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Autore: spongy    30/09/2007    1 recensioni
Capitolo 3:

Sento qualcuno molto vicino a me che alza un lembo del cappotto e si mette in trincea assieme a me. E’ sempre Simone.
Una mano mi alza il mento e degli occhi scuri, dalle pupille dilatate, si puntano nei miei. E’ sempre Simone. Poi una bocca fantasticamente calda che sa di birra, mi trasporta in un bacio lento e dolce e divertente e buono. Sì. E’ sempre Simone.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mia testa sballonzola gravemente. Già.
Uh, vedo birra. Se allungo la mia mano, estremamente pallida oserei aggiungere... perchè diavolo ho le mani così bianche? Si vedono tutte le vene Santo Cielo...

“Ehi, anche le tue mani sono così bianche?” chiedo molto seriamente a colui cui credo appartenga la birra. E anche le gambe su cui sto appoggiata.

“Non hai le mani bianche.” Simone risponde, con pacatezza. Si deve essere fatto una canna.

“A quando risale la tua ultima canna amico?” Tanto vale sapere se sto parlando con uno lucido o meno, no?

“Circa un’ora fa.”

Beh, le mie mani potrebbero benissimo essere bianco cadevere e lui potrebbe urlare che sono un’aliena perchè le vede verdi. Ma io non sto meglio e quindi non sono nelle condizioni di giudicare.

La birra ripassa davanti ai miei occhi e una luce rossa riflette sulla sua argentea superficie. Allungo la mia estremamente-pallida-mano e faccio solo in tempo a sfiorarla perchè la lattina sale all’improvviso decisamente su e siccome non mi chiamo Miss Caucciù, non sono in grado di allungare il mio estremamente-pallido-braccio (anche lui. Gesù) fino ad afferrarla.
Simone sta ridendo, perchè la sua pancia si muove in modo convulso e temo proprio si stia facendo beffe della mia scarsa agilità in questo momento.

“Non c’è nulla da ridere, tessssoro.”

Mh. L’ho appena chiamato ‘tessssoro’. Evviva.

“Vorresti un po’ di birra, piccola ubriacona?” mi dice con la sua voce assurdamente sexy, alzando un po’ di più la mano con la lattina.

Mi alzo dalle sue ginocchia, su cui la mia testa era inesorabilmente scivolata, facendo un po’ di pressione sulle sue gambe, finchè la mia pesantissima testa si ritrova al pari con la sua.
Ho la netta sensazione che i nostri nasi siano troppo vicini mentre sussurro: “Sì, grazie.”

Lui smette improvvisamente di sorridere, ma io sono troppo impegnata a cercare con lo sguardo la birra, che nel frattempo è scesa insieme al braccio di lui, per accorgermi che quella era una posizione che avrebbe facilmente portato alla sperimentazione del Kamasutra. Dio, odio essere ubriaca.
Prendo finalmente la lattina dalle sue mani e lui mi guarda bere e versarmi addosso tre quarti del suo contenuto. Nonostante ciò continua a fissarmi con gli occhi socchiusi e non ride e mi poggia una mano su un fianco. Mi gira pericolosamente la testa.

E all’improvviso, scoppia la terza guerra mondiale.
Qualcuno grida qualcosa a voce molto alta, il che nuoce gravemente alla mia persona, e poi qualcun altro, probabilmente Dio che vuole punirmi per i miei peccati e la mia vita dissoluta, pianta il sole esattamente sopra la mia testa. Mi rendo conto durante i due minuti successivi che è solo Sara che ha acceso la luce, così mi arrendo alla crudeltà del destino e prendo semplicemente un cappotto dal bracciolo del divano per mettermelo in testa e ripararmi dall’accecante fonte di luce che è la lampadina. Sento qualcuno molto vicino a me che alza un lembo del cappotto e si mette in trincea assieme a me. E’ sempre Simone.
Una mano mi alza il mento e degli occhi scuri, dalle pupille dilatate, si puntano nei miei. E’ sempre Simone. Poi una bocca fantasticamente calda che sa di birra, mi trasporta in un bacio lento e dolce e divertente e buono. Sì. E’ sempre Simone.


***




“Cazzo è la seconda volta che ti trovo addormentata su un cesso, questa sera. Se escludiamo l’abbiocco che ti è preso su Simone, perchè con quello saremmo arrivati a tre.” Mi sveglia crudelmente Federica. Le sue parole vanno a sbattere amaramente beffarde in ogni angolo della mia enorme testa dolorante.

Vorrei chiederle se le ha prescritto il medico di urlare contro la sua migliore amica che era riuscita con evidente sforzo ad addormentarsi, e il fatto che ciò si sia verificato sul cesso di casa sua è un irrilevante dettaglio. Però la mia bocca risulta occupata da un nuovo, detestabilissimo conato di vomito.
Lei lascia cadere le braccia lungo i fianchi, rassegnata, e si siede accanto a me.

Odio questo dannato vomito giallo.” Mi lamento dalla mia poco cerimoniosa posizione di abbracciatrice water.

Federica, appena riesce a sfilarsi gli stivali, mi accarezza piano la testa.

“Non credere che non abbia assimilato il fatto che hai appena dato del cesso a Simone, infida traditrice.” Mormoro prima di rituffare la testa nel water, attaccata dal Mostro del Vomito Giallo.

E i nostri sorrisi bastano. Mentre sua madre ci prepara la camomilla, piuttosto accigliata e in camicia da notte, non sentiamo il bisogno di parlare.
Mentre ci laviamo i denti e guardiamo il riflesso delle nostre facce oscenamente pallide nello specchio, non dobbiamo chiederci niente. Non so come siamo tornate a casa, cosa lei abbia detto a mia madre per telefono (chiamandola da casa di Sara ad un orario indecente) e non so se lei nel risponderle abbia minacciato di uccidermi. Non so come e se ho salutato Simone e se si toglierà mai la macchia di tiramisù sul mio fantastico vestito marrone a cui ho rovinosamente dato vita qualche ora fa e non so come andrà domani e che ore siano adesso. So che Federica mi ha detto che è tutto ok. E allora, è tutto ok anche per me.


***




Sento il forte impulso di gettarmi violentemente sul professore che in questo momento pretende di spiegarci le teorie Epicuro. In sesta ora. Epicuro.
Ovviamente io e Fede stiamo sentendo l’hipod. In realtà abbiamo queste cuffiette nelle orecchie che sparano musica a livelli che dovrebbero decretare illegali e delle quali, davvero, non so come i professori non si accorgano, a partire dalla fine dei primi cinque minuti di scuola. Ormai ho rinunciato persino a litigare con lei perchè metta Vasco o Nesli o Fabri Fibra o della sanissima musica House. Per mia enorme sventura, la mia amica ama Giorgia (Giorgia?!), gli Zero Assoluto, i Maroon 5. Mi concede al massimo Ligabue. E’ snervante.

Mentre comunico al mondo che ‘la Filosofia ha ufficialmente rotto la nerchia’, stampandolo con un pennarello indelebile a enormi e tondeggianti lettere sul banco, la grazia divina provvede a far suonare la campanella. Dubito che si tratti seriamente di quel Dio che mi ha fatto il grande torto di far venire al mondo mio fratello.

E’ sotto scuola che succede una tra le tante cose che mi fa riflettere sull’eventualità di diventare buddhista.
Parlo amabilmente con Luca della corsa di ieri di Valentino (che, per inciso, è stata fantastica anche con i borbottii di dissenso di Fede, che, per doppio inciso, odia Valentino Rossi, che, per triplo inciso, è un fenomeno del Motociclismo, nonchè mio idolo) e sono decisamente sovraeccitata come ogni santissima volta in cui sto parlando di Valentino.
Continuo a guardare Luca, che in questo momento ai miei occhi è come un Dio da idolatrare solo perchè concorda con me sulla bellezza e la prestanza del motociclista in questione nella corsa di ieri, e intanto cammino tra la folla di gente che si crea ogni volta sotto scuola e muovo le mani ovunque e gesticolo e mi sono persino momentaneamente dimenticata dell’eccezionale peso della mia borsa e della noiosissima spiegazione sull’Epicureismo.
Quando vado a sbattere a un muro che devono aver costruito da poco, perchè non me lo ricordavo, e rimbalzo all’indietro, finendo immancabilmente a terra. Certo, bella merda un muro in mezzo alla strada.

“Oh”

Ecco, quel piccolo ‘oh’ di sorpresa mi ha fatto pensare che no, cazzo, non ce lo hanno costruito un muro.

“Ogni volta che ti incontro sei terra, sai?”

Simone mi porge la sua mano e dentro di me penso che questa scena, da ubriaca, è decisamente meno imbarazzante.
Faccio un sorriso tirato ed inizio ad implorare Buddha di accettarmi come sua adepta. Lui mi raccoglie i libri usciti dalla borsa e mi saluta baciandomi sulle guance.

Luca, al mio fianco, sghignazza mefistofelico. Questa bestia che fino a un attimo fa mi era sembrata una persona ammirevolmente benevola, alla festa di Sara è stato capace di farmi un video col cellulare. Mentre ballavo, cantavo, ripetevo disastrosamente un alfabeto sconosciuto ai più. E soprattutto, mentre dormivo seraficamente su Simone. Lo odio, ma mentre parla di Valentino la mia mente cancella i ricordi traumatici che lo riguardano.

“Scusa.” Sorrido, mentre scarico tutta la rabbia repressa in uno sguardo volto a Luca.

Lui sorride di rimando e all’improvviso mi prende una mano. Sono piuttosto turbata e nervosa e eccitabile e penso sia meglio non iniziare a sognare mentalmente come faccio in situazioni del genere. Alessandra, tu non sei Babi e lui non è Step. Anche menomale, direi.

“Te la porto via per un po’.” Comunica a Luca che inizia a non capire, ma dice ugualmente di sì, soprattutto perchè Simone è infinitamente più grosso di lui. E poi non gli ha chiesto proprio niente in realtà. Lui ha affermato e si è preso ciò che voleva.

Mi trascina velocemente verso una meta che conosce solo lui, ma spero non sia troppo lontana perchè mi tremano le gambe. Fa cenni a chiunque, a mo’ di saluto, alza il mento, sorride, alza la mano con cui tiene il casco. Io, guardandomi attorno stralunata, faccio appena in tempo a scorgere lo sguardo sorpreso di Federica che passa su me e Simone e le nostre mani intrecciate. Le lancio un bacio e lei fa un segno esaustivo con la mano sinistra, voltandosi verso Michele e fingendosi offesa. Forse torno ad essere cattolica. Se lo sono mai stata.







Hello! Quaaaaanto tempo dall’ultimo aggiornamento! Vi ringrazio per i vostri commenti (Juls, io ti amo ogni volta di più). Sappiate che è difficile riuscire a riscrivere i pensieri che si fanno quando si è ubriachi, in ogni caso. La scritta sul banco l’ho fatta sul serio, ma qualche giorno fa. Anche se Epicuro ancora dobbiamo studiarlo.
A dirla tutta questo capitolo è autobiografico per intero, eccetto la corsa di Valentino forse, visto che l’anno scorso sono state poche quelle che ha vinto. Ma siccome mi pesa molto parlare di certe cose, vi lascio soli con la vostra coscienza. Decidete se commentare o meno^^

Bacini
  
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