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Autore: extraordinHarry_    15/03/2013    8 recensioni
La sua voce mi trasportava in un altro mondo, un mondo migliore, un mondo dove era tutto perfetto e tutto andava per il verso giusto.
Il suo accento inglese mi faceva sentire bene, terribilmente bene, riempiva il mio cuore.
Molte volte mi sono chiesta come fosse possibile che un ragazzo come lui potesse innamorarsi di una come me, infondo io ero solo una ragazza normale, avrebbe potuto trovare milioni di persone migliori di me, ma no, lui aveva scelto me.
Aveva scelto le mie insicurezze, aveva scelto la mia timidezza, i miei improvvisi cambiamenti d’umore, aveva preferito le mie lacrime ai sorrisi delle altre ragazze, aveva scelto di prendere me, una ragazza qualunque, e trasformarla nella persona più felice di questo mondo.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nessuno dei due, tra me e Liam trovò il coraggio di vedere chi ci fosse, anche se potevamo solo immaginarlo.
Guardai gli i suoi occhi scuri  e in quel momento sentimmo la porta chiudersi.
Lui si voltò e io ne approfittai per uscire da quella “trappola”, spalancai la porta e vidi in fondo al corridoio Danielle correre verso la camera di El e Louis.
“Come hai potuto farlo?” mi gridò contro quando la raggiunsi.
“Ti prego posso spiegare tutto”
Eleanor aprì e lei entrò chiudendo la porta con forza alle sue spalle.
Mi voltai e Liam si trovava ancora davanti alla sua camera, con le spalle appoggiate al muro mentre con le mani si copriva il viso.
Sentii davanti a me la porta aprirsi, il cuore si fermò per qualche secondo quando vidi Louis uscire.
“Puoi spiegarmi cosa è successo? Si può sapere cosa avete combinato?” disse alzando di parecchio il tono della voce e guardando Liam.
Sentii un rumore alle mie spalle e Zayn uscì dalla camera.
“Perfetto” sussurrai con le lacrime agli occhi.
“Cosa succede?”
Liam si avvicinò.
“Beh.. io.. cioè lui.. abbiamo… mi ha baciato, io e Liam ci siamo baciati” balbettai.
“Che cosa?” esclamarono Louis e Zayn insieme.
“Ragazzi è stata colpa mia, non prendetevela con lei. Non riuscivo più a sopportare tutto questo e…” non fece in tempo a finire la frase che Louis rientrò in camera sbattendo la porta.
Guardai Zayn cercando un aiuto, qualcosa.
Mi avvicinai per abbracciarlo ma Harry uscì dalla camera.
“Merda” sussurrò Liam.
Si avvicinò tranquillamente abbracciandomi, con due dita prese il mio mento e sfiorò delicatamente le mie labbra con le sue mentre sentii Liam tossire di proposito e Zayn dirgli qualcosa a bassa voce.
“C’è qualche problema?” Harry si voltò sorridente verso di loro mettendo un braccio intorno al mio collo.
“No nessun problema” rispose allontanando Liam da noi.
Quando Harry mi guardò nuovamente negli occhi notai dietro di lui Zayn accennare un sorriso.
“Va tutto bene piccola?”
“Si” mentii.
“Allora andiamo, gli altri ci staranno aspettando”
 
Durante il concerto io e le ragazze restammo dietro le quinte ad aspettarli.
Danielle non mi rivolse la parola, non mi guardava nemmeno, e potevo capirla benissimo.
Quando ci fu la prima pausa i ragazzi scesero dal palco avvicinandosi al banco delle bibite per rinfrescarsi, tranne Louis.
“Hai intenzione di dirglielo, vero?” mi sussurrò all’orecchio.
Non feci in tempo a rispondere che si allontanò.
Nella mia testa, in quel momento, c’era il caos più totale. I sensi di colpa superavano di molto le urla delle fan la fuori, le gambe continuavano a tremare e facevo fatica a reggermi in piedi.
Quando finirono il concerto Harry mi disse che ci sarebbe stata la festa con tutti i loro amici. Non volevo ancora rovinare tutto, non se lo meritava, così riuscii a convincerlo che avrei preferito restare in hotel. Lui insistette per restare con me, ma alla fine ci trovammo solo io e Eleanor.
“Allora, che succede?” disse sedendosi sul letto mio e di Harry incrociando le braccia sopra a un cuscino.
Riuscii a tirare fuori tutto quello che portavo dentro, come se stessi scrivendo con un diario segreto, a differenza che lei mi rispondeva e mi aiutava.
“Danielle è distrutta”
“Lo so. Anche io lo sono, ora finirà tutto.”
“Magari Harry capirà”
“Ne dubito” dissi con un filo di voce mentre quella lacrima uscì dal mio viso.
Si sistemerà tutto” mi abbracciò.
Era stata davvero dolce con me, forse fin troppo per quello che meritavo.
Restammo a parlare ancora un po’ finchè non squillò il telefono, i ragazzi stavano arrivando.
“Devo dirglielo”
“Aspetta domani mattina, sarà ubriaco”
Ascoltai il suo consiglio e la mattina seguente mi svegliai sentendo un nodo in gola.
Non avevo il coraggio di parlargli, cosa avrei potuto dirgli? “ehi lo sai che ho baciato il tuo amico?”, no, non potevo.
Harry si svegliò baciandomi dolcemente, mi strinse fra le sue braccia finchè non bussarono alla porta.
“Quando finiranno di disturbarci alla mattina presto?” lo sentii borbottare mentre mi alzai per andare ad aprire.
Era Louis, aveva uno sguardo strano.
“Sono venuto finchè Harry è sceso, così non ci sente…”
“Louis veramente…”
“Lasciami finire. Gli hai parlato? Se non lo fai tu lo faccio io. È il mio migliore amico e non posso permettere che tu continua a mentirgli così, finirà per stare peggio”
“Harry non è…”
“Che cosa?” sentii alle mie spalle.
“Ma tu non sei andato giù?” gli chiese stupito.
“Cosa sta succedendo?”
Sentii il cuore scoppiare, le gambe cedere sotto al peso del mio corpo.
Louis mi guardò spaventato, probabilmente nemmeno lui aveva mai visto Harry così. Non voleva farlo, lo so. Non lo aveva fatto di proposito, voleva solo che il suo migliore amico non soffrisse, ed era giusto, ero io quella sbagliata.
“Scusa” disse chiudendo la porta.
“Cosa? Cosa voleva dire Lou? Mi stai mentendo? Riguardo a cosa?”
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Facevo fatica a respirare, l’aria si era fatta soffocante in quella stanza.
Staccai lo sguardo dai suoi occhi cercando di allontanarmi ma lui mi afferrò il braccio.
“Eva”
“Harry, io ho…” scoppiai a piangere. Sapevo che se lo avessi detto sarebbe finito tutto, davvero.
“Tu cosa?”
“Io e Liam ci siamo baciati” dissi tutto d’un fiato sedendomi sul letto.
“C-che cosa?” non ebbi il coraggio di guardarlo.
“Quando sono andata a cercare Liam… Mi ha baciato” scandii l’ultima parola lentamente.
“No.. Non è possibile. No.”
Volevo dire qualcosa ma la mia voce era soffocata dai sensi di colpa.
“Non puoi averlo fatto” tirò un pungo contro il muro.
Sobbalzai. Avevo davvero paura.
“Me ne vado. Scusa. Non volevo.”
Non rispose.
Cominciai a vestirmi continuando a piangere silenziosamente, raccolsi tutte le mie cose nella valigia mentre lui restò per tutto il tempo appoggiato alla parete pallida.
Era arrivato il momento di andarsene per sempre.
“Harry” sussurrai afferrando la maniglia della porta.
Mi voltai e quando lo vidi piangere il mondo mi crollò addosso.
“Quando dicevo di amarti, parlavo sul serio. Non ti ho mai mentito, ti amo più di me stessa e non so dove trovo il coraggio di andarmene, ma non posso restare qui. Tu meriti una persona migliore. Volevo solo dirti che ero sincera, tutte le volte che ti baciavo, che ridevo insieme a te, che ti dicevo che ti volevo davvero, e anche quando ti abbracciavo. Sono sempre stata sincera con te. Quel bacio non ha significato niente, lo so può sembrare la solita frase, ma è così veramente. Mi dispiace Harry. Mi dispiace che sia andata così. Non soffrire per una come me, non lo meriti. Scusa.”
“Perché riusciamo sempre a litigare?” disse con un filo di voce.
Uscii dalla camera, restare lì con lui mi faceva stare terribilmente male.
Arrivai all’ascensore e mi voltai per l’ultima volta a guardare quel lungo corridoio che conduceva al mio sogno, lo stesso sogno che in qualche ora avevo frantumato.
Il campanellino dell’ascensore interruppe i miei pensieri. Entrai lentamente, non volevo andarmene davvero, ma forse era la cosa migliore per tutti.
“Eva” sentii dire quando le porte di acciaio si chiusero.
Era la voce di Zayn, ne ero sicura. Ma nemmeno lui quella volta avrebbe potuto fermarmi.
Uscii dall’hotel e sentii di nuovo quella voce.
“Ti prego, non andare via”
“Come posso restare Zayn? Faccio soffrire tutti. Non meritate questo.”
“Non puoi andare”
“Dì a Jenny di chiamarmi quando ha tempo, dì ai ragazzi che mi dispiace” dissi prima di entrare nel taxi che in poco tempo mi portò all’aeroporto.
Salii sul primo volo disponibile e tornai a casa.
 
 

 ...

 
 


Incredibile come le cose cambiarono in sei mesi.
Si, passarono sei mesi.
Sei mesi senza le loro canzoni, sei mesi senza le loro voci, sei mesi senza le loro risate, sei mesi senza i loro sorrisi, sei mesi senza i loro abbracci, i sei mesi più brutti della mia vita.
Cosa feci in tutto quel tempo?
Beh la mia vita tornò quella di prima, anzi peggiorò.
A scuola venivo insultata pesantemente.
“Guardate, c’è la ragazza di quello sfigato” sentivo dire mentre passavo tra i corridoi stringendo i libri tra le braccia.
“Come ha potuto tradire Harry? Che stronza”
E tutto questo ogni giorno.
A casa ricevevo minacce su facebook e twitter.
E arrivai a soffrire di autolesionismo.
Non c’era più la sua voce a fermarmi.
Non c’era lui accanto a me.
Stare senza il mio Harry mi distruggeva, e arrivai a fare del male a me stessa.
Nessuno mi faceva forza, ad eccezione di lei, la mia migliore amica.
Lei per tutto quel tempo restò con Niall, continuarono a sentirsi.
I ragazzi mi chiamarono a volte, ma quando vedevo i loro nomi sul telefono finivo solo per stare peggio e non riuscivo mai a rispondere.
Alla mattina mi svegliavo sempre di malavoglia e con un brutto presentimento.
Cercai di cambiare, ogni giorno. Cercai di adattarmi alla “massa”, alla “moda”; ma non serviva a niente.
Arrivavo a scuola e c’era sempre la tipica “ragazza facile” che mi aspettava all’entrata. Non gli importava della gente che c’era intorno, in qualsiasi caso lei mi prendeva la cartella, mi faceva cadere, e mi insultava.
Nessuno sa cosa vuol dire essere prese di mira ogni giorno in questo modo, davanti  a tutta la scuola.
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Così dopo aver raccolto quel poco di orgoglio che avevo aspettavo in corridoio il suono della campanella, dato che non ci lasciavano mai entrare in classe prima.
Alcuni compagni di classe cercavano di farmi partecipare nel ‘gruppo’ ma io sempre dopo qualche minuto mi ritrovavo sola a fissare il muro bianco davanti a me.
Non avevo bisogno di compassione. Io avevo bisogno di lui.
La media delle materie si abbassò tragicamente.
A casa venivo punita per il mancato studio.
E cosa mi restava? Solo prendere in mano quel fottuto oggetto appuntito e ferire non solo il mio corpo  ma anche il mio cuore.
Nessuno sapeva quello che facevo, forse solo Jenny.
Spesso mi veniva detto: “è solo un ragazzo” “passerà presto
Ma io non ascoltavo.
Non volevo accettare che fosse finita veramente.
 


tadadadaa(?) ecco il capitolo.  Spero vi piaccia, che ne dite
di recensire?
Vi preeeeego. Grazie per le recensioni nei capitoli
precedenti, siete meravigliose\i, davvero.
A presto, e non dimenticate di lasciare un commento.
Se volete contattarmi su twitter sono louispancake,
chiedetemi il follow back se non vi seguo già :)
Bye
 

 
 
 
 
 

  
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