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Autore: xswaghair_    14/03/2013    1 recensioni
Pronta a lavorare, Emma ritorna a Londra e rivive tutto quello che aveva visto qualche anno prima insieme alla sua famiglia. I primi mesi di lavoro non sono dei migliori, è naturale per una giovane giornalista in apprendistato. Fa già parte una redazione e il lavoro si complica: poco tempo per tante cose. Si allontana dalla famiglia, dal fidanzato, dai vecchi amici ma dai libri, ciò che le hanno insegnato a sognare, no. Fra la confusione nei sotterranei londinesi, però, comincia a ricordare. Cosa? ''Ero piccola, una ragazza appena uscita dalle medie mano nella mano con mamma e papà, proprio qui davanti questa parete. Ricordo che la fissavo felice, ma non riesco ad andare oltre...''. Ne sono passati tanti di giorni per riuscire a ricordare. Lì c'era una pubblicità, una volta. ''I miei idoli, i miei cinque ragazzi: i One Direction'' tutte incertezze che svaniscono dopo un ''vai ad intervistare questi due ragazzi, degli altri tre non ne ho notizie. Questi oggi sono ospiti nella...'' erano ospiti da Alan Carr, perché due su cinque? ''Non puoi entrare negli studi. Solo alla fine dello spettacolo...'' ripeteva il capo parlando di coloro che non si dimenticano con il cuore. Ma poi...
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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MEMORIES
Twenty-seventh chapter.


Mi ero appena svegliata ed il dolore che avevo alla schiena pareva non volersene andare. Sembravo un'anziana che aveva appena fatto esercizio fisico dopo una quarantina d'anni. Ero quasi paralitica, insomma. Sei parole: Malik avrebbe dovuto cambiare il divano.
Quando mi misi in piedi - anche se ammetto che gattornare non mi avrebbe fatto del male -, mi tornò in mente tutto quello che mi era capitato il giorno precedente, anzi... ci fu un breve riassunto della mia intera vita come se stessi per morire e quindi era necessario ripercorrere ogni anno della mia esistenza. Che cazzo mi sta succedendo? 
Uhm, cominciavo ad essere anche un po' grezza coi termini, dopotutto l'italiano non lo capiva nessuno, no?!
Comunque, tutto quel flashback che avevo in testa era causato dalla scritta "Nicholas Sparks", nonché il mio scrittore preferito. 
Presi di corsa il libro, poggiato su un tavolino, sul quale c'era quella incisione e come quando venne aperto il famoso vaso di Pandora una miriade di pensieri mi tornarono in mente. 
Merda, ho dormito qua? fu il pensiero numero uno.
Non è ancora sveglio, posso andarmene, o no? Cosa farebbe lui? No, non se ne andrebbe! E perché mi sto mettendo nei suoi panni? fu quello numero due.
Devo andare a lavoro! Che giorno è oggi? Martedì? Mercoledì? Che giorno? fu il terzo. 
Poi ce ne furono una decina riguardante Rob, altri riguardanti la fine sconosciuta che aveva fatto Mart ed il mio cellulare... 
Però quel libro? 
Dear John; caro John, ricordati di guardare la luna.
« Uhm, già letto. » dissi dirigendomi verso un intero scaffale pieno di libri. 
« Mi sembrano troppo femminili, questi. Ma che razza di genere legge? » mi domandai. Effettivamente, tutti quelli che mi saltarono all'occhio erano di un genere che non immaginavo potesse leggere ed invece c'erano quei testi a dimostrarmelo. Trascinavo la mia mano facendola strisciare sulla copertina dei libri che erano posti in salotto, poi, vicino alla porta del bagno, notai che c'erano dei fili di capelli: non bruni come i miei, non biondi, ma rossi che risaltavano alla vista a causa del pavimento bianco. 
In bagno non c'era alcuna traccia di donna, reflettei. 
Insomma, l'unica cosa che mi passò per la mente era se lui avesse... se... beh, si è capito. 

Non fuggii, non mi interessava se aveva una storia con un'altra, non ero impegnata con lui anche se ne ero attratta. Forse era un buon segno per lasciarlo perdere, per non pensarlo, però non sentivo nessuna sfumatura di "odio" che potesse passarmi per la mente e fare a pezzetti il mio cuore. Intanto la canzone "taken" prendeva vita nella mia mente.
Questa volta mi ero seduta per terra, a gambe incrociate a leggere un libro di cui non avevo mai notato - in Italia - né il titolo né la copertina, chi era l'autore? Sempre Sparks.
Si intitolava "Come un uragano". La trama era esaltante anche perché immaginavo già il genere romantico di cui parlava. Il ricordo di una coppia che cominciava a conoscersi giorno dopo giorno, tutto per puro caso. I libri di quell'autore mi portavano sempre a fare delle considerazioni con la mia vita e anche quella volta ne feci una, come se il mio destino fosse già scritto e guarda caso fra quelle parole.
L'ho incontrato per puro caso, dovevo solo lavorare qui non ballare con lui, non frequentarlo, però c'è stata qualcosa che si è scatenata in noi: la voglia di parlare, di divertirci, di ridere. Come se fossimo amici, più che amici. Quell'uragano... sembra quasi qualcosa di metaforico. L'uragano, per me, potrebbe essere ciò che provo quando lo vedo! pensai, provando - finalmente, forse - un po' di rabbia per quel filo di capelli che avevo trovato, dopotutto non ero un'investigatrice... perché, allora, il mio cervello riportava quell'immagine?

Ero immersa nella lettura quando qualcuno bussò alla porta. Una, due volte. Zayn non scendeva. 
« Continuo dopo. » sussurrai sbuffando.
« Chi è? »
« Zayn, apri. Sono Janette! »
Okay, Zayn è fidanzato. Emma, stai calma. E' uno stronzo, lo sappiamo entrambe. Ha ventiquattro anni e vuole spassarsela, giusto per ricordarsi di questi tempi. Emma, non aprire la porta di scatto e non mollare schiaffi a nessuno. Emma?! 
Aprii la porta velocemente, quasi con la mano pronta ad essere liberata come un cane rabbioso che aveva voglia di aggredire la gente.
Bassa, formosa, carnagione un po' scura, capelli rossi. 
« Oh, finalmente ha deciso di fidanzarsi! » sorrise la... « Piacere, sono la governante! Lei? ».
Falso allarme
« E-Emma! N-no, non sono la sua ragazza... » dissi porgendole la mano e ricambiando il sorriso. 
« Oh, Janette! Stavo per venire, solo che ero ancora a letto... ho dimenticato di lasciare le chiavi fuori, perdonami! » sentii urlare dal piano di sopra: Zayn.
Stava scendendo le scale: capelli scombinati, canottiera, pantalone con... le mucche? 
« Perché ridi? » mi chiese Janette, poi continuò: « Ah, ho capito! Beh, glielo ha regalato sua mamma, è il cocco di famiglia! ».

Eravamo in quattro nella sala da pranzo, sì... c'era anche quel libro che cominciava ad essere di compagnia nonostante fosse chiuso. La governante di Malik mi raccontò varie vicende che lo riguardavano e non potevo far altro che ridere e nel frattempo incrociare gli occhi di Zayn che parevano indicare la voglia di far terminare tutta quell'umiliazione.
Mi divertivo ad ascoltare tutto ciò che usciva dalle labbra di quella donna, non immaginavo di conoscere così tante cose su di lui da un'altra persona. Sembrava molto più sociale, il ragazzo, con me, invece cominciai a capire che ci sarebbe voluto dell'altro tempo per far sì che il suo cuore si aprisse del tutto. L'unica domanda che mi ponevo era relativa a quei baci. Se aveva ancora delle sfumature di timidezza nei miei confronti perché tutto quel piacere? Uhm, forse voleva sfidare il suo animo più interno.
« Una volta non riusciva a mettere la cravatta dopo che glielo avevo spiegato così tante volte che a poco c'era scritto anche sulle pareti. Io non ero qui, ero a casa di un'amica e quindi dovetti salutarla per venirlo ad aiutare. Non dico che è come un figlio, però lo tratto come se fosse un nipote! E' adorabile non trovi? » mi domandò accarezzandogli una guancia che, come l'altra, si riempì di un rosso simile ai capelli di Janette. Lei aveva, all'incirca, una cinquantina d'anni ma ne dimostrava molti di meno, soprattutto per lo spirito vivace che teneva dentro.

Erano già le dieci del mattino, dopo pranzo sarei dovuta andare a lavoro e Jan - così aveva chiesto di chiamarla: Janette, intedo - mi aveva proposto un passaggio, ma Zayn disse che mi avrebbe accompagnato lui. « Allora io vado... però, Emma, ammetti che è un amore questo ragazzo! » mi chiese, ed io feci cenno di sì sorridendole come un ebete. 
« Che leggevi? » mi chiese dopo che la governante si chiuse la porta alle spalle.
« Mi hai lasciato sola per un'intera notte e per tutta la mattina. Ti rendi conto? »
« Potevi andartene! »
A quell'esclamazione non avevo risposta: era vero.
« So che saresti voluta rimanere qui, a casa tua non c'era nessuno e lo sai benissimo. La tua amica non si è fatta sentire, quindi ringraziami di averti offerto questa possibilità. Non capita a tutti! »
« Certo, perché tu sei Zayn Malik dei One Direction e nessuno deve e può entrare in questa casa tranne... » gli diedi le spalle e stavo parlando facendo gesti con le mani che parevano prender forma di paperelle. 
« Ssh. » disse avvicinandosi a me e dandomi un bacio, un altro bacio. Stava diventando più dolce del miele, avrei dovuto comprare delle arance per farlo diventare 'aspro', ma non ero sicura che a Londra ci fossero agrumi di ottima qualità come in Sicilia.
Sentii il suo corpo poggiarsi sul mio e spingermi verso la parete più vicina. Era attratto dalle mie labbra o cosa?
Non so perché ma rispondevo ad ogni suo movimento con le labbra e le sue braccia avvolsero come una coperta la mia schiena, i suoi occhi erano molto probabilmente chiusi come i miei ed io finii per circondargli il collo con le braccia. 
Sentivo il mio respiro sempre più pesante, poi un pizzico sulle labbra mi fece sussurrare un "ahi" e lo sentii sorridere; accarezzavo i suoi capelli come lui sfiorava i miei. 
Cosa che mi lasciò sorpresa fu il fatto che non c'era alcun sapore né odore di tabacco. 
« Pensi di risolvere tutto così vero? » sorrisi quando si allontanò di qualche centimetro da me.
Lui rise ed io feci lo stesso, poi aggiunse: « Però piace anche a te! ».
Aveva colpito in pieno il mio punto debole. Non risposi, mi limitai a sorridere. Sorridere, come sempre. 
Abbassai lo sguardo e spostai una ciocca dei capelli dietro l'orecchio: « Dovrei andare... » dissi.
« Pranza qua, c'è qualcosa in frigo! » esclamò avvicinandosi alla cucina, poi continuò: « C'è del... della pizza avanzata! Uhm, meglio di no. Possiamo mangiare al Mc Donald's! ».
« Pensavo volevi dirmi Nando's... » sussurrai a me stessa, mi parve che lui lo avesse sentito e lo scorsi sorridere scuotendo la testa.

Mangiammo silenziosamente, non c'era molto da dire, forse anche io cominciavo a chiudermi - in senso metaforico, eh?! - e capivo cosa provava lui. L'affetto era reciproco e lo dimostravamo nel migliore dei modi, poi venivano ad entrambi dei ripensamenti, ma a lui sembrava non importargliene, non dei baci, no.
« Buon lavoro, allora! Ehm... » 
Ti passo a prendere più tardi? pensai mi dovesse dire. Ciò mi sarebbe convenuto, anche perché dovevo chiedergli una cosa, forse più cose. Dovevo chiarire tutte le domande che avevo in mente, ma prima di tutto dovevo incontrare Martina. Non si faceva sentire da troppo tempo - una sera ed un'intera mattina, sì... troppo tempo, per me -, dovevo chiamare i miei genitori ed avere notizie di Rob, quindi non ero del tutto convinta di un altro nostro incontro di quella giornata.
« ... ci sentiamo, a domani! » questa volta aveva specificato il giorno, non era un "ci sentiamo" e stop, era un "ci sentiamo, a domani"!
Scesi dall'auto, feci il giro e l'istinto fu più forte dell'animo dolce - anche se iniziai a sospettare che avevo invertito le altre 'due me' più piccole che apparivano sulle mie spalle quando dovevano consigliarmi qualcosa-  che mi diceva di non farmi sedurre. Gli diedi un leggero bacio sulle labbra.
« Siamo amici. Siamo amici. Siamo amici. Siamo amici. Siamo amici. Siamo amici. Siamo amici. Siamo amici. Siamo amici. Siamo amici. Obbiezioni? Sì, provo qualcosa di più non da oggi, non da ieri, forse da sempre. » ripetei in mente percorrendo il vialetto che mi avrebbe portato alla porta dell'ufficio.


cause everything you do is maaagic! BONSOIR! COMMENT CA VA? BIEN, POUR MOI! ALLOWA, COMINCIO A PARLARE ITALIANO CHE E' MEGLIO... LO AVETE VISTO IL PAPA? SA DI SIMPATICO, lol. COMUNQUE, ANDANDO AL CAPITOLO... VE PLASE? IO PALLALE MALE, IO NO SAPELE LINGUE! lol. MALIIIIK AND EEEEMMA! OKAY, E' STATO FIGOSO SCRIVERE QUESTO CAPITOLO, IL BELLO E' CHE LE IDEE MI VENGONO DURANTE I COMPITI DI MATEMATICA IN CLASSE, lol. FATEMI SAPERE, OKAY? 
GRAZIE NUOVAMENTE A CHIUNQUE LEGGESSE QUESTA FF E A TUTTI COLORO CHE LA METTONO FRA LE RICORDATE/SEGUITE/PREFERITE ED A mitchie Justice CHE CONTINUA A LEGGERE QUESTA STORIA E LA RECENSISCE!
SPERO DI AVERLO SCRITTO BENE E COME HO CHIESTO PRECEDENTEMENTE POTRESTE FARMI IL PIACERE DI COMMENTARE E SCRIVERE SE HO FATTO EVENTUALI ERRORI DI BATTITURA, SE VORRESTE SAPERE QUALCHE ANTICIPAZIONE COMPLESSIVA DEI FUTURI CAPITOLI POTETE RINTRACCIARMI QUI FACENDOMI QUALCHE DOMANDA --> http://ask.fm/xzaynsmoustache , NON SONO PRONTA A RISPONDERE A TUTTE QUELLE CHE PROBABILMENTE MI FARETE RIGUARDANTI IL TESTO, PERCHE' SINCERAMENTE NON HO GIA' PRONTI TUTTI GLI ARGOMENTI DA TRATTARE ANCHE NEI PROSSIMI CAPITOLI, TIRO TUTTO FUORI IN MODO SPONTANEO E MOMENTANEO QUINDI ADESSO NON SO COSA POTREI SCRIVERE NEGLI ALTRI CAPITOLI, lol. 
SPERO VI SIA PIACIUTO E VI RINGRAZIO IN ANTICIPO PER AVER LETTO CIO' CHE RIGUARDA DUE MIEI GRANDI SOGNI. GRAZIE, DI NUOVO
  
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