"..e non m'importa se al risveglio,
ci ritroviamo il mondo addosso,
perchè potrà cambiare il vento,
ma noi no."



 

Gennaio.

Le loro palpebre s'erano aperte quasi contemporaneamente, quella notte e, per Harry, anche quello che qualcuno avrebbe descritto come un insignificante battito di ciglia, assumeva un significato particolare, sapeva di destino e non di semplice coincidenza, soprattutto se alla fine di quel pensiero contorto trovava gli occhi azzurri e gonfi di Louis a fargli capire che niente era lasciato al caso, non con le sue labbra ad un palmo dal naso.
"Non riesci a dormire neanche tu?", chiese il più grande liberando una gamba dal lenzuolo ed andando a solleticare leggermente quella dell'altro, a pochi millimetri dalla sua.
"Domani è troppo vicino", sussurrò Harry portando entrambe le braccia dietro la testa e fissando il soffitto bianco, incorporato all'oscurità della stanza.
"Saranno solo pochi giorni, passeranno in fretta, te lo prometto", disse Louis cercando di tranquillizzarlo e di rassicurare anche sè stesso, nel frattempo. "Dovremmo comprare delle lenzuola nuove, poi", aggiunse il ricciolo dopo qualche secondo di riflessione silenziosa.
"Anche un materasso se pensi che sia necessario", lo canzonò Louis afferrando perfettamente l'allusione del più piccolo.
"Suppongo di sì, il profumo di Eleanor è insopportabile e potrebbe insinuarsi anche lì sotto", disse Harry storcendo il naso al solo pensiero della ragazza rannicchiata su quel letto insieme al suo ragazzo.
"Farò in modo che tu non ti accorga nemmeno della mia mancanza, so che sarà diverso, ma ci proverò in tutti i modi possibili ed impossibili", promise Louis posando il viso sulla spalla nuda del compagno, dopo averla baciata ripetute volte.
"Devi andarci per forza?", chiese ancora Harry, sperando in una risposta negativa che, in cuor suo, sapeva di non ricevere.
"Non lo farei mai se non fossi costretto, sai perfettamente quanto odio lasciarti qui da solo", disse l'altro cominciando a giocherellare con il lobo del suo orecchio. "Anche se Eleanor dovesse cambiare idea all'ultimo momento?", provò arrampicandosi alle cose più impensabili: era in grado di comprenderlo anche da solo che quella domanda era decisamente assurda, soprattutto perchè conosceva già la risposta.
"Non può farlo, non è lei a decidere e, anche se sono sicuro che preferirebbe trascorrere questi ultimi giorni di vacanza in modo diverso, con persone diverse e lontana da tutto questo, è obbligata a passare il fine settimana con me, nella baita che io e te abbiamo deciso di affittare, non è assolutamente giusto, lo so, ma purtroppo è così che hanno voluto e sai bene quanto siano categorici quando prendono decisioni di questo genere.. - disse piano Louis, bloccando momentaneamente i suoi movimenti e guardandolo intensamente - ..devi ricordarti una cosa, però; io resto tuo, come prima, come adesso e come sempre, okay?", concluse poi, accarezzando teneramente le fossette comparse sul viso di Harry che, dal canto suo, riuscì ad annuire soltanto nell'udire quelle parole.
"Lasciami un bel ricordo, allora, qualcosa a cui potrò pensare, qualcosa che mi farà sorridere durante i giorni che sarò costretto a passare lontano da te", si limitò a dire dopo qualche attimo di silenzio passato ad osservarlo con gli occhi lucidi, sorridenti; fu lui stesso, dieci secondi più tardi, a ribaltare le posizioni per poi ritrovarsi a cozzare il suo petto contro quello nudo del castano.
"Me lo stai forse chiedendo, mh, Styles? Certo che non hai imparato proprio niente", sentenziò ridacchiando e riprendendo immediatamente il controllo della situazione; era riuscito ad imprigionare i fianchi del più piccolo, non più morbidi, nella stretta ferrea delle sue gambe, ancora una volta.
"E tu parli sempre troppo, Tomlinson. Cuciti la lingua ed usa quelle labbra per rendere felice ed appagato il tuo ragazzo, mh? Dici che si può fare?", berciò Harry, sfacciato al massimo e pieno, stracolmo di desiderio.
"Mi stai sfidando e facendo eccitare terribilmente allo stesso tempo.. - biascicò Louis, lasciando baci lenti, caldi, sul petto del ragazzino, soffermandosi qualche secondo in più a stuzzicargli l'ombelico, passando poi a solleticare la pelle tenera del suo interno coscia; il ricciolo sussultò, stringendo con fermezza il braccio destro del più grande posato sul suo fianco, quasi a volergli indicare la via giusta da percorrere. - ..e sai che mi piace, mi piace da impazzire", concluse poi, sorridendo, prima d'immergersi completamente nel piacere dell'altro.