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Autore: Splendente come il sole    16/03/2013    1 recensioni
Seicento, Francia. Una ragazza decide di lasciare la famiglia in miseria e tenta una vita migliore fuori, nelle stradine francesi.
Ma fuori le cose non sono mai come sembrano e presto Elora si troverà coinvolta in questioni molto più grandi di lei.
^Questa è una storia di genere picaresco^ Quindi se vi piace il genere...
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
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"Elora . Elora, svegliati."
La voce monocorde di Aglaè penetrò gradualmente la spessa coltre di sonno che l'avvolgeva, e  aprì gli occhi .
Per un momento Elora non capì dove si trovasse, ma appena la vide alla finestra i ricordi riaffiorarono nitidi e dissiparono ogni residuo di sonnolenza .
Cominciò a sentire una sensazione sgradevole all'altezza dello stomaco, tuttavia sorrise all'amica .
"Buongiorno, Aglaè."
"Buongiorno" ribattè l'altra, poi chiuse gli occhi e scivolò sul pavimento .
Elora saltò su dal letto e le venne incontro, visibilmente preoccupata .
"Sono solo stanca" sussurrò Aglaè, poi sorrise .
Un sorriso sincero, notò Elora sorpresa .
Si sedette accanto a lei sul pavimento . "Beh...com'è andata ?" chiese timidamente,  curiosa suo malgrado .
Aglaè sospirò, poi uscì i soldi guadagnati nelle ore precedenti, e glieli porse .
"Bene, direi."
Elora li prese, e qualcuno le scivolò dalle mani tremanti .
Aglaè se li riprese .  "Tutto bene ?" .
"Si, certo . Ma..." .
"Sei preoccupata per la reazione di Isabelle ?" la interruppe la putta, alzando un elegante sopracciglio biondo .
"In effetti..." sussurrò in risposta l'altra .  "Anche se non è la mia preoccupazione principale..." aggiunse poi tra sè e sè .
"Le ho già parlato di te" continuò la giovane "ha detto che vuole incontrarti . Il prima possibile."
"D'accordo..." .
                                                                                             §
Titubante, Elora uscì dalla stanza e si guardò attorno .
Aglaè si era rifiutata di accompagnarla .  "Ho bisogno di riposare, Elora . Non preoccuparti comunque, sarà anche un po' severa, ma non morde."
"Perchè ho dubbi ?" pensò poi la fanciulla .
Elora salì su per diverse scale, alla fine si fermò davanti la porta della stanza .
La stanza della padrona del bordella, la famosa Isabelle Becù .
"Ma perchè proprio a me ?" sussurrò la fanciulla chiudendo gli occhi .
Alla fine, bussò timidamente .
"Avanti" la invitò una voce, femminile e roca .
Elora entrò .
La camera da letto era piuttosto accogliente, anche più di quella in cui aveva dormito quella notte .
Le pareti erano di un bordeaux  scuro e intenso, le tende, sia quelle alla finestra, sia quelle che attaccate al grande letto a baldacchino, erano di pizzo, d'un dorato puro, nel comodino accanto al letto c'erano delle caraffe vuote ed una bottiglia di vino, l'aria era intrisa di profumo .
Elora fece una smorfia -tutti quegli odori tanto intensi ormai le davano la nausea-  e si concentrò sulla figura leggiadra di fronte a lei .
Isabelle Becù era famosa anche e soprattutto per la sua bellezza intensa e selvaggia . Aveva capelli lunghi e ribelli, d'un rosso intenso, che le incorniciavano il viso di porcellana come fiamme ardenti . E in quello splendido viso spiccavano due magnifici occhi viola, identici a quelli di Elora .
Portava un abito dal tessuto prezioso, e aveva i capelli in disordine, che le scendevano selvaggiamente sulla schiena .
Non poteva avere più di ventisei anni .
"Tu devi essere Elora" disse con la sua bella voce roca, calda, che, stranamente, riscaldò il cuore della fanciulla .
"Si, madame."
La donna esplose in una risata cristallina, per nulla derisoria .
"Chiamami pure Isabelle ragazza, dobbiamo essere amiche tra di noi, no ?" .
"Ne dubito" pensò Elora, ma non osò dirlo .
Rimase in silenzio, le mani intrecciate in grembo, in attesa .
"Silenziosa" mormorò Isabelle pensando ad alta voce, come se lei non fosse presente .
La donna si diresse verso il comodino e afferrò caraffa e bottiglia, versandosi un po' di vino .
"Davvero vorresti lavorare qui ?" indagò senza guardarla .
Elora si schiarì la gola .  "Non lo voglio..." ammise d'impulso "ma non ho altra scelta."  Fissò la donna di fronte a lei con tristezza .
"C'è sempre un'altra scelta."
Furono parole dirette e prive di compassione, e mentre l'accompagnava alla porta Elora la guardò, incapace di dare il minimo senso a quell'incontro .
O forse...
Forse, o probabilmente, era stata respinta .
"Cominci stanotte" annunciò invece la putta, sorprendendola .
Le aprì la porta, e Elora uscì, sul volto un'espressione scioccata .
"Elora" la richiamò la donna .
Lei si voltò solo per metà .
Isabelle si appoggiò alla porta con tutto il peso, sporgendo in avanti la scollatura vertiginosa .
Quell'abito lasciava decisamente poco spazio all'immagginazione .
"Dimmi solo due cose" mormorò dall'altro capo del corridoio .
Elora sospirò, poi la fissò intensamente, in attesa .
"Sei vergine ?" chiese la donna senza preamboli .
Elora deglutì .  "Si" sussurrò, troppo piano perchè la putta potesse sentire .
"Non ho sentito" borbotto Isabelle avvicinandosi .
Elora si raddrizzò, terribilmente a disagio . "Si, lo sono" ripetè .
"Bene." La putta sorrise compiaciuta .
"E hai paura ?".
A quella domanda, qualcosa scattò dentro Elora .
Una sensazione che non conosceva, ma che le diede forza .
"Non so cosa sia."
Poi le voltò le spalle, sbattendole quasi in faccia i lunghi capelli neri, e tornò nella sua stanza .





 

   
 
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