta da qualcun’altro, solamente che, questa volta sarò più forte e meno debole, ci vorrà più tempo per provare qualcosa e meno per distruggerlo. Soffrirò per il tempo che potrà sembrare eterno e poi mi riprenderò aspettando di soffrire un’altra volta. E continuerà così, finchè non arriverà il punto in cui non avrò più bisogno di soffrire ma solamente di aspettare d’amare. E cosi, che fu e  cominciò, la storia della vita della vita diq uella ragazza che abitava in campagna, sola, con il padre e un fratello, una sorella, una madre assente che ingoiava la tristezza, giorno per giorno, come se fosse stato tutto frutoo di un incantesimo, piccolo, grande, un incantesimo vero
  
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