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Autore: Stecullen94    15/03/2013    3 recensioni
Edward Cullen è un ragazzo introverso, sua madre è morta dandolo alla luce e da quel giorno suo padre lo odia e gli rinfaccia sempre la morte della madre.
Si trasferisce a Forks con suo padre e i suoi fratelli, Emmet e Alice, perchè aveva appreso dai suoi nonni che nella cittadina c'era un bravissimo dottore che forse avrebbe saputo curare la sua grave malattia.
Alla Forks High School incontrerà Isabella Swan, vivace e popolare, fidanzata con il capitano di basket della scuola. Pian piano diventeranno amici, e la loro amicizia si trasformerà in qualcosa di più forte e passionale, ma oltre all'amore c'è qualcos'altro che preoccupa Edward: la paure di morire e di non poter più vivere con la sua amata.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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                                                                                            Tra la vita e la morte (prima parte)




(Pov Bella)

“Bella vuoi qualcosa dal bar?”

“No .. grazie”

Quanto tempo è passato da quando siamo arrivati in ospedale?
Da quanto tempo sono seduta qua fuori, ad’aspettare che mio padre esca dalla sala operatoria per darci delle buone notizie?
Ancora mi rimbombano i ricordi di prima: la chiamata di Emmet, la nostra paura e la corsa in ospedale ….


Inizio Flashback

“Jasper ancora niente? Neanche un messaggio?” gli chiesi preoccupata rientrando in salone, alla fine sono rimasta con loro ad’aspettare

“Niente” mi rispose e mi rimisi seduta ad’aspettare, in teoria dovrebbero essere già arrivati quindi…. Come mai non ci chiamano?

“Forse ci sono delle complicazioni” rispose Rosalie al mio pensiero inespresso, ma in quel momento il mio pensiero ricevette anche un’altra risposta: lo squillo del cellulare di Jasper…

“Pronto Emmet?” rispose subito ed io mi alzai subito di scatto guardandolo mentre il suo viso cambiava espressione

“Come? Si va bene ….. Arriviamo subito” disse frettoloso e poi si alzò pure lui guardandoci preoccupato ..

“Hanno trovato Edward …….Però è in condizioni gravissime, lo stanno portando in ospedale” ci avvisò e rischiai di svenire ….. in gravissime condizioni? ….. No!!!!

“Allora che stiamo facendo ancora qui? Muoviamoci” quasi gridai fiondandomi verso la porta

“Ragazzi lasciatemi i bambini, ci penso io a loro” disse mia madre a Alice e Rosalie che, pensando fosse la cosa giusta, baciarono i loro figli, che si erano addormentati durante l’attesa

“Esme se succede qualcosa ci chiami mi raccomando” le disse Alice e mia madre annuì

“Non preoccupatevi … e fatemi sapere” la rassicurò e poi ci dirigemmo velocemente verso la macchina di Jasper

“Jaz non ti ha detto altro a parte questo?” gli chiese Rosalie mentre metteva in moto

“No, ha detto che poi ci avrebbe spiegato tutto dopo di persona” rispose e poi, nell’abitacolo dell’auto, regnò solo il silenzio.

Arrivammo in ospedale più o meno in quindici minuti, subito appena parcheggiato, io e Alice, uscimmo di corsa dalla macchina quasi in contemporanea e corremmo verso l’entrata ma, appena girai gli occhi sull’entrata del pronto soccorso, dove vicino c’era un’ambulanza aperta , subito mi bloccai quando vidi Emmet scendere con mio padre e una barella portata velocemente dentro …. L’unica cosa che riuscì a intravedere fu solo uno chioma ramata, che avrei riconosciuto ovunque

“Sono lì” avvisai Alice prendendola per il braccio e iniziai a correre verso Emmet che stava per entrare anche lui velocemente, mio padre invece era già scomparso

“Emmet!” lo chiamò Alice e lui si girò subito verso di noi fermandosi titubante

“Alice, Bella, l’ho stanno portando ora in sala operatoria … andiamo” ci avvisò e subito entrammo seguendo gli infermieri, in quel momento mi accorsi che anche Jasper e Rose ci avevano raggiunto

“Allora spiegaci tutto” lo spronò Jasper ma lui ci guardò titubante

“Tra poco” ci disse solamente e poi regnò un’altra volta il silenzio, mente perdemmo completamente di vista gli infermieri..

Fine Flashback

“Rosalie?” la chiamai sussurrando, era seduta tra me e Alice, metti caso avessimo avuto bisogno di lei

“Dimmi” mi rispose gentile


Quanto tempo è passato?” le chiesi

“Un’ora” rispose solamente e alzai gli occhi guardandomi intorno, Alice aveva gli occhi chiusi con la testa appoggiata su una mano, mentre con l’altra stringeva quella di Rosalie, Jasper e Emmet invece stavano parlando a bassa voce appoggiati alla finestra davanti a noi

“Emmet?” sentimmo chiamare Alice dopo un paio di minuti, io mi girai subito verso di lei che, da dopo che eravamo arrivati, fissava per la prima volta il fratello

“Dimmi” le rispose quest’ultimo girandosi verso di noi

“Per caso c’è qualcos’altro che non hai voluto dirci prima?” le chiede seria

“Niente” le rispose subito, troppo velocemente però … quindi c’è qualcosa di nascosto ancora

“Emmet, ti prego, il giorno in cui è scomparso Edward ci avevi promesso che ci avresti sempre detto tutto” lo supplicò e lo vidi titubare

“Alice davvero non c’è niente … ”

“Emmet diglielo” lo interruppe subito Jasper, allora a lui gliel’ha raccontato?

“Cosa state nascondendo?” chiese Rosalie a tutt’e due con un tono che non ammetteva repliche

“Quando l’abbiamo trovato … be diciamo che non c’era solo il corpo di nostro fratello in quel luogo” si rivolse a Alice e lo guardai confusa …

“In che senso?” chiesi al posto di Alice

“…. C’era un altro corpo … era quello di nostro padre Alice” ammise chiudendo di scatto gli occhi ma rimanemmo tutti con il fiato sospeso……. Cosa??

“Di nostro padre? Co …. Come di nostro padre? Che ci faceva lui lì? ” gridò subito Alice alzandosi e si alzò pure Rosalie per tranquillizzarla

“Alice calmati” le disse il fratello serio e lei lo guardò male

“Prima dimmi perché nostro padre era lì…. Lui che centra con tutto questo?” le chiese arrabbiata

“Alice non lo so, non lo posso sapere, so solo … che stava per morire durante il tragitto in ospedale” rispose nervoso passandosi una mano tra i capelli

“Come stava morendo?” chiese la sorella terrorizzata per poi svenire tra le braccia di Rosalie, facendoci spaventare

“Alice” esclamammo scattando verso di lei

“Alice mi senti?” la chiamò Jasper mentre Emmet andò subito a chiamare un’infermiere

“Alice tesoro, su cerca di riprenderti” la chiamò pure Rosalie mentre io la guardavo preoccupata, povera Alice certo che pure per lei le cose sono state durissime in questi giorni ..

Nel frattempo Emmet ritornò con un infermiere che, insieme a Jasper e Rosalie, portò subito Alice via, forse in una stanza dell’ospedale aspettando che si riprendesse

“Che casino” sospirò Emmet, mettendosi le mani tra i capelli, una volta che ci fummo seduti, subito lo guardai e gli sorrisi sbattendogli una mano sulla schiena

“Vedrai che andrà tutto bene” lo consolai, pure se io stessa non né ero tanto sicura ….. stavo dicendo quelle stesse cinque parole che vorrei sentirmi dire dalla persona che amo, dall’unica persona che potrebbe davvero darmi coraggio e fiducia

“Più che a me, questo lo devi dire a te” mi scherzò Emmet guardandomi e sobbalzai alla sua frase, come fa a sapere che stavo pensando a questo?

“Che intendi?” feci la finta tonta

“Bella smettila di pensare che Edward non potrebbe più tornare tra noi …. Devo dire che stare con lui ti ha fatto male, ti ha passato tutto il suo negativismo ..” scherzò alla fine, pure se lessi nostalgia nei suoi occhi

“Non stavo pensando a quello” mi difesi subito incrociando le braccia al petto ma lui mi sorrise di nuovo e capì di non averlo convinto

“Si certo, come no ……. Edward ti ha mai raccontato della sua prima e ultima gita che ha fatto in tutta la sua vita?” sviò subito il discorso e lo guardai confusa

“No, perché?” gli chiesi subito, cosa centrava questo?

“Sai quella fu la prima volta che riuscì a vedere quant’era pessimista nei confronti della sua malattia …… La prima volta che iniziai a capire per davvero come si sentiva mio fratello” mi spiegò e io ne rimasi incuriosita …. Pure se, ora che ci penso, sono sempre incuriosita da tutto quello che riguarda Edward

“Emmet ti va di raccontarmi com’è andata?” gli chiedo e lui mi sorride annuendo, dovevamo pur passare il tempo in qualche modo

“Era al suo secondo anno di liceo e la sua scuola aveva organizzato una gita di tre giorni a Santa Monica …… Edward non era mai voluto andare in gita, né noi lo volevamo mandare per paura delle crisi, ma stranamente quella volta mio fratello ci costrinse a mandarlo e, per farlo felice, decidemmo tutti di accontentarlo pure se io sapevo quant’era dura per lui stare con i suoi compagni dal giorno in cui avevano scoperto quello che aveva .,.” iniziò a raccontarmi con lo sguardo che andava a perdersi nel vuoto e aspettai che continuasse

“Lo lasciammo partire, lui sembrava felice e tranquillo, non sembrava avesse problemi con tutti quei ragazzi, quella sera stessa lo sentimmo per chiedergli com’era andato il viaggio è, per la prima volta da quando non era con noi, lo sentì veramente felice. Poi però, il giorno dopo, ricevemmo una chiamata dalle sue professoresse che ci informarono che aveva avuto una crisi ed’era stato ricoverato ….. e volevano che andassimo a prenderlo”

“Perché?” lo interruppi subito, perché le sue professoresse volevano che andassero a prenderlo loro?

“Forse per sicurezza. Sta di fatto che, però, andai solo io lasciando tutta la famiglia a casa, credimi sono stato in allarme per tutto il tragitto, speravo che non si sentisse male per una volta che si divertiva, ma come al solito le speranze erano vane …. Così arrivai li preoccupato e, quando entrai nella stanza dove stavano tenendo mio fratello, lo vidi alla finestra con le spalle verso la porta così……”


Inizio Flashback

“Edward stai bene?” gli chiesi subito appena lo vidi ma non ricevetti risposta

“Eddy?” lo richiamai confuso e lui si girò appena

“Emmet perché sono qui?” mi chiese soltanto lasciandomi confuso

“Perché volevi venire a vedere Santa Monica, semplice no?” scherzai ma non capì fin da subito quant’era importante il discorso

“No non intendo questo intendo … perché sono vivo?” riformulò la domanda facendomi sussultare

“Ma che razza di domanda è?”gli chiesi di scatto

“Emmet sinceramente, perché sono ancora vivo? Come mai ancora non sono morto?” mi richiese con tono grave e lo guardai con gli occhi sgranati

“Edward ma che stai dicendo?” gli richiesi non capivo bene dove volesse andare a parare, o meglio forse da una parte avevo capito però non volevo ammetterlo … insomma discorsi del genere non dovrebbero uscire da un ragazzino di quindici anni

“Non fare finta di non capire, so che hai capito” rispose duro e sospirando sconsolato mi appoggiai sul tavolino vicino a me

“Mi spieghi allora perché vorresti, da come ho capito, essere morto?” sospirai e continuai a guardarlo pure se lui non si voltava verso di me

“Volevo essere completamente felice, avevo messo da parte tutta la rabbia che provavo contro quella ciurma di idioti solo per venirmi a rilassare, per far tranquillizzare pure voi facendomi vedere felice … però …” mi spiegò sussurrando ma non concluse la frase

“Cosa?” gli chiesi curioso

“N…. niente lascia stare” tremò e mi feci più serio

“Edward!!” lo chiamai quasi a tono di rimprovero, ma lui non mi rispose, continuando a guardare fuori, o meglio … io credevo che guardasse fuori

“Finisci la frase” lo richiamai avvicinandomi, e sussultò, forse non si aspettava che mi fossi avvicinato

“Lascia stare” mi disse subito ma la voce lo tradì

“Muoviti” lo riprendo e lo sento sospirare

“Però … per una volta avrei voluto provare a sentirmi vivo, senza pensare ai problemi, senza pensare a niente o a nessuno…. Ma come al solito è impossibile, non potrò mai essere felice … Non potrò mai vivere --- ” svela singhiozzando e, senza che se ne accorga, lo prendo per le spalle e lo giro verso di me per poi stringerlo al mio petto

“Non dire così, andrà tutto bene, devi pensare positivo” gli dico accarezzandogli la testa

“Morirò Emmet …. Potrei morire domani, dopodomani, tra due mesi o un anno persino, non vivrò mai abbastanza da potermi fare una vita… semplicemente io sono destinato a morire” sbotta cercando di districarsi dal mio abbraccio ma non glielo consento

“Non dire cazzate Ed, non ti succederà assolutamente nulla, io non lo permetterò” gli dico soltanto ma non gli do tempo di controbattere che lo stringo più forte.

Fine Flashback

“E poi?” gli chiesi non appena ebbe finito di raccontare e lui scrollò le spalle sorridendo

“Niente, poi lo riportai completamente a casa e quel discorso cercai sempre di non riprenderlo e di non farglielo riprendere” finì e non dissi nulla mentre giravo lo sguardo sulla porta che ci separava dalla sala operatoria ricordandomi di tutto quello che mi ha raccontato della sua vita passata, ha sofferto così tanto, eppure, non si sa come, è riuscito a trovare un po’ di volontà per continuare a vivere ……………..

Alla fine passarono cinque ore, ero rimasta seduta al mio posto senza muovermi, Emmet ha iniziato ad’agitarsi, muovendosi per tutto lo spazio disponibile, lo stesso si può dire di Alice che, dopo essere ritornata da noi due orette fa, si è seduta continuando a guardare il pavimento mentre Jasper e Rosalie sono stati chiamati da mia madre, perché aveva bisogno di un po’ d’aiuto con i bambini

“Bella” mi sentì chiamare a un certo punto e quando mi girai vidi Jack, Ben, Angela, Marika e Richard che mi raggiungevano preoccupati

“Scusaci non siamo riusciti a liberarci prima” mi disse Angela mentre, io mi alzavo e li raggiungevo sorpresa, non pensavo venissero

“Confermo, il mio allenatore di pallanuoto mi ha completamente rotto oggi, non voleva liberarmi… giuro che questa sarà la prima e ultima volta che mi alleno di sabato” borbotta Jack irritato incrociando le braccia

“E io lo stavo aspettando” mi dice Marika sospirando

“Ragazzi aspettate un attimo ….. voi che ci fate qui?” gli chiesi bloccandoli prima che anche Ben e Richard si giustificassero e loro mi guardarono inorriditi, come se avessi confessato un delitto

“Siamo qui per Edward logicamente” mi disse Jack e mi superò per andare a salutare Emmet e Alice

“Forse sarebbero potuti non venire loro, ma io mi sentivo in dovere,lui è mio amico” mi dice Ben scrollando le spalle

“Non parlare solo per te, Edward è nostro amico …. E poi non vediamo l’ora di strapazzarlo di coccole appena lo rivediamo, è poi dovremo farlo anche da parte di Mark, dato che non c’è in questi giorni” scherza Richard e gli altri sogghignano e io gli sorrido debolmente, da una parte sono grata che siano venuti

“Allora qualche notizia?” mi chiede Angela e io nego mentre ritorno al mio posto, solo che non mi seggo, e in quel momento mi accorgo anche che, alle spalle dei miei amici compaiono i miei zii

“Novità?” ci chiede mio zio, ancora in divisa, raggiungendoci

“Nessuna ancora, ma come mai sei qui?” ripeto anche a lui stringe le spalle

“Volevo venire ad’avere notizie di persona, e poi non c’è molto da fare, ho lasciato dei poliziotti li al luogo incriminato, ma scommetto che non vedranno arrivare nessuno” ci spiega e si avvicina pure Emmet

“Capo Swan stavo pensando però che è strano che non ci fosse neanche una guardia” gli dice pensieroso e zio lo guarda dubbioso

“Per la verità una guardia c’era, ma era morta, quelli della scientifica stanno cercando di risalire al suo dna …. L’abbiamo trovata nella cantina della casa, insieme ad’altri corpi in decomposizione” finisce di spiegarci e sgrano gli occhi … ha detto in decomposizione?

“Ma non avete altri indizi che vi possano condurre a tutto il gruppo criminale?” gli chiede Alice e lui nega

“Nessun’altro oltre quello che sappiamo. Ma forse Edward ci potrà aiutare con le indagini appena starà bene, sicuramente lui ha visto, o saputo, qualcosa” risponde convinto pure se io vorrei che Edward non si ricordasse del periodo che è stato la dentro, sicuramente sarà stato bruttissimo e doloroso e non voglio che soffra …. Ancora!!

“Emmet, Bella, Alice” in quel momento la voce di mio padre ci fa sussultare e girare subito, subito lo riconosco nella sua veste verde e senza perdere tempo mi avvicino veloce a lui che nel frattempo ha chiuso la porta

“Papà allora?”

“Carlisle sta bene vero?” esclamiamo insieme io e Emmet, mentre Aly stringe la mano a suo fratello e gli altri si piazzano dietro di me, che sono concentrata sull’espressione di mio padre: un’espressione triste, malinconica, abbattuta ……. Non mi dire che …

“Come sta?” chiede anche mio zio e lui abbassa gli occhi a terra, e per la seconda volta in questa giornata mi sento svenire …. Non può essere

“Papà ….” lo richiamo e lui sospira

“Ce l’ho messa tutta ma le condizioni erano critiche ormai…” dice solamente e sento le lacrime salirmi agli occhi, che vuol dire?

“Sia più chiaro per favore” gli dice subito Emmet che improvvisamente è sbiancato

“Papà … lui non è morto,vero?” gli chiedo sussurrando e improvvisamente vedo mio padre guardarmi confuso, ma con un nuovo sguardo

“Certo che non è morto, però nonostante le sue condizioni critiche ho dovuto operargli pure l’arteria otturata, e gli ho fatto un trapianto di polmone, mettendogliene uno nuovo al posto di quello dimezzato ……… Però lo dovrò tenere sotto costane osservazione, non posso sapere come reagirà il suo corpo a tutto questo, senza contare che ho dovuto risistemare alcune ossa rotte nel modo che poi si possano riaggiustare meglio” ci spiega e quasi crollo in ginocchio mentre sento il mio cuore che ricomincia a battere

“Per il resto? Com’è la situazione complessiva?” riprende aria Em mentre vedo Alice con gli occhi lucidi

“Quasi tutte le costole rotte, il braccio destro rotto, un lieve trauma cranico, varie ferite e tagli in quasi tutte le parti, e soprattutto c’è un taglio bruttissimo sul piede, che molto probabilmente non lo farà camminare per almeno un mese, e poi c’è una strana bruciatura al fianco, tra altre ferite” riferisce e lo guardo spaventata ….. Edward!!

“Dove l’avete trovato il polmone per il trapianto?” gli chiede Emmet confuso e mio padre lo guarda tranquillo

“Dato che era morto, abbiamo dovuto approfittare di vostro padre, facendogli delle analisi velocemente per vedere se andava bene, il suo è risultato l’unico compatibile con Edward” ci spiega e rimango sorpresa …. Suo padre gli ha salvato la vita per la prima volta, da quello che so io!!

“Quando lo possiamo vedere?” gli chiede Alice cercando di non pensare a quello che ha detto il dottore

“Tra poco lo sposteremo in terapia intensiva, lo vogliamo tenere sotto controllo finchè non si sveglierà , e comunque vi verrò a chiamare io pure se potrete vederlo solo due alla volta” conclude e lo guardo confusa

“In che senso finchè non si sveglierà? Non si è già risvegliato come nello scorso intervento?” gli chiedo, quando l’ho visto uscire dopo quell’operazione mio padre l’aveva chiamato perché lui era sveglio

“Questa volta è diverso” sospira e lo guardiamo confusi

“In che senso?” gli chiede questa volta Jack

“Vedete, Edward ora si trova in quello che chiamiamo coma di secondo grado, non è grave, però potrebbe dormire ininterrottamente per massimo due settimane …… sempre se va tutto bene, sennò la situazione potrebbe aggravarsi” ci spiega e non so se preoccuparmi o risollevarmi …… almeno non è coma grave da come dice!

“Ci potrebbero essere problemi psicologici o fisici dopo?” si informa Emmet e lui annuisce

“Dobbiamo prima pensare al periodo che è stato sotto stretto dolore in tutti i sensi, sicuramente questo influirà molto su di lui, per quanto riguarda il coma, pure se leggero, potrebbe influire ma sempre leggermente, sarà più l’anestesia che influirà sul fisico una volta sveglio” finisce di spiegarci e poi ritorna dentro a ricontrollare Edward

“Sarà malandato …. Però almeno è ancora vivo” esclama Emmet guardando subito Alice, raggiante, per poi stringerla

“Bella” mi chiama lei districandosi un po’ dal fratello e quando la guardo, con le lacrime che escono dai nostri occhi, lei tende una mano verso di me per poi abbracciarmi e riprendere a piangere

“Visto? Lo sapevo che sarebbe stato bene” ci dice Emmet stritolandoci mentre anche gli altri festeggiano …..


(Pov Edward)

Mi sento fluttuare, mi sembra di essermi districato di molti metri dal suolo, mi sento bene stranamente, non ho più nessun dolore e sento un’energia inesauribile dentro di me in questo momento nessuno mi potrebbe prendere se solo ci provasse, potrei fare tutta l’America correndo se solo sapessi dove sono

“Edward tesoro” mi sento chiamare dolcemente, strano questa voce la riconosco ma ho paura ad’aprire gli occhi, non voglio ritrovarmi in balia di quei mostri

“Quindi questo sarebbe il mio omonimo?” chiede una voce maschile, ma non la conosco, mi è totalmente sconosciuta

“Fratellone?” mi sento chiamare da una vocina e sono tentato ad’aprire gli occhi per davvero questa volta, soprattutto dopo che sento anche l’abbaio di un cane

“Figliolo svegliati” mi grida una voce ma questa volta spalanco gli occhi per poi vedere mio padre davanti a me

“Papà sei qui” sussurro e corro ad’abbracciarlo mentre lui mi stringe a se ridendo

“Momentaneamente si, comunque non essere scortese e saluta gli altri” mi rimprovera bonariamente e subito mi giro alle mia spalle per incontrare gli occhi di una piccola bambina

“Fratelloneeee” grida e subito mi preparo per prendere di slancio Alyson

“Piccola stai bene?” le chiedo subito stringendola, e trattenendo le lacrime di commozione nel rivederla

“Ora si, si sta bene qui” mi dice sorridendo e la stringo forte baciandola sulla fronte mentre vedo una figura bassa correre verso di noi …. Abbaiando

“Axel!!” mi abbasso a salutarlo felice e lui mi lecca la faccia, cavolo quanto mi era mancato il mio cucciolo

“Alyson vai a giocare con Axel” dice mio padre riavvicinandosi a noi e lei annuisce

“A dopo” mi dice dandomi un bacio sulla guancia e subito mi rialzo

“Ci stanno aspettando” mi dice e poi mi spinge a camminare, quando vedo una figura avvicinarsi a noi: appena vicino noto che è un uomo, sulla trentina, ha gli occhi blu mentre i capelli sono su un castano biondo

“Finalmente posso conoscerti di persona Edward junior” scherza e lo guardo sorpreso mentre mio padre ride….. Junior? Allora ho capito chi è…

“Edward” chiama mio padre a rimprovero, ma non è diretto a me, e sorrido divertito “Sta zitto Richard, devo dire che se non fossi morto ce la batteremmo alla pari in bellezza, ma era logico che tu dovessi diventare bello … insomma hai il mio nome” scherza un’altra volta e mi sembra che il suo carattere sia uguale a quello di Emmet, almeno un po’

“Però se tu fossi stato vivo, a quest’ora avresti perso la tua bellezza” lo prendo in giro e mi guarda con una finta occhiataccia, sta per dire qualcosa però mio padre lo blocca

“Edward non abbiamo tanto tempo e lui la deve vedere, ne ha il diritto” gli dice serio e l’amico annuisce

“Chi devo vedere?” chiedo curioso

“Basta che guardi davanti a te” mi dice e lo guardo stranito, poi guardo davanti e vedo una figura venirmi incontro

“Credimi non vedeva l’ora di vederti” mi dice affettuosamente

E mentre la figura si avvicinava la vedevo più chiaramente, vedevo i suoi capelli ramati cadere fluidamente fino ai gomiti e scontrarsi in chiaro contrasto con il suo vestito bianco, riuscì a vedere i tratti dolci e amorevoli del suo volto e soprattutto, una volta che fu solo a pochi passi da me, incontrai i suoi occhi verde smeraldo … come i miei!!

“Tesoro ti ho aspettato per tanto tempo” mi dice mettendosi una mano sul cuore e sorridendomi dolcemente, solo in quel momento fui pienamente consapevole di chi avevo davanti

“Sei davvero tu … questa volta?” chiedo incredulo, certo poco fa ho visto tre persone morte, quindi non dovrei stupirmi …. Ma è così strano vederla davanti a me, dopo anni che ho aspettato di incontrarla, di vederla, toccarla…

“Si, leoncino mio” mi dice e apre le braccia, un chiaro invito ad’andare da lei, un chiaro invito a darci un secondo vero contatto da quando sono nato

“Edward vai da lei, ti ha aspettato così tanto, così come hai aspettato tu” mi incita mio padre e decido di rischiare, se è solo un sogno mi risveglierò deluso, però non posso non cogliere questo momento ….. così mi ritrovo subito nel suo abbraccio

“Non .. non vedevo l’ora di vederti” singhiozzo mentre le lacrime iniziano a sgorgare, mentre lei mi accarezza…. Sarà solo un sogno però mi sembra tutto reale!

“Sono qui con te ora, non ti ho mai lasciato, sono sempre stata con te” mi sussurra baciandomi la fronte e la guardo negli occhi, nei miei stessi occhi

“Dove sono? Sono morto?” le chiedo e nega facendo un mezzo sorriso

“Non ancora, devi fare la tua scelta” mi dice stringendomi e, pure se non mi stacco, la guardo confuso

“Quale scelta?” le chiedo curioso e sorride amaramente


“Devi scegliere se venire con noi, o ritornare indietro …… Devi scegliere se vivere o morire” mi dice solamente e le sue parole mi rimbombano nella testa ……….





Holàààà
“Autrice ora voglio delle scuse con i fiocchi”
“Emmet lo so, ma non è colpa mia, sono i professori che in questo periodo rompono e mi fanno impegnare”
“Non m’interessa hai ritardato di nuovo, se continui così nel prossimo capitolo non vengo, già sono triste perché nello scorso capitolo abbiamo ricevuto solo una recensione… quindi vedi di non farmi arrabbiare”
“Emmet ora stai a cuccia, e spero di essermi fatta perdonare da tutte voi con questo capitolo che, come avrete letto, continuerà nel prossimo”
“Così come spero di leggere le vostre recensioni …. Comunque autrice stavo pensando perché casomai non sposti gli aggiornamenti a sabato o domenica, sicuramente ti verrà facile e puoi trovare più tempo?”
“Sai Emmet, credo che tu abbia ragione”
Bene allora vorrà dire che dalla prossima settimana ci vedremo in ogni weekend, salvo imprevisti”
“Bene al prossimo capitolo”
“Nel prossimo capitolo potremmo vedere Edward parlare con sua madre e qualche piccola sorpresa ma, non vi dico altro..... Vi aspettiamo…. Kiss

  
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