The Kunai of
Death
-Last
Chapter
Ten:
“Ino’s secret. The
present on the table.”
Naruto teneva gli occhi spalancati,
proprio come un pesce.
Vagava per quella stanza buia,
andando a tastoni, cercando di ritrovare la sua maglietta
nera.
TUMP!
- Porca putt..!- imprecò il ninja
prendendosi il piede sinistro fra le mani, saltellando qua e la per il dolore.
Accidenti agli spigoli..
Un mugugno soffocato giunse dal
letto, facendo immobilizzare Naruto che temeva di aver svegliato la padrona di
quella stanza.
Quella mattina quando si era
svegliato e si era ritrovato Sakura-chan che dormiva avvinghiata al suo fianco,
il suo cuore aveva perso un colpo.
Un colpo perché quella notte era
successo quello che sperava da una vita. Perché se Sakura lo aveva fatto entrare
nel suo letto, non era perché era ubriaca, non lo aveva fatto per puro
capriccio, non era solo per un desiderio carnale.
Lo aveva fatto perché provava
qualcosa per lui. Semplicemente.
E Naruto, osservando la sua figura
longilinea avvolta nella calda trapunta, si sentì veramente un verme. Partite
adesso, equivaleva a non rivedere Sakura per un bel po’, o forse mai
più.
L’avrebbe lasciata con l’illusione
di essersi divertito una notte e basta? La mente femminile poteva arrivare
chissà dove con la fantasia, pur di dar la colpa agli
uomini.
Shikamaru glielo aveva sempre
detto.
Il ninja trovò la sua maglietta a
poche metri dal letto, buttata senza alcun riguardo su una sedia la sera prima.
La indossò velocemente e a quel punto cercò d’infilarsi i sandali neri, che
stranamente non avevano proprio voglia di entrare nei suoi
piedi.
Sakura si mosse ancora, facendo
spuntare un braccio dal groviglio caldo della trapunta e del lenzuolo, e si mise
a tastare nel sonno la parte del letto accanto a se.
Uzumaki, notando quel piccolo
gesto, prese in fretta le sue ultime cose e uscì con scatto felino
dall’appartamento della ragazza.
Non voleva che si svegliasse quando
lui si trovava ancora a Konoha. Avrebbe dovuto dare delle spiegazioni e allora
allontanarsi dal villaggio sarebbe stata dura.
Mentre scendeva le scale, riuscì a
indossare il secondo dei suoi sandali, prendendo poi a camminare veloce verso
casa sua, dove il suo zaino lo attendeva.
Percorrendo quelle strade ancora
buie e deserte, osservò tutto nei minimi particolari: le case, gli alberi, le
vetrine dei negozi. Non voleva dimenticare niente.
Arrivò a casa sua, sistemandosi lo
zaino sulle spalle e lasciando un pacchetto sul tavolo. Poi uscendo chiuse la
porta a chiave, nascondendo quest’ultima sotto lo zerbino.
Era difficile
andarsene.
Non credeva che percorrendo quelle
strade, la tristezza lo avrebbe preso così duramente. Sapeva che prima o poi,
avrebbe dovuto partire per una missione mortale, col rischio di morire; un ninja
viene preparato a questo, fin dalla nascita. Non era giusto, ma la vita va così.
C’è chi nasce e c’è chi muore, è un ciclo continuo che non avrà mai
fine.
Ma per quanto queste affermazioni
sembrassero vere e realistiche nella mente del ragazzo, che era quasi giunto
alle porte di Konoha, il suo cuore sembrava non voler accettare quella
scelta.
Il suo batter stranamente veloce
sembrava volergli dire di tornare indietro, tornare a dormire con Sakura-chan e
aspettare il suo risveglio, accogliendola con un sorriso e cercando di tirar
fuori delle frasi dolci e gentile.
Un risveglio che forse la ragazza
non avrebbe dato cenno di volere (troppo melenso, secondo i suoi gusti un po’
mascolini), ma che avrebbe apprezzato.
E invece si sarebbe svegliata sola
in un grande letto. Con mille punti interrogativi che presto si sarebbero
trasformati in rabbia contro di lui, per averla lasciata, senza dire
niente.
Se la meritava, la furia di Sakura.
Non aveva scusanti.
- Vedo che siamo
pensierosi..-
Naruto alzò il viso, incontrando
due occhi color acqua marina circondati da profonde occhiaie
nere.
- Qualche volta lo divento anche
io..-
- Hai preso
tutto?-
- Sì..
credo.-
- Allora è meglio se ci muoviamo,
l’alba è appena sorta e tra poco le strade cominceranno ad animarsi. Meglio non
dare dell’occhio..-
Il biondo annuì, uscendo dalle
porte, quando una voce lo chiamò, un po’ arrabbiata.
- Nonna Tsunade?- disse appena notò
la sagoma della donna appena dietro di loro.
- Credevate davvero di andarvene
così?
- Veramente.. sì.- fu la secca
risposta del Kazekage.
- Avete sbagliato i calcoli
allora..- la donna si avvicinò ai due giovani, porgendo loro un foglio scritto
in maniera disordinata e frettolosa.
- Queste sono informazioni che vi
potrebbero servire. Non so dove siate diretti, ma sappiate che Jiraya sta
girovagando per il Paese del Vortice, se avete problemi, lui è là. Ogni
settimana vorrei ricevere vostre notizie..-
- Non è nostra madre..- disse Gaara
sbuffando. Quel discorso lo stava già annoiando.
- Lo so. Ma mi preoccupo.. e questa
ti deve bastare come risposta altrimenti puoi anche rimanere qua Gaara.-
aggiunse poi notando che il ragazzo dai capelli rossi stava nuovamente per
ribattere.
- Comunque nel caso non dovreste
mandarmi vostre notizie, sappiate che metterò la squadra ANBU sulle vostre
tracce e tornerete qua, volenti o nolenti.-
I due ragazzi
annuirono.
- Se non hai altro nonna Tsunade,
noi andiamo.- Naruto sorrise alla donna. Uno di quei sorrisi belli e luminosi,
tristi e azzurri che solo lui sapeva fare e che a Tsunade ricordavano quelli del
suo fratellino.
E con questo pensiero non potè fare
a meno di far scendere una lacrima sulla sua guancia, facendola sparire subito
con la mano.
Un Hokage che piange non si era mai
visto.
Tenten era riuscita a scendere dal
letto dell’ospedale e, appoggiata alla parete della camera, cercava di
camminare.
Tsunade le aveva ordinato, senza
possibilità di replica, di rimanere a letto dato che i suoi muscoli erano
completamente k.o. e qualsiasi sforzo sarebbe stato non solo doloroso ma anche
improduttivo alla sua guarigione.
E a Tenten la cosa dava proprio
fastidio: non tanto per il fatto che non poteva allenarsi, ma per il suo
orgoglio. Non tollerava il fatto che anche per andare al bagno per i suoi
bisogni, dovesse chiamare un’infermiera per aiutarla ad
alzarsi.
Fece un passo piccolino,
accompagnato da una smorfia sulla bocca. Aveva come l’impressione che i muscoli
della coscia e del polpaccio si strappassero come fogli di carta ad ogni
movimento.
- Tenten per favore.. non ti vedo
ma ti sento. Torna a letto.- disse Ino in modo severo ma anche
preoccupato.
La ragazza non le badò molto. Dalla
sera precedente, quando aveva visto la sagoma di Shikamaru baciare la sua,
rispondeva alla ragazza solo a monosillabi. Non perché fosse arrabbiata, ma
semplicemente il suo cervello era in stato confusionale.
Non poteva credere a una cosa del
genere. Certe cose le aveva viste solo nelle soap opera.
- Tenten..-
- Ino ce la posso fare, stai
tranquilla..-
- Adesso non mi riferivo al fatto
che stai camminando..-
- E a cosa ti riferivi?- Tenten era
riuscita miracolosamente ad arrivare alla porta. Si aggrappò alla maniglia,
voltandosi verso il letto di Ino con aria interrogativa.
- Perché mi eviti?- diretta e
chiara. Senza peli sulla lingua. Anche se momentaneamente cieca, Ino Yamanaka
rimaneva sempre Ino Yamanaka.
- Io.. io non ti..-
- Tenten
coraggio..-
La morettina era indecisa. Forse se
avesse rivelato a Ino cosa aveva visto, l’avrebbe messa in difficoltà. O forse
no.
- Senti, io non ce l’ho con te.. è
che.. ieri sera.. ho visto tu e Shikamaru..- Tenten stette un attimo in
silenzio, sperando di non aver fatto un passo falso. Ma Ino sorrise,
amaramente.
- Non sei la prima.. che ci vede.
Mi spiace se ti sei sentita.. non so, in imbarazzo.-
- Non è per questo.. è che sono
confusa. Io non immaginavo nemmeno lontanamente.. insomma, sono stata
sorpresa.-
- Vuol dire che siamo dei bravi
attori. Meglio così.-
Ino voleva in tutti i modi buttare
la situazione sul comico, Tenten se ne rendeva conto, ma il suo tono di voce e
la malinconia che questa portava dicevano che non era una cosa semplice come
voleva far credere.
Improvvisamente la porta della
stanza si spalancò di colpo, battendo sulla testa di Tenten e facendola cadere a
terra come un sacco di patate.
- Tenten?!- gridò Ino con
l’intenzione quasi di scendere dal letto.
Il viso stanco e affaticato di Neji
Hyuuga sbucò dalla porta, osservando con occhi spalancati la figura di Tenten
stesa a terra.
- O cielo Tenten, mi spiace! Ma
cosa facevi dietro la porta?-
Il ragazzo andò a soccorrere la
giovane, che si teneva una mano premuta contro la fronte, dove un livido
violaceo già cominciava a fare la sua apparizione.
- Ohioi..-
- Neji?? Che è accaduto?- chiese
Ino, con un piede a terra, pronta ad aiutare.
- Rimani a letto Ino.. è solo
caduta.-
Neji la rimise a letto con
delicatezza per poi chiamare qualcuno del personale medico in modo per
accertarsi che andasse tutto bene.
Pochi secondi dopo, Shizune fece la
sua apparizione.
- Che è successo?- chiese con
apprensione notando la povera Tenten tenersi disperatamente la
testa.
- E’ caduta dal letto!- si affrettò
a rispondere Ino. Se avesse detto che la sua amica aveva tentato di camminare da
sola sarebbe finita nei guai.
- E’ solo un livido.. passerà
presto..- constatò Shizune dopo aver dato una piccola occhiata. Poi si rivolse
con un sorriso verso Ino.
- Credo sia l’ora di togliersi
quelle bende..-
Ino non fece in tempo a sorridere
di gioia che la porta della stanza si aprì una terza volta, mostrando la figura
leggermente alterata di Tsunade.
La donna con gesto secco acchiappò
dal corridoio una sedia a rotelle e la passò a Neji, senza troppi
riguardi.
- Tu e Tenten andate a fare una
passeggiata. Devo fare quattro chiacchiere con Ino..-
Appena i due ragazzi lasciarono la
stanza, Shizune lentamente fece scivolare via la benda dagli occhi della
biondina.
- Ora tu mi dici che cazzo pensi
sotto quella massa di capelli biondi! Sei un’incosciente!- esordì Tsunade con
occhi fiammeggianti.
Ino sussultò appena, mentre con
fatica cercava di aprire gli occhi.
- Tu che sei un ninja medico
dovresti sapere certe cose! Che cavolo ti ho insegnato per questi anni,
eh?-
La giovane finalmente spalancò le
sue pozze azzurre, guardando per la prima volta la stanza dove dormiva con
Tenten. Osservò Tsunade che la guardava in cagnesco e con occhi
increduli.
- Io non capisco di cosa.. di cosa
stia parlando Tsunade-sama..-
L’Hokage gettò sul suo letto le
analisi, cercò di calmarsi reggendosi la fronte con una mano,
sfinita.
- Perché non mi hai detto che sei
incinta?-
Yamanaka non parlò. Era inutile
negare, quei fogli che reggeva in mano erano la prova della sua
colpa.
- Non venirmi a dire che non lo
sapevi. Sei incinta di due mesi, strano che non ti sia accorta che non ti
vengano più le tue cose..-
Ino continuava a non
parlare.
- Le leggi parlano chiaro. Appena
una kunoichi scopre di essere in stato interessante, il suo esonero da qualsiasi
missione è immediato.-
Non una parola usciva da quella
bocca secca.
- Molto bene..- disse Tsunade,
vedendo che la ragazza non voleva parlare. -.. oggi pomeriggio sarai dimessa.
Nessuna missione ti sarà affidata da qui fino al prossimo anno. Tutte le tue
missioni di spionaggio in programma saranno sospese. Ti ho preso un appuntamento
fra una settimana per controllare lo stato del feto. Shizune, andiamo.- le due
donne lasciarono la stanza, sbattendo la porta in malo
modo.
Ino restò ancora ferma e immobile
ad osservare quei fogli bianchi. Lo sapeva. Lo sapeva che era rimasta incinta.
Non aveva fatto nessun test per accertarsene, ma le nausee mattutine che le
erano venute e il suo ritardo ne erano una prova.
E quella parola, -positivo-, era la
conferma.
Si prese il volto fra le mani,
piangendo rumorosamente.
Shisune cercava di stare la passo
della Godaime, a fatica.
- Secondo lei perché non ha detto
niente della gravidanza?-
- Forse paura, infondo non ha
nemmeno vent’anni e..-
- E??-
- Tutti sappiamo che Ino
attualmente non ha un ragazzo. Sono tante le cause
che mi vengono in mente..-
- E quindi?-
- E quindi niente.
Chiederò a Sakura di carpirle qualche informazione..-
Haruno stava salendo le scale della
casa di Naruto. Quando si era svegliata e aveva trovato il letto vuoto, non si
era stupita più di tanto. Erano in guerra e il ragazzo probabilmente aveva avuto
qualche turno di guardia o missione.
Arrivò fino alla porta
dell’appartamento 19, notando la simpatica scritta a pennarello, “Dattebayo!”,
che il suo compagno aveva fatto qualche tempo fa.
“Vandalo..” si ritrovò a pensare la
ragazza con un sorriso dolce.
Bussò alla porta ma non ricevette
risposta. Bussò una seconda volta, niente.
Spostò lo zerbino, trovando la
chiave – Naruto le aveva mostrato il nascondiglio. In caso di bisogno, diceva
lui.
Entrò piano in casa, mentre il suo
sorriso scompariva. Era tutto stranamente ordinato, quasi perfetto. Mancavano un
sacco di cose.
Andò ad aprire il frigo, trovandolo
vuoto.
Il suo armadio: era rimasta solo il
vestito nero, quello per i lutti.
Tutte le foto erano state tolte dalle
cornici.
I piccoli oggetti, come la sveglia,
erano stati messi dentro uno scatolone, ai piedi della porta
d’ingresso.
Sakura si sedette sul letto
fastidiosamente ben fatto e ordinato. C’era qualcosa che non
andava.
Si accorse solo allora del
pacchettino sghembo che era posato sul tavolo della
cucina.
Lo prese con cura, notando il
biglietto “Per Sakura-chan”. Nient’altro, non aveva scritto
altro.
Tolse la carta colorata, facendola
cadere a terra senza alcun riguardo, portandosi una mano la bocca quando si
ritrovò per le mani il bel fermacapelli che avevano visto la sera precedente
alla fiera. Era proprio lo stesso.
E la cosa non le piaceva ancora di
più.
Tsunade stava dormendo nel suo
ufficio, quando qualcuno spalancò la porta, entrando
furiosamente.
La donna alzò lo sguardo
insonnolito, notando la figura della sua allieva più arrabbiata che
mai.
- Dov’è
Naruto?-
- Come?- chiese
- Dov’è Naruto! Lei sa dove si
trova!-
- Io non so
davvero..-
- Smettiamola di prenderci in giro!
Venendo qua ho incontrato Temari e Kankuro, preoccupati perché Gaara era
scomparso, portando con se le sue cose più care. Naruto ha fatto lo stesso. Sono
stata negli archivi e..-
- Non ti è permesso frugare negli
archivi, Sakura..- le rispose la donna, questa volta completamente sveglia e
seria.
-.. ho scoperto che nessuna
missione o turno di guardia è stato affidato a Naruto Uzumaki, né oggi, né
domani e nemmeno nei prossimi giorni! Adesso lei mi dice cosa sta
succedendo!-
- Non so dove siano e se anche lo
sapessi, credo che dovrebbero essere informazioni
private..-
- Se non sa dove sono allora perché
è così calma? Tsunade, la prego, io devo sapere..-
- Sakura, sono le due del
pomeriggio. Il tuo turno all’ospedale sta iniziando..-
- Non
m’importa!-
- Sakura per favore, non
costringermi a buttarti fuori dal mio ufficio con la
forza..-
- Ma perché?!- urlò la ragazza,
battendo i palmi delle mani sulla scrivania.
Tsunade intravide due lacrime che
cercavano di uscire dagli occhi della ragazza. Non lacrime da donnicciola, ma
lacrime da guerriera, che in quel momento stava combattendo per trattenersi dal
distruggere l’ufficio in cui si trovava.
E la donna avrebbe tanto voluto
dire la verità, ma non poteva..
- Se non hai altro nonna Tsunade,
noi andiamo.-
- E’ inutile che ti dica di tornare
vivo e vegeto, no?-
- ‘ttebayo! Farò del mio meglio e..
un’altra cosa..-
-
Dimmi..-
- Uzumaki dobbiamo andare..- disse
Gaara, notando come le cose stessero andando per le
lunghe.
- Un attimo Gaara.. nonna Tsunade
io.. io vorrei che non dicesse cosa stiamo facendo. Gli altri comincerebbero a
preoccuparsi e Sakura-chan.. lei sa come è fatta quella
ragazza..-
- Naruto.. non crederai veramente
che nessuno si accorga della vostra scomparsa..-
- Lo so però.. vorrei che cercasse
di tenere la cosa più all’oscuro che può.-
-Vedrò quello che posso
fare.-
- E dica a Sakura.. che mi
dispiace.-
- Sakura
io..-
- Se n’è andato vero?- Sakura
piangeva disperata, tirando su col naso.
- …-
- Se n’è andato veramente.. a fare
cosa?-
- Non posso, non credo di
poter..-
- A fare
cosa?!-
L’Hokage chiuse gli occhi: non
aveva scampo, Sakura non se ne sarebbe mai andata dal suo ufficio senza sapere
la risposta.
- E’ andato dritto da Orochimaru. A
morire.-
Haruno annuì e basta, come se si
doveva aspettare una cosa del genere.
Aprì la porta, pronta ad andarsene,
quando Tsunade la chiamò, facendola voltare.
- Mi ha detto di dirti.. che gli
dispiace. Gli dispiace tanto.-
- Forse più a me che a lui..- detto
questo, si chiuse la porta alle spalle.
Ino camminava per il corridoio
dell’ospedale, cercando una stanza in particolare.
Quando la trovò, fece un bel
respiro, entrando.
- Buon pomeriggio, Cho!!-
La
scena che si presentò esattamente davanti agli occhi di Ino fu il suo amico
d’infanzia, Akimichi Choji, che stava baciando una
ragazza.
- I-Ino..- balbettò il ragazzo,
diventando rosso come un peperone.
- Oh! Scusate! Come non detto,
torno dopo..-
- No! Ti prego resta.. stavo per
andarmene..- la ragazza, più rossa di Choji, prese le sue cose e con un sorriso
imbarazzato si allontanò, salutando.
Ino la guardava correre via, la
conosceva quella ragazza. Si chiamava Jun ed era un anno più piccola di loro.
Era una ragazza abbastanza simpatica e carina, dal fisico snello e con delle
insolite guanciotte piene e rotonde, rosse come due mele. A quanto Choji diceva,
stava seguendo degli allenamenti per entrare nella squadra
ANBU.
- Mi spiace Cho.. non credevo
che..-
- Stai tranquilla, mi fa piacere
vederti.. in piedi, a differenza di me.- sorrise il ninja, invitandola a sedersi
sulla sedia accanto a lui. Ino non rifiutò, accomodandosi con
grazia.
- Vedo che te ne vai di qua..-
continuò Akimichi indicando la sacca degli indumenti che Ino si era portata
dietro.
- A quanto pare non mi vogliono
più..-
- Avrai stressato le infermiere con
le tue assurde pretese..-
- Mi credi così crudele? Choji
Akimichi, sai che io posso fare di
peggio!-
Il giovane sorrise
divertito.
- Però devo dire che sembri un
mucchietto di ossa.. sei magra da far paura..-
- Uno di questi giorni andrò a
trovare tua madre, credo che sarebbe contenta di aiutarmi a riprendere qualche
chilo..-
- La faresti felice.. è venuta
proprio stamattina e ha chiesto di te e.. Shikamaru..-
Il sorriso che le era cresciuto
sulle labbra alla vista di Choji le era scomparso dal viso.
- Ino è successo
qualcosa?-
- Cho..-
- Ohi, Ino? Va tutto bene? Che ha
combinato?-
- Cho.. sono rimasta
incinta.-
Akimichi spalancò la bocca. Quella
non era affatto una bella notizia.
- Il padre..-
- .. ovviamente è Shikamaru.- disse
senza problemi. Lui e Sakura, e ormai anche Tenten, erano gli unici a sapere
della relazione.
- Sei.. sei
sicura?-
- Certo che sono sicura! Con quanti
uomini credi che vada a letto!- lo fulminò la ragazza.
- Scusa, non intendevo.. è che..
insomma, lui lo sa?-
- No. E credo che mai lo saprà.-
disse con un sospiro, alzandosi dalla sedia e avvicinandosi alla finestra,
osservando le persone che entravano e uscivano
dall’ospedale.
- Tra qualche mese sarà dura
tenerlo segreto. Insomma, sarà evidente che non sei solamente
ingrassata.-
- Non lo saprà e non lo vedrà. È da
un mese e mezzo che so di essere incinta e già allora avevo preso la mia
decisione.- voltò lo sguardo al cielo, senza nuvole.
- Abortisco.-
Note
d’Autore:
Capitolo non perfetto e mi
dispiace. Forse avrei potuto fare di meglio, non lo so. Spero comunque che vi
piaccia almeno un po’ e spero anche di mantenere questi ritmi di
aggiornamento.
A chi dovesse interessare (a
nessuno, lo so, è solo a titolo informativo), qualche tempo fa ho pubblicato “Venus”, che
è un capitolo extra – diciamo così – di questa fic, incentrato su Ino e
Shikamaru. Essendo una nc17, chi fosse interessato e non è maggiorenne, mi
faccia sapere e vedrò di passarla io.
So che non frega a nessuno, ma
lasciatemi nelle mie illusioni.
Lee