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Autore: Desperate Housewriter    16/03/2013    9 recensioni
Prova ad immaginarti la scena. Trovi una lettera molto lunga, c'è scritto sopra che è vietato leggerla. Con la coda dell'occhio riesci a leggere questa frase:
"Nascondo un segreto che non ho mai detto a nessuno, ma finchè non lo svelerò sarò rinchiusa qui dentro. Tutti nella vita abbiamo un piano A, come uno B, uno C e come ultimo uno D. Ecco, io sono stata costretta a portare a termine l'ultimo. Ho esagerato. Capisco che è giunto il momento di confessare. Ecco perchè ti sto raccontando tutto questo."
Continueresti a leggerla?
Se decidi di farlo, pian piano scoprirai il motivo per cui Sisi è andata in prigione, o, meglio, perchè ha voluto andare in prigione. Sí, perchè per una serie di problemi ha dovuto cercare di farsi beccare dalla polizia.
Perchè mai avrebbe voluto?
E tu, caro intruso, sei pronto a scioccarti?
"Un giorno tutti mi ameranno. Un giorno tutti verranno da lontano per sentire la mia voce. Un giorno tutti faranno a gara per starmi accanto. Ma non oggi."
Oh, dimenticavo, È ASSOLUTAMENTE VIETATO LEGGERE QUESTA LETTERA.
Genere: Avventura, Generale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'è una cosa più forte di tutti gli eserciti del mondo, e questa è un'idea il cui momento è ormai giunto.
Victor Hugo


CAPITOLO SEI- Mentire Per Credere





Te ne stavi sulla sedia a dondolarti con i piedi sopra al tavolo, guardando la mia foto. Me l'ero fatta l'anno scorso per il mio primo giorno di scuola, mamma ne tiene una per ogni anno.
E allora perchè ce l'avevi in mano? Dal modo in cui la studiavi sembravi molto interessato, quasi come fosse un indizio di un crimine. E se lo fosse stato veramente? Avanzai lentamente, pronta a sedermi. Alzasti il capo. Un tuo sguardo agghiacciante mi si puntò addosso, che subito dopo si trasformò in qualcosa di caloroso dopo che ricontrollasti un'altra volta la mia foto.
- Non ci posso credere, non dirmi che tu sei Sisi! - Pensavo che la risposta fosse ovvia ma da come mi guardasti capì che non era così. Eri tu che mi facevi le domande, eppure le avrei dovute fare io in quel momento.
Beh, logico, sei un poliziotto.
- Ehm... Si. - risposi imbarazzata.
- Mi puoi dare la conferma, tu sei Sisi Blockast? - Credevo di avere già confermato, anche se in modo vago.
- Si, confermo, io sono Sisi Blockast - dissi chiaramente per non creare confusione.
- Bene, la tua mamma è in pensiero per te, le hai fatto un brutto scherzetto. - Non capivo che cosa intendevi per "brutto scherzetto", l'averla offesa riguardo a mio padre?
- Ora.. Ora dov'è? - Balbettai, volevo che mi conducesse al perchè avesse la mia faccia stampata in mano.
- È ritornata a casa, gliel'ho consigliato io. Ti avrei rispedita a casa appena ti avessi trovata. A quanto pare, invece, sei tu che hai trovato me. - disse sorridendo.
- Ma è stata mia madre a chiederti di cercarmi? - le parole mi scivolarono dalla bocca, la mia curiosità superava ogni altra cosa.
- Ovviamente, Sisi! Quale madre non lo avrebbe fatto dopo che una figlia fugga da lei? -
Ecco quello che volevo. Avevo riunito tutti i pezzi o, perlomeno, mi ero fatta delle ipotesi. Mamma avrà subito ripensato all'abbandonarmi per le strade di Londra e sarà tornata a cercarmi, fallendo, ovviamente, perchè io mi erò già avviata a cercare una scuola. Allora sarà andata dalla Polizia, ma avrà preferito dire che io sono scappata anzichè affermare che mi aveva abbandonato. I poliziotti avrebbero capito, certo, ma pur di non fare una brutta figura avrebbe fatto qualsiasi cosa.
- Mi ha raccontato anche della storia di tuo padre, è per questo che sei scappata, vero? - Io annui con la testa, anche se quest'affermazione era più che falsa.
- Ha detto che in caso lo avresti trovato avresti potuto passare un po' di tempo con lui, vi avrebbe concesso anche un mese da soli e poi vi avrebbe raggiunti. Non l'hai trovato, non è così? -
- No. - risposi sottovoce.
- Bene, se è così allora stanotte ti troveremo un letto dove dormire e domani faremo in modo di farti partire. - Sembrava tutto così semplice, schematico ed efficace. Le tue parole sono state sempre convincenti, al contrario delle mie. Fummo interrotti da una guardia per le prigioni, così c'era scritto nella sua etichetta attaccata alla sua camicia.
- Cosa vuoi, Hugson? - dicesti in modo scocciato. Avevi un tono completamente differente a quello che usavi con me mentre parlavi.
- C'è stato un altro equivoco, nelle prigioni, signore, zona effe. Una... - Fu inerotto da te - Fammi indovinare, un'altra rissa? -
- Esatto. -
- Bene, credo che dobbiamo cambiare procedura al riguardo. - Io intanto vi ascoltavo interessata, parlavate in un modo così formale... Nessuno in Uganda aveva mai parlato così.
- Che cosa intende di specifico? -
- Niente palestra per i due pugili, per almeno un mese, finchè non imparano. -
- Ricevuto. Vedrò di procedere al più presto. -
- Grazie mille, Hugson. -
- Non c'è di che. - E se ne andò.
Ti ritornò il sorriso in volto.
- Dov'eravamo rimasti? -
- Prigioni? - cercai di svincolare io con uno sguardo più che stranito, cercando di cambiare discorso.
- Oh, si, lo so. Di solito un poliziotto non si occupa dell'organizzazione delle prigioni ma in questo caso il Comune ha detto che, sebbene sia il più qualificato in città in entrambi lavori, sarebbe stato meglio se intraprendessi entrambe le carriere. Tanto questo dipartimento e le carceri sono molto vicine di distanza. - dicesti pavoneggiandoti.
- Ah... Ci sono anche le palestre? - chiesi grattandomi la testa.
- Oh, certo! In tutte le carceri ci sono! Solo che vanno a turni, in modo tale che non ci stiano sempre ma scelgano invece anche di andare in altri corsi, come quello di cucina, astronomia, biologia, letteratura... -
- Letteratura ha detto? -
Ero quasi gelosa di loro, perchè loro potevano essere colti e io no?
- Già... proprio così. Anche se i nostri ragazzi non apprezzano il fatto che noi vogliamo che siano acculturati. Sono carcerati, si sa, loro preferiscono la palestra, i film duri e la playstation. - dicesti sbuffando - Sarebbe questa la loro vita ideale. Per non parlare della biblioteca, nessuno ci entra da secoli ormai! In ogni caso noi cerchiamo di indurli sulla retta via. -
- Per andare in prigione si deve pagare? -
Sarà potuta sembrare una domanda idiota, ma essendo stata in mezzo al nulla per tutti quegl'anni era anche qualcosa di normale.
- Che cosa? - risi scetticamente - Ma no! Siamo noi che li obblighiamo a stare e dovrebbero anche pagare? - dissi con ancora la risata in bocca.
"Tu lo vuoi veramente?" Riuscivo a sentite l'eco più profondo delle parole di Don Diggory, non potevano uscire ma solo provocare fastidio. Ma quello che mi turbava è che avevo scoperto che la mia risposta era SI.
Forse in quel momento ero pazza. Forse il mio desiderio era più forte della mia mente. La mia mente mi diceva di dire di NO, il mio desiderio il contrario. Ma la mente, come dice la parola, MENTE. È possibile che mi nasconda la verità attraverso ad una bugia?
Un'idea mi era venuta in testa in un raggio di luce, le mie mani sudavano al sentire quello che dovevo fare. La prigione sarebbe stata l'equivalenza ad un collegge, avrei avuto un posto dove dormire, mangiare e studiare. La differenza è che il carcere sarebbe stato gratuito. Ebbene si, avevo deciso di innescarmi in un'avventura molto vasta. Sarei andata in prigione, con le buone o con le cattive.
- A dire il vero, signor... ? -
- Absolute - rispose al mio sguardo.
- A dire il vero, signor Absolute, io preferirei restare qui. - dissi fermamente.
- Non possiamo lasciarti sola, Sisi. -
Vero. Ma non se gli facessi vedere mio padre. Un padre fasullo. Ovvero... Chi mi aveva accompagnato fin lì.
- No... Io... Mio padre l'ho trovato. - mentii.
Ormai avevo già assaporato il forte gusto della menzogna e.. Non dico che fosse stato il mio cibo preferito, ma era uno dei tanti alimenti che mi avrebbe fatto fare una vita sana.
- Non mi avevi detto di no? -
- Si, ma... Era solo perchè preferivo tornare da mia madre ma.. Ho cambiato idea. -
- Però devi farmelo vedere, dobbiamo controllare se i documenti combaciano e.. -
- È qui fuori - Ti sussurrai appena. Ti aprii la porta e gli andammo vicino. Aveva una faccia stranita. Speravo che mi avesse coperto.
- Papà! - lo rincorsi abbracciandolo. Poi gli ordinai all'orecchio di coprirmi. Lui fece per dire qualcosa ma io lo zittii.
- Questo è il Signor Absolute, il poliziotto. - dissi guardandolo.
- Bene Rolf- affermasti tu - Mi dovresti dare un documento. -
- Oh - attaccai io - Lui ha dato un nome falso a mia madre. In realtà si chiama.. -
- Arkiel - mi salvò egli.
Ti grattasti la testa confuso. Misi la tua mano calda sulla mia spalla.
- Come fai a sapere che è veramente tuo padre? Potrebbe averti detto una bugia, con tutto il rispetto, signor Arkiel. -
- Perchè appena mi ha visto mi ha riconosciuto, visto che mia madre gli ha sempre mandato foto e mi ha detto di essere mio padre e di essersi pentito. - inventai io, cercando di parlare più velocemente possibile.
- Uff... - sbuffò confuso il poliziotto - Non lo so, se almeno il tuo cognome avesse combaciato con il tuo, ma tuo madre mi ha detto che ha deciso di farti prendere il cognome da lei. -
- Ti prego, Mr. Absolute! - mi prendesti per un polso e mi trascinasti di nuovo dentro al dipartimento. Prendesti da un cassetto uno spazzolino e me lo porsi.
- Grazie - dissi confusa.
- Quello non è un semplice spazzolino, Sisi, se sei in pericolo basta farlo cadere e io vedrò dove sei e verrò subito in tuo soccorso. -
- Va.. Va bene. - sorrisi - Ora posso andare? -
- Certo, però stai attenta e tienti quell'oggetto sempre con te. - Io uscii di nuovo, Arkiel aveva uno sguardo che faceva capire che la sua bocca era pronta all'attacco.
- Ma che diamine ti è preso? - mi disse confuso.
- Arkiel, che nome del cavolo. - risposi ridendo, cercando di cambiare discorso.
- Non è divertente. No, dico, che ti si è messo in testa adesso? -
Era abbastanza arrabbiato, ma cercai comunque di sorridere ed essere simpatica per fargli cambiare umore.
- Mi è venuta un'idea. Ti spiegherò bene tutto quando arriviamo a casa. -
- In che casa, bella? -
Lo guardai con gli occhioni da cucciolo e lui sembrò capire subito le mie intenzioni.
- No, no, no, no. A casa mia non se ne parla, ci sto a malapena io lì dentro. -
- Perfavore, solo per questa notte? -
Non era vero, avrei dovuto passarci lì molte altre notti ma avrei curato quel piccolo dettaglio in seguito.
- Ma, dico, non ti conosco nemmeno! La tua mammina ti ha insegnato le regole, non si fa entrate gli sconosciuti in casa. -
- Piacere - dissi porgendogli la mano - Sono Sisi Blockast - Lui me la strinse.
- Ora mi conosci - sussurrai ridendo.
- Solo per questa notte e se scopro che sei una ladra o qualcosa del genere ti
caccio fuori a calci in culo, intesi? -


Dubitare di tutto o credere a tutto sono due soluzioni ugualmente comode che ci dispensano, l'una come l'altra, dal riflettere. Jules-Henri Poincaré




Ciau,
Come va?
Che bello, sono arrivata a 50 recensioni, è meraviglioso. Un grazie particolare, di nuovo. Lo so, forse ringrazio troppo, ma non avete la minima idea di come mi senta a leggerne soltanto una. La leggo, la rileggo e la rileggo, finchè non l'ho risucchiata del tutto, quasi come se fossi una spugna. Le so praticamente a memoria! ;)
Questo capitolo potrà sembrare molto veloce e rapido, è che voglio che vi sia chiara la sua decione e non volevo complicarlo troppo.
Sono molto affaticata, ogni volta devo mettere sempre il codice HTML a mano, è una tortura, è che con l'iPad non riesco a fare altro! :(
Come avrete notato ho scelto di dare del TU a Mr. Absolute, sebbene in inglese non esiste il "LEI" e anche perchè creerei (si scrive così?) molta confusione. Se però preferite che torni a dare del LEI lo farò.
Ho scelto di usare molto discorso diretto, proprio perchè volevo dare un senso diretto alle risposte e non riuscivo a farlo in un altro modo.
Comunque un punto per fiddle nella gara, perchè ha risposto giusto ad una domanda! Purtroppo nessuno ha indovinato chi fosse Mr. Absolute.
Ancora una piccola cosa, se sei una lettrice silenziosa mi piacerebbe molto sapere la tua opinione. Per me tutto è importante e anche se ultimamente le mie recensioni sono salite di numero (non che mi dispiaccia) non vuole dire che non ho bisogno della tua!
Vi lascio con un'altra domandina,
Per voi Arkiel com'è finito a Londra?
Bacioni a tutte,
Salutatemi Qualcuno,
Girl Dude

P.S- Un ringrazio speciale anche a Mirtilla Malcontenta che mi ha sempre supportato!
  
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