7 Luglio.
[Pg base: Kiba. Pg aggiunto: Shikamaru. Prompt: Guerra]
 

Sul volto stanco di Kiba Inuzuka si era formato un sorriso di scherno mentre urlava: "Ti vedo male, Nara" all'uomo che aveva di fronte.

Shikamaru aveva sbuffato; Kiba, come lui, era un uomo distrutto dal tempo e dagli avvenimenti, ma non riusciva a smettere di scherzare, alla fine era l'unica cosa che gli era rimasta.

Appoggiandosi stancamente al suo bastone, il Nara si era avvicinato all'altro, e aveva borbottato tra se e se un "che seccatura" che non poteva mai farsi mancare.

Gli occhi bruni dell'Inuzuka si erano persi a osservare il volto segnato dal tempo dell'amico, e la lunga e incolta barba bianca.

Shikamaru sembrava uno di quei vecchi pazzi di cui da giovane si prendeva gioco, e un sorriso amaro si era fatto spazio tra le rughe del suo volto quando aveva realizzato che anche lui aveva lo stesso aspetto.

Anche la sua barba era incolta, anche il suo fisico debole, anche la sua salute zoppicante.

Si erano seduti entrambi su una panchina, e forse avrebbero voluto piangere tutti e due, ma non lo avevano fatto.

"Anche io vedo male te" aveva d'un tratto risposto il Nara alla provocazione che gli era stata fatta una ventina di minuti prima.

"Se ci vedessero Hinata e Ino ci costringerebbero a reagire" aveva mormorato l'altro.

Shikamaru avrebbe riso volentieri, ma un attacco di tosse l'aveva colto all'improvviso.

"Ino" aveva detto, tra un colpo di tosse e l'altro "avrebbe detto che sembro un marinaio pazzo, uno di quelli con il bastone e la barba incolta, che mi manca solo il pappagallo".

"Hinata non avrebbe detto niente. Mi avrebbe guardato con disapprovazione, però, finché non avrei capito da solo" aveva aggiunto Kiba.

Poi era calato il silenzio: nessuna battutina di uno, nessun lamento dell'altro: Shikamaru e Kiba erano due uomini distrutti, e non erano più loro.

Non erano neanche lì per caso, e lo sapevano, anche se non dicevano niente.

Era il 7 luglio, e cinquant'anni prima una guerra era infuriata nella loro città, portandosi via tante vittime.

Al centro della piazza principale una statua elencava tutti i morti nell'arco della guerra: una serie di nomi in fila, uno di seguito all'altro, che sembrava infinita.

Tra questi, spiccavano Ino Yamanaka e Hinata Hyuga, vittime di guerra, morte il 7 luglio per colpa di una maledetta mina anti uomo, mentre camminavano insieme.

Davanti al monumento: una panchina, due vecchi tristi, due barbe incolte, una lacrima che sfugge da un occhio, uno sguardo di rimprovero, un "non stavo piangendo, era il vento", l'ennesimo sorriso amaro, un abbraccio.

Pensi che cinquant'anni bastino per dimenticare, ma ogni giorno è più dolente, ogni anno più difficile.

Si sopravvive per inerzia, mentre la barba cresce sempre più bianca*.

 

[464 parole]

*"Mentre la barba cresceva più bianca": citazione della traduzione in italiano della prima Bucolica di Virgilio.



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Ok, questa era l'ultima.
Con questa ho preso cinque punti, arrivando a 35, e conquistando un terzo posto (a parimerito) di cui sono contentissima.
Sono contenta in generale di aver resistito fino alla fine, di aver scritto tanto di Kiba, di essermi divertita, di questo contest.
Vi ringrazio se mi avete seguita, se avete amato il mio Kiba e anche se avete solo letto.
Mando un bacio ad ognuno di voi.
Grazie davvero.
<3
Frà