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Autore: Tinuviel Undomiel    16/03/2013    5 recensioni
Dopo 'Skin deep': Emma deve prendersi cura di Rose French, la nipote di Moe,mentre lui è in ospedale. Inizia anche a cercare notizie delle madre mancante di Rose e del padre ignoto, scoprendo una storia segreta di un altro mondo. Nel frattempo, il signor Gold lotta con la consapevolezza che forse potrebbe avere un altro figlio, che deve proteggere da Regina.// La storia segue passo passo tutte le puntate, con qualche novità. Tradotta da Buffy4ever.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Emma Swan, Nuovo personaggio, Signor Gold/Tremotino, Un po' tutti
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mi dispiace per questo enorme ritardo! Ho molto da fare ultimamente. Anzi, ho diviso ulteriormente questo capitolo 3 , proprio per cercare di far passare poi meno tempo per il capitolo 4. Quindi a questa seguirà a breve la terza e ultima parte del 'Primo Petalo'. 
Grazie a tutti i recensori, e anche ai lettori silenziosi! 


 
La mente di Emma si era già messa in moto: doveva trovare il padre di Rose, al fine di recuperare una parvenza di controllo nella sua vita. Non ci volle molto per  decidere da dove cominciare; Moe French era la persona che conosceva meglio sua figlia. Se qualcuno avesse avuto qualche idea su chi fosse il padre di Rose, era sicuramente lui.
 
Così Emma infagottò Rose e andò con la bambina in ospedale. Rose aveva superato il momento ‘farina’, ma ancora non rivolgeva attenzione ad Emma: semplicemente commentava ogni piccola cosa che vedeva, ignorando l’adulta completamente. Si ravvivò notevolmente non appena entrarono nella stanza di Moe French, e così anche l'uomo più anziano.
 
"Nonno!" Esclamò Rose,  cominciò a divincolarsi dalle braccia di Emma, e ci volle molta della sua attenzione per non far cadere la birichina su Moe, ma alla fine riuscì a porgerla delicatamente a suo nonno.
 
Moe ridacchiò e la tenne stretta, dicendo sciocchezze alla bambina e baciandole  spesso la testa e le guance. "Oh, mi sei mancata così tanto." I suoi occhi incontrarono quelli di Emma. "Spero che non rechi troppo disturbo."
 
Emma dovette mordersi la lingua per frenarsi dal dire ciò che realmente pensava. "Oh, è buona, forse solo un po’ curiosa, di mano lunga." Moe le rivolse uno sguardo preoccupato ed Emma capì che non poteva sorvolare. "In qualche modo ha trovato il contenitore di farina e ha fatto un po' di confusione…ancora non so come lo abbia raggiunto."
 
Moe ora sorrise: "Lo fa spesso, è in grado di raggiungere certi posti come per magia.”
 
Anche Henry avrebbe dato questa valutazione, grazie  alla sua fervida immaginazione.
Poi Emma ricordò a se stessa che non era arrivata fin lì solo per far sì che  Moe French vedesse la sua nipotina, ma anche per domandargli ciò che sapeva.
 "Adesso, c'è una cosa che vorrei chiederle."
 
"Cosa?"
 
Lei esitò, perché aveva la sensazione che lui non avrebbe compreso i suoi piani.
"Mi stavo chiedendo ... c'è qualche possibilità che il padre di Rose possa spuntare fuori? Forse per occuparsi di lei, qualche volta."
 
Moe impallidì e guardò Rose per un lungo periodo di tempo. La bambina non era a conoscenza della gravità della discussione e si stava interamente dedicando a premere i pulsanti sul lato del letto, per farlo muovere su e giù. Emma si chiese se avesse detto la cosa sbagliata; forse c'era una buona ragione, se Moe non voleva che il padre di Rose fosse coinvolto, forse ... forse Emma aveva con Alayna molte più cose in comune di quanto pensava. Forse entrambe avevano avuto lo stesso problema con gli uomini.
 
"Io ... io non lo so," balbettò  Moe e poi scosse la testa. "No, no, non può dare una mano."
 
Emma si sporse in avanti. "Lui ha detto così?"
 
"No," ammise Moe , le sue labbra si unirono in una linea dura, mentre i suoi occhi si fecero molto tristi. "La verità, sceriffo, è che io non ho idea di chi sia."
 
Non riuscì a nascondere completamente il suo stupore: come poteva un uomo non sapere chi avesse messo sua figlia incinta? Non aveva senso. "Sua figlia non lo sapeva?" chiese Emma prima di riuscire a trattenersi, facendo una smorfia per come suonava pensare Alayna come una donna facile.
 
"Lo sapeva," spiegò Moe, "ma non voleva dirmelo."
 
"Non gliel’ha chiesto?"
 
"Certo che gliel’ ho chiesto," si affrettò a dire Moe, "gliel’ho chiesto molte volte." Ora i suoi occhi azzurri si riempirono di lacrime e la sua voce tremò.
"Un giorno mia figlia mi dice che è incinta e io ... io non sapevo cosa fare. Io ... io non l'ho presa bene", ammise a bassa voce, "Ero frustrato e arrabbiato che avesse lasciato accedere qualcosa di simile …e che non mi dicesse chi era lui. Non sono stato il miglior padre, allora.”
 
Emma si trovò molto coinvolta nella storia di Moe, quasi dimenticò di respirare. Aveva fatto qualcosa ad Alayna? No, sicuramente no, non per quanto amava ora Rose. "Ma poi ha ricapitolato," gli disse, non era una domanda, ma un dato di fatto.
 
Moe annuì. "Quando è nata Rose, è stato impossibile restare arrabbiato. Ho smesso di chiedere, e ho semplicemente accettato che Rose fosse un dono."
Ma i suoi occhi si incupirono rapidamente  "e poi , quando Alayna andò via, Rose era tutto quello che mi era rimasto. Allora non volevo condividerla con nessun altro."
 
"Capisco," rispose Emma ed  esitò prima di osare oltre, "Ma forse è il momento di provare a cercare il padre di Rose, potrebbe essere positivo avere un po' di aiuto."
 
"Posso prendermi cura di lei."
 
"Certo che può," disse in fretta lei, "Ma in questo momento non è esattamente al top della forma." Rimase in silenzio per un momento, "Le dispiace se chiedo in giro?... magari proverò a scoprire chi è."
 
Moe non disse nulla, ma meditò le sue parole per un po'. "Non sono sicuro che lo troverà…conoscevo bene Alayna , e non ho ancora idea di chi possa essere."
 
"A volte è più difficile vedere quello che è proprio davanti a noi", sottolineò Emma.
 
Lui annuì, ma aveva ancora un'espressione molto seria sul volto. "Non posso negare di voler sapere chi sia... ma allo stesso tempo non voglio saperlo…se ha senso.”
"Ce l’ha," disse piano Emma, “ma mi creda, so bene che misteri come questo , a lungo termine ci arrecano solo del male. Dobbiamo almeno provare."
 
Lui guardò Rose per un po’ , prima di annuire.  “Può provare, sceriffo, ma non sono sicuro che riuscirà."
 
Emma non sarebbe riuscita a dirselo meglio di così.
 
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Regina non era solitamente un tipo sentimentale; infatti erano poche le cose di valore che aveva portato con sé dalla Foresta Incantata, dopo aver lanciato la maledizione. Ma mentre guardava Biancaneve e il suo piccolo principe azzurro che iniziava furtivamente a starle intorno ... sentiva un vecchio, familiare, dolore che risaliva in superficie.
 
Così, mentre pensava con rabbia a un nuovo piano per tenere lontano da Biancaneve il suo principe, Regina non poteva fare a meno di riprendere l’unico oggetto di valore che teneva gelosamente. Nascosto in una piccola scatola, c’era l'anello di Daniel , al sicuro. Fece roteare il gioiello semplice, ma prezioso, tra le dita, ricordando il giorno in cui lui gliel’aveva donato, o pensando ai giorni che avrebbero potuto avere….
 
Premette il  freddo cerchio di metallo sulle labbra, cercando di ricordare la sensazione e il gusto di lui…ma era passato così tanto tempo. Non riusciva proprio a ricordare tutto. Ciò bastava a  farle venire voglia di piangere.
 
“Pensa ai bei tempi andati?”
 
Regina si ritrasse ma cercò di mantenere la sua compostezza al suono della voce del signor Gold ... o di Rumplestiltskin. Odiava che si intromettesse in questo modo, ma non aveva intenzione di dargli la soddisfazione di farglielo capire.
 
Abbassò la mano e nascose l’anello, come se questo potesse tenerlo al sicuro. "Che cosa vuole?" posò l'anello nella sua piccola scatola e la chiuse.
 
"Chiederle un favore," le disse onestamente, come se fosse davvero così semplice.
 
“Lei" lo schernì lei, voltandosi a guardarlo, ma mantenendo la scatola nascosta dietro la schiena. "vuole chiedere un favore da me?
 
Il signor Gold semplicemente alzò le spalle e si diresse verso di lei. "Beh, di certo saprà che c’è un’accusa di percorse che pende su di me, e l’idea di tornare in una gabbia, come può immaginare, non incontra il mio favore." disse l'ultima parola con disgusto e lei non poté fare a meno di sorridere; in realtà aveva gioito vederlo rinchiuso in quella prigione .... "Ora," lui alzò una mano puntando il dito verso di lei, "qualcuno con la sua influenza, potrebbe suggerire al procuratore distrettuale che tale accusa è inconsistente." ; Cominciò a camminare verso la grande ciotola di mele sul tavolo, il loro colore rosso vivo faceva contrasto con  l’arredamento bianco e nero dell’ ufficio. "dico bene, maestà?"
 
Regina lo guardava provando una vera soddisfazione. Per una volta sembrava che fosse lei ad aver avuto il sopravvento. Il signor Gold era in un vero e proprio vicolo cieco, il caso non era "inconsistente" affatto. Se lei non fosse intervenuta, beh ... non c'era alcuna possibilità che lui potesse risolvere la situazione con le sue forze. Si chiedeva però se la sua necessità di evitare la prigione fosse semplicemente dovuta a un desiderio di libertà ... o se forse volesse andare a fondo nel  mistero che circondava la piccola Rose.
 
Lui se ne stava interessando, non c'era dubbio. Come potrebbe non farlo? Aveva creduto molto facilmente che Belle era morta, non c'era alcun dubbio che adesso si chiedesse se davvero i chierici l’avessero violentata. Com’era meraviglioso tutto questo, sapendo che in realtà non c’era stato alcun chierico.
Sì, l'unica persona a sapere che il padre di Rose fosse davvero il folletto , che era stato tanto sciocco innamorarsi, era Regina stessa ... e lei non aveva intenzione di condividere tali informazioni con nessuno.
 
Ma se aveva intenzione di torturarlo così... beh, era nel suo interesse che rimanesse  fuori dal carcere , giusto?
 
Eppure non aveva intenzione di concedere favori gratis . "Ma io cosa ci guadagnerei?" chiese, assaporando il momento in cui avrebbe potuto disporre i  suoi termini.
 
Con la coda dell'occhio notò il suo sorriso sornione. "Un piccolo aiuto". Iniziò lui, come se quella parola fosse esattamente ciò che serviva. "contro Mary Margaret." Regina gli lanciò uno sguardo con il quale intendeva che non ne era esattamente entusiasta, prima di prendere un posto a sedere ... come se fosse il suo trono. "Sa, visto che nonostante tutto il suo impegno nel fermarli, lei e il suo principesco amico trovano sempre un modo...per stare insieme .”
 
Oh, lei lo odiava. Sapeva che stava tentando di farla impazzire al pensiero di Biancaneve e il principe di nuovo insieme, al pensiero che il suo più grande desiderio stava cominciando a fallire. Regina ebbe una gran voglia di avere il sopravvento, per cancellare quel sorriso dal suo volto ... ma desiderava molto di più distruggere la felicità di Biancaneve.
 
“Lei dunque cosa suggerisce?" chiese, non mostrando i suoi veri sentimenti.
 
Il signor Gold aveva uno sguardo soddisfatto sul volto. "Se si vuole infliggerle dolore," cominciò, posando lentamente una mela sulla sua scrivania prima di prendere anche lui posto a sedere. “si deve infliggere un dolore."
 
Regina non reagì, ma aspettò in silenzio che continuasse.
 
"Se ci fosse una tragedia…e se la moglie di David facesse una brutta fine ..." Regina girò la testa e non riuscì a nascondere la sua sorpresa per il suggerimento, "E se la colpa ricadesse… su Mary Margaret…"
 
"…sarebbe la sua rovina," concluse Regina, stupita di come apparisse pulita e semplice la soluzione .
 
"E lei si godrebbe la sua vittoria, finalmente."
 
A Regina piacque quel piano; era esattamente quello di cui aveva bisogno. Ma vi erano alcuni difetti.  "Però è arduo pilotare un processo", sottolineò.
 
Il signor Gold sorrise e sospirò. "Io non ho certo parlato di un processo…"
 
Ora fu la volta di Regina di sorridere. Oh, sì, questo era esattamente quello che voleva.
 
"Perché quando Mary Margaret sarà arrestata", si sporse in avanti sulla sedia “lei metterà una delle sue chiavi col teschio dentro la cella" distolse gli occhi da lei. "l’accusata fuggirà da Storybrook e…" si strinse nelle spalle, "sappiamo tutti cosa capita a chi prova a lasciare la città."
 
Sì, era un piano perfetto, lo era davvero. Tutto  andò al suo posto ... tranne una cosa.
 
Regina si sporse in avanti sulla sedia per guardarlo negli occhi. "Mi dia una sola buona ragione per fidarmi di lei.”
 
Lui sorrise e cominciò ad alzarsi in piedi, aiutandosi col bastone. "La ragione è che io rispetto sempre i miei patti.” le disse, “Abbiamo un accordo?" E poi le lanciò la mela rosso brillante.
 
Tracciò la pelle liscia e rossa della mela con la punta delle dita, ma non incontrò mai gli occhi di lui, mentre il suo sorriso cresceva come il seme della menzogna che mette radici. Lui aveva ragione, non aveva mai rotto un accordo, seguendolo sempre alla lettera, anche se riusciva a  trovare delle scappatoie di tanto in tanto. Ma qui non ce n’erano.
 
"Affare fattol", gli disse, e la sua lingua assaporò le parole che sigillarono l’infelice destino di Biancaneve.
 
Il signor Gold sorrise di nuovo. "E' un piacere fare affari con lei, maestà."
 
Si voltò per lasciare l’ufficio e lei stava per lasciarlo andare... ma le era necessario mantenere pressione su quel coltello: dopotutto, non voleva che lui pensasse di avere il vero potere qui.
 
"Sono curiosa," cominciò, guardandolo mentre si  fermò sui suoi passi, "Il suo desiderio di restare libero ha per caso a che fare con la nuova coinquilina di Mary Margaret?" Alzò la testa, ma non si voltò a guardarla, colse solo il suo lieve tentennare.
 
Ci volle un lungo momento prima che finalmente si voltasse, per rivolgerle un’espressione vuota. "Ora, che cosa le fa credere che io abbia qualche interesse in questa faccenda?"
 
Lei sorrise consapevolmente. "La bambina della donna che era tua prigioniera?Una donna che lei ha sedotto", si fece beffe Reginai, "si starà sicuramente chiedendo chi ha generato la bambina”
 
"Forse", ammise lui, "se davvero me ne importasse."
 
Si stava sforzando di fare il disinvolto, cercando di farle credere che non gliene importasse niente. Ma Regina non ne era così certa, sapeva con sicurezza che lui aveva amato la madre della bambina. Quella stupida donna stupida aveva ammesso che il bacio aveva quasi funzionato, e il bacio del vero amore non funzionava se veniva dal cuore di una sola delle due persone.
 
E se aveva veramente amato la madre ... allora quell'amore poteva benissimo essere esteso anche alla bambina.
 
Regina non poté fare a meno di sorridere di nuovo. “Io starei attenta, signor Gold, Lei sa bene quanto me che questa maledizione tiene le persone a distanza da ciò che vogliono.”
 
"Sta  ipotizzando che io voglia davvero essere il padre di Rose," Lui le rivolse un sorriso, "Sa che non deve dare niente per scontato, cara. Ora, cortesemente mi permetta di tornare alla mia attività ... per favore."
 
Si accigliò non essendo in grado di impedirgli di andar via, ora che lui aveva detto la parola magica. Lo guardò andare, insicura del fatto che avesse davvero ottenuto quello che cercava. Era possibile che lui non volesse davvero sapere la verità? No, aveva amato Belle; doveva essere per forza una tortura per lui non conoscere i fatti.
 
Non era ancora molto soddisfatta, fino  a quando non pensò a ciò che stava per aver luogo: la sua vendetta stava finalmente per essere completata.
  
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