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Autore: mella_f    14/03/2013    0 recensioni
"Ho sempre creduto che avrei dimenticato ogni cosa. Avrei lasciato precipitare nell’ oblio assoluto i ricordi: era questo che mi ripetevo continuamente, era questa la mia intenzione. Ma si sa, spesso ciò che si vuole non è ciò che si ottiene e nemmeno ciò che è giusto."
Dal secondo capitolo "Non c'era. Davvero, non c'era più! Scaraventai via le coperte , il cuscino, il tappeto, il comodino.. no aspetta il comodino no.
Ma non c'era. Per un attimo mi convinsi di aver sognato tutto, di non averlo preso. Così mi tranquillizzai. Tranquillizzai in senso ironico ovviamente."
Aspetto i vostri pareri!!
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cioccolato. Una tavoletta di cioccolato. Una casa di cioccolato. Una montagna di cioccolato. Una .. Uhm .. Della luce.. *sbadiglio*. 'Bentornata.' Mi guardai attorno. Ero in una stanza enorme e quasi completamente vuota: vi erano solo un divano, sul quale mi ritrovai sdraiata, una poltrona, sulla quale c'era il guardiano ed un camino, unica fonte di luce. 'Questo è il nostro salotto.. Ti piace?' Restai in silenzio. Poi dopo qualche minuto ebbi di nuovo le forze per domandare dove fossi. 'Nel nostro salotto.' Mi inacidì.. Insomma mi prendeva in giro? Il salotto di chi? Di casa di chi? Del paese di chi? Credo che riuscì a percepire la mia agitazione perchè col suo solito sorriso mi guardò, forse cercando di tranquillizzarmi. 'Non è molto felice.. Si aspettava un giovane coraggioso ed invece sei arrivata tu. Ma a me piaci davvero tanto' e appena finita la frase mi strinse la guancia tra il pollice e l'indice con affetto. 'Sei pronta? Dai.. Alzati, dobbiamo andare da lui.' Era un ordine. Ma io non volevo. Anzi NON VOLEVO. Mi rannicchiai in un angolo del divano 'non voglio'. 'Lo so. Nessuno vuole. Ma se non ci andrai tu verrà il suo potere.' E rise di gusto. Mi prese per un braccio e mi trascinò, letteralmente, per un corridoio lunghissimo, poi per delle scale ed infine arrivammo davanti ad una porta enorme. 'Ci sono le porte..' Dissi tra me e me, davvero confortata da ciò. La porta si aprì ed il guardiano mi ci spinse oltre. 'Vai.' Prima che potessi anche solo prendere consapevolezza di tutto quello che stava accadendo la porta si era già totalmente chiusa con un tonfo sordo e tetro. Stanza enorme e quasi vuota, un classico pensai. Al centro vi era un violino poggiato su una sedia. Ero intimorita.. No.. Non lo ero ancora. Mi avvicinai di qualche passo alla sedia. Volevo provare a suonare il violino, era nata in me una voglia irrefrenabile, così lo presi e lo suonai ed era strano perchè non ne avevo mai suonato uno eppure non solo sapevo farlo ma addirittura la melodia che riuscì a comporre era dolce molto dolce... Ancora luce.. Ancora la riva .. Ancora io ed il ciondolo in mano. Mi volto, questa volta nessuno mi chiama, ma sento di dover cercare qualcosa. Poi percepisco una melodia.. La cerco e la seguo. 'Dove sei?' Cammino , corro. 'Dove sei?' Urlo. Poi lo vedo: in riva al mare, imponente. Si ferma e dopo aver posato il violino sulla sabbia mi viene incontro. 'Eccolo' penso. 'La potenza'. Mi arriva di fronte. Mi scruta. Fa un giro attorno a me. Si guarda attorno. Tutto senza sorridere. Senza scomporsi minimamente.. Ma che importa: ero affascinata, mi sembrava di conoscerlo da sempre. Mi poggiò una mano sulla fronte e di nuovo luci e melodie. 'A presto, aspettami.'
  
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