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Autore: Hope19972308    15/03/2013    1 recensioni
Giulia è una ragazza che da poco ha scoperto di avere la leucemia.
La ragazza, essendo molto bella, è il sogno, spesso erotico, di molti ragazzi; uno in particolare, Mattia. Ragazzo molto determinato a farla innamorare, disposto a tutto pur di renderla sua. Non potendo, ne volendo ricambiare il suo amore Giulia chiede un favore a Daniel, il ragazzo forse meno sensibile e prepotente che conosca. Gli chiede di essere il suo finto ragazzo a finché ella parta in Inghilterra per la chemioterapia. Quest'ultimo, impietositosi data la morte precoce del fratellino a causa della stessa malattia, accetta.
Come andrà a finire?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Camminavo sotto la pioggia da circa dieci minuti, non mi importava se mi avesse fatto male, avevo bisogno di stare da sola. Perché doveva comportarsi sempre da idiota? Insomma, ero io quella che a causa del suo comportamento avrebbe dovuto avercela con lui, tutti i giorni per giunta.
Quattro sere su sette, tornava a casa ubriaco facendomi stare sveglia nottate intere ad aspettarlo per l'ansia.
Per non parlare delle risse, quelle avevano luogo quasi ogni giorno e quasi tutti i santi pomeriggi prendevo alchool, cotone e mi ritrovavo a fargli da infermiera.
 
Aprì lentamente la porta d'ingresso, ormai era tardi e non avevo alcuna intenzione di far rumore e subirmi una ramanzina da Daniel. Proprio come avevo aperto, chiusi la porta per poi sobbalzare trovandomi un Angelisi a torso nudo davanti. "Dove sei stata?" chiese con un tono duro ma preoccupato. 
Feci finta di non udirlo e lo sorpassai, andando in camera.
"Giulia parlami." era poggiato alla soglia della stanza. Continuai ad ignorarlo, iniziando a spogliarmi, poichè i vestiti erano completamente fradici. 
 
Poi sentì due mani grandi e calde cingermi la vita. Daniel mi abbracciò, io ero di spalle e il suo mento era poggiato delicatamente su una di esse. Sentivo il suo respiro caldo sul collo e una marea di brividi iniziarono a pervadermi tutta la schiena. "Parlami per piacere." sussurrò, la sua pareva una supplica, ma ugualmente stetti zitta. Iniziò a lasciarmi dei baci caldi e umidi sul collo, non avrei resistito ancora a lungo.
Mi fece girare, così da trovarmi faccia a faccia con lui, insomma, per quanto la differenza di altezza ce lo permettesse. Abbassai immediatamente lo sguardo, non ero pronta. Non ce l'avrei fatta a sopportare quelle pozze color ghiaccio guardarmi, anche se sentivo i suoi occhi su di me. Mi alzò lentamente il viso, tenendomi il mento fra il pollice e l'indice. "Parlami." disse nuovamente per poi baciarmi.
 
Perchè non capiva? Così mi stava solamente facendo del male. Era come se convivessi con due persone diverse. A scuola, tanto duro, tanto aggressivo e poi, a casa, quando eravamo soli così calmo e dolce, pareva un cucciolo disperso. Ad interrompere i miei pensieri furono alcune botte sul suo viso.
Il labbro inferiore spaccato e la gote destra leggermente gonfia. 
Abbassai nuovamente lo sguardo e riluttante presi la sua mano e iniziai ad osservarla, aveva qualche graffio.
Con chi aveva fatto a botte? Feci un sospiro e lo feci sedere sul letto.
Andai in bagno e come al solito presi dell'alchool e un batuffolo di cotone e dopo essere tornata in camera, mi sedetti accanto a lui e iniziai silenziosamente a medicargli le ferite.
 
"Con Mattia." corrucciai la fronte confusa. "Ho litigato con Mattia, ho pensato te lo fossi chiesto." rimasi ancora in silenzio a guardarlo allora continuò. "Avrebbe voluto farti una specie di dichiarazione d'amore domani a scuola, e insomma, non mi ha ascoltato ed era parecchio ubriaco, allora ho pensato bene di stenderlo con qualche pugno. Non faceva altro che ripetere quanto fossi bella, simpatica ed io..." abbassò lo sguardo facendo una piccola pausa. "Ed io non ce l'ho fatta. Insomma, so che sei bella, anzi direi che quell'aggettivo non ti rende abbastanza giustizia, e so anche quanto puoi essere simpatica, o dolce, o sensuale, o tutto. Non so perché, ma il primo pugno è partito involontariamente, perché anche se non è così, io sento che mi appartieni. E sai che sono di poche parole, eppure adesso sto facendo questo assurdo monologo aspettando.." non lo feci finire e lo zittì con un bacio. "Questo decisamente vale molto più di cento parole." sorrise per poi baciarmi nuovamente.
  
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