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Autore: MissNanna    15/03/2013    8 recensioni
Arianna a dodici anni lo aveva visto per la prima volta ed era già innamorata di lui.
Dopo quattro anni di una cotta non corrisposta e due in cui non l'aveva più visto, la giovane sventurata si ritroverà faccia a faccia con il suo primo amore platonico. Nico. Dopo sei anni se lo ritroverà ancora lì, sotto il suo naso. Che ne sarà di lei?Così normale, noiosa , grassa e totalmente e perdutamente decisa ad evitarlo per il resto dei suoi giorni?
Peccato che non le sarà tanto facile evitare il fratello maggiore del bambino a cui fa da baby sitter...
Peccato che le risulterà difficile non finirci a letto e farsi spezzare il cuore.
Eppure...eppure ...non è tutto perduto,non credete?
ATTENZIONE:Questa storia era stata pubblicata con un altro contatto..
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Angolo Autrice:

Non ho molto da dirvi, mi sono già scusata mille volte per l'assenza, sto diventando veramente noiosa. Spero che il capitolo vi piaccia e che sia all'altezza delle vostre aspettative.

Inoltre Voglio dedicare questo capitolo alla Mia Marty,

colei che addirittura NON DORME perchè io non ho più aggiornato Nico&Ary.

Un bacio grandissimo a tutte voi che mi sostenete.

MissNanna

Capitolo 22

Nuovo

 

Pov Irene

Ero seduta con la mia tazza fumante di tisana al finocchio e di fronte a me avevo Nicola, più teso di una corda di violino. La mia anima sadica, si divertiva a vederlo in quello stato, anzi sicuramente avrei trovato il modo di infierire, ma prima volevo sapere cosa di così difficile c’era da capire su Arianna.

-Allora…EHM… - cominciai puntando lo sguardo su di lui. – Non ti ho fatto l’onore di farti entrare in casa mia per giocare al gioco del silenzio, mi pare.

Si sistemò meglio nella poltrona e poi tornò a posare i gomiti sulle ginocchia .

-Okay, hai ragione.

Scrollai le spalle.

-Ovvietà- sbottai. –Oltre questo vorrei sapere come mai sei così stupido da non capire i tuoi sentimenti per Arianna.

Mi guardò con un espressione che avrei qualificato come “persa”.

-Io…- si lubrificò le labbra con la lingua e sorrisi di quel gesto. Sicuramente sarebbe crollato ai piedi della mia amica molto prima di quanto sperassi.-Io ho fatto l’amore con lei.

Lo guardai curiosa.

-Non mi pare sia una novità!

Poggiai la tazza sul piccolo tavolo in vimini.

-Non ti ha..??

Corrugò la fronte sorpreso da qualcosa.

-Cosa avrebbe dovuto dirmi?

Sbuffò e si rialzò in piedi come se qualcuno gli avesse punto il sedere.

-E’ veramente finita. – cominciò ad andare su e giù come un pazzo. – Lei non vuole più soffrire e come darle torto? Mi ha aspettato per quanto? Sicuramente anni.

Cercai di seguire il suo discorso.

-Calmati Romeo e spiegati meglio.

Prese un respiro profondo e si sistemò di nuovo nella poltrona.

-Ecco, noi..- sembrava fosse diventato balbuziente, non ricordava le parole da usare?

-Allora? Non ho tutta la vita !

Si portò le mani tra i capelli.

-Qualche giorno fa, la sera in cui l’ho rivista.. – cominciò a raccontare. – Non sono stato capace di tenermi a distanza. – tornò ancora in piedi. – Sono praticamente corso sotto al suo palazzo senza che me ne rendessi conto. Era come se una forza misteriosa mi trascinasse da lei.

Mi concentrai sulla sua voce tremante ,preoccupata e compresi. Compresi che finalmente ci era arrivato anche lui.

-Sono un’idiota!

Sbottò ancora.

-Ah, beh.. qui non ci piove!

Mi guardò con quel suo sguardo liquido e in quell’attimo mi fece una gran tenerezza.

-Siete stati insieme. A casa sua.

Continuai riprendendo il filo del discorso che lui aveva lasciato cadere.

-Esattamente.

Presi un respiro gettandomi contro lo schienale in vimini.

-Ti sei accorto che è distante.

Mi fece un cenno positivo. Tornò a rimettersi in piedi.

-Io non so come sia possibile, ma con il corpo mi dava tutto il calore del mondo,ma sentivo che non mi accettava… non mi voleva..

Mi morsi un labbro.

-Diciamo che  per lei non è stato facile andare avanti dopo che sei partito. Di preciso non so cosa abbia provato, anche se posso immaginarlo. –mi portai una ciocca di capelli dietro l’orecchio. – Per un certo periodo ci ha allontanate. Forse soffriva la nostra presenza. Noi che sapevamo dei suoi sentimenti durati anni, noi che avevamo assistito alla sua “sconfitta”. Probabilmente si sentiva stupida. Aveva ancora una volta paura che potessimo giudicarla come tale.- Sistemai il tovagliolo di stoffa e lo piegai con cura.

-Da qualche mese ha ricominciato a frequentarci, ma tendenzialmente non approfondisce mai le questioni che riguardano la sua vita amorosa. –lo guardai seria. –E’ cambiata.- affermai. –O almeno è ciò che vuole darci a bere.

Attirai la sua attenzione.

-Che intendi dire?

Mi si avvicinò.

-Penso che voglia difendersi. Ripararsi dalla possibilità di ferirsi. Ha costruito come un muro invisibile per non far avvicinare veramente nessuno a lei. Anche con quell’Alessio..

Stavo per continuare ,ma Nicola mi fermò con un gesto della mano.

-Dimmi solo se stanno insieme.

Scrollai le spalle. Non lo sapevo.

-In realtà lei dice che sono insieme per convenienza.

Lo vidi riprender fiato. Si sporse verso di me.

-Cosa devo fare?D’istito correrei da lei all’istante ,ma se penso a quello che dovrebbe significare..

Sbuffai esausta.

-Devi prima fare chiarezza. Se ci tieni a  lei, se pensi che i tuoi sentimenti siano d’amore allora fatti poche domande e pensa a riconquistarla. Mi pare che il marcantonio che si è messa accanto ci stia provando in tutti i modi a farla capitolare. Non so ancora per quanto possa resistere…in tutti i sensi!

Gli feci un occhiolino e sperai che capisse che mi riferivo anche alla sfera sessuale. Si sapeva da tempo che fino a quando una donna non ti lascia varcare la soglia della propria vagina, un uomo era solo provvisorio.

Mi guardò afflitto.

-Che devo fare allora?

Mi rialzai in piedi.

-Penso che tu sia un vero coglione! – andai verso la mia scrivania e tornai da lui con un foglio di carta e una penna. – Sei così deficiente che dovrò farti un disegno!

 

Pov Ari

Giocavo col cibo. Infilzavo la forchetta nella crema pasticciera del mio dolce e fingevo, con vari cenni del capo, di stare ascoltando il lungo sproloquio di Alessio. Lo fissavo e lo vedevo veramente bello. Era dolcissimo e sempre attento ad ogni mio più piccolo desiderio. L’uomo dei sogni… di qualcun'altra. Per quanto mi sforzassi di trovare una buon intesa tra noi, la mancanza di sesso, non ci aiutava. Il vero problema era che non riuscivo nemmeno a passare in seconda base con lui. Ogni volta che ci trovavamo in intimità, trovavo una scusa e sicuramente il ragazzo ormai era agli sgoccioli, anche se non l’avrebbe mai detto ad alta voce.

-Ehi?Ma mi ascolti?

Ritornai al presente e posai la forchetta nel piatto.

-Si , scusami è che questo dolce non mi attrae molto.

-Sei sicura? – mi accarezzò il viso. –E’ da quando siamo usciti da quella caffetteria che hai quest’espressione.

Mi sentii punta nel vivo e scattai seduta.

-No. No. Sto benissimo, sono solo… stanca.

Il ragazzo mi fece un sorriso comprensivo. Anche per quella sera… niente sesso.

-Ti riaccompagno subito, lasciami solo pagare il conto e ce ne andiamo.

Feci un cenno d’assenso e lo fissai dirigersi alla cassa.

L’unico pensiero di quel momento era estremamente negativo.

Nicola. Sbuffai pensando che quell’incubo vivente era sbucato fuori dal passato, proprio come un coniglio dal cilindro. Avevo sbagliato a farci l’amore, avevo sbagliato a permettergli di avvicinarsi. Eppure…

Presa dalla tachicardia e dal mal di stomaco ,mi accorsi troppo tardi dello sguardo di Alessio fisso su di me.

Gli sorrisi, ma compresi all’istante che lui aveva capito qualcosa. Sapeva che c’era qualcun altro nel mio cuore,ma fingeva di non vedere. In quell’istante , nei suoi occhi però c’era la verità. Prese un respiro e cercò di sembrare tranquillo.

-Andiamo o devo portarti in braccio sino a casa?

 

Pov Nicola

Irene era stata chiara, prima di correre da lei avrei dovuto chiarire i miei sentimenti. Io sapevo cosa provavo, lo sapevo dal giorno del suo compleanno.

Avevo sbagliato tutto. Gabriella era ritornata nella mia vita come un fulmine a ciel sereno e nel momento peggiore,ma allo stesso modo se n’era andata, lasciandomi smaltire le conseguenze della sua comparsa. Se mi ero pentito di esserci stato ? No. Assolutamente no. Avevo finalmente capito che ero andato avanti, più o meno, cancellando alcuni piccoli fantasmi del mio passato. Io non investivo sentimenti, ne avevo ancora troppa paura. Ero spaventato. Poi c’era Arianna. Arianna che per anni era stata di fronte ai miei occhi eppure era così invisibile. Giorno dopo giorno, la rivedevo in ogni episodio della mia vita. Il giorno del mio sedicesimo compleanno, seduta fuori casa di mia nonna. Mi aveva visto e mi aveva salutato per poi scappare via. Il giorno in cui avevo litigato con mia madre ed ero scappato agli allenamenti. Si quella doveva essere la prima volta in assoluto che la vedevo. I capelli tutti scombinati, tondetta e forse anche abbastanza bruttina , un fiore che sarebbe sbocciato col tempo.  All’occupazione, dopo essermi scopato Nene, la sua migliore amica, Ari mi si era avvicinata , inconsapevole dell’accaduto e mi aveva sorriso, come ogni volta. Lei c’era stata sempre e quelle erano solo alcune delle occasioni. Mi domandavo come fosse possibile che una ragazzina potesse essere così devota a qualcuno. Come si poteva accettare di vivere sempre ai bordi , senza mai azzardarsi a rischiare?

Forse l’avrei rifiutata, proprio come avevo continuato a fare anche in seguito.

Con quei pensieri continuai ad aggirarmi intorno al suo palazzo. Avevo fumato all’incirca la dodicesima sigaretta quando finalmente la vidi di ritorno. Ero a piedi e così approfittai di quel fatto per nascondermi dietro un utilitaria parcheggiata lì vicino. Ari era con quello e lui la teneva per mano. La ragazza sembrava felice, seppur avesse in volto ancora quello strano sguardo vacuo. Quando furono arrivati, cercai di spiarli al meglio e tentai di non farmi notare. Si dissero qualcosa che non riuscii ad udire, poi si salutarono con un bacio stampo. Cercai di respirare, ma lo stomaco si contorceva e le nocche dei pugni sbiancarono. Il ragazzo era di schiena e finalmente sgomberava. Lei era intenta ad armeggiare con la serratura del palazzo. Non appena la vidi scattare ,la seguii in silenzio spingendola all’interno e posandole una mano dinnanzi alla bocca per impedirle di urlare.

-Shh. Ti lascio andare, ma non urlare.

E così feci. Arianna si voltò  e si portò una mano al petto ancora spaventata.

-Ti sei per caso ammattito?Cos’è?Un modo per togliermi di torno?

Mi aggredì piccata. Scoppiai a ridere della sua espressione e le presi una mano. Mi guardò perplessa, come se avessi di colpo assunto un colore verdognolo.

-Che ti prende?

Chiese seria.

-Devo..devo parlarti.

Si liberò dalla mia presa e strinse le mani sotto al petto. Sbuffai frustrato da quel suo atteggiamento tanto intransigente e distaccato.

-Dimmi allora!

Sembrò scocciata.

-Voglio uscire con te.

Ancora quello sguardo . Per un secondo temetti di avere un grosso brufolo sulla fronte.

-Perché mai?

Sembrò infastidita.

-Perché voglio stare con te.

Affermai serio.

Lei scoppiò a ridere.

-Di preciso da quant’è che fai un corso per cabarettisti? Sei diventato così divertente!

Provò ad allontanarsi ma la bloccai.

-Ti prego, dammi una possibilità.

Arianna mi fissò a lungo con sguardo ostile.

-Di possibilità ne hai avute a bizzeffe. Penso che sia giunta l’ora di andare avanti, non credi?

Mi riportai le mani tra i capelli.

-Non penso che la cosa sia giusta. – sbottai. –Quando mi hai dato una possibilità non ero ancora pronto, non credevo nemmeno che tu mi piacessi così tanto.

Lei scrollò le spalle.

-A volte il problema delle relazioni è la tempistica.

Provò ancora ad andarsene, ma l’afferrai per le spalle e l’inchiodai al muro. I nostri visi erano ad un centimetro di distanza, sentivo il suo respiro sulla pelle e il cuore battere sotto il maglioncino sottile.

-Ora cosa pensi di fare?Baciarmi?Fare sesso nell’androne del palazzo?

Sembrò così lontana e fredda in quelle sue parole.

-Sai benissimo che il mio corpo risponde perfettamente ai richiami del tuo. Il nostro insormontabile fardello era legato a te e alla tua incapacità di relazionarti con una ragazza che ti amava in modo incondizionato e al fatto che non fossi capace di essere sincero, nemmeno dopo esserti scopato la tua ex.

Sentii la sua voce tremare impercettibilmente verso la fine della sua affermazione.

-Dammi un ultima occasione, ti giuro che non ti deluderò.

Rialzò lo sguardo al cielo.

-Credi sul serio di poter mantenere una promessa simile?

Continuò sarcastica. La fissai serio.

-Puoi contarci.- le risposi, stava per ribattere ma le impedii di farlo. –Se non accetterai continuerò a ritornare ogni sera e a romperti le palle. Un'unica occasione, poi se proprio non dovessi più piacerti, potrai liberarti di me .

 Sembrò perplessa di fronte a tutta quella determinazione e mi vergognai leggermente di quell’assurda situazione in cui mi ero infilato e sottomesso a lei.

-Okay, passa domani alle otto.

La vidi armeggiare nella borsa estraendo un foglietto ed una penna. Scrisse qualcosa e poi me lo porse.

-Mi troverai a quest’indirizzo. Niente cose particolarmente impegnative, sarò in tenuta da lavoro ed estremamente spossata.

Richiusi il foglietto nella tasca dei jeans e le sorrisi, sporgendomi verso di lei e lasciandole un bacio stampo. La fissai sempre più sorpresa.

-A domani, Piccola!

   
 
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