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Autore: Nihal93    15/03/2013    7 recensioni
Isabella e Rosalie sono due sorelle gemelle che si trasferiscono a Forks per l'ultimo anno di liceo.
Lì si faranno nuovi amici e chissà.. magari anche nuovi amori.
Tratto dal CAPITOLO 10:
"Tu alla mia festa non sei venuta, mentre io alla tua si.. ti potresti far perdonare con un’uscita a cena o al cinema.. "
E bravo gemellino che si portava avanti con il lavoro, mi aveva appena chiesto di uscire? O ero in un bellissimo sogno.
Annusai il suo profumo buonissimo, era fruttato ma non molto forte, sapeva di uomo, di lui..
"Magari.."
Spero di avervi incuriosito.. passate a trovarmi e mi raccomando: lasciate un segno del vostro passaggio!
Genere: Commedia, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Sorpresaaaaa!!!!! Buona lettura a tutte! ^^


 CAPITOLO 20
 

<< MIKE! PASSAMI QUELLA MALEDETTA PALLA! >>
Urlai per la millesima volta nella sua direzione, anche se lui imperterrito continuò ad avanzare verso la porta avversaria, infischiandosene completamente.
Ovviamente perse palla quasi subito.
Era la quinta partita che facevamo nel campionato, la squadra che stavamo affrontando era per la maggiore composta da ragazze, però se la cavavano abbastanza bene, tanto che con i maschilisti retrogradi che mi ritrovavo in squadra, faticavamo a mettere su qualche bella azione.
<< BELLA! >>
Mi girai di scatto e vidi arrivare la palla da Seth, almeno qualcuno grazie al cielo c’era.. presi la palla e iniziai ad avanzare.
Alla mia sinistra c’era David, spostato leggermente più avanti rispetto al suo ruolo a centrocampo, invece alla mia destra avevo sia Mike che Edward, senza indugiare tirai nella loro direzione, dato che non avevano molta marcatura.
Mike intercettò la palla, si girò veloce verso la porta e tirò.. a tre metri sopra la traversa della porta. Il sangue mi andò al cervello.
<< Bella stai calma.. >> disse Edward, guardandomi e comprendendo la mia instabilità emotiva momentanea.
Dopo dieci minuti si ripeté la stessa scena, solo che questa volta le avversarie riuscirono quasi a segnare, per fortuna Emmet riuscì a intercettare il tiro all’ultimo.
Non ci vidi più, andai a passo di carica da Mike, che stava avendo uno scambio di opinioni con Edward, i due appena mi videro arrivare serrarono subito la bocca.
<< La prossima volta che non passi la palla o a me o ad Edward o a chiunque altro.. >> pausa ad effetto, << Ti stacco le palle! >>
Puntai il mio dito indice contro il  suo petto e aggiunsi: << Non sto scherzando! >>
 
<< Tirala tu la punizione.. >> dissi ad Edward, guardandolo con un sorriso.
Stavamo già vincendo due a zero, per fortuna dopo il mio avvertimento Mike non aveva più fatto cazzate, significava che in qualche modo ai suoi gioielli di famiglia ci teneva.
<< No tirala tu.. >>
<< Ma tu non hai ancora segnato.. >> ammisi, dato che i due goal portavano la firma mia e di David, diventato decisamente meno maschilista e molto più collaborativo.
<< Non importa paperotta! Fai goal per me! >>
Erano questi momenti che odiavo più di tutti.. perché avrei voluto baciarlo ed abbracciarlo con tutta me stessa ma non potevo, giustamente avevamo promesso a Jasper che la nostra relazione rimaneva fuori dal campo.
Posizionai la palla, dove precedentemente un difensore avversario aveva fatto cadere Seth, chiusi gli occhi, solo al fischio dell’arbitro gli aprii, prendendo la rincorsa e calciando. Nonostante la barriera, la palla finì in rete.
Quando tutti, eccetto Mike, mi abbracciarono per festeggiare il terzo gol, sussurrai ad Edward: << Tutto per te carotino mio.. >>.
 
 
†††
 
 
<< Si mamma.. anche io ti voglio bene! Certo.. ci sentiamo presto! Un bacione.. >>
Chiusi la chiamata con mia madre e continuai a guardare il soffitto persa tra i miei pensieri, sbuffai, mi stavo annoiando.
Era domenica pomeriggio, non vedevo Edward dalla mattina del giorno precedente, quando con Rosalie ed Emmet eravamo andati a correre sulla spiaggia della riserva, purtroppo poi, la sera non eravamo potuti uscire perché avevano una cena con dei parenti. I compiti li avevo già fatti tutti e come se non bastasse, a rendere il mio umore ancora più nero, fuori diluviava e faceva un freddo cane.
Rosalie era sotto che suonava, mio fratello era da qualche parte con Alice e i miei nonni, molto probabilmente stavano facendo il sonnellino pomeridiano.
Provai a chiudere gli occhi, ma il rumore della pioggia non mi permetteva di rilassarmi, sbuffai e mi alzai stizzita, camminando un po’ per la stanza; il suono del mio cellulare mi riportò alla realtà.
Un messaggio: Edward.
Uffa! Sono in camera mia che non faccio altro che pensare a te..
Voglio vederti! L
 
Sorrisi, intenerita dalle belle parole che mi aveva scritto.
In un lampo mi venne un’idea, mi cambiai velocemente e dopo aver preso al volo cellulare e patente uscii di gran carriera da camera mia, facendo le scale verso il soggiorno a due a due.
Mia sorella mi guardava incuriosita dalla sua posizione.
<< Dove stai andando così di corsa? >>
<< Ehm.. Da Edward? >> chiesi con la voce di una bambina beccata con le mani nella marmellata, rigorosamente alle fragole.
<< Salutamelo.. >> rispose con un’alzata di spalle.
<< Non vuoi che ti saluto anche Emmet? >>
Rise, di gusto.
<< No.. dato che tra un’oretta sarà qui con Esme.. ma eri presente o non eri presente a pranzo? >>
<< Ni.. c’ero ma non c’ero.. Ok, allora a più tardi, buono studio! >>
Salii sulla mia macchina e partii in direzione di casa Cullen, sapevo dov’era, l’avevo vista il sabato mattina, ma non ero mai entrata, non vedevo l’ora di rivederlo.
Posteggiai nel vialetto e correndo sotto la pioggia, raggiunsi la porta.
Suonai il campanello, ad aprirmi, dopo qualche istante, fu Esme.
<< Bella! Che piacere vederti! Prego accomodati.. >>
Mi fece accomodare in un salone stupendamente arredato con colori chiari e rilassanti, al centro, seduto sopra un divano, concentrato in uno scontro con fucili e pistole c’era Emmet, che appena si accorse della mia presenza, mi corse incontro abbracciandomi.
<< Bellina! Che ti porta qui? >>
<< Ehm.. sono venuta a trovare Ed.. >>
Quello stupido di Emmet, nonostante la presenza della madre, iniziò a ridere di gusto, prendendomi in giro e facendomi occhiolini maliziosi a tutto andare.
<< Oh cara! Sono contenta che tu sia venuta.. Edward è in camera sua, vai pure su.. così gli fai una sorpresa! >>
<< Una sorpresona.. >> continuò Em..
<< Io ed Emmet andiamo via tra un po’.. ma ho giusto finito di preparare una torta al cioccolato, se volete potete poi far merenda.. >>
<< O..ok grazie! >>
Mi spiegò che la camera di Edward era la seconda porta al secondo piano.
Felice di togliermi di dosso le battutine stupide del mio amico e l’imbarazzante presenza di Esme mi avviai su per le scale, arrivai al primo piano, dove molto probabilmente c’era la camera patronale e gli studi rispettivamente di Esme e di Carlisle e mi avviai verso la mia meta.
La casa era bellissima, decisamente più piccola rispetto alla nostra, ma molto accogliente e con uno stile che mi piaceva un sacco.
Giunta davanti alla camera di Edward, presi un grosso respiro, volevo fargli una sorpresa, ma non sapevo bene come comportarmi: bussare e aspettare che mi desse il permesso di entrare, oppure entrare e saltargli addosso?
Tagliai la testa al toro: bussai.
Non arrivò alle orecchie nessuna risposta, allora bussai nuovamente, ma come la prima volta non mi giunse nessun suono dall’interno.
Appoggiai la mano sulla maniglia ed entrai, ma non mi sarei mai potuta immaginare lo spettacolo che mi si parò davanti; mi avvicinai e contemplai la sua perfezione: Edward era sdraiato sul suo letto.
Dormiva, perché aveva occhi chiusi e respiro troppo regolare.
Lo osservai per qualche minuto, il tempo di decidermi ad agire.
Salii sul letto e gattonai fino a lui, solo allora notai che nella mano sinistra, appoggiata sull’altro cuscino teneva in mano il cellulare, forse attendendo una mia risposta al suo messaggio che effettivamente non era ancora arrivata.
<< Edward.. >> provai a chiamarlo a pochi centimetri dalle sue labbra, ma lui continuò a dormire come se nulla fosse.
Mi dispiaceva svegliarlo, sembrava così sereno perso nei suoi sogni..
Gli baciai le palpebre delicatamente, poi iniziai a scendere sulle guancie, un piccolo bacio sulla punta del naso e tornai sulla sua fronte, per poi giungere finalmente alle sue labbra in uno sfioramento quasi impercettibile.
<< Mmmm.. >>
Sorrisi, si stava svegliando.
Ripresi la mia missione e questa volta proseguii sul collo scoperto, dato che indossava una semplice maglietta che aderiva perfettamente al suo fisico, l’idea di saltargli addosso non era così male, anche se in fondo qualcosa del genere lo stavo già facendo.
<< Mmm.. Bella.. >>
Sentii due mani calde sui miei fianchi, decisi di svegliarlo del tutto, gli morsi il lobo dell’orecchio e poi tornai sul suo collo.
Ma in un attimo mi ritrovai sdraiata sul copriletto blu con tutto il suo corpo sopra di me, prima ancora di riuscire a capire come aveva fatto a invertire le posizioni ero più che impegnata a ricambiare un bacio da far invidia a quelli del cinema.
Le sue mani cominciarono a salire sotto la mia maglietta, invece le mie mani si attaccarono prepotentemente ai suoi capelli, presa dal bacio mi uscì un gemito, che fece svegliare ancora di più una certa cosa che appoggiava sulla mia coscia.
<< Bella?! >>
Tutto finì, aprii gli occhi e mi ritrovai i suoi verdi.
<< Che.. che ci fai.. qui? >> chiese ansante.
<< Mi hai scritto che volevi vedermi.. ed eccomi qui! >>
Mi baciò, anche se con meno urgenza di prima, cambiai la posizione e mi ritrovai io sopra di lui.
<< Quindi non è che stavo sognando? >>
<< No, credo proprio di no carotino.. hai toccato abbastanza per capire che sono viva e reale qui con te.. >>
Scoppiai a ridere e lui con me, ma fummo interrotti dal suo cellulare che suonava, rispose senza guardare il mittente, continuando ad accarezzarmi la schiena.
<< Pronto? Emmet! Ma che cazz.. Ma tu sei tutto scemo! Si ok! Fottiti! >>
Mise giù il telefono, lanciandolo al fondo del letto.
<< Beh? Che succede? >>
<< Mio fratello è un’idiota.. >>
<< Saranno i geni, se sono uguali ai tuoi.. >>
<< Brutta stronzetta! >>
Provò a farmi il solletico sui fianchi un paio di volte, ma quando vide la mia faccia indifferente e piuttosto irriverente si rassegnò e mi fece cadere sul materasso, mentre lui si alzava e si ricomponeva.
<< Ehi! >> cercai di protestare.
<< Sei stronzetta due volte.. ma non ti preoccupare prima o poi troverò il tuo punto debole.. >>
<< Sognalo Cullen! >>
Alla fine scoprii che Emmet voleva avvisarci che loro stavano per andare via, ma che non voleva salire e trovarsi di fronte ad un film a luci rosse.
Così scendemmo, e dopo aver salutato Esme e un sogghignante Emmet, mi fece fare il giro della casa, giusto forse, per riprendersi dai baci poco casti di prima e per stemperare un po’ la passione e la tensione che si era venuta a creare.
 
<< Hai fame? >>
<< Tua mamma mi ha accennato di una certa torta al cioccolato.. >> dissi sul vago, accarezzando con una mano la sua guancia ricoperta da un leggero strato di barba.
<< Vieni in cucina.. >>
Dal divano del salotto sul quale, dopo il giro della casa eravamo finiti a sbaciucchiarci e ad abbracciarci come due adolescenti, finimmo nella cucina moderna e ben arredata di Esme.
Edward prese due piattini e tagliò due generosi pezzi di torta.
<< Nel frigo ci dovrebbe essere anche del succo di frutta.. >>
Aprii il frigo come mi aveva chiesto e nello sportello trovai subito il cartone del succo alla pesca lo tirai fuori, il mio occhio nel mentre, finì sul piano più basso e notai una cosa che con la torta sarebbe andata a nozze.
<< Che fai? >>
<< Guarda e impara pivello.. >>
Scossi un po’ il botticino della panna spray e spruzzai sulle fette una buona quantità di quella delizia.
I miei fianchi furono subito arpionati dalle mani di Edward.
<< Pivello a chi? Io ho un posto migliore per mettere quella panna spray.. >>
Non mi fece provocare dalle sue parole, anche se solo Dio sapeva quanto avrei voluto vedere dov’era precisamente quel posto.
<< Ah Cullen! Aspetta e spera.. intanto.. dove vuoi mangiarle queste delizie? >>
<< Andiamo in camera.. >>
Prese i piattini e il cartone del succo, io mi limitai a prendere i due bicchieri, dopo aver rimesso la preziosa panna a suo posto in frigo.
Una volta seduti sul suo letto iniziammo a mangiare quella delizia.
<< Mmm.. >>
<< Mmm.. Edward devi fare i complimenti a tua madre, è buonissima.. >> dissi di nuovo dopo un po’.
<< Bella >> mi chiamò con una voce un po’ strana, << evita di fare di nuovo quei versi di piacere perché potrei non rispondere più di.. >>
Non gli diedi tempo di finire la frase che intonai di nuovamente il mio gemito di piacere nel mangiare un nuovo boccone di torta e panna.
Sospirò, prima di dire << Io te l’avevo detto.. >>
Non so con quale velocità mi prese il piattino dalle mani, che finì con il suo sul comodino, mentre io mi ritrovai sdraiata con lui addosso che mi baciava e toccava nei punti più disparati del mio corpo.
Poi, mi baciò e io ovviamente risposi.
Un bacio pieno di passione, l’urgenza di poco prima se ne andò, iniziammo ad assaporarci le labbra, lui mordeva il mio labbro e io mordevo il suo, in un gioco senza fine. Le mie mani erano arpionate ai suoi capelli, le sue invece, erano mi stavano accarezzando la pancia e i fianchi; nei suoi movimenti c’era una studiata pacatezza, ovviamente non voleva commettere cazzate.
Io a dirla tutta non sapevo neanche se volevo effettivamente fare quel grande passo proprio adesso oppure aspettare ancora un po’, la parte meno nobile di me continuava a dire fregatene, fregatene, ma la parte nobile mi dava molti sprazzi di lucidità.
Quando le mie labbra furono lasciate libere, perché le sue si spostarono sul mio collo, rantolai con una voce roca da far invidia a uno in fase post-sbronza:
<< Preferivo.. preferivo mangiare la torta.. >>
<< Si Isabella.. >>
Santissimo! Il mio nome intero pronunciato in quel modo, in quella situazione, era ancora più “Aaaaaw”.
Continuammo a baciarci per altri minuti, prima con passione, poi con dolcezza, fino a che le mie mani inavvertitamente si posarono al fondo della sua maglietta e gliela sfilarono. Lui si fece molto più audace e presto mi ritrovai anche io senza maglietta.
<< Bella.. sei.. >>
Sentivo le sue mani che scorrevano sulla mia schiena, mammina mia che sensazioni che mi stava regalando.
<< Sei stupenda.. >>
Quasi con venerazione appoggiò il palmo della sua mano sul mio banale reggiseno blu, mi morsi il labbro, pregna di lui, del suo sguardo disarmante su di me, nonostante l’imbarazzo che stavo evidentemente provando.
<< Non direi.. non sono un granché! >>
<< Non dirlo neanche per scherzo.. Senti come ti voglio? >>
Si strinse a me, facendomi sentire tutto e per tutto, intendo proprio tutto.
<< Si Edward ti sento.. >>
Ci baciammo, con so come mi ritrovai sopra di lui, mi strinse prepotente a se.
<< Bella però.. vorrei che la nostra prima volta avvenga in un modo migliore.. Non con la paura che da un momento all’altro possa arrivare quel cretino di Emmet.. >>
Oh Mammina! Ma chi era questo ragazzo?
Come risposta mi limitai a saltargli addosso, impegnandolo in un bacio da giramento di testa, sentivo le sue mani che si alternavano a stringere prima i miei fianchi e poi il mio sedere.
Poi, lo notai.. una piccola macchia scura sul suo addome, in corrispondenza della V perfetta che aveva, lo rendeva ancora più.. più gnocco? Si può dire?
<< Hai un tatuaggio? >> chiesi con una voce alta, rispetto ai sussurri che ci eravamo scambiati fino a quel momento.
<< Si.. ti piace? È simile a quello di mio fratello, solo che lui ha un orso.. >>
<< Perché la tartaruga? >>
<< Beh perché la tartaruga indica protezione, guarigione e conoscenza interiore. Chi porta questo tatuaggio è pratico, prudente, razionale e legato alle proprie radici. Il lato ombra è rappresentato dalla chiusura verso i cambiamenti e dalla tendenza a ritirarsi nel proprio guscio.. >>
Pensai un attimo alla sua rivelazione, aveva proprio ragione.
<< Proprio come te.. >>
<< Già.. Anche se non mi descrive perfettamente.. E tu invece? >>
<< Beh io.. >> risposi un po’ imbarazzata, il mio problema non era il tatuaggio sulla schiena, ma quello “segreto” che avevo fatto con Rose e Alice.
<< Si.. ne ho due.. >>
<< E dove? >> chiese genuinamente incuriosito, come avrei fatto?
Mi girai di schiena e gli feci vedere la scritta che albergava tra le mie scapole.
<< Questo ce lo ha regalato Jasper per il compleanno a me e Rose.. >>
<< Bello.. >> disse lasciando una serie di baci che mi fecero riempire la schiena di brividi, cominciò anche a giocare con il ferretto del reggiseno.
<< E l’altro? >>
Sospirai, e adesso come glielo facevo vedere? Tornai a guardarlo.
<< Beh l’altro è in un posto che adesso non credo sia il caso di farti vedere.. >>
Strabuzzò gli occhi sorpreso, prima di prendermi tra le braccia e baciarmi, prima di aver sussurrato roco al mio orecchio:
<< Questo non dovevi dirmelo Isabella.. ora sono cazzi tuoi.. >>
 
 
 
 
 

 
 
 
 Abbigliamento Bella http://www.polyvore.com/cgi/set?id=66537542&.locale=it
Tatuaggio Ed http://www.tatuaggis.it/maori/wp-content/uploads/2011/12/Tatuaggi-Maori-14.jpg

  
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