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Autore: Elpis Aldebaran    03/10/2007    13 recensioni
CHAPTER SIXTEEN
«Non è Jiraya» sussurrò appena Gaara, attirando l’attenzione di Naruto.
«Ho tenuto sotto controllo l’entrata dell’edificio per due ore e non l’ho visto, deve essere qualcun altro».
E con quel qualcun altro intendeva il Suono. Nessuno sapeva che erano lì, quindi la lista dei loro possibili visitatori si accorciava di molto.
Dopo alcuni minuti, qualcuno fece saltare la porta del piccolo appartamento.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Neji Hyuuga, Shikamaru Nara, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
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The Kunai of Death

 

-Last Battle: Uzumaki’s Orange Fox VS Uchiha’s Red Sharingan-

 

 

 

Chapter Ten:

“Ino’s secret. The present on the table.”

 

 

 

 

Naruto teneva gli occhi spalancati, proprio come un pesce.

Vagava per quella stanza buia, andando a tastoni, cercando di ritrovare la sua maglietta nera.

TUMP!

- Porca putt..!- imprecò il ninja prendendosi il piede sinistro fra le mani, saltellando qua e la per il dolore. Accidenti agli spigoli..

Un mugugno soffocato giunse dal letto, facendo immobilizzare Naruto che temeva di aver svegliato la padrona di quella stanza.

Quella mattina quando si era svegliato e si era ritrovato Sakura-chan che dormiva avvinghiata al suo fianco, il suo cuore aveva perso un colpo.

Un colpo perché quella notte era successo quello che sperava da una vita. Perché se Sakura lo aveva fatto entrare nel suo letto, non era perché era ubriaca, non lo aveva fatto per puro capriccio, non era solo per un desiderio carnale.

Lo aveva fatto perché provava qualcosa per lui. Semplicemente.

E Naruto, osservando la sua figura longilinea avvolta nella calda trapunta, si sentì veramente un verme. Partite adesso, equivaleva a non rivedere Sakura per un bel po’, o forse mai più.

L’avrebbe lasciata con l’illusione di essersi divertito una notte e basta? La mente femminile poteva arrivare chissà dove con la fantasia, pur di dar la colpa agli uomini.

Shikamaru glielo aveva sempre detto.

Il ninja trovò la sua maglietta a poche metri dal letto, buttata senza alcun riguardo su una sedia la sera prima. La indossò velocemente e a quel punto cercò d’infilarsi i sandali neri, che stranamente non avevano proprio voglia di entrare nei suoi piedi.

Sakura si mosse ancora, facendo spuntare un braccio dal groviglio caldo della trapunta e del lenzuolo, e si mise a tastare nel sonno la parte del letto accanto a se.

Uzumaki, notando quel piccolo gesto, prese in fretta le sue ultime cose e uscì con scatto felino dall’appartamento della ragazza.

Non voleva che si svegliasse quando lui si trovava ancora a Konoha. Avrebbe dovuto dare delle spiegazioni e allora allontanarsi dal villaggio sarebbe stata dura.

Mentre scendeva le scale, riuscì a indossare il secondo dei suoi sandali, prendendo poi a camminare veloce verso casa sua, dove il suo zaino lo attendeva.

Percorrendo quelle strade ancora buie e deserte, osservò tutto nei minimi particolari: le case, gli alberi, le vetrine dei negozi. Non voleva dimenticare niente.

Arrivò a casa sua, sistemandosi lo zaino sulle spalle e lasciando un pacchetto sul tavolo. Poi uscendo chiuse la porta a chiave, nascondendo quest’ultima sotto lo zerbino.

Era difficile andarsene.

Non credeva che percorrendo quelle strade, la tristezza lo avrebbe preso così duramente. Sapeva che prima o poi, avrebbe dovuto partire per una missione mortale, col rischio di morire; un ninja viene preparato a questo, fin dalla nascita. Non era giusto, ma la vita va così. C’è chi nasce e c’è chi muore, è un ciclo continuo che non avrà mai fine.

Ma per quanto queste affermazioni sembrassero vere e realistiche nella mente del ragazzo, che era quasi giunto alle porte di Konoha, il suo cuore sembrava non voler accettare quella scelta.

Il suo batter stranamente veloce sembrava volergli dire di tornare indietro, tornare a dormire con Sakura-chan e aspettare il suo risveglio, accogliendola con un sorriso e cercando di tirar fuori delle frasi dolci e gentile.

Un risveglio che forse la ragazza non avrebbe dato cenno di volere (troppo melenso, secondo i suoi gusti un po’ mascolini), ma che avrebbe apprezzato.

E invece si sarebbe svegliata sola in un grande letto. Con mille punti interrogativi che presto si sarebbero trasformati in rabbia contro di lui, per averla lasciata, senza dire niente.

Se la meritava, la furia di Sakura. Non aveva scusanti.

- Vedo che siamo pensierosi..-

Naruto alzò il viso, incontrando due occhi color acqua marina circondati da profonde occhiaie nere.

- Qualche volta lo divento anche io..-

- Hai preso tutto?-

- Sì.. credo.-

- Allora è meglio se ci muoviamo, l’alba è appena sorta e tra poco le strade cominceranno ad animarsi. Meglio non dare dell’occhio..-

Il biondo annuì, uscendo dalle porte, quando una voce lo chiamò, un po’ arrabbiata.

- Nonna Tsunade?- disse appena notò la sagoma della donna appena dietro di loro.

- Credevate davvero di andarvene così?

- Veramente.. sì.- fu la secca risposta del Kazekage.

- Avete sbagliato i calcoli allora..- la donna si avvicinò ai due giovani, porgendo loro un foglio scritto in maniera disordinata e frettolosa.

- Queste sono informazioni che vi potrebbero servire. Non so dove siate diretti, ma sappiate che Jiraya sta girovagando per il Paese del Vortice, se avete problemi, lui è là. Ogni settimana vorrei ricevere vostre notizie..-

- Non è nostra madre..- disse Gaara sbuffando. Quel discorso lo stava già annoiando.

- Lo so. Ma mi preoccupo.. e questa ti deve bastare come risposta altrimenti puoi anche rimanere qua Gaara.- aggiunse poi notando che il ragazzo dai capelli rossi stava nuovamente per ribattere.

- Comunque nel caso non dovreste mandarmi vostre notizie, sappiate che metterò la squadra ANBU sulle vostre tracce e tornerete qua, volenti o nolenti.-

I due ragazzi annuirono.

- Se non hai altro nonna Tsunade, noi andiamo.- Naruto sorrise alla donna. Uno di quei sorrisi belli e luminosi, tristi e azzurri che solo lui sapeva fare e che a Tsunade ricordavano quelli del suo fratellino.

E con questo pensiero non potè fare a meno di far scendere una lacrima sulla sua guancia, facendola sparire subito con la mano.

Un Hokage che piange non si era mai visto.

 

Tenten era riuscita a scendere dal letto dell’ospedale e, appoggiata alla parete della camera, cercava di camminare.

Tsunade le aveva ordinato, senza possibilità di replica, di rimanere a letto dato che i suoi muscoli erano completamente k.o. e qualsiasi sforzo sarebbe stato non solo doloroso ma anche improduttivo alla sua guarigione.

E a Tenten la cosa dava proprio fastidio: non tanto per il fatto che non poteva allenarsi, ma per il suo orgoglio. Non tollerava il fatto che anche per andare al bagno per i suoi bisogni, dovesse chiamare un’infermiera per aiutarla ad alzarsi.

Fece un passo piccolino, accompagnato da una smorfia sulla bocca. Aveva come l’impressione che i muscoli della coscia e del polpaccio si strappassero come fogli di carta ad ogni movimento.

- Tenten per favore.. non ti vedo ma ti sento. Torna a letto.- disse Ino in modo severo ma anche preoccupato.

La ragazza non le badò molto. Dalla sera precedente, quando aveva visto la sagoma di Shikamaru baciare la sua, rispondeva alla ragazza solo a monosillabi. Non perché fosse arrabbiata, ma semplicemente il suo cervello era in stato confusionale.

Non poteva credere a una cosa del genere. Certe cose le aveva viste solo nelle soap opera.

- Tenten..-

- Ino ce la posso fare, stai tranquilla..-

- Adesso non mi riferivo al fatto che stai camminando..-

- E a cosa ti riferivi?- Tenten era riuscita miracolosamente ad arrivare alla porta. Si aggrappò alla maniglia, voltandosi verso il letto di Ino con aria interrogativa.

- Perché mi eviti?- diretta e chiara. Senza peli sulla lingua. Anche se momentaneamente cieca, Ino Yamanaka rimaneva sempre Ino Yamanaka.

- Io.. io non ti..-

- Tenten coraggio..-

La morettina era indecisa. Forse se avesse rivelato a Ino cosa aveva visto, l’avrebbe messa in difficoltà. O forse no.

- Senti, io non ce l’ho con te.. è che.. ieri sera.. ho visto tu e Shikamaru..- Tenten stette un attimo in silenzio, sperando di non aver fatto un passo falso. Ma Ino sorrise, amaramente.

- Non sei la prima.. che ci vede. Mi spiace se ti sei sentita.. non so, in imbarazzo.-

- Non è per questo.. è che sono confusa. Io non immaginavo nemmeno lontanamente.. insomma, sono stata sorpresa.-

- Vuol dire che siamo dei bravi attori. Meglio così.-

Ino voleva in tutti i modi buttare la situazione sul comico, Tenten se ne rendeva conto, ma il suo tono di voce e la malinconia che questa portava dicevano che non era una cosa semplice come voleva far credere.

Improvvisamente la porta della stanza si spalancò di colpo, battendo sulla testa di Tenten e facendola cadere a terra come un sacco di patate.

- Tenten?!- gridò Ino con l’intenzione quasi di scendere dal letto.

Il viso stanco e affaticato di Neji Hyuuga sbucò dalla porta, osservando con occhi spalancati la figura di Tenten stesa a terra.

- O cielo Tenten, mi spiace! Ma cosa facevi dietro la porta?-

Il ragazzo andò a soccorrere la giovane, che si teneva una mano premuta contro la fronte, dove un livido violaceo già cominciava a fare la sua apparizione.

- Ohioi..-

- Neji?? Che è accaduto?- chiese Ino, con un piede a terra, pronta ad aiutare.

- Rimani a letto Ino.. è solo caduta.-

Neji la rimise a letto con delicatezza per poi chiamare qualcuno del personale medico in modo per accertarsi che andasse tutto bene.

Pochi secondi dopo, Shizune fece la sua apparizione.

- Che è successo?- chiese con apprensione notando la povera Tenten tenersi disperatamente la testa.

- E’ caduta dal letto!- si affrettò a rispondere Ino. Se avesse detto che la sua amica aveva tentato di camminare da sola sarebbe finita nei guai.

- E’ solo un livido.. passerà presto..- constatò Shizune dopo aver dato una piccola occhiata. Poi si rivolse con un sorriso verso Ino.

- Credo sia l’ora di togliersi quelle bende..-

Ino non fece in tempo a sorridere di gioia che la porta della stanza si aprì una terza volta, mostrando la figura leggermente alterata di Tsunade.

La donna con gesto secco acchiappò dal corridoio una sedia a rotelle e la passò a Neji, senza troppi riguardi.

- Tu e Tenten andate a fare una passeggiata. Devo fare quattro chiacchiere con Ino..-

Appena i due ragazzi lasciarono la stanza, Shizune lentamente fece scivolare via la benda dagli occhi della biondina.

- Ora tu mi dici che cazzo pensi sotto quella massa di capelli biondi! Sei un’incosciente!- esordì Tsunade con occhi fiammeggianti.

Ino sussultò appena, mentre con fatica cercava di aprire gli occhi.

- Tu che sei un ninja medico dovresti sapere certe cose! Che cavolo ti ho insegnato per questi anni, eh?-

La giovane finalmente spalancò le sue pozze azzurre, guardando per la prima volta la stanza dove dormiva con Tenten. Osservò Tsunade che la guardava in cagnesco e con occhi increduli.

- Io non capisco di cosa.. di cosa stia parlando Tsunade-sama..-

L’Hokage gettò sul suo letto le analisi, cercò di calmarsi reggendosi la fronte con una mano, sfinita.

- Perché non mi hai detto che sei incinta?-

Yamanaka non parlò. Era inutile negare, quei fogli che reggeva in mano erano la prova della sua colpa.

- Non venirmi a dire che non lo sapevi. Sei incinta di due mesi, strano che non ti sia accorta che non ti vengano più le tue cose..-

Ino continuava a non parlare.

- Le leggi parlano chiaro. Appena una kunoichi scopre di essere in stato interessante, il suo esonero da qualsiasi missione è immediato.-

Non una parola usciva da quella bocca secca.

- Molto bene..- disse Tsunade, vedendo che la ragazza non voleva parlare. -.. oggi pomeriggio sarai dimessa. Nessuna missione ti sarà affidata da qui fino al prossimo anno. Tutte le tue missioni di spionaggio in programma saranno sospese. Ti ho preso un appuntamento fra una settimana per controllare lo stato del feto. Shizune, andiamo.- le due donne lasciarono la stanza, sbattendo la porta in malo modo.

Ino restò ancora ferma e immobile ad osservare quei fogli bianchi. Lo sapeva. Lo sapeva che era rimasta incinta. Non aveva fatto nessun test per accertarsene, ma le nausee mattutine che le erano venute e il suo ritardo ne erano una prova.

E quella parola, -positivo-, era la conferma.

Si prese il volto fra le mani, piangendo rumorosamente.

Shisune cercava di stare la passo della Godaime, a fatica.

- Secondo lei perché non ha detto niente della gravidanza?-

- Forse paura, infondo non ha nemmeno vent’anni e..-

- E??-

- Tutti sappiamo che Ino attualmente non ha un ragazzo. Sono tante le cause che mi vengono in mente..-

- E quindi?-
- E quindi niente. Chiederò a Sakura di carpirle qualche informazione..-

 

Haruno stava salendo le scale della casa di Naruto. Quando si era svegliata e aveva trovato il letto vuoto, non si era stupita più di tanto. Erano in guerra e il ragazzo probabilmente aveva avuto qualche turno di guardia o missione.

Arrivò fino alla porta dell’appartamento 19, notando la simpatica scritta a pennarello, “Dattebayo!”, che il suo compagno aveva fatto qualche tempo fa.

“Vandalo..” si ritrovò a pensare la ragazza con un sorriso dolce.

Bussò alla porta ma non ricevette risposta. Bussò una seconda volta, niente.

Spostò lo zerbino, trovando la chiave – Naruto le aveva mostrato il nascondiglio. In caso di bisogno, diceva lui.

Entrò piano in casa, mentre il suo sorriso scompariva. Era tutto stranamente ordinato, quasi perfetto. Mancavano un sacco di cose.

Andò ad aprire il frigo, trovandolo vuoto.

Il suo armadio: era rimasta solo il vestito nero, quello per i lutti.

Tutte le  foto erano state tolte dalle cornici.

I piccoli oggetti, come la sveglia, erano stati messi dentro uno scatolone, ai piedi della porta d’ingresso.

Sakura si sedette sul letto fastidiosamente ben fatto e ordinato. C’era qualcosa che non andava.

Si accorse solo allora del pacchettino sghembo che era posato sul tavolo della cucina.

Lo prese con cura, notando il biglietto “Per Sakura-chan”. Nient’altro, non aveva scritto altro.

Tolse la carta colorata, facendola cadere a terra senza alcun riguardo, portandosi una mano la bocca quando si ritrovò per le mani il bel fermacapelli che avevano visto la sera precedente alla fiera. Era proprio lo stesso.

E la cosa non le piaceva ancora di più.

 

Tsunade stava dormendo nel suo ufficio, quando qualcuno spalancò la porta, entrando furiosamente.

La donna alzò lo sguardo insonnolito, notando la figura della sua allieva più arrabbiata che mai.

- Dov’è Naruto?-

- Come?- chiese la Godaime cercando di rimettere in funzione il cervello.

- Dov’è Naruto! Lei sa dove si trova!-

- Io non so davvero..-

- Smettiamola di prenderci in giro! Venendo qua ho incontrato Temari e Kankuro, preoccupati perché Gaara era scomparso, portando con se le sue cose più care. Naruto ha fatto lo stesso. Sono stata negli archivi e..-

- Non ti è permesso frugare negli archivi, Sakura..- le rispose la donna, questa volta completamente sveglia e seria.

-.. ho scoperto che nessuna missione o turno di guardia è stato affidato a Naruto Uzumaki, né oggi, né domani e nemmeno nei prossimi giorni! Adesso lei mi dice cosa sta succedendo!-

- Non so dove siano e se anche lo sapessi, credo che dovrebbero essere informazioni private..-

- Se non sa dove sono allora perché è così calma? Tsunade, la prego, io devo sapere..-

- Sakura, sono le due del pomeriggio. Il tuo turno all’ospedale sta iniziando..-

- Non m’importa!-

- Sakura per favore, non costringermi a buttarti fuori dal mio ufficio con la forza..-

- Ma perché?!- urlò la ragazza, battendo i palmi delle mani sulla scrivania.

Tsunade intravide due lacrime che cercavano di uscire dagli occhi della ragazza. Non lacrime da donnicciola, ma lacrime da guerriera, che in quel momento stava combattendo per trattenersi dal distruggere l’ufficio in cui si trovava.

E la donna avrebbe tanto voluto dire la verità, ma non poteva..

 

- Se non hai altro nonna Tsunade, noi andiamo.-

- E’ inutile che ti dica di tornare vivo e vegeto, no?-

- ‘ttebayo! Farò del mio meglio e.. un’altra cosa..-

- Dimmi..-

- Uzumaki dobbiamo andare..- disse Gaara, notando come le cose stessero andando per le lunghe.

- Un attimo Gaara.. nonna Tsunade io.. io vorrei che non dicesse cosa stiamo facendo. Gli altri comincerebbero a preoccuparsi e Sakura-chan.. lei sa come è fatta quella ragazza..-

- Naruto.. non crederai veramente che nessuno si accorga della vostra scomparsa..-

- Lo so però.. vorrei che cercasse di tenere la cosa più all’oscuro che può.-

-Vedrò quello che posso fare.-

- E dica a Sakura.. che mi dispiace.-

 

- Sakura io..-

- Se n’è andato vero?- Sakura piangeva disperata, tirando su col naso.

- …-

- Se n’è andato veramente.. a fare cosa?-

- Non posso, non credo di poter..-

- A fare cosa?!-

L’Hokage chiuse gli occhi: non aveva scampo, Sakura non se ne sarebbe mai andata dal suo ufficio senza sapere la risposta.

- E’ andato dritto da Orochimaru. A morire.-

Haruno annuì e basta, come se si doveva aspettare una cosa del genere.

Aprì la porta, pronta ad andarsene, quando Tsunade la chiamò, facendola voltare.

- Mi ha detto di dirti.. che gli dispiace. Gli dispiace tanto.-

- Forse più a me che a lui..- detto questo, si chiuse la porta alle spalle.

 

Ino camminava per il corridoio dell’ospedale, cercando una stanza in particolare.

Quando la trovò, fece un bel respiro, entrando.

- Buon pomeriggio, Cho!!-
La scena che si presentò esattamente davanti agli occhi di Ino fu il suo amico d’infanzia, Akimichi Choji, che stava baciando una ragazza.

- I-Ino..- balbettò il ragazzo, diventando rosso come un peperone.

- Oh! Scusate! Come non detto, torno dopo..-

- No! Ti prego resta.. stavo per andarmene..- la ragazza, più rossa di Choji, prese le sue cose e con un sorriso imbarazzato si allontanò, salutando.

Ino la guardava correre via, la conosceva quella ragazza. Si chiamava Jun ed era un anno più piccola di loro. Era una ragazza abbastanza simpatica e carina, dal fisico snello e con delle insolite guanciotte piene e rotonde, rosse come due mele. A quanto Choji diceva, stava seguendo degli allenamenti per entrare nella squadra ANBU.

- Mi spiace Cho.. non credevo che..-

- Stai tranquilla, mi fa piacere vederti.. in piedi, a differenza di me.- sorrise il ninja, invitandola a sedersi sulla sedia accanto a lui. Ino non rifiutò, accomodandosi con grazia.

- Vedo che te ne vai di qua..- continuò Akimichi indicando la sacca degli indumenti che Ino si era portata dietro.

- A quanto pare non mi vogliono più..-

- Avrai stressato le infermiere con le tue assurde pretese..-

- Mi credi così crudele? Choji Akimichi, sai che io posso fare di peggio!-

Il giovane sorrise divertito.

- Però devo dire che sembri un mucchietto di ossa.. sei magra da far paura..-

- Uno di questi giorni andrò a trovare tua madre, credo che sarebbe contenta di aiutarmi a riprendere qualche chilo..-

- La faresti felice.. è venuta proprio stamattina e ha chiesto di te e.. Shikamaru..-

Il sorriso che le era cresciuto sulle labbra alla vista di Choji le era scomparso dal viso.

- Ino è successo qualcosa?-

- Cho..-

- Ohi, Ino? Va tutto bene? Che ha combinato?-

- Cho.. sono rimasta incinta.-

Akimichi spalancò la bocca. Quella non era affatto una bella notizia.

- Il padre..-

- .. ovviamente è Shikamaru.- disse senza problemi. Lui e Sakura, e ormai anche Tenten, erano gli unici a sapere della relazione.

- Sei.. sei sicura?-

- Certo che sono sicura! Con quanti uomini credi che vada a letto!- lo fulminò la ragazza.

- Scusa, non intendevo.. è che.. insomma, lui lo sa?-

- No. E credo che mai lo saprà.- disse con un sospiro, alzandosi dalla sedia e avvicinandosi alla finestra, osservando le persone che entravano e uscivano dall’ospedale.

- Tra qualche mese sarà dura tenerlo segreto. Insomma, sarà evidente che non sei solamente ingrassata.-

- Non lo saprà e non lo vedrà. È da un mese e mezzo che so di essere incinta e già allora avevo preso la mia decisione.- voltò lo sguardo al cielo, senza nuvole.

- Abortisco.-

 

 

 

 

 

 

 

Note d’Autore:

Capitolo non perfetto e mi dispiace. Forse avrei potuto fare di meglio, non lo so. Spero comunque che vi piaccia almeno un po’ e spero anche di mantenere questi ritmi di aggiornamento.

 

A chi dovesse interessare (a nessuno, lo so, è solo a titolo informativo), qualche  tempo fa ho pubblicato “Venus”, che è un capitolo extra – diciamo così – di questa fic, incentrato su Ino e Shikamaru. Essendo una nc17, chi fosse interessato e non è maggiorenne, mi faccia sapere e vedrò di passarla io.

So che non frega a nessuno, ma lasciatemi nelle mie illusioni.

 

Lee

 

   
 
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