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Autore: Giulietta_3    15/03/2013    1 recensioni
Chi mi conosceva, avrebbe detto con tranquillità che Micol quel giorno era pimpante come al solito, ma vi assicuro che ero tutto tranne che pimpante.
Avrei voluto dare fuoco ad Holmes Chapel, buttarmi giù da un dirupo, tagliarmi le vene fino a morire piuttosto che rivederlo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era ormai da una settimana che le cose erano tornate alla normalità, o quasi.
Io e Harry ci eravamo leggermente avvicinati, ma di certo non si poteva dire che eravamo di nuovo quelli di prima.
La mattina faceva a gara con Ezra per venirmi a prendere a casa e accompagnarmi a scuola, e se vinceva,
improvvisava un balletto veramente molto strano in mezzo alla strada.
Inoltre, spesso, di sera si affacciava alla finestra che si trovava proprio di fronte alla mia,
come era solito fare quando avevamo dieci anni, e mi chiedeva di cose futili, come per recuperare il tempo perso.
Ma la cosa più strana, era che, Ezra e Harry erano diventati amici, e ciò mi dava sui nervi.
Insomma si stavano tutti coalizzando contro di me! Stavano organizzando una specie di setta segreta!
 
 



‘Oggi ti devo portare in un posto!’ disse una mattina, con un sorriso furbo in volto,
che andava a risaltare le fossette bianche che mi avevano sempre fatto impazzire.
‘Harry abbiamo scuola’ risposi scocciata, anche se incuriosita dal suo comportamento.
Lui non rispose, mi prese semplicemente per mano e mi portò di forza in macchina. Si certo, molto democratico.
‘Ora tu ti stai un po’ zitta e mi lasci fare il mio mestiere ok?’ disse prendendo posto sulla sua enorme auto nera
di non so quale marca.
Girò lentamente la chiave e partì verso una meta sconosciuta.
Ok ricapitolando, Harry Styles, particolarmente bello quella mattina, mi aveva rapita, zittita
e mi stava portando in chissà quale posto con la sua costosissima auto scura.
Ci siamo fino a qui?
Mi girai, senza dare troppo nell’occhio e iniziai a guardarlo bene.
Le foto sui giornali non gli facevano affatto giustizia. Indossava una maglietta bianca aderente a maniche corte,
nonostante il freddo di quei giorni, e portava sul grembo una felpa blu scuro, nel caso i già pochissimi gradi fossero diminuiti.
Il suo viso, pulito e bianco, era incorniciato dai soliti ricci morbidi,
le lunghe ciglia incorniciavano i due smeraldi che erano i suoi occhi e le labbra rosee erano tirate in una smorfia concentrata.
Era bellissimo, senza alcun dubbio, ma io anni addietro, non mi ero innamorata del suo aspetto fisico, almeno non solo.
Harry era un ragazzo simpatico, comprensivo ma anche molto acido se voleva.
Aveva tanti di quei difetti che non ero neanche stata in grado di contarli, ma aveva anche tanti pregi, come l’altruismo,
la sua capacità di infondere fiducia e la sua innata bravura nel saper amare.
Spostai i miei occhi sul suo corpo, beandomi delle sensazioni che mi infondevano le sue braccia muscolose e il suo petto magro. Se non avessi dovuto odiarlo, probabilmente gli sarei saltata addosso.
Poi la mia attenzione fu colpita da un particolare, una cosa che non avevo mai notato,
e di cui neanche i giornali avevano mai parlato.
‘Harry che c’è scritto su quel tatuaggio?’ dissi cercando in tutti i modi di contenere la felicità ma al contempo le lacrime.
Lui non si scompose, e non gli servì neanche guardare il mio dito che gli indicava le parole scritte sulla sua mano.
Sapeva già a cosa mi riferivo.
‘Harry ti prego’ scongiurai vedendo la sua noncuranza alla domanda.
Sapevo leggere benissimo, ma pensavo di avere delle allucinazioni o cose simili.
Volevo che lo dicesse ad alta voce, volevo sentirmelo dire.
Lui si sistemò meglio sul sedile, senza però spostare il suo sguardo dalla strada.
‘Micol… c’è scritto Micol’ rispose con un filo di voce e in un secondo il mio mondo cambiò.
Il sole sembrava splendere di più, il traffico della strada sembrava sparito, gli uccellini volavano in cielo cantando,
circondati da tanti fiorellini rosa. Lui si era tatuato il mio nome.
Può sembrare una cosa stupida, ma era come se avesse firmato un patto, come se avesse impresso
sul suo corpo i nostri momenti a lettere di fuoco.
‘Perché?’ cercai di dire, sperando che lui capisse quella sottospecie di mugugno che mi era uscito dalle labbra.
‘Domanda di riserva?’ chiese speranzoso. Io mi misi a ridere un po’ nervosa, ma al contempo rincuorata.
Stava cercando di farmi sentire a mio agio il più possibile, e lo stavo molto apprezzando.
Quindi, come premio cambiai domanda.
‘Quando l’hai fatto?’ dissi cercando di sembrare il più tranquilla possibile.
Non era una domanda molto differente da quella precedente, anzi forse per me aveva anche molto più valore,
ma non avevo comunque intenzione di arrendermi. Avrei scoperto perché si era tatuato il mio nome sulla mano ad ogni costo.
Lui parve riflettere per qualche secondo su quella domanda, come se gli avessi chiesto quanto fa 353523x 98.
Insomma mi doveva dire il periodo, non l’ora esatta.
‘L’ho fatto più o meno un anno fa, il giorno del tuo compleanno’ a quella risposta mi misi a ridere di gusto.
‘Harry ma tu non hai mai ricordato il giorno del mio compleanno!’ dissi cercando di mantenere un po’ di contegno.
‘E’ l’8 marzo’ disse serio, distogliendo finalmente lo sguardo dalla strada per fissarlo nel mio ‘Il tuo compleanno è l’8 marzo.
Sei nata di mattina, alle dieci e un quarto’
Io lo guardai con gli occhi sgranati per la sorpresa.
‘Ma come..?’ cercai di dire. In tanti anni di conoscenza, lui non si era mai ricordato il mio compleanno, neanche una volta.
‘Ho sempre fatto finta di non ricordarmelo, perché mi piaceva la tua faccia arrabbiata al pensiero che io non
sapessi minimamente che giorno fosse’ disse ghignando e io mi tolsi la cintura e iniziai a picchiarlo ridendo a mia volta.
Non mi ero dimenticata della mia prima domanda, ma in quel momento, il suo sorriso poteva bastare come risposta.




 
Arrivammo all’incirca alle 11, dopo 3 ore di viaggio, in una piccola cittadina fuori città.
Avevamo parlato tanto, raccontandoci qualsiasi cosa ci venisse in mente, soprattutto avevamo parlato di lui
che di certo aveva fatto molte più esperienze di me. Poi avevamo iniziato ad ascoltare un po’ di musica e mentre
lui ne intonava qualche pezzo, io pensavo a quanto mi fosse mancato.
La verità, era che già mi ero accorta che fosse sempre lo stesso, ma al contempo avevo paura che ci fossero
altre mille sfaccettature nascoste dietro quel ragazzo che pensavo di conoscere.
‘Dove stiamo andando? Dai Harry è da ore che siamo rinchiusi qui dentro!’ dissi ormai stanca di stare seduta su quel sedile,
che per quanto fosse morbido, rimaneva sempre un sedile e non un comodo divano.
‘Che c’è piccola Pond ti fa male la schiena?’ disse con tono di scherno, non nascondendo però un po’ di preoccupazione.
‘Si piccolo Harold mi fa male la schiena, ma non preoccuparti sono una tosta io!’ dissi ridendo non facendo scaturire
però le stesse risate anche da lui.
‘Lo so’ disse solo prima di accostare in un piccolo parcheggio.
 



 

‘Tu hai affittato un lunapark … tutto un lunapark… per me…’ era da più o meno mezz’ora che ripetevo quelle parole,
come un mantra, per convincermi della veridicità di quella irreale situazione.
Eravamo di fronte ad un enorme spiazzo dove ogni tipo di gioco e di bancarella era illuminata, e trasmetteva tanta felicità.
Si sentiva odore di popcorn  e di zucchero filato nell’aria e una dolce musichetta faceva da colonna sonora.
‘Sai, ci sono anche lati positivi nell’essere uno degli One Direction’ disse cercando di sminuire per l’ennesima volta la situazione. Non mi convinceva comunque. Io in quel momento ero una delle ragazze più felici del pianeta,
con un lunapark a disposizione e… bhè il ragazzo dei miei sogni a farmi compagnia.
‘Perché ci sono anche lati negativi?’ dissi scherzando tirandolo per la mano verso le macchine da scontro.
Lui sorrise, si bloccò e mi tirò a se facendomi precipitare sul suo petto.
Era duro, caldo e profumato e io stavo quasi per svenire, con le gambe che mi reggevano a stento.
‘Certo che ci sono’ sussurrò al mio orecchio prima di darmi un bacio sul collo ‘Starti lontano è uno di quelli’ concluse prima di spostarsi e di avviarsi, con me al seguito, verso la biglietteria.
Se fossimo andati avanti così per tutta la giornata, probabilmente non sarei tornata viva a casa.
Probabilmente mi sarebbe venuto un attacco di cuore.





 

HOla amigos (?)
Finalmente da questo capitolo è iniziata la nostra avventura. Adesso Harry deve riconquistare la sua amata... ma ben presto altri quattro ragazzi arriveranno, dando man forte al nostro Styles. Micol si troverà quindi contro 5 ragazzi più il suo migliore amico.
Sboccerà un'altro amore che andrà a complicare un po' le cose.
Infine vorrei avvisarvi che il prossimo capitolo si svolgerà sempre al lunapark :D
Grazie a chi ha messo la storia tra le preferite, chi tra le ricordate, chi tra le seguite.
Un grazie particolare a chi ha recensito :*
A presto XOXO
  
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